Adrienne

di DarkBlue
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22 anni, i miei maledetti 22 anni. Non avevo niente, solo la mia musica. La ia chitarra l’avevo regalata a Mike, la mia casa era piccolissima e i pochi soldi che avevamo ce li guadagnavamo grazie ai concerti che facevamo. Amo la musica che scrivo, non piace a tutti, ma a me e i miei “fratelli” piace. Stasera abbiamo il nostro tredicesimo concerto. 13 è il numero fortunato di Treè quindi ci porterà fortuna, almeno ci danno molto più del solito. ‘Bill, hai fatto caricare la batteria verde o quella rossa?’ Treè aveva i capelli più biondi del solito ‘non lo so, li ha fatti caricare Mike gli strumenti’ A passo incerto Treè girò e andò dietro il camion, dove si vedevano appena i capelli di Mike. Quel posto era bellissimo, piccolo, ma bellissimo. I tecnici posizionarono tutti i nostri strumenti e misero una X con dello scotch nei punti dove io e i miei compagni dovevamo suonare. Lo scoth, ovviamente, era verde. Ogni singola cosa era verde nel nostro gruppo, dalla mia chitarra, alla batteria, al furgoncino, alle ciocche colorate di Treè. C’erano circa duecento persone quando iniziammo a suonare e a fare quello che io chiamo Punk-Rock, a metà del concerto si spalancò di nuovo la porta ed entrarono altri ragazzi. Due femmine e quattro maschi. Dopo ben cinque canzoni a Mike facevano male le dite con cui faceva gli accordi e quindi decidemmo in quel momento di fare la canzone più tranquilla che avevamo scritto: Wake Me Up When September Ends. A quasi metà della canzone, incontrai i suoi occhi, nella sua collanina c’era scritto “Adrienne”. Io i ero innamorato di quella sconosciuta, innamorato. Anche se non sapevo chi fosse, se quello era il suo vero nome, se era fidanzata, sposata o aveva figli. Mi ero innamorato di lei. Ora avevo afferrato benissimo il concetto del “colpo di fulmine”.




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