Un amore coi canini appuntiti

di La Mutaforma
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Ryoga perdeva continuamente la strada. Camminava a lungo, per giorni e giorni, non per seguire un sentiero specifico.

 

C’erano molte cose di quella simpatica cittadina che gli piacevano più di tutto.

Akane Tendo era una di quelle.

Si sarebbe perso volentieri mille volte -anzi, la cosa non lo avrebbe turbato più di tanto- pur di tornare di nuovo in città e ritrovare i bellissimi occhi marroni di Akane.

Anche se ormai la sapeva promessa a Ranma, probabilmente non avrebbe mai smesso di appostarsi sotto la sua finestra con quella teiera d’acqua fredda in mano per trasformarsi.

Era la sua maledizione che gli permetteva di amarla, di condividere pochi momenti di gioia di cui non era lui stesso ad essere partecipe.

Si arrampicò a fatica sul davanzale della finestra, sbuffando e grugnendo.

Lei lo vide subito.

“P-chan! Sei tornato!” urlò lei, prendendolo tra le braccia.

Sì, Akane, sono tornato da te.

 

Ryoga perdeva continuamente la strada. Camminava a lungo, per giorni e giorni, non per seguire un sentiero specifico.

E si perdeva. Sempre. Solo per tornare a casa.

 





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