Quando si dice il caso...

di AnnRogers
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La cena sarebbe iniziata alle 21.00 in punto accompagnata da merletti e bon-bon nel grande salone della casa di Sara.
Un luogo davvero immenso e pieno di stradannati oggetti talmente consumati dal tempo che, se per sbaglio si rimaneva accanto ad uno di essi troppo a lungo, si riusciva addirittura a sentire le inquietanti voci dei vecchi padroni.
Eppure Emma era diretta proprio lì, in quella casa.
Stranamente sarebbe arrivata puntuale anche dopo quello che le era appena successo : il poliziotto,la strada, il poliziotto,l’attentato,il poliziotto, e il non essere riuscita a dare una spiegazione a tutto ciò.
Era un pensiero fisso, ma doveva scendere dall’auto del padre e concentrarsi pienamente per la cena con i parenti dell’amica:la vera festa, quella con la musica a pieno volume, la piscina, i ragazzi, gli amici e tutto il resto sarebbe iniziata qualche ora dopo.
E forse lui sarebbe stato lì, pronto a ballare con lei.
Si, lo aveva invitato giusto un attimo prima di essere scesa dalla sua macchina che l’aveva riportata a casa.
Ma lui non le aveva risposto, l’aveva semplicemente guardata sorridendole. Lei sapeva che era un si, ma ciò che entrambi non sapevano era se il lavoro di lui non lo avrebbe trattenuto fino a tardi.
Era buffo, ma quell’ansia del non sapere se lui ci sarebbe stato, le faceva mancare il respiro.
Ma comunque , Emma, dovette stare lì, ad aspettare, tra una portata e l’altra, tra una chiacchiera e un’affettuosa risata.




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