Non capiresti.

di effewrites
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In condizioni normali un commento lo lascio alla fine, ma stavolta ci tenevo a chiedervi di non dubitare della mia salute mentale dopo aver letto la flashfic. La colpa di tutto va a quell'adorabile Alessia che mi ha promptato un mucchio di fanfiction da scrivere per l'estate. L'adoro, lei e la sua follia! Questo piccolo delirio è tutto per te <3




NON CAPIRESTI

 
Effie si diresse con piccoli passi silenziosi verso il vagone ristorante del treno, voltando furtivamente il capo in ogni direzione. Le sue costose scarpe color rosa confetto non emettevano alcun suono a contatto con la morbida moquette che rivestiva il pavimento, ma la donna aveva i nervi a fior di pelle e sobbalzava ad ogni rumore.
 
Riuscì a trarre un sospiro di sollievo solo quando giunse da lui.
 
Si lisciò le pieghe inesistenti dell’abito e scivolò con fluidità sulla poltroncina. Le sue dita corsero lungo il suo profilo, facendola rabbrividire di piacere nel percepire con la propria pelle qualcosa di così unico, pregiato e perfetto.
 
Effie schiuse le labbra colorate di un tenue arancione; quando arrivò a sfiorare con i polpastrelli la ferita che deturpava quell’insieme così armonioso, i suoi grandi occhi si spalancarono e si velarono di lacrime. Si sentiva in un qualche modo responsabile per ciò che era accaduto; dopotutto, era stata lei a lasciare quella povera creatura con dei selvaggi.
 
«Come è potuto accadere?» domandò a nessuno in particolare, poggiando la guancia contro lo squarcio mentre i singhiozzi le sconquassavano le spalle.
 
Era talmente devastata dal senso di colpa che non si accorse dei passi barcollanti che annunciavano l’avvicinarsi di qualcuno, e quasi non sentì la porta aprirsi con un tonfo.
 
«Effie?» mormorò Haymitch strascicando il suo nome, segno che non aveva ancora smesso di ubriacarsi, quel buono a nulla.
 
«Che ci fai abbracciata a quel tavolo? Ah, diamine, ma stai piangendo? Roba da matti!»
 
Effie si raddrizzò e prese a tamponare gli angoli degli occhi con un fazzoletto, specchiandosi in una zuccheriera posta sul tavolo, probabile residuo della colazione.
 
«Non capiresti, Haymitch» mormorò con voce rotta dal pianto mentre si sistemava il trucco. «Non potresti mai capire»
 
Haymitch la guardò per qualche istante, spiazzato. Poi, stringendosi nelle spalle, andò a versarsi del liquore dal colore ramato in un bicchiere, mormorando: «Forse è meglio così»
 
Effie lo ignorò. Lanciò un ultimo sguardo colmo d’amore al tavolo di mogano, dopodiché sparì oltre la porta del vagone. 





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