Mi trovavo su un cratere di un vulcano, quando...

di ElenSofy
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Mi ero svegliata male evidentemente, perchè non me ne andava bene neanche una. La sfortuna mi aveva colpito un'altra volta e proprio di sabato: non c'era la scuola e c'era la sfortuna...
Si stava avvicinando Halloween e tutti cercavano il costume adatto.
La mia amica Emi ormai parlava solo di questo e mi aveva riempito la testa con tutte le cose che diceva, ma a me non importava niente.
Avevo deciso che quell'anno non mi sarei mascherata, anche perchè non avrei saputo da che cosa. Mentre Emi discuteva sul fatto di mettersi o no lo smalto, io alzai gli occhi e vidi un'ombra nera. Si stava facendo buio e di luce ce ne era poca. Emi continuava a parlare tranquillamente e non si era accorta di niente, ma si bloccò subito quando svoltammo l'angolo e scorgemmo un grande lenzuolo nero e sotto quattro piedi.
Tremammo di paura e quasi quasi decidemmo di andarcene, ma eravamo prese dalla curiosità di sapere cosa ci fosse sotto quel lenzuolo e rimanemmo ferme. Tirammo il lenzuolo e scoprimmo un tavolo e appoggiato uno specchio che emanava lampi di luce e di fuoco. Dallo specchio, improvvisamente, uscì una testa di persona che ci prese per il braccio e ci trascinò nello specchio. Cercammo di opporre resistenza, ma quel signore sbucato dallo specchio sembrava più forte di noi.
In un momento ci ritrovammo in un turbine di colori; mi girava la testa per le troppe curve. Volevamo strillare e chiedere aiuto, ma per la paura non avevamo quasi più voce. Nel fondo del tunnel si scorgeva una luce fioca e poco dopo ci schiantammo al suolo e svenimmo.
Quando ci risvegliammo eravamo sul cratere di un vulcano, dal quale sporgendoci un po' vedevamo la lava che scoppiettava allegra.
Sporgendoci dall'altra parte vedevamo il mare in lontananza, e più vicino, delle case e le persone che giravano per il paese piccole come formiche.
Eravamo sdraiate e non azzardavamo ad alzarci, per paura di cadere dentro quel fuoco caldo che sembrava aspettasse proprio noi, o meglio la nostra fine. Peggio di così non poteva andare: eravamo sul cratere di un vulcano, avevamo sorpassato uno specchio ed eravamo finite in quel posto dove da una parte c'era la lava e dall'altra c'era un burrone.
Ad un certo punto si sentirono delle grida infernali. Dal cratere si alzava del fumo e tutte le persone scappavano lontane dal vulcano: proprio così:il vulcano stava per eruttare. Passarono cinque minuti buoni, durante i quali il sudore colava e ci scambiavamo segni di saluto, come per dirci "addio", ma usciva solo fumo e nient'altro. Si sentì un rumore, come di roccia che si frantumava e vidi solo per un momento Emi che scivolava giù verso la lava rossa. La presi per la maglia e cercai di portarla sul bordo, già più sicuro, ma era troppo pesante per me e io ero troppo piccola per sollevarla.
Riuscii a riportarla sul bordo, ma scivolammo un'altra volta: questa volta dalla parte del burrone.
L'aria fredda ci sfiorava il viso, ormai temevamo la nostra fine. Ma per fortuna lungo tutto il vulcano c'era una corda e ci attaccammo a questa.
Sapevamo che non potevamo stare attaccatte alla corda per sempre, anche perchè prima o poi si sarebbe rotta. Proseguimmo la discesa con la corda e finalmente mettemmo i piedi sulla terra ferma.
E ora che fare?
Si scorgeva un ponte: ci avvicinammo e ci sembrava non tanto sicuro ma lo percorremmo ugualmente.
Ci ritrovammo dall'altra parte e per nostra fortuna ci voltammo e così ci accorgemmo che il vulcano stava per eruttare.
Corremmo corremmo fino a svenire.
Ormai eravamo sicure che la lava non sarebbe potuta arrivare fin lì e invece scoprimmo il contrario.
Non ce la facevamo più, avevamo il fiatone e ci facevano male le gambe.
Per terra c'erano delle buche e noi inciampammo proprio in una di queste.
Ci risvegliammo e trovandoci per terra sane e salve, tirammo un sospiro di sollievo. Era tutto un sogno, ma il tavolo e lo specchio c'erano veramente.
Ma lo specchio non mandava più quei bagliori di luce e di fuoco.
Sarebbe stato meglio tornare a casa. Era buio e faceva freddo e non avrei voluto rivivere un'altra avventura come quella, almeno per il momento.




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