Un
finale perfetto
Non sapeva se
sentirsi sollevata o aggravata dalla distrazione che la signora Weasley le
forniva. Da un lato, non si sarebbe preoccupata ulteriormente per il prossimo
incontro con Harry. Ma sull’altro versante, una distrazione la portava a non
pensare a nuovi modi per convincere Harry a stare con lei. Anche se non voleva
ammetterlo, c’era una possibilità, una grande possibilità, che Harry sarebbe
partito per catturare i Mangiamorte rimasti. La sua missione “salva gente”,
chiamata in esame, la stava facendo impazzire. Perché avrebbe dovuto pensare a
scegliere tra lei e il donare la propria vita per le tenebre? Se il suo destino
si era compiuto, perché tornare indietro?
Spinse
un'altra cucchiaiata di zuppa calda nella bocca e inghiottì avidamente. Tutto quel
casino le riempiva la testa. Aveva bisogno di rilassarsi e di non pensare alla
situazione per un po'. Certo, era più facile a dirsi che a farsi.
Sfortunatamente per lei i ricordi erano infiniti. La signora Weasley, Ron,
Harry, Ginny, ed anche Draco – glielo ricordavano tutti in un modo o
nell'altro. Le particolarità di come e perché lo stavano facendo erano infinite
e piuttosto complesse, anche nella sua mente. Sembrava che, non importava
quanto si sforzasse, non c'era modo di sfuggire all'inevitabile. Harry avrebbe
preso una decisione. Una decisione che era più importante di tutto: lei o i
Mangiamorte. Beh,
non esattamente, ma quasi.
Era così brutto il
fatto che era seriamente preoccupata per quello che avrebbe scelto?
La sua mente rispose
per lei: sì.
Sentì una spinta alla
spalla e vide Draco sorriderle calorosamente, seduto accanto al lettino. Si era
svegliato non appena Ron aveva aperto la ciotola con lo spezzatino e ne aveva
versato un po', contro la sua stessa avidità. La faccia di Ron risultò
impagabile quando vide che Draco chiedeva una porzione dello spezzatino di sua
madre. Era una reazione mista tra incredulità, preoccupazione, e qualcosa di
così unico che a Ron fu impossibile da descrivere. Ma, come Draco cercò di
incoraggiarla silenziosamente, anche se
non sapeva per cosa, non poté fare a meno di dargli una scrollata di spalle in risposta.
Nessun sorriso, nessuna parola di spirito, solo una scrollata di spalle. Sapeva
che voleva aiutarla, ma era senza speranza. Era ben al di là dal chiedere
aiuto. Più
come fuori di sé dalla preoccupazione.
Draco aprì la bocca (probabilmente per chiedere che cosa
c'era che non andava), ma venne interrotto dalle porte dell'infermeria che si
aprirono e rivelarono una sorridente signora Weasley che reggeva due scatole
piuttosto grandi al petto. Mentre si affaccendava, Hermione riuscì a vedere le
etichette più chiaramente: Magico Sale a Bollicine per Bagno della Signora
Beatrice, garantito per curare mali e dolori o i galeoni saranno rimborsati!
Hermione non poté fare a meno di sorridere quando finì di
leggere. Molly Weasley non si arrendeva mai quando si trattava di famiglia e
del loro benessere, no?
"Ho chiesto al professor Silente di assicurarsi un
posto dove potrai lavarti e lui ha preservato il bagno dei Prefetti al quinto
piano! Non è semplicemente incantevole? Ora, non appena avrai finito con il tuo
stufato puoi-oh! Beh, sembra che tu lo abbia già mangiato tutto. Avanti,
allora. Ti accompagno su."
Hermione guardò la sua ciotola e si accorse di averla consumata
completamente. Harry sembrava aver mangiato tutto anche lui e si stava già
alzando dal letto. Aveva scelto di mangiare sul suo letto invece che al suo
fianco, che attualmente era occupato da Draco. Dal momento che quest’ultimo
aveva cominciato più tardi rispetto a lei, aveva ancora una buona metà di
spezzatino da mangiare. Così, quando si alzò, la voce della signora Weasley lo fermò
immediatamente.
"Oh no Draco, caro, non tu. Finisci il tuo stufato e poi potrai
unirti a loro."
Draco tornò a stendersi sulla branda e Hermione gli lanciò uno sguardo
compassionevole. Lui le rispose con uno sguardo che diceva "Va tutto
bene" e la incoraggiò ad andare. Così, senza ulteriori forze a sponarla, seguì
la signora Weasley e Harry fuori dalla porta e nei grandi corridoi di Hogwarts.
Doveva tenersi a distanza, per paura di urtare accidentalmente Harry e saltare
su di lui. Neanche se si fosse trattato di un salto accidentale. Il tipo di
salto che finiva coll’urtare fisicamente il destinatario in qualsiasi area che
le era disponibile a mani nude. Decise di non portare la bacchetta perché non
ne aveva alcun bisogno. Inoltre, le aveva già scavato le parti basse della
schiena, non avendola rimossa dalla tasca posteriore. Si strofinò il punto
pigramente, sentendo una macchia leggera di pelle sollevarsi e trasalì.
Si avvicinarono a una strana statua di un mago con i guanti posti alle
mani sbagliate ed Hermione sollevò un sopracciglio. Non ebbe, però, molto tempo
per osservare la statua, perché la oltrepassarono subito e passarono poche
porte vicine. La signora Weasley borbottò ciò che Hermione credette fosse una
password e la porta si aprì facilmente. Seguì Harry a distanza di sicurezza e
prese un grande respiro quando vide l'interno del bagno. Beh, non aveva tutto l'aspetto
di un bagno. Era più come una grande piscina coperta, accompagnata da un
piccolo bordo di immersione sul fondo. Le pareti, i pavimenti e le singole
vasche a terra, erano tutti scolpiti in marmo bianco e illuminati dolcemente da
una lampadario pieno di candele, cose che sembravano essere state rubate da un
palazzo. La vasca era rivestita con circa un centinaio di rubinetti, ciascuno
con un gioiello di colore diverso impostato nel manico. Non sapeva che
significato avesse. Forse per decorazione? Ma, mentre la signora Weasley si
avvicinava ad essi e torceva alcuni dei rubinetti, l'acqua che uscì dalla bocca
prese la forma di un colore diverso dal bagnoschiuma.
Si raddrizzò con un sorriso rivolto a Harry e Hermione e tornò verso le
scatole che aveva tenuto in mano per poi tirare fuori due piccoli pezzi di
tessuto. Li stese con la mano libera e Hermione e Harry le si avvicinarono per
prenderne uno ciascuno. Con un ulteriore esame, vide che teneva un costume blu scuro
e al suo fianco vide che Harry aveva in mano un uguale costume da bagno
arancione. Guardarono la signora Weasley contemporaneamente e lei spiegò in
fretta. "Sono volata subito a casa a prendere alcuni costumi da bagno che
potevate indossare. Non posso permettervi di nuotare accanto mentre vi lavate
completamente! E’ semplicemente inaudito."
Hermione non poté
fare a meno di ridere. Aveva già visto molte parti di Harry prima. Ma la
signora Weasley non doveva saperlo. La donna più anziana continuò sullo stesso
tono, come se non avesse sentito il leggero sfogo di Hermione, "Potete
cominciare a metterveli mentre io riempio questo vasca con i miei sali
speciali. Avanti!"
Hermione trovò
rapidamente un pilastro con cui potersi cambiare di nascosto e cominciò a
togliere i vestiti mentre la signora Weasley camminava lungo il perimetro della
vasca e cospargeva l’acqua di sale. Scivolò rapidamente dentro l’indumento e
tirò le cinghie sulle spalle. Pensò fosse di Ginny per il taglio basso del
busto. Mentre usciva dal pilastro dovette coprire la bocca perché un altra risatina
minacciò di uscire. Non l’aveva notato quando la signora Weasley aveva
consegnato loro i vestiti, ma quello che Harry indossava era un'ode ai Cannoni
di Chudley. Il logo era scritto lungo un lato mentre l'altro aveva quella che
sembrava essere un autografo di ogni giocatore. Il costume era sicuramente di Ron.
La signora Weasley
tornò da loro un attimo dopo e guardò i due dall’alto in basso. Annuì e sorrise
a se stessa. "Il bagno è pronto. Sono fuori, se avete bisogno di
qualcosa."
"Vuoi dire che
tu-tu non rimani?" Chiese Hermione.
"No, cara. Non
hai bisogno di me per lavarti i capelli vero?"
"Beh no
..."
"Allora
aspetterò fuori."
Prima che Hermione
potesse addurre un altro motivo per farla restare, la porta si chiusa dietro di
lei. Aveva davvero bisogno di smettere di sottovalutare la velocità di quella
donna.
Si voltò goffamente
verso Harry per vederlo già in cammino verso il trampolino. Vide come montava
su di esso e ne tastava la flessibilità prima di camminare all'indietro e fare
un tuffo impeccabile che estese l’acqua ai suoi bordi. Non c'era alcun dubbio
nella mente di Hermione che non era una cosa nuova per lui. Prima di emergere, lei
si decise ad entrare con piccoli passi, scendendo in acqua. Sentì
meravigliosamente l'acqua calda sulla pelle e mentre entrava definitivamente in
acqua, sentì profumo di lillà. Fece una mossa da farfalla con le braccia mentre
si allontanava dalle scale e andava verso la parete opposta. Girò così da
galleggiare sulla schiena e lasciare che l'acqua la trasportasse, senza
preoccuparsi di dove stesse andando fino a quando non continuava a sentirsi in
quel modo.
Il suo momento,
tuttavia, venne rovinato dal suono dell’eco di una voce molto lamentosa contro
le pareti.
"Ciao Harry!"
Non si era resa conto di
aver galleggiato particolarmente vicino a lui fino a quando non lo sentì
borbottare un imprecazione. "Oh
umm ... ciao Mirtilla."
Hermione aprì gli occhi
per capire a chi si rivolgesse Harry. E, cosa più importante, che aveva
interrotto il suo galleggiare tranquillo per tutta la vasca. Lasciò cadere il
corpo dalla posizione di galleggiamento e andò quasi a sbattere contro Harry. Dannazione,
come aveva fatto ad arrivare così vicino a lei? Pensò agitata. Ma dimenticò tutti
i pensieri della sua vicinanza ad Harry quando vide la forma trasparente della
persona-beh, non proprio persona, più simile a un fantasma, che aveva
interrotto il suo galleggiare. Sembrava molto tozza dalla quella posizione, una
decina di metri sopra le loro teste, con i capelli allampanati, lieve acne, e
occhiali spessi simili a quelli di Harry. Non si sorprese a costatare che le
piacevano di più su di Harry. Facevano sembrare la testa un po' troppo piccola per
il suo corpo. Beh, non era proprio un corpo, ma-oh ma che c’entrava? Ciò che veramente
importava era che c'era un fantasma galleggiante sopra di lei e la testa di
Harry e lui le stava parlando, in qualche modo!
"Ho sentito che
hai sconfitto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato quest’oggi." Commentò a
bassa voce.
"Sì." Liquidò
lui.
"Oooh, ma questo è
semplicemente meraviglioso!" Esclamò, battendo le mani. "Sai che ci sara un - chi è quella?"
Per Hermione ci volle un attimo per rendersi conto che stava parlando di
lei. Ma prima che potesse presentarsi correttamente, Harry la batté sul tempo.
"Questa è Hermione Granger. Lei è una mia amica."
Amica?
Urlò mentalmente Hermione. Aprì la bocca per protestare, ma fu ancora una volta
frenata. Questa volta, dal fantasma di nome Mirtilla. "Amica, hmm? Sembra
qualcosa di più, per me."
Come faceva a dirlo? "Non credo siano affari tuoi." Si
affrettò a dire Hermione prima che chiunque altro potesse zittirla.
Hermione si rese
conto che doveva aver detto la cosa sbagliata. Perché nemmeno un istante dopo
aver lasciato che l'osservazione fuoriuscisse dalle sue labbra, Mirtilla piombò
su di lei con il viso contorto in una maschera di disgusto. "Tutto ciò che
si trova in questa scuola è affar mio. E’ affar mio sapere tutto quello che
succede qui dentro. Vuoi sapere perché?" Harry scosse la testa a quella
domanda: No, non volevano sentire il perché. Ma Mirtilla lo ignorò continuando.
"Perché nel caso in cui non l’hai capito, io sono morta!"
"Penso di
essermene accorta nel momento in cui ho visto il lampadario mentre stavo
cercando di guardarti in faccia."
Mirtilla socchiuse
gli occhi: "Credi di essere intelligente?"
"So di esserlo."
"Beh, allora
stai alla larga da Harry! Sei cattiva - riesco a percepirlo."
"Con i tuoi
poteri soprannaturali da fantasma?"
Ci fu una pausa.
"È uno scherzo?"
Hermione era spiazzata.
"Cosa? Come cavolo fa ad essere uno-"
"Lo sapevo! Tu sei la copia di
Olive Hornby!" Tirò su col naso. "Stesse ... vecchie ... piccole ...
battute sul-hic- mio peso! Poi comincerai coi miei-hic-occhiali e poi i miei
... filamentosi ... capelli! Voi ragazze viventi siete crudeli e meritate la mia
stessa-hic-sorte!"
Hermione rimase senza parole e non
poté che guardare mentre Mirtilla esplodeva in una crisi isterica e volava
fuori dalla stanza attraverso la parete più vicina. Anche dopo la sua scomparsa
riuscì ancora a sentire i gemiti acuti e i singhiozzi. Non poté fare a meno di
chiedersi ... "Che cosa ho fatto?"
"Non farci caso."
Disse Harry con calma. "E' solo Mirtilla Malcontenta."
Hermione si volse verso
di lui, "Mirtilla Malcontenta? E’ un nome adatto."
Harry ridacchiò. "Già.
Di solito ossessiona il bagno delle ragazze al secondo piano, ma penso che abbia
una sorta di radar che le dice quando mi trovo qui. Quasi ogni volta che vengo
qui, c’è anche lei."
"Strano."
"Non è poi così
male, una volta che ti ci abitui. Mi offrì di condividere la sua cabina quando andai
alla Camera dei Segreti. Fu un gesto carino - anche se al momento avrei voluto solo
vivere, così da non dover accettare quella offerta."
Hermione ridacchiò
e un pensiero la colpì. "Scommetto che reagisce così ogni volta che ti
porti una ragazza qui dentro."
"Sarebbe così
se l’avessi mai fatto. Penso che tu sei la prima ragazza con cui mi vede."
"Fortuna per
me. Riesco a sentire l'ira di una studentessa non morta con una cotta
soprannaturale per te."
Lui rise, "Come
se potesse farti qualcosa."
"Stai
scherzando? Potrebbe mandarmi il barone sanguinario se non sto attenta."
"Non preoccuparti."
Disse, avvolgendo una mano protettiva attorno alle sue spalle. "Ti proteggerò
io."
Hermione sentì il
calore del suo braccio bagnato irradiarle tutto il corpo e si scostò. Affrontò
Harry, fissandolo direttamente nei suoi verdi smeraldi. Lui dovette aver visto
la serietà nei suoi occhi perché se ne uscì con un sospiro. Ora o mai più.
Doveva sapere.
"Sai cosa voglio sentire,
Harry. E non dirmi che non hai ancora preso la tua decisione, perché ancora prima
che la signora Weasley entrasse nella stanza, stavi per dirmelo." Disse in
modo uniforme. Era un miracolo essere riuscita a formare una sola frase, con tutta
la pressione costruita sulle spalle.
Harry si appoggiò al bordo della vasca e lei vide i suoi
pettorali muscolosi flettersi mentre si rilassava leggermente. "Voglio
solo che tu sappia che io ... beh che non ho mai davvero avuto un motivo per
smettere di combattere prima d'ora." Sospirò: "Prima che tu
arrivassi, avevo già deciso che se avessi sconfitto Voldemort avrei dovuto
passare il resto della mia vita contribuendo a garantire che uno come lui non sarebbe
mai salito nuovamente al potere."
"Ma e… Ron, Ginny?" chiese incuriosita. Voleva davvero
lasciare alle sue spalle gli amici?
"Ginny ... lei ... lei non
era l'amore della mia vita e lo sapevo. Ma era tutto quello che avevo. L'unica
persona che potevo amare – beh per quello che sapevo di amore." Le lanciò
uno sguardo significativo, "mi sono aggrappato a lei per anni e non ho mai
nemmeno preso in considerazione che ci sarebbe stata qualcun altra. Ma quando
ho pensato a quello che sarebbe accaduto dopo Voldermort – se anche vi fosse
stato un dopo per me – non l'ho mai vista nella mia vita futura. Questo mi
spaventava. Come sarebbe stata la vita senza di lei? e poi sei arrivata tu e mi
hai chiesto di provare. Non in tante parole, ma solo il fatto che sei rimasta
con me fino alla fine mi ha fatto capire che non potrei mai sopportare di
perderti. A Villa Malfoy, quando venivo torturato, tutto quello che riuscivo a
pensare era a come sarebbe stata la mia vita se fossi sopravvissuto, e sai cosa
ho visto?"
Hermione scosse la testa, totalmente affascinata dalle sue
parole.
“Ho visto te." Sorrise con affetto, come se stesse
ri-dipingendo l’immagine lì e subito. "Tu e io, noi - vivevamo in una grande casa appena fuori
dalla costa. Eri in una sedia a dondolo e tenevi un ... un bambino, mentre
altri due bambini correvano nella sabbia. E io guardavo tutta la scena, come a
trovarmi lì. Era come un quadro: era così sereno. Non c'era oscurità
incombente, nessuna responsabilità. Solo noi."
“Harry è-" voleva dire 'bellissimo' ma lui la
interruppe prima che potesse dire altro.
"Aspetta,
non ho ancora finito." Alzò un dito ed Hermione non poté fare a meno di
sorridere per quella formalità. "E poi ho visto me stesso, beh, una
versione più giovane di me, penso che fosse mio-nostro figlio. Ed lui mi ha detto: 'Papà puoi insegnarmi a volare
come te e lo zio Ron?' inizialmente non capivo cosa volesse dire. Ma poi mi ha passato
la Firebolt e nel riflesso dei suoi minuscoli occhiali ho visto me stesso nell’uniforme
dei Puddlemore. Non ero un Auror. Ero con te, con una famiglia, a fare la cosa
che amavo di più al mondo."
"Vuol
dire che ...?"
Lui
annuì e sorrise. "Sì. Scelgo te."
Hermione non si era resa conto di aver pianto fino a quel
momento. Si lasciò sfuggire un singhiozzo gigante e cercò di sorridere, dimostrandogli
silenziosamente che quelle erano lacrime di felicità. Lui non riuscì, tuttavia,
a comprenderlo e la tirò a sé in un caldo abbraccio. Nascose la testa
nell'incavo del suo collo e lo strinse forte a sé. Aveva scelto lei! Non
ricordava di essere mai stata così felice. C'era una piccola sensazione alla
bocca dello stomaco, che le diceva che avrebbe ricordato per sempre quel
momento.
Lentamente, si tirò fuori dal suo abbraccio e mise la fronte
contro la sua, gli occhi chiusi per evitare che arrivassero altre lacrime. Sentì
la sua testa muoversi e strinse le labbra in attesa. Le sue fredde labbra
incontrarono quelle di lei dolcemente, in modo abbastanza pesante per fornirle
una sorta di piccola pressione. Era un bacio di redenzione, un bacio che le
prometteva il mondo. Un bacio che sigillava il loro destino. Se questo era ciò
che sembrava sapere di avere l'amore della tua vita fra le tue braccia – allora
guardare al futuro non sembrava tanto brutto.
Ritornò la pressione con le sue stesse labbra e lui mosse le
mani verso la sua vita. Li fece rotolare così che la sua schiena si trovasse contro
il bordo della vasca. L'acqua turbinava intorno a loro e le ricordò che si
trovavano ancora in bagno. Ma se non fosse stato per l'acqua che la copriva
fino a metà stomaco, avrebbe pensato che fossero di nuovo nel dormitorio del
ragazzo. Le mani di Harry cominciarono a vagare mentre la spingeva di più ad
alzarsi contro la dura superficie. In risposta, lei avvolse le gambe intorno
alla sua vita e gli impugnò i capelli. La sua lingua le sondò le labbra e lei glielo
permise senza esitazione. Iniziò a muovere il corpo contro il suo, dicendogli
silenziosamente quello che voleva - tutto di lui.
Sorrise contro le sue labbra e le tirò giù le spalline del
costume da bagno. Le sue labbra lasciarono le sue per discenderle sulla spalla.
Improvvisamente odiò i costumi interi. Se non fosse stato per loro, lei avrebbe
avuto quello che voleva, senza tutte quelle prevenzioni. O forse voleva solo
prenderla in giro? Era semplicemente crudele. Ma mentre tirava giù il vestito
fino allo stomaco e prendeva uno dei suoi seni in bocca, la sua domanda venne
presto dimenticata. Gemette dal profondo della gola mentre si arcuava al tocco.
La sua lingua fece un cerchio delicato intorno al piccolo punto della pelle sensibile
e poi si spostò all’altro seno per dargli la stessa attenzione. Sospirò mentre il
fresco della stanza calava a picco. Le sue gambe si svolsero dal suo busto in
estasi e si appoggiò al muro per godere delle sue cure. Lui non rimase in
quella regione per lungo tempo, con sua grande delusione. Tolse la bocca dal
suo petto e si avvicinò una volta di più per catturare le sue labbra. La sua mano,
una volta immobile sulla nuca, iniziò un caldo percorso dalla spalla agli
addominali per finire nel rigonfiamento tra le gambe. Strappò le labbra da
quelle sue per fischiare e lei gli concesse un sorriso malvagio e cominciò ad
accarezzarlo dolcemente. Chi era adesso quello che prendeva in giro?
Doveva aver raggiunto il limite, perché lui si precipitò
a tirare giù il resto dell’indumento lungo le gambe. Lo aiutò a tirarlo giù
molto rapidamente e mentre lui si posizionava al suo ingresso la guardò negli
occhi e disse con passione. "Ti amo."
"Ti amo anch'io."
La penetrò nel profondo e lei gemette. Le
sue gambe ritornarono alla loro posizione, avvolte intorno alla sua vita. I
loro fianchi si incontrarono in un ritmo che solo loro conoscevano. La stanza
era piena di suoni di pura euforia mentre i due divenivano nuovamente una cosa
sola. Non importava quante volte ci pensasse, il pensiero le faceva ancora stringere
lo stomaco, ma in senso buono. Allo stesso modo di quando l’aveva incontrato
per la prima volta. Era con Harry. Era con lui e sarebbe rimasta così per tutto
il tempo che avrebbe vissuto. Sapeva questo. Era fatta per stare con lui. Anche
se non lo sapeva qualche mese fa, quando aveva accettato quella missione, la
cosa si era rivelata vera.
Cominciò a vedere tutto
sfocato mentre iniziavano i fuochi d'artificio. Con ogni spinta, divennero
sempre più visibili. E poi il momento arrivò - i fuochi d'artificio esplosero
in piccole scintille di felicità, quando venne. Non era a conoscenza dei gemiti
e dei respiri che stava emettendo dalla gola mentre le onde di piacere si
muovevano attraverso il suo corpo con benedetta facilità. Li guidò per quello
che sembrò durare un'eternità e sentì Harry incontrare il suo stesso destino.
Presto, la camera si trovava di nuovo nel silenzio inquietante che conteneva
prima, mentre loro riprendevano fiato e il collegamento fra i loro corpi
terminava.
"SOLO UNA TUA
AMICA?"
Hermione riconobbe
immediatamente quella voce e si aggrappò ad Harry per nascondere la sua
modestia. Entrambi si girarono e videro Mirtilla Malcontenta fluttuare
nuovamente sopra di loro con lacrime trasparenti che le scorrevano sul viso e
sul collo. Hermione non poté fare a meno che provare compassione per quella
povera anima. Ma, mentre la stanza cominciava a riempirsi di strilli, si pentì
di quell’ultima considerazione.
"Mirtilla ..." iniziò Harry, avvertendola.
"Non provare nemmeno a difendere quella
puttana!"
"Hermione non è una puttana!"
"Oh, allora quale parola useresti? Sgualdrina,
meretrice, baby, buttana, prostituta, barbona?"
Hermione si chinò su di Harry e sussurrò: "Per essere
un fantasma, ha un vocabolario esteso."
“TI HO SENTITO!" urlò Mirtilla. "Faccio cose
diverse dallo sguazzare nella mia autocommiserazione."
"Ma va..." disse Hermione in tono pacato.
"Chiudi il becco, brutta-"
"Mirtilla!" la interruppe Harry ad alta voce.
"Per favore, potresti lasciarci in pace?"
"Sì Mirtilla." Concordò Hermione.
Mirtilla tirò su col naso. "Beh, suppongo che se
Harry vuole che me ne vada, allora lo farò."
Hermione tenne la bocca chiusa, quando Harry parlò di
nuovo. "Grazie, Mirtilla."
Il fantasma non rispose. Galleggiò imbronciata attraverso la
parete da cui era entrata. Hermione dovette fare una nota mentale per non
trovarsi mai a breve distanza visiva da quel muro, d'ora in poi. Non appena Mirtilla
se ne fu andata, Hermione si mise a ridere. Non sapeva perché – lo faceva e
basta. Harry si staccò da lei e studiò il suo viso. Ben presto si calmò e si
morse il labbro. "Faccio schifo nel mondo fantasma, vero?"
"Stai per piazzarti alla top ten sul suo elenco
da ricercati, entro la fine della notte."
"E’ rassicurante."
Harry ridacchiò e la baciò sulla sommità della testa.
"Lo sai che sto scherzando. Nessuno ascolta Mirtilla."
Hermione gli diede una pacca sulla spalla,
"Harry!"
"Cosa? E' vero!"
Hermione
alzò gli occhi al cielo e fece un giro su se stessa. La sua mano si scontrò con
un ammasso di tessuto bagnato e cominciò a indossarlo. Harry spalancò gli
occhi: "Che stai facendo?"
"Mi
metto il costume, genio." Disse elegantemente.
"Ma
perché?" Chiese, mettendo in fuori il labbro inferiore.
"Perché
la signora Weasley si trova proprio fuori dalla porta e dobbiamo tornare in
infermeria."
Harry sospirò e guardò verso il fondo della
piscina. Il suo costume stava galleggiando a una decina di metri di distanza da
dove si trovavano e cominciò a nuotare per prenderlo. Hermione tirò il resto
del costume sulle spalle, e vide Harry alle prese con il suo. Lei ridacchiò tra
sé e uscì dalla vasca. L'acqua in eccesso le colò in fretta mentre afferrava un
asciugamano in un angolo della pila per asciugarsi. Mentre stava lavorando sui
capelli, Harry arrivò alle spalle con un asciugamano avvolto intorno alla vita.
Avvolse le braccia intorno a lei, che gli si appoggiò contro.
"Mi dispiace
per essere stato un tale stronzo." Disse.
Lei scosse la
testa. "Non lo eri. Mi aspettavo troppo da te - dare la tua vita
per-"
"L'unica vita
che devo vivere è con te."
Hermione sorrise.
"Sei così banale."
"Non è banale
se è la verità."
Hermione alzò gli occhi al cielo e fuoriuscì
dal suo abbraccio, camminando verso la porta. Sentì Harry seguirla e aprì la
porta, stringendosi l'asciugamano al corpo. La signora Weasley era seduta sul
lato opposto della sala, cucendo quello che sembrava fosse una sciarpa. Li vide
uscire e si alzò immediatamente, intascando il lavoro a maglia nella piega del
grembiule.
"Vi sentite meglio?"
Harry guardò Hermione per un attimo e
sorrise. "Carichi, Molly. Quel sale era incredibile."
"Sì," concordò Hermione. "Pura
beatitudine."
Molly batté le mani, "Fantastico! Sapevo che
tutto quello di cui avevate bisogno era un bel bagno rilassante e di riempirvi
lo stomaco con lo stufato. Grazie a Merlino quella matrona era via a chiamare
il San Mungo o chissà cosa sarebbe potuto accadere."
Harry e Hermione si misero a ridere. Partirono dal corridoio
a seguito dello scambio e Hermione tentò di acciuffare la mano di Harry. Lui la
prese e le diede una stretta. Sentì stringersi lo stomaco e il suo viso prese
calore - se solo la signora Weasley avesse saputo perché si sentivano così meglio.
Ma era probabilmente meglio che lei pensasse che fosse stato il lavoro dei suoi
sali e lo spezzatino.
Raggiunsero l’infermeria e quando entrarono videro un nuovo
occupante nella stanza. Hermione riconobbe la familiarità dei lunghi capelli
biondo sporco di Luna Lovegood in uno dei letti vuoti, che conversava con Ron. Sembrava
che lui si stesse divertendo per la maggior parte del tempo, senza sentirsi nemmeno
un po’ annoiato. Stavano forse avendo una conversazione stimolante?
Draco era solo nel suo letto, a masticare quello che sembrava
essere una grande barretta di cioccolato. Pensò di andarsi a sedere accanto a
lui per dargli po' di compagnia. Ma lui la guardò e le fece l’occhiolino,
dicendole che stava bene. Il suo sguardo scese sulla sua mano intrecciata a
quella di Harry e lei abbassò la testa con aria colpevole. Come poteva essere
così insensibile? Stava per abbandonare la mano di Harry, quando lui la
costrinse silenziosamente. Il sorrisino che le mandò le disse che andava tutto bene.
Che lui stava bene e non doveva preoccuparsi. Hermione era grata di avere un
migliore amico come lui. Che metteva i suoi bisogni in secondo piano.
Harry la portò fino a dove erano seduti Ron e Luna e aspettò
fino a quando uno dei due non li notò lì. Ron fu il primo a vederli e sorrise.
Luna si voltò dopo aver visto che la sua attenzione era stata sviata e subito
guardò le loro mani. Hermione dovette chiedersi: C'era una luce splendente che illuminava
le loro mani ottenendo l'attenzione di tutti? Era un semplice gesto.
Sicuramente non poteva essere così evidente per tutti. Gli occhi di Luna incontrarono
i suoi e lei sorrise con aria sognante.
"Odio dire te l'avevo detto,
ma ...", disse accarezzando uno dei suoi orecchini di ravanello.
"Luna hai tutto il diritto di
dirlo." Disse Hermione con calore. "Dopo tutto, tu sei quella che mi
ha aperto la mente e mi ha fatto vedere ciò che era giusto davanti a me."
"Sì, credo di averlo
fatto." Disse sfacciatamente.
"Grazie, Luna. Per tutto."
"E' stato un piacere. Anche se
sono sicura di non essere stata l'unica ad averlo visto."
"Probabilmente hai
ragione." Tagliò corto Harry "Ma tu sei stata la prima."
Luna sembrava offesa, quasi come se
l'avesse insultata. "Ma non sono stata la prima!"
"Ma allora chi ...?"
"I nargilli naturalmente"
disse caldamente. "Sono molto intelligenti per la loro specie, se si dà
loro abbastanza credito. Sono quelli che vi hanno spinto a vicenda,
ricordi?"
"Umm ... giusto." Disse Hermione
debolmente.
"Io ti credo Luna." disse
Ron tutto a un tratto. Hermione e Harry si voltarono bruscamente verso di lui e
lo videro sorridere pigramente. "Voglio dire, qualcuno deve trovarci un
senso. E se non sei tu, allora doveva essere qualcun altro - o qualcosa su cui
riponi fiducia."
Luna gli sorrise calorosamente.
"Esatto Ronald! Sono contenta che tu capisca."
Ron sembrò complimentarsi con se stesso e si calmò solo
quando vide gli sguardi smarriti di Harry e Hermione. "Io uhh ..."
cercò di spiegare.
Harry alzò una mano. "Non c'è bisogno, amico. Torna
alla tua conversazione con Luna." Concluse con un occhiolino e portò
Hermione nel suo letto a pochi metri di distanza.
Lei si sedette con circospezione e
lui la imitò, seduti così vicino che le loro gambe si toccavano. "Che
stavi facendo?" chiese con calma.
"Penso che il nostro Ronnicino
abbia trovato una nuova amica. Se sai cosa voglio dire." Disse
suggestivamente.
La bocca di Hermione formò una
piccola "O" e guardò verso la coppia. Ron era appoggiato alla testata
del letto con le mani pigramente nascoste dietro la testa, i piedi incrociati
all'altezza delle caviglie lungo tutto l'angolo verticale del lettino. Luna era
seduta vicino al suo fianco con le gambe incrociate in stile indiano e stava
raccontando una storia affascinante, usando le mani per accentuarla. Nel
frattempo Ron aveva stampato uno stupido sorriso sul viso e Hermione non poté fare
a meno di ridere.
"E' solo questione di tempo
prima di dover aprire loro gli occhi." Commentò scherzosamente.
"Ma prima che ciò accada," disse Harry, avvolgendole
un braccio intorno alla vita e tirandola stretta a sé, sollevandole il mento
con le dita, "Credo che dobbiamo concentrarci su di noi e su quei futuri
figli che ho visto in giro."
La baciò con forza ed Hermione si
tirò indietro, fingendo uno sguardo di disgusto. "Ma Signor Potter,
nessuno ha mai detto che avremmo iniziato in questo preciso istante!"
"Sì, qualcuno l’ha
fatto!" Protestò lui.
"Oh sì, chi?"
"Io." Lui sorrise
sfacciatamente prima di catturare le sue labbra ancora una volta e lei si
arrese.
Il mondo intero sembrò svanire in
quel momento. Il loro destino era ormai protetto e non aveva niente a che fare
con missioni o destini. Era chiaro che davanti a Harry e Hermione vi era un
brillante futuro di cui solo loro avrebbero deciso autonomamente senza che vi
fosse nessuno a dire loro ciò che avrebbero raggiunto.
In altre parole: Era la conclusione
perfetta per una storia non così perfetta.
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