one shot. Hunger Games.
-Ehi, piccola. Vieni
qui, non piangere.- le dico. Ha ancora il vestito nero, lungo fino alle
caviglie, che le risalta quei fianchi perfetti e forse troppo stretti.
Le lacrime le rigano le guance ormai da donna, quelle che arrossivano
quando la prima volta ci siamo conosciuti, il giorno della mietitura.
Sono passati così tanti anni, forse troppo in fretta. E poi
sono cambiate tante cose da quando per la prima volta dopo la morte del
Presidente Snow, siamo tornati al nostro distretto deserto. Questa per
lei è una situazione difficile, e so che non posso aiutarla
a superare un momento del genere, così mi limito a
stringerla in un abbraccio tanto forte che spero
compenserà quelli che non avrà più
dalla signora Everdeen. -E' morta, Peeta. Mia madre,
è morta.- sussurra singhiozzando. -Stai tranquilla piccola,
è solo volata via. Un giorno la incontrerai di nuovo, e in
quel momento potrai dirle che ti è mancata tanto.
Però ora lei è felice lassù, pensa, ha
anche ritrovato...- Si stringe a me così forte che capisco
che forse devo smetterla di parlare. -...Papà- finisce lei
con mia sorpresa. Sto malissimo a vederla così, spero che
smetta presto o non ce la farò a rimanere forte. In
quell'esatto momento il bambino si sveglia e inizia a piangere. -Vado
io, tu riposa. Ah, e per favore, smettila di pensare che non
è felice. Ti voglio bene.- Arrivo a metà scala e
Katniss inizia a piangere ancora. Più forte di prima. Dio,
come fa male vederla in quello stato. Probabilmente è la
prima volta che la vedo così. A piangere, intendo.
-Papà, perchè la mamma piange?- mi dice Rose.
-Non ti preoccupare, è solo un po' stanca, ti accorgerai che
appena ti vede smette e ti abbraccia. Dai, prova a scendere e vediamo
se ho ragione.- probabilmente no, non ho ragione, ma tantovale
farglielo credere. -E tu? Eh piccoletto?- sussurro rivolto al piccolo.
- Perchè piangi?- Mi risponde con un lamento appena udibile,
che somiglia a un 'non lo so'. -Dobbiamo vestirci, sai? Dobbiamo andare
al funerale della nonna. Mi capisci? Spero tanto di no.-
Katniss è tutto il giorno che piange, non riesco a vederla
così, e a quanto pare nemmeno i bambini. Al funerale
c'è un sacco di gente. Gale, La signora Hawthorne e i
ragazzi ormai ventenni. E poi tutti quelli ancora in vita del distretto
12 e 13. E, un momento, c'è anche Haymitch. Un po'
vecchiotto, ma pur sempre Haymitch.
-Katniss. Katniss, ehi piccola.- sussurro facendola voltare per darle
un bacio. Oh, si. Mi mancano i suoi baci. -Smettila di essere triste.
Lei non voleva vederti così, giusto? Per favore, smettila di
piangere, non ce la faccio a vederti così.- ha smesso di
piangere, almeno non piange tanto forte. -Mi dispiace. Non volevo. Ti
amo Peeta, mi dispiace.- rido. Questa donna mi fa impazzire.
Inaspettatamente, mi bacia. E' un bacio dolce, di quelli che
dà solo se si sente in colpa. Poi se ne va. Sinceramente?
Sembra come quando eravamo giovani. E continuerei all'infinito a far
finta di essere ancora un bambino, con lei. La cerimonia non
è ancora iniziata, eppure sembra passata
un'eternità. Katniss ha la sua testa sulla mia spalla, e la
parte di camicia dove è appogiata, è umida delle
sue continue lacrime. -Amore, dovresti andare a salutarla.- dico.
Piangendo, si dirige verso l'altare. Il feretro è
bellissimo. Ha l'interno bianco, quasi sembra un vestito da sposa, come
quello che Katniss aveva al nostro matrimonio. Quasi invisibile,
davanti alla cassa c'è un simbolo. Trasalgo. E' la ghiandaia
imitatrice.
Comincia a parlare, ogni tanto fermandosi per asciugare le guance
umide. -Grazie. Innanzi tutto grazie a tutti per essere venuti. Volevo
dire qualcosa, e in effetti avevo provato a scrivere il discorso, ma
non ho avuto il coraggio di leggerlo...- piange.- scusate. Quando
arrivò il giorno della mietitura, quello in cui conobbi
Peeta, io e mia madre non eravamo così legate. Era ancora
distrutta per la morte di papà, e devo ammettere che in quei
momenti, se non fossi stata io la mamma, probabilmente saremmo morte
tutte e tre. E poi ho partecipato ai giochi, sperando con tutto il
cuore che ci fosse Gale a sfamarle. La morte di Prim. Non l'ho mai
vista così male. quello è stato ciò
che ci ha fatto tornare insieme. Al matrimonio era così
felice.- si asciuga una lacrima.-Grazie mamma. Ti voglio bene.- questa
volta tocca a me ad asciugarmi una lacrima, alzarmi in piedi e
trascinare Katniss via da lì. Le metto un braccio dietro al
collo e con la mano libera schiocco un bacio verso l'altare. -Arrivederci Signora Everdeen.-
After.
Katniss mi guarda come se avessi fatto qualcosa di male. Finalmente
riesco a strapparle un sorriso sincero. E' così fottutamente
bella quando sorride, purtroppo non lo fa quasi mai. -Che
c'è?- le dico ridendo. -No, niente. E' solo che mi fa
piacere che anche tu sia attaccato in questo modo a mia madre.- Oh, le
labbra umide e rosse fuoco si trasformano in un'altro dei suoi
meravigliosi sorrisi. -Sei così bella quando sorridi,
perchè non lo fai mai?- sorprendentemente divento triste, ho
il viso cupo e imbronciato. -Perchè non ne ho motivo. Non ci
riesco, non ho più nessuno Peeta. Solo tu riesci a farmi
stare bene, e purtroppo ci vediamo molto poco. E i bambini. Dio,
qualche volta vorrei fare a cambio con il tuo lavoro e lasciarti casa
con loro.- ha la mia stessa espressione, così chiudo il
discorso lì e torniamo a casa. Fortunatamente casa di Sae la
Zozza e la chiesa, non sono poi lontane. Prendiamo i bambini e ci
avviamo a piedi a casa. Da quando il distretto 12 è stato
raso al suolo e la morte di Snow ha ricordato alla gente che Capitol
City non ha tutto il potere, Panem è cambiata parecchio.
Haymitch dice che rimarrà sempre così, e non solo
perchè c'è Gale a capo di tutto. Ormai i
distretti non esistono più, o meglio sono tutti uguali,
nessuna distinzione di cibo, niente che Capitol City non abbia. Noi?
noi abitiamo nel Distretto 12, una casa dopo Haymitch nel
Villaggio dei Vincitori. Dio solo sa quante volte i bambini
hanno detto di voler tornare al 13 per via dei loro amichetti, che non
erano altro che il figlio di Annie e Finnick, e i due figli della
sorella di Gale. E nessuno può dire che non abbiamo
pensato di tornarci, solo che ormai il 12 è la nostra casa,
e poi c'è Haymitch. Se fosse per me resterebbe qui, ma
Katniss insiste a non lasciarlo solo.
D'un tratto qualcosa, o meglio, qualcuno, mi riporta alla
realtà, dicendomi che siamo arrivati a casa e che devo
tirare fuori le chiavi.
Dubbito che stasera io o Katniss dormiremo un po', così ho
preparato i biscotti che a lei piacciono tanto. Prima di stenderci sul
divano in salotto, andiamo su per le scale, nella camera di Rose e Dan
per la buonanotte. -Dopo più di tre anni insieme e dieci di
matrimonio, possiamo finalmente dire che abiamo dei figli bellissimi.-
mi sussurra. -Ricordi quando, il giorno del nostro matrimonio, ho
scoperto di essere incinta?- continua. Rose le chiede: -Mamma, mi
racconti una storia?- Così, quando si gira per guardarmi
faccio un cenno con la testa a significare 'si'. Katniss chiude gli
occhi, e inizia a raccontare.
"C'erano una volta due
ragazzi semplici, provenienti da due famiglie mai conosciute tra di
loro. Un brutto giorno qualcuno decise di unirli per andare a
combattere. E quello fu il giorno in cui si conobbero. La ragazza si
era offerta volontaria per morire al posto della sorellina
più piccola, mentre il ragazzo, beh, era l'uomo
più dolce del pianeta, disposto a dare la vita per la donna
che amava. Quella guerra, quella gente che moriva, secondo gli altri
era tutto un gioco. Un gioco in cui morivano tutti e un solo tributo
rimaneva in vita. C'erano ben 24 persone, le quali non avrebbero mai
desiderato essere lì dentro in quel momento. E tra loro
anche questi due ragazzi. Si volevano bene, ma nessuno dei due lo
sapeva. Entrambi si tenevano in vita a vicenda, anche se sapevano
benissimo che prima o poi uno dei due sarebbe morto. Il ragazzo del
pane, quello dolce e premuroso, amava la sua compagna di
sventure, tanto che desiderava morire per salvarla. Per un strano caso
del destino, tutti e due rimasero vivi, incapaci di fare a meno
dell'altro per qualche secondo in più. E se una volta non
bastava per far capire alla gente fino a che punto potessero amarsi
quei due, lo fecero una seconda. Questa volta però degli
uomini molto intelligenti, proprio come vostro papà, avevano
creato un piano per farli uscire salvi da lì. La ragazza era
quella che avevano scelto di salvare, il ragazzo venne rapito dalla
gente cattiva. Così rimasero per molto tempo distanti. 'La
Ghiandaia Imitatrice', era così che la avevano
soprannominata tutti, soffriva, perchè l'amore che fino a
qualche giorno prima era vivo dentro di lei, in quel momento non
pensava fosse ancora in vita. Poi apparve in televisione, e poi ancora,
finalmente un giorno tornò a casa. La ragazza non poteva
riavere il suo amore di un tempo, per questo, anche se lui era tornato,
lei ne soffriva. Pian piano,tornarono ad amarsi. Per qualche ragione
però, il loro amore divenne la forza che fece nascere una
rivolta tra tutti quelli che non vedevano quelle morti come uno stupido
gioco, e quelli che invece lo avevano creato. Stranamente riuscirono a
sopravvivere anche a questa guerra che avevano guidato loro stessi. O
meglio, lei stessa, trascinando anche lui. E finalmente
arrivò il giorno in cui tutto finì, e loro
vissero per sempre insieme, felici e contenti."
Circa a metà del racconto, Katniss non guardava
più i bambini, ogni tanto fissava un punto imprecisato e poi
continuava a guardarmi, come se potessi darle ispirazione per
continuare. Oppure mi guardava perchè mi sono commosso. I
bambini dormono. Vorrei chiederle perchè ha continuato
sapendo che i bambini non avrebbero ascoltato, ma credo di sapere
già la risposta. Eppure, non mi spiego
perchè parlando di quando, nell'arena, avevano
preso lei e non me, si irrigidì. -A che pensi?- domanda
addentando un biscotto. -Solo, c'è ua cosa che non mi spiego
nel tuo racconto. So che c'era una specie di alleanza per farti uscire
viva da lì dentro, la seconda volta, ma sapevi anche che
avevo detto ad Haymitch di fare uscire te, glielo aveo chiesto io, non
sei stata scelta.- rispondo, cercando di apparire menefreghista il
più possibile. -Lo so, solo che gliel'avevo chiesto anch'io,
di tenerti vivo.Avevamo una promessa 'tra alcolizzati'.- ride -E non mi
sarei aspettata che Haymitch mi tradisse così.- -Questo
perchè tutti sanno che tu saresti stata meglio di me per
guidare la rivolta di Panem. Perchè tutti ti amavano,
compreso io, anche quando Snow mi ha fatto il lavaggio del cervello.-
-Ti amo anch'io ma...- poggio le mie labbra sulle sue. Era tanto che
non me lo diceva. -Dillo ancora.- dico.- Che cosa?- Ah, come
è ingenua. Come faccio a non amarla? -Suona così
bene, anche ora che siamo cresciuti dall'ultima volta nell'arena. E'
così bello, dillo ancora.- solo, non le do il tempo. Mi
fiondo su di lei, passando dal collo alle labbra, dalle labbra al
collo, con la bocca. Non sembra respingermi, come fa di solito, in
questo momento sembriamo due adolescenti che fanno sesso per
la prima volta. Ride, ride piano, in modo che i bambini non si
sveglino, ma abbastanza forte da permettermi di sentire la dolce
melodia che esce dalla sua bocca. Si, siamo tornati ai vecchi tempi,
quando mi baciava anche solo se la aiutavo. Non so come, ci ritroviamo
sdraiati a terra, praticamente nudi, a ridere. Non ci importa
di Rose o dei pianti di Dan, siamo solo noi ora. -Scusa. Scusa di
tutto quello che hai passato a causa mia. Mi dispiace averti fatto
soffrire quando potevi essere semplicemente felice. E non
importerà ciò che succederà nel
futuro. Ti amo.
Infinitamente e incondizionatamente, ti amo Peeta.-mi
sussurrà in un orecchio. Quel tono malizioso mi fa venir
voglia di baciarla più di quanto già non voglia. -Ti amo. Per sempre e sempre, ti
amo. E sai, mi hai dato più di quanto ti
saresti mai aspettata. Ora ho una famiglia. Perciò grazie
Katniss.-
A mala pena rimettiamo l'intimo, restando abbracciati e scambiandoci
baci, come se fossimo di nuovo davanti qualche telecamera e dovessimo
fingere, sul pavimento del salotto per tutto il resto della notte. Un po' ricorda tutti quei baci che sentivo miei, quando eravamo nella grotta dell' arena. Ed erano tutti finti, almeno credo. Solo
che questa volta niente è per finta. Amore sincero.
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