Benvenuti,
signori e signore. Qui è _ki_, che riemerge dalle
lande desolate dell’Irlanda solo per pubblicare questa cosa
che è in
costruzione da qualcosa come un mese e che,
finalmente, quest’oggi vedrà
la luce.
Allora,
Cherries or oysters è una
raccolta di
flashfic, (quasi) tutte autoconclusive, sulla coppia Larry Stylinson
(perché ormai non riesco più a scrivere altro.
Shame on me) e sui loro
momenti di vita quotidiana. Ah già, sono anche
tutte OS scritte di notte.
Perché io di notte non dormo, scrivo u.u
Il
titolo nacque in una noiosa serata in cui io e la mia Beta
stavamo
riflettendo di cosa farcene di questa cagatella qui sotto. Cherries or
oysters
(e qui cito), perché "Most
of those who make
collections of verse or epigram are like men eating cherries or
oysters: they choose out the
best at first, and end by eating all" e quindi "Cherries
or
oysters", ciliegie o ostriche perché era la parte
importante. E perchè le ciliegie fanno estate.
Detto
questo, Worried è al mondo perché ad inizio
estate mi sono scottata le chiappe e ho passato due giorni con il
sedere all’aria
in cerca di qualcosa da fare. Sono 482 parole, ciliegine di mamma:3 Enjoy!
Worried
Niall
gli ha riso in faccia per mezz’ora. Zayn l’ha
guardato
con aria di superiorità, ostentando la sua carnagione
bronzea con un sorrisetto
bastardo tra le labbra. Liam è andato fuori di testa e i due
imbecilli
sopracitati hanno dovuto allontanarlo dal cellulare prima che chiamasse
il
Pronto Soccorso.
Louis,
in tutto questo, è rimasto a fissarlo con un
inquietante sguardo pensieroso -ed è una cosa parecchio
sorprendente perché,
beh, Louis stava pensando.
Poi,
quando Niall ha smesso di ridere e Liam di cercare di
soffiare a tradimento il cellulare dalle mani di Zayn, Louis si
è alzato dal
letto e ha intimato delicatamente a tutti di uscire dalla loro stanza
-e questa
è stata la seconda cosa parecchio strana, perché
normalmente li avrebbe buttati
fuori a calci senza tante cerimonie. Poi si è messo a
trafficare dentro alla
valigia.
«Che
fai?» gli ha chiesto Harry, disteso sul letto e con le
mani sul naso.
«Ti
cerco un doposole, visto che nessuno sembra averci
pensato».
Ora
sono seduti l’uno di fronte all’altro, a gambe
incrociate
sul letto. Louis ha le dita sporche della crema che gli sta spalmando
sul naso,
facendo attenzione a non graffiarlo con le unghie che non ha avuto
voglia di
tagliare.
«Mi
spieghi come hai fatto a scottarti solo...» normalmente
si sarebbe fermato per ridere. Adesso, invece, lo fa per arricciare le
labbra e
spostare un ricciolo con le dita sporche, lasciando tracce di bianco
tra il
castano. «... il naso?»
Harry
non risponde subito non perché ci deve pensare, ma
perché un po’ se ne vergogna.
«È l’unico punto in cui mi sono
dimenticato di
mettere la protezione».
Louis
fa una smorfia strana che Harry associa all’indecisione
tra ridere e prenderlo a schiaffi. Alla fine ride e Harry sa che lo
preferisce
così che imbronciato. Finisce di spalmargli la crema, si
pulisce scherzosamente
le dita sulla sua guancia e Harry per ripicca gli schiocca un bacio
all’angolo
della bocca.
«Liam
era terrorizzato» ridacchia poi Louis, mentre con una
mano inizia a giocare con i suoi capelli.
«Stupido.
Mi sono solo scottato un po’».
«Un
po’? Hai il naso più rosso di Rudolf».
«Forse
anche lei si era dimenticata di mettere la crema.
Anche se non penso ci sia così tanto sole in Finlandia... tu
che dici?»
Louis
strabuzza gli occhi, in quel modo un po’ esagerato che
sorprende sempre Harry, poi gli schiaffa una mano in fronte e sorride.
«Penso
che il sole ti abbia dato alla testa. Ora di dormire?»
«Certo
mammina».
Si
getta sotto le coperte ridacchiando e fa posto a Louis con
il viso raggiante. Sono in silenzio da un po’ quando Louis
gli sussurra: «La
prossima volta te la metto io, la crema».
Poi
gli soffia un bacio sulla fronte e Harry capisce che
quell’aria pensierosa che si è portato dietro un
po’ tutto il tempo gliela
vedrà addosso solo quando sarà preoccupato.
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