cf3
Ed ecco il nuovo capitolo. Yeeeeehhhh, immagino che ora vi starete strappando i capelli per l'emozione :D
Sì, ooooook. Devo dire che questo capitoo mi sembra un po'
più lungo dei precedenti, sarà un bene, o un male?
Sinceramente io non l'ho capito quindi lascio a voi l'arduo compito di
giudicare *annuisce convinta e piena di speranza*.
Alloora, che posso dire se non un comunissimo "buona lettura"? :D
Finalmente era finita. Non ne poteva più di restare in quella
gabbia di matti, senza offesa per.. per? Chi è che si salvava?
Forse Nathaniel, insomma lui era stato portato di forza alla pazzia. E poi
c'era quell'altro, quello dai capelli rossi che le aveva gentilmente
comprato la merendina, che sicuramente le era finita sui fianchi. Meglio non pensarci.
Nonostante la mattinata decisamente stancante la piccola Claire era
ottimista, magari il club di basket era composto dalle persone normali
della scuola. Magari non sarebbe impazzita. Magari sarebbe riuscita a
superare illesa l'anno scolastico. Magari..
La speranzosa ragazza non fece in tempo a finire la sfilza di pensieri
ottimisti che, aperto il portone della palestra, sentì un dolore
lancinante alla testa e la vista appannarsi. L'ultima cosa che vide prima del buio fu il
soffitto. Cosa ci faceva il soffitto davanti a lei? Non avrebbe dovuto
trovarsi sopra?
Oh, un angelo, com'era bello! .. No, aspetta, cosa diamine stava
pensando? Con fatica si mise a sedere così da potersi guardare
intorno più facilmente.
-Come stai?-
-Sono stata investita da un pianeta arancione-
-Ehm, no. In realtà era solo una pallone da basket- Il ragazzo le sorrise dolcemente cercando di incoraggiarla.
-Oh, un pallone da basket.. UN PALLONE DA BASKET!?!?!? E CHE CAVOLO CI
FACEVA UN PALLONE DA BASKET SULLA MIA POVERA FACCIA?!?!? EH?! EH?! EH?!-
Ma cos'aveva da urlare quella sclerata? Insomma,
secondo i suoi calcoli sarebbe dovuta essere felice di non essere stata
investita da un pianeta ma di essersi semplicemente scontrata contro un
innocuo pallone. Bah, le donne erano tutte strane, se poi
frequentavano quel liceo, potevi anche dire addio alle tue facoltà mentali.
Irritata e con il naso grondante di sangue si alzò pronta ad
andarsene ma, prima che potesse fare un passo, la voce del ragazzo la
fermò.
-Io mi chiamo Dajan, tu?-
-Claire-
-Ah! Allora tu sei quella nuova! Quella che dovrebbe aiutarci qua al club-
-Già-
-Senti io avrei un po' di sete..-
-E quindi?-
Uno strano presentimento iniziò a farsi strada nella mente della
ragazza e, con quello, anche la rabbia iniziava a tornare.
-Beh, che ne dici di andare a comprare una bottiglietta d'acqua al bazar? Possibilmente bella fredda..-
Il ragazzo aveva tenuto un sorriso a trentadue denti per tutto il
discorso ma, quando si accorse del tremolio poco rassicurante del corpo
della sua interlocutrice iniziò a pensare che, forse, non era
stata proprio una
saggia idea chiederle quel favore.
-Sai io cosa ci faccio con la tu acqua?-
-...n-no..-
-Ohhhh adesso vedrai- e, senza dare il tempo a Dajan di implorare pietà per l'assurda richiesta era sfrecciata via.
Erano già passati cinque minuti eppure della ragazza non c'era
traccia. Forse se ne era semplicemente scordata. Con un sospiro di
sollievo riprese in mano il pallone pronto per ricominciare ad
allenarsi. Avrebbe iniziato a provare un tiro da tre punti, doveva essere il migliore; insomma, lui era il capitano. Si era
messo in posizione, una leggera rincorsa, salto e *SBAM*. "Qualcuno"
aveva aperto violentemente il portone facendolo deconcentrare e, di
conseguenza, tirare male e cadere stile patata lessa.
-Per tutti i palloni di basket! Cosa sta succ..- il povero malcapitato
non riuscì a finire la domanda che una risata malefica
rimbombò per tutta la palestra. Con orrore si girò verso
la causa del suo tiro fallito e la vide: la ragazzina di prima, minuta,
graziosa e inquietante. Era lì, all'entrata della palestra, con
le sue piccole manine sui fianchi morbidi, lo sguardo da indemoniata.
Appena i loro occhi si incrociarono il ghigno sulla faccia della
ragazzina si allargò ulteriormente e con una velocità
impressionante tirò fuori dalla borsa la famosa bottiglietta
d'acqua.
La risata che seguì gli fece accapponare la pelle ma non poteva
farsi vedere debole perciò si alzò tremolante. Insomma,
cosa avrebbe potuto fargli? Lui era un maschio, alto 1,92 e soprattutto
forte. Non correva pericoli eppure, quell'espressione sadica sulla
faccia della compagna gli faceva davvero paura.
-E quindi? Ora che vuoi farci con quella bottiglietta?-
Lei lo guardò maligna; lui fece un passo indietro sudando freddo.
Lei aprì lentamente la bottiglietta; lui era sempre più confuso e impaurito.
Lei gli lanciò uno sguardo di sfida per poi portarsi la
bottiglietta alle labbra e iniziare a berne il contenuto; lui non ci
capiva più niente.
Lei, finita l'acqua, lo guardò fiera e sicura di aver compiuto la sua vendetta; lui era decisamente shockato.
Dalle labbra della ragazza uscì l'ennesima risata malefica, che
aveva imparato a forza di guardare i cartoni animati; dalle labbra del
ragazzo uscì uno strozzato "ma..".
Lei si voltò vittoriosa ed uscì dalla palestra; lui la guardò stralunato per poi alzare le spalle.
Pazienza, a lui l'acqua frizzante neanche piaceva, sarebbe andato a bere ai rubinetti degli spogliatoi.
Gliela aveva fatta vedere a quel tipo chi comandava. Lei non si faceva
mettere i piedi in testa da nessuno. Un'altra risata vittoriosa uscì
dalle sue labbra. Dopo essersi calmata si guardò intorno,
sperando che nessuno l'avesse vista, e si diresse verso casa con il suo
solito sguardo neutro.
Stava per mettere piedi fuori dal cancello dell'istituto assaporando
quel momento di goduria quando, una voce famigliare, la riscosse. Con
una lentezza disarmante si voltò pronta a fulminare con lo sguardo chiunque le
stesse rovinando quel bellissimo momento.
Effettivamente il suo sguardo omicida aveva funzionato, ed
era pure soddisfatta della sua efficenza. E allora perché
si ritrovava inginocchiata per terra a cercare di consolare quel, come
si chiamava?, spaventato dal suo sguardo? Quant'era ingiusta la vita.
-Senti..-
-Ken-
-Senti Ken, se accetto di fare questo giro della scuola con te la smetti di frign.. piangere?-
Lo sguardo del ragazzino mutò velocemente fino a diventare di pura adorazione.
Ma perché si cacciava sempre in situazioni del genere?
Avevano girato tutta la scuola, sì insomma, diciamo piuttosto
che appena usciti dal corridoio dove era situata la loro classe si
erano persi. Il tipo si era giustificato con un semplice "non esco mai
dall'aula, sai; i bulli.." e così ora si ritrovava seduta sulle
scale dell'ingresso a mangiare biscotti, che non erano niente male, con
il ragazzino.
-Pensavo che avessi iniziato una crociata contro le merendine-
Quella voce la riconobbe immediatamente. Chi altro poteva non capire la gravità della sua relazione coi dolci?
-Questi sono biscotti, non merendine-
-Oh, certo. Ehi piccoletto, smamma-
-No, ehi.. Ken.. Ken?... Ken!-
Niente, di Ken non c'era più traccia, si era volatilizzato. Se
non fosse stato per il pacchetto di biscotti che teneva in mano avrebbe
messo in dubbio anche la sua esistenza.
-Però, veloce il piccoletto-. Lo ignorò.
Il ragazzo dai capelli rossi si posizionò di fronte alla ragazza coprendole il sole e osservandola.
-Perché hai spaventato quel poveretto?-
-Pensavo avessi bisogno di una mano. Basta anche un semplice grazie-
-Ma io non ti ho chiesto di aiutarmi, so cavarmela da sola, grazie-
Certo, quella nanerottola poteva impegnarsi un po' di più con i
ringraziamenti però per il momento avrebbe sorvolato. Lei era irritata e glielo
faceva capire apertamente senza troppi sotterfugi. Lei era vera.
Detto questo seguirono un paio di attimi di silenzio, interrotti dal
ragazzo che la prese per il polso sollevandola e trascinandola per la
scuola.
-Seguimi-
-Come se avessi scelta-
Un ragazzo atterrito aveva
osservato tutta la scena nascosto dietro ad un cespuglio. Circospetto
si diresse nel punto dove, fino a pochi secondi prima era seduta la
ragazza. Poverina. Con tristezza raccolse i biscotti che le erano
caduti quando quel bruto l'aveva rapita.
Era deciso, avrebbe salvato la sua principessa.
Con uno scatto corse per i corridoi, doveva assolutamente raggiungerlo,
doveva salvarla, doveva proteggerla, doveva diventare il suo cavaliere,
doveva avvertire Nathaniel.
Mentre il nostro prode cavaliere correva per i corridoi alla ricerca
del segretario delegato, la strana coppia di giovani stava salendo
delle scale.
-Dove mi stai portando?-
-A vedere la parte più ella della scuola-
-Sei un maniaco, vero?-
-Sì, della peggior specie-
Un po' l'aveva agitata con quella affermazione ma, quando si era
voltato a guardarla con aria torva, aveva scacciato immediatamente quei
pensieri. Più che un maniaco quello era uno screanzato.
Era vietato andare sul tetto della scuola, e lui dove la portava? Sul tetto della scuola, ovviamente.
Appena metabolizzò quelle informazioni si dimenticò di
tutti i risentimenti che nutriva verso quel tizio e corse verso la
ringhiera per osservare meglio il panorama. Le era sempre piaciuta
l'altezza e il senso di vertigine che portava con se. Stava per aprir
bocca quando dei rumori di passi veloci provenienti dalle scale li
distrasse.
Senza darle il tempo di dire, o fare, qualsiasi cosa Castiel
l'afferrò per la vita e la trascinò dietro alla piccola
costruzione che proteggeva le scale. Trattennero entrambi il respiro
quando il segretario delegato, armato del suo prezioso taccuino per le
note, era sbucato delle scale guardandosi intorno imbufalito e cercando
delle tracce di quella piaga del suo peggior nemico. Purtroppo non
trovò traccia ne
del tipo ne dell'ostaggio perciò, con passo di carica, si era
voltato e stava per riscendere le scale.
Mentre il biondino usciva di scena il piccolo Ken fece la sua entrata. Era esausto. Aveva
seguito quel tipo per tutta la scuola ed ora non ce la faceva
più.
-Qui non ci sono, andiamo-
-Ma io sono appena arrivato-
-Vuoi o no ritrovare la tua amica?-
-Sissignore-
Castiel digrignò i denti. Quindi era colpa di "capelli a
caschetto" se ora il segugio della direttrice era sulle sue tracce. Gliela avrebbe fatta
pagare cara.
Un mugugno lo distrasse dai suoi pensieri. Con noncuranza
abbassò lo sguardo e vide la ragazzina che stava ancora
stritolando e a cui aveva tappato la bocca con la mano. Con indifferenza e un lieve
"oh, scusa" la lasciò andare.
Non lo avesse mai fatto.
La quiete che tanto amava di quel posto andò a farsi benedire
quando la piccoletta iniziò ad urlare e a girare intorno
muovendo le braccia come un'ossessa. Bah.
Indifferente a quelle urla scese le scale, attraversò i
corridoi, uscì da scuola e si ritrovò in mezzo al
cortile. Incredibile. Anche da lì riusciva a sentire le urla di
quella pazza. Aveva ragione, quella tipa era proprio vera. Con un
sorriso divertito si diresse verso casa.
Un grande grazie va sicuramente a tutti
coloro che leggono e un grazie enorme va a chi hanno messo la storia
tra le seguite. missredlights, Seyra , ZephyrSelyne cercherò di non deludervi *annuisce ancora più convinta di prima*.
L_I_D: uhm,
da dove cominciare? Allora parto col ringraziarti per aver recensito
anche questo capitolo (*-*) . Per quanto riguarda i segni di
punteggiatura cercherò di stare più attenta anche se,
devo ammettere, che i punti e virgola mi creano un paio di problemi
*sguardo basso e imbarazzato*, però cercherò comunque di
migliorare! :D
Il discorso di Violet invece è
un po' diverso. Sinceramente non ho avuto modo di parlarci spesso e
quindi di capire fino a che punto fosse timida, nonostante questo
è un personaggio che adoro.
Ora che ci penso amo anche Kim, devo aggiungerla *si scrive sulla mano "aggiungi Kim"*.
In ogni caso sono dell'idea che
Violet, essendo stata interrotta mentre disegnava un probabile
capolavoro, avesse tutte le ragioni per essere leggermente infastidita
e quindi lanciare occhiatacce, però boh, forse ho esagerato..
Sei al livello 9!?!?! Anch'io voglio
arrivarci *piagnucola per diversi minuti*; il problema è
Nathaniel, quello scansafatiche non si fa trovare da una settimana e
così sono bloccata lì, sola come un cane in una scuola
nuova D: Allora, innanzitutto ti ringrazio per aver commentato e per
aver analizzato la ff così accuratamente
neik:
Allora, innanzitutto ti ringrazio per aver commentato e per aver
analizzato la ff così accuratamente. Della storia di ChiNoMiko
non ne avevo idea, pensavo fosse la diavoletta iniziale, è anche
lei, no?
In realtà, ad essere del tutto
sincere, la storia di Nath mi ha lasciato un po' perplessa, non la
storia dell'OOC (visto che ho aggiunto l'avvertimento? grazie per
avermelo fatto notare :) ), ma quella riguardante il fatto che fosse il
personaggio principale. Sinceramente non mi ero accorta che lo fosse
diventato, e non ho intenzione di farlo rimanere tale, ma stavo
soltanto cercando di presentare i personaggi e a questo collego anche
la storia delle incomprensioni. Le incomprensioni, e le similcose,
pensavo di metterle in seguito, quando avrebbero iniziato a formarsi
dei flirt un po' più consistenti. Oppure tu intendevi
"l'incomprensione" come metodo per spiegare la scleratezza di Nathaniel?
Non so se con questo capitolo sono
riuscita a seguire le tue riflessioni, ma non credo, anche
perché lo avevo scritto prima di aver letto il commento, ma
comunque cercherò di darle il giusto valore e, dal prossimo
capitolo, mi impegnerò a seguirle meglio :)
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