I
5 SENSI
VISTA
Rosso, nero, bianco.
Rosso vivo del sangue.
Nero assoluto dei sotterranei in cui ci riponevano. Balocchi in attesa
di essere usati.
Bianco accecante del dolore.
Questi sono gli unici colori a Radice, le uniche sfumature.
Quando Sakura gli aveva chiesto perché non titolava i quadri
avrebbe dovuto rispondere che tanto erano sempre “Violenza”
e ”Disperazione”.
Poi ha trovato il rosa di Sakura, l’arancione di Naruto, il
marrone gentile degli occhi di Yamato e il blu della maschera di
Kakashi.
Quando li aveva incontrati aveva di nuovo visto
lo splendore del mondo, ed i quadri avevano ritrovato i loro colori.
UDITO
Il clangore delle armi che cozzano.
Gli ordini urlati con cattiveria, insindacabili ed assoluti.
Le urla di dolore di amici, nemici e compagni.
Ascoltare
sempre la stessa litania, ossessiva, fino a scolpirtela nella mente.
Tu sei nulla; la tua
vita è nulla; esisti solo per Konoha.
Ed era stato così vicino a perdersi, aveva finito per
crederci, e ci crederebbe ancora se non fosse per i suoi amici.
Ora ha sostituito lo stridio delle armi e le urla di agonia con le
scuse fantasiose del maestro Kakashi e le urla di protesta di Naruto e
Sakura che queste scatenano.
TATTO
La ruvidezza del manico dei kunai, o l’elsa della katana
d’ordinanza.
La superficie liscia della cartabomba e quella affilata dello shuriken.
La sensazione di freddo che da il toccare un cadavere.
Il senso d’angoscia che da il sentire il suo sangue e la sua
vita scorrere via.
Ora ciò che tocca
e la superficie gentile dei pennelli, la mano callosa di Naruto e
quella femminile di Sakura; la baita in legno che Yamato costruisce per
loro ogni volta che vanno in missione fuori dal villaggio e il pelo
morbido dei cani del maestro Kakashi.
Ora può sopportare di sentire.
OLFATTO
Ci hanno insegnato a riconoscere gli odori
“pericolosi” a Radice.
Quello della polvere da sparo, quello del sangue, quello della carta
antica, quello della pioggia.
Erano odori di violenza e morte.
Non aveva mai annusato
la fragranza del ramen che Naruto si faceva offrire tutte le volte da
uno dei maestri o l’aroma fruttato del bagnoschiuma di Sakura.
Amava anche l’odore della resina che si formava sulla tecnica
del
legno di Yamato, perché significava che erano solo loro, il
nuovo team seven.
Da quando era un membro di quel Team Sai aveva imparato quali erano gli
odori di casa.
GUSTO
Il sapore ferroso del sangue e quello acre della polvere.
Quello amaro della sconfitta, del rassegnarsi ad essere marionette
nelle mani di un uomo accecato da un’invidia ed
un’ammirazione troppo grandi.
Poi sei uscito, e i sapori ti hanno investito con tutta la loro forza,
con tutta la forza della vita.
Ramen. Medicina
disgustosa. Carne grigliata.
Ed ora l’unica cosa a ricordarti la violenza di quei giorni
è il gusto
amaro d’odio e invidia che ti stringe lo stomaco quando vedi
Sakura piangere per l’Uchiha e Naruto urlare più
forte per
non spezzarsi sotto il peso di quel rifiuto.
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