I polsi sottili di Sigyn fioriscono in due mani bianche, con dieci lunghi petali.
Contro l'oscuro plenilunio del fondo di una ciotola, la sua pelle ha il colore chiaro dei cuori di conchiglia.
Ami quelle mani-fiore, quelle mani-pianta che sorreggono la luna, mani di donna nella sua vocazione di rifugio, lealtà, amore coniugale.
I tuoi occhi rovinati dal veleno, socchiusi tra palpebre ustionate, si riempiono con sollievo di quell'impressione lattea.
Ma quando Sigyn è costretta a spostarsi per vuotare la ciotola, per un attimo il chiarore di quella pelle rimane impresso nelle tue pupille, e si sovrappone all'orribile vista di una testa di vipera, così che il fantasma delle sue mani sembra sorreggerla.
Oh, nella confusione e nel dolore di quell'acido che ti stilla addosso, come la odi allora!
Urli il suo nome con rabbia, e la maledici contorcendoti, scuotendo il mondo d'un rancore che atterrisce per prima la tua sposa. Tuttavia, quando ritorna, ella tace a proposito delle ignominie con cui ne hai infangato il nome, della cieca ira con cui l'avresti strangolata.
Il serpente si eclissa come un terribile sole e Sigyn tampona con i suoi capelli il tuo viso, poi con incerta grazia si china su di te, tenendo la ciotola in bilico sopra le vostre teste: così ti bacia le guance sfigurate.
Pensi: in quel gesto c'è la sua bellezza, e ferito e sconvolto la ami di nuovo.
Quando arriva la fine del mondo, Loki, il tuo cuore non è che un nodo di risentimento.
Eppure... eppure per Sigyn trovi una briciola di pietà, e la baci come un amante tenero, prima di andartene.
Ai lettori interessati a questi personaggi, segnalo questa splendida storia: Ragnarok di theGan, una prova su Loki e Sigyn migliore della mia. :)
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