Lettere dal passato - diario di una diciannovenne

di cagedbird
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27 Giugno 2006


"Torna il buonumore, dice il mio oroscopo".
Stando ai documenti (neanche stessi scrivendo un saggio) i due giorni precedenti ci eravamo pensati poco, a parte una rincorsa con annesso abbraccio da dietro e solletico (il 25) per  recuperare il pallone che gli avevo rubato, e un altro po' di tempo passato assieme per costruire una piccola casa-rifugio-capanna (leggi ammasso di rami messi insieme in modo da farli sembrare una casa) giù in giardino.
Riprendendo il discorso sull'inutilità e su quanto sia controproducente negare e opporsi ai proprio sentimenti, quel 27 giugno ho fatto lo stesso errore, di nuovo.
Avevamo comprato i palloncini per farci i gavettoni nel giardino, ma non riuscivamo a gonfiarli per cui ce n'eravamo andata io, Lui, Roberto e Andrea nella "casa". 
Qui voglio aprire una piccola parentesi su quanto fossi egocentrica, o forse solo ingenua.
Andrea si era steso con la testa sulle mie gambe e io riguardo a questo scrivevo: Stavo accarezzando i capelli di Andrea, non ti dico Lui, faceva finta di niente, ma si vedeva che gli dava fastidio. Poi guardando Roberto ha fatto un sorrisetto , un pò così.
Ma magari chissà a cosa stava pensando, però io ero convinta fosse perchè gli dava fastidio. La convinzione è una brutta  bestia, sappiatelo.
Comunque dopo un pò decidemmo di uscire e nel farlo io e Lui eravamo rimasti per ultimi, così Andrea e Roberto hanno chiuso l'entrata con quella sottospecie di porta fatta di palme secche intrecciate tra loro e vi si erano messi davanti chiudendoci dentro.
A quel tempo ero una perfetta idiota, ma forse l'ho già detto, e non conoscevo la sacrosanta filosofia del "carpe diem", per cui dopo aver insistito un pò per farli spostare e lasciarci uscire, Lui dice "lasciali stare ora che se ne vanno, ce ne andiamo", segue questa brillante riflessione della me tredicenne "allora siccome loro non volevano andarsene io avrei anche potuto non insistere, ma l'ho fatto " qui un bel facepalm ci sta tutto "sennò si capiva" doppio facepalm.
Lo stesso giorno scherzando mi infilò delle pietroline nella maglia, una delle quali è incollata sulla pagina del diario, che razza di perfetta tredicenne fuori di testa sarei stata altrimenti?
Concludevo dicendo: Comunque rimango dell'idea che forse gli piaccio.
Ovviamente non mancai di annotarmi che quella sera per la prima volta per salutarci ci baciammo sulle guance.
E forse, chissà, era vero.

29 Giugno 2006

Oooh, questo giorno è nella TOP5 dei miei momenti più belli con Lui.
La mattina ero andata a fare shopping e il pomeriggio avevamo giocato a farci i gavettoni direttamente con le bottiglie e i secchi. Lui e Roberto se la prendevano sempre con me e infatti ero completamente fradicia. Insomma il rapporto era talmente migliorato che scrivevo: 
Ormai siamo amicissimi (?) ci divertiamo assieme.
Continuo raccontando il momenot da TOP5.

Poi oggi stavamo in piazzetta e io ero già pronta e devo ammettere che ero un vero schianto (ricordate il discorso sull'egocentrismo di prima e quello sull'autostima che feci all'inizio. Ora capite vero?) Allora lui si avvicina quando io ero di spalle, mi giro e mi prende la faccia tra le mani (sottolineato sul testo), ci guardiamo negli occhi e dopo qualche secondo che a me sembra infinito, mi fa "stasera ci siete in pizzeria?" e io non riesco a spiaccicare parola se non un semplice "mm-mh"
Eravamo in pochi in quel momento in giardino, me lo ricordo bene e quello che ho scritto dopo lo penso ancora oggi: Secondo me se non ci fosse stato nessuno, mi avrebbe baciata, ne sono sicura.

Ogni volta che ripenso a quel momento mi viene da sorridere perchè è VIVA, come appena vissuta, la sensazione che le sue mani sul mio viso mi scatenarono dentro, una morsa allo stomaco e un tonfo sordo nel petto.
Fu come un iniezione di tranquillante istantaneo. Come droga. Una droga capace di far rallentare di colpo, il tempo. Mi sentivo strana, leggera come l'aria, credevo di poter cominciare a svolazzare in giro da un momento all'altro. La vicinanza del suo viso, la sua voce bassa e profonda e i miei occhi che pesavano che combattevano per chiudersi e abbandonarsi, ma che al contempo lottavano per rimanere aperti per non perdersi un solo particolare di quell'istante e di Lui, la lingua che non riusciva a muoversi, anestetizzata.
La mia droga.

E' senz'altro uno dei momenti più belli con Lui, e tutti sono fatti di queste piccolezze che scatenarono allora e oggi sentimenti tanto grandi, gesti così semplici, ma dalla carica emotiva enorme. Non so cosa darei per tornare indietro e rivivere quei pochi momenti che mi hanno tolto il fiato e che mi aveano permesso, almeno per un po', di sentirmi la ragazza più felice del mondo.
Ma tutti quei castelli in aria che mi ero costruita sarebbero crollati uno ad uno nel giro di pochi giorni, ma era troppo tardi per tornare indietro, ormai... mi stavo innamorando.

-cagedbird





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