This
place is important, isn't it?
#1.
“And
after all, you're my wonderwall”.
Alcuni
luoghi sembrano familiari, anche a chilometri di distanza se ne
possono tracciare i confini: c'è sempre qualcosa che pare
avere le sembianze di casa. E poi ci sono gli odori
persistenti, i ricordi frammentari, i dettagli infinitesimali di cui
non si può dubitare: Sarah sente la mancanza di qualcosa che
non esiste. Nella sua memoria attuale, perlomeno, non ve n'è
traccia; eppure, è come se in lei vivessero due persone: l'una
è una spia fredda, la quale non conserva spazio per le
emozioni umane. L'altra è una personcina fragile, la
quale ha trovato il coraggio di afferrare la vita che non avrebbe mai
pensato di poter vivere.
È
bello farsi sorprendere di tanto in tanto, non è vero?
#2.
“I
will love you... I'll be there forever”.
Di
fronte a sé Chuck ha una bottiglia di scotch di buona annata e
una console pronta all'uso. Non si aspetta che Sarah entri da un
momento all'altro e gli impedisca di gettarsi dall'orlo di un
precipizio, ormai lei se n'è andata e chissà quali
avventure sta vivendo da sola. O forse non è sola, una donna
come lei può avere chiunque ai suoi piedi.
In fondo,
pensa Chuck, servirebbe davvero a qualcosa lasciarsi tentare? La
risposta è nella domanda, lo sa bene.
Morgan
entra in casa e getta un'occhiata veloce al migliore amico: «Un
vecchio cliché. Beh, almeno stavolta non hai
l'Intersect», ridacchia, nell'estremo tentativo di strappargli
una risata.
«Lei
se n'è andata. Io l'ho baciata e lei se n'è andata.
Aveva bisogno di tempo per pensare ma, ehi, non prendiamoci in giro».
Morgan si
siede accanto a Chuck, vorrebbe potergli dare ben più di una
spalla sulla quale piangere ma non basterebbe, in ogni caso.
«Lei
mi ha amato. Sarebbe stato molto peggio se non l'avesse mai fatto,
no? E poi mi ha sposato, ha detto che voleva dei figli da me e
avevamo in programma di comprare questa grande casa, sai...»,
Chuck disegna delle incredibili forme nell'aria. «Ed è
per questo che non toccherò quella bottiglia, perché
lei mi ha amato. Da qualche parte, nella sua mente, non potrà
mai dimenticarlo».
#3.
“You
never gonna see, until you'll see yourself”.
Quando
Sarah, una sera come tante, scava nella sua valigia, preparandosi per
la missione successiva, si imbatte in una curiosa fotografia: è
un po' spiegazzata, segnata dal tempo, eppure può riconoscerne
benissimo i soggetti. Non ha mai visto quel sorriso, non di recente
perlomeno, a suscitarlo pare proprio Chuck.
Eppure
sembra essere passato un secolo, non può ricordare ma ha come
il sentore che, a quei tempi, fosse molto felice. Sarah poggia la
fotografia sul letto, poi inizia a chiedersi il motivo per cui non
riesce a voltare pagina: ha cambiato identità tante volte
nella sua vita, ormai dovrebbe essere un'esperta.
Eppure,
ogni sera, prima di andare a dormire, apre un prezioso cofanetto e
fissa per un buon minuto l'anello ripostovi all'interno: tenta di
immaginare la vita a cui ha appena dato le spalle, nonché
l'uomo al quale ha detto addio.
#4.
“Feels
like an hundred of years, so I can't believe you're gone”.
«Figliolo,
non pensi che sia un po' presto per tornare a lavorare? Se vuoi
prenderti qualche altro giorno, lo sai...».
Big Mike
lascia cadere il discorso, evidentemente capisce che non è
necessario che si dilunghi oltre.
«Sto
benissimo, Big Mike. È meglio così, credimi».
E, in
effetti, non mente affatto: Chuck Bartowski deve tornare alla sua
vita, non può piangersi addosso per sempre.
Capita
anche che, durante le pause dietro il bancone del Nerd Herd,
spera che qualcuno suoni il campanello. Talvolta immagina che Sarah
possa tornare nelle vesti di un agente della CIA qualificato,
atto ad addestrare un cittadino senza protezione come lui. A quel
punto, sarebbe bello ricominciare tutto daccapo. Un pensiero
egoistico, forse, eppure tormenta la sua mente di tanto in tanto.
#5.
“Remember
yesterday, walking hand in hand... I will feel the same. I'll
remember you”.
«Signorina
Walker, vorremmo offrirle un posto a Washington. Potrebbe
sembrare una mossa affrettata ma il suo lavoro sul campo è
ineccepibile. Si prenda del tempo per rifletterci e...».
«No!»,
esclama Sarah.
… No?
Da quale parte della sua coscienza proviene quella risposta?
«Come,
scusi?».
Sarah si
prende la testa fra le mani, indecisa seriamente sul da farsi: nella
sua mente lottano pensieri contrastanti e si rende ben presto conto
che può solo ascoltarli.
Washington,
un luogo come tanti, cosa la trattiene davvero? È un ricordo
offuscato quello che emerge, legato a qualche anno prima
probabilmente, è una sensazione piacevole.
«Mi
scusi, ho agito d'impulso. Devo prendermi del tempo per rifletterci
su».
Gli uomini
di fronte a lei tirano un sospiro di sollievo, borbottano qualcosa
fra di loro e poi annuiscono.
«Come
vuole. La aspetteremo domattina, in questo edificio».
Sarah
annuisce a sua volta, dopodiché volta le spalle. Poi, si
blocca improvvisamente.
«Ti
amo, Sarah Walker. Ti ho sempre amata».
È
come sentirle sulla pelle a distanza di tempo, quelle parole. È
come essere nuovamente pervasa da un piacevole calore. È come
se il passato fosse presente e, al contempo, persino futuro.
Il giorno
successivo Sarah preferisce rifiutare l'occasione di una vita, poiché
si rende conto che ha perso quella più importante e deve
riconquistarla in tutti i modi.
#6.
“I
never promised that will be sunshine everyday. I gave you everything
I had, the good and the bad”.
Chuck
preferisce avvitare le viti smontate di una pila di cellulari quella
mattina – affrontando con dolorosa accettazione il passato –
piuttosto che ascoltare Big Mike, il quale gli consiglia le mosse
giuste da attuare dopo un divorzio. Quante volte deve ripetergli,
poi, che lui e Sarah non hanno divorziato? Non ufficialmente,
perlomeno. Non si stupirebbe, a quel punto, di ricevere via posta la
documentazione necessaria.
Il
campanellino del Nerd Herd trilla e, nemmeno il tempo di
accorgersene, di fronte a lui è il volto imberbe di Morgan.
«Cosa
hai fatto alla barba?!», tuona in tono esagitato Chuck, il suo
amico non sembra più lo stesso.
«Ti
piace? Sto provando un nuovo look», dibatte Morgan,
accarezzandosi le guance con fare smanioso.
«Hai
idea di quanto peso in meno si porti, senza la barba?».
Chuck
ridacchia tra sé e sé, Morgan Grimes non cambierà
mai. Infatti, proprio per non contraddirsi, inizia a suonare il
campanellino ripetutamente.
«Non
è divertente, Morgan».
«Dai,
un tempo ti piaceva tanto. Certo, magari dovrei essere Sarah!»,
esclama improvvisamente.
Gli occhi
di Chuck si dirigono in quelli dell'amico un sol istante, poi tornano
a concentrarsi sul lavoro da compiere entro la giornata.
«Scusa,
amico, non volevo».
E, proprio
quando Chuck sta per dibattere con una battutina sarcastica, il mondo
si ferma per un attimo. Il cacciavite gli cade di mano e, ne è
quasi sicuro, ha dimenticato completamente come riparare un
cellulare.
#7.
“Love
of my life... I'll still love you”.
Sarah se
ne sta immobile di fronte a Chuck, senza saper bene cosa dire o fare.
E pensare che, invece, cinque anni prima non si sarebbe mai fatta
cogliere così impreparata.
Non sa
bene cosa uscirà dalla sua bocca; Chuck ha sempre qualcosa da
dire, normalmente, eppure non sembra averne l'intenzione stavolta.
«Morgan,
potresti lasciarci soli?», gli chiede, dopo qualche attimo di
esitazione.
Sarah fa
un passo avanti, nel suo cuore i battiti si fanno man mano più
accelerati. È una strana sensazione quella che prova, eppure
sente di doverla esprimere.
«Ecco,
non so perché sono qui», Sarah tira fuori qualcosa dalla
borsa, poi appoggia tutto sul bancone. «Tutto questo mi
perseguita. E ho l'impressione
che se te li restituissi, troverò sempre
qualcos'altro da doverti recapitare».
Chuck
osserva l'inconfondibile cofanetto rosso, poi lancia un'occhiata alla
loro fotografia. Sorride per un attimo, la mente ritorna ai giorni
passati.
«Sei
venuta per dirmi addio?».
Chuck
vuole una risposta, è arrivata la resa dei conti: se
Sarah dichiarerà terminata una volta per tutte la loro storia,
se
non gli resterà nient'altro che cullarsi nel passato, se
non vuol avere più nulla a che fare con lui, deve saperlo.
«Sono
venuta per farmi aggiustare il cellulare», sentenzia Sarah,
porgendogli il suddetto oggetto. «E per lasciarti il mio
numero. Così da farti passare a prendere alle otto, cenare
all'El Compadre e
ballare fino a tarda notte».
Chuck
sorride, da non crederci: avrà un primo appuntamento con sua
moglie.
«E
mi raggiungerai sulla spiaggia», aggiunge, avvitando la vite
del cellulare.
Sarah
sorride di rimando, sembra che siano tornati indietro nel tempo:
«Sempre. E mi racconterai la nostra storia».
«Di
nuovo?».
«Di
nuovo», ripete Sarah, scandendo bene le parole.
È
importante che ognuno di noi abbia un posto da chiamare “casa”,
indubbiamente. Ma, ancor più
importante, è avere qualcuno
da poter chiamare “casa”,
pur dall'altra parte del mondo – pensa Sarah, lasciando che la
mano di Chuck sfiori per qualche impercettibile secondo la sua.
≈
Quindi,
una sera, guardando video Chuck/Sarah su You Tube e con il mio
lettore musicale sottomano, mi è venuta in mente questa
raccolta. Le storie sono in successione, formano una mini-storia.
Diciamo che sono “frammenti”, i quali conducono ad un
unico finale. È doveroso dire che, per chi non ha visto la
05x13, questa fan fiction è spoiler. Ma credo che lo
abbiate già capito dal titolo. XD
E,
niente, cos'altro dire? Credo che di questi due non mi libererò
mai, mi mancano davvero tanto. :')
Nella
prima storia: la frase
finale è un riferimento alla puntata 05x08 (Chuck vs
the baby), Sarah si rivolge a sua madre e le dice: “Chuck mi
ha insegnato che ogni tanto è bello farsi sorprendere”.
Ho immaginato che questa frase fosse nella memoria latente di Sarah,
ecco.
Ci
sono, poi, accenni sparsi qua e là: la fotografia, legata alla
valigia, è un riferimento alla 04x02 (Chuck vs la
valigia). E l'anello è quello della 04x13, ovviamente.
In ultimo, la battuta di Morgan nel secondo spezzone, è un
riferimento alla puntata 03x13. E l'ultima storia è un
riferimento alla 05x13.
Le
canzoni usate, nell'ordine: “Wonderwall” (Oasis),
“Always” (Bon Jovi), “Never gonna be”
(Bethany Joy Lenz), “Gone forever” (Three Days Grace), “I'll
remember you” (Skid Row), “Halo”
(Bethany Joy Lenz), “Love of my life” (Queen). E
con questo vi ho sviscerato tutta la mia cultura rock. XD
Andatele
ad ascoltare su YT, sono tutte così... Charah.
(#allthefeelings).
Credo
che ritornerò, comunque. A breve aggiornerò la raccolta
Zach/Yvonne. Perché non se ne ha mai
abbastanza. v_v
Kì.
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