In attesa

di Olly Polly Lolly
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  A Mr. Connelly e ai ragazzi         

del corso con il quale ho passato uno dei mesi più belli della mia vita.

Grazie






Una donna attende.
 È sola sotto al porticato di un palazzo, lo sguardo perso nel vuoto.
È bella. Porta un vestito blu, a fiori; i capelli sono corti, un taglio giovane per la sua età; gli occhi azzurri, profondi.
Attende qualcosa, forse suo marito, forse suo figlio.
Non si accorge neanche che davanti a lei, la vita della città continua frenetica.
Il traffico del Lungotevere Sanzio scorre, le macchine si rincorrono e vari clacson suonano davanti al semaforo che ha cambiato colore dal rosso al verde.
Un gruppo di turisti attraversa Piazza Trilussa con le biciclette, diretta dall’altra parte del Tevere, chissà dove.
Un uomo urla al cellulare. Forse litiga con qualcuno o semplicemente è abituato a parlare a voce alta.
Due ragazze chiacchierano allegre e sul Tevere un battello pieno di turisti passa silenziosamente, mentre un venditore ambulante di borse cerca di attirare clienti.
La gente cammina veloce per strada, non pensa, non osserva; è semplicemente concentrata sul proprio obiettivo, tanto da non notare cinque persone sul ponte. Sono ferme, parlano e osservano lo scorrere del tempo.
Ed è proprio quest’ultimo a ringraziarli  con sottili gocce d’acqua. La pioggia comincia a cadere, inesorabilmente placida; porta sollievo dal caldo per pochi minuti ed è come se tutto si fermasse.
Pioggia: tutti la indicano, nessuno se l’aspettava. Per così tante settimane ha fatto così caldo che la pioggia era divenuta un miraggio, ma ora è lì e cade, ricordando agli abitanti di una Roma soleggiata che esiste ed è sempre presente.
Poi così come tutto è iniziato, finisce.
Le 5 persone tornano indietro, il traffico continua a scorrere, l’uomo al cellulare si allontana, le ragazze continuano a ridere e il venditore continua ad attirare clienti.
Tutto passa e nessuno si ferma.
Ma nel frattempo la donna attende, mantiene la calma e attende.





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