Lights will guide you home.

Gohan, curioso, guardò le foto sul comodino di Videl. Erano due. Una la conosceva fin troppo bene, e infatti sorrise nel vederla. L'avevano scattata pochi giorni prima. L'altra, invece, ritraeva una bambina che sicuramente era Videl e una donna che le assomigliava moltissimo. Si soffermò sul viso della donna. Assomigliava troppo a Videl per non riuscire a capire chi era.

-Mia madre.-la ragazza, che gli si era avvicinata silenziosamente, confermò i suoi sospetti.

Gohan cercò di intercettare il suo sguardo, ma lei gli diede le spalle. Ma aveva gli occhi lucidi, di quello se ne era accorto.

-Vid...-sussurrò con voce flebile, ma la ragazza fece finta di non averlo sentito.

Videl fece per uscire dalla stanza, senza sapere davvero dove andare. Aveva la stessa reazione da sempre, quando guardava quella foto, ma non aveva mai avuto il coraggio di toglierla. E non voleva piangere... non in quel momento.

Gohan le prese il polso, costringendola a fermarsi. Lei non ebbe nemmeno la forza di protestare. Riuscì solo a girarsi e a buttarsi fra le sue braccia. Chiuse gli occhi per impedire alle lacrime di trovare una via d'uscita.

Il ragazzo, per quanto meravigliato da quel gesto, ricambiò l'abbraccio.

Videl si ricompose e si separò da lui, per poi guardarlo. Ebbe per l'ennesima volta la conferma del fatto che era in gran parte suo il merito per la sua felicità. D'istinto, cercò le sue labbra e le trovò come mole altre volte.

-Sono qui.-le sussurrò Gohan quando finalmente lo lasciò andare.

Videl sorrise.

-Lo so.

Lights we guide you home

And ignite your bones

And I will try to fix you.

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Angolo autrice che si dovrebbe preparare a un'atroce esecuzione pubblica

Prego i fans di Dragon Ball, dei Coldplay e della Gohan/Videl di non uccidermi!!!

La storia non mi soddisfa per niente :/

Però dopo essermi fatta venire le lacrime agli occhi mentre oggi la cantavano in Glee mi sentivo un po' obbligata a scriverci su, insomma... la colpa è tutta di Glee!

Spero che non sia davvero da cestinare ma lo è.

A presto,

Ethel