tyhnj
Il gesso e la
lavagna.
-Non sono invisibile.-
Quelle parole sfuggono rapide dalle sue labbra. Un boomerang. Sussulta,
colpito al petto. No, più in fondo: nell'orgoglio.
Stringe i denti, deciso a consumarli. Stupido. Stupido.
Perchè l'ha detto? Perchè cazzo l'ha detto?!
Dannazione. Che idiota. Che idiozia.
Non sono invisibile, non sono invisibile, non sono invisibile.
Il solo bisogno di
affermarlo determina insicurezza. Ecco cosa avrebbe detto
Near.
Near e i suoi occhi vuoti d'interesse e colmi di giudizi.
Giudizi, giudizi, giudizi. Pesano.
Lo aveva fissato senza vedere Mello. Analizzando Mello, valutando Mello
e infine, dopo una densa fusione di ossidiana e ghiaccio, condannando
Mello.
Soppesato. Classificato.
Gli aveva messo un voto. Insufficiente.
No, non sei abbastanza
intelligente per essere il mio avversario, Mello.
Ignorato.
Non sono invisibile, non sono invisibile. Il lamento flebile di un
bambino escluso da un gioco divertente.
Rabbia patetica. Così avrebbe detto Near. Sei patetico, Mello, solo
patetico.
Quel corpo gracile, quel volto inscalfibile. Una farfalla
di ferro.
Lineamenti invisibili ma acuminati, che avevano tagliuzzato il suo ego
poco per volta.
E, senza che se ne accorgesse, Mello ha rinnegato quella fiducia in
sè stesso che gli aveva sempre fatto brillare gli occhi.
Near sembra come il gesso: in realtà è quella
mano che, con un gesto distratto, lo cancella.
E rimane solo il nero opprimente di una lavagna vuota.
-Non sono invisibile.-
Matt guarda le iridi che Near ha spezzato, lo sguardo che Near
ha divorato, con la consapevolezza affranta di non potere aggiustare
nulla.
-Io ti vedo.- Ma è solo un bisbiglio, pallido, lieve, nel
tormento di una tempesta inarrestabile.
E Mello non lo sente.
Note dell'Autrice: Matt. Mello. Near. E basta, gente.
In questi giorni non riesco a scrivere niente di decente, ho deciso di
postare la sciocchezza che mi convinceva maggiormente.
Grazie per avere letto e... sì, se qualcuno volesse
recensire, si senta libero di farlo!
Lucy
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