Madness

di Aelle Amazon
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Madness
 
 


Clarisse si era addormentata, il volto appoggiato sulla braccia incrociate e gli occhi pieni di lacrime che non avrebbe mai versato. In quanto figlia di Ares non poteva mostrarsi debole. Né davanti agli altri per non essere derisa né quando era sola in modo tale da dimostrare a se stessa la propria forza.

Non che in quei giorni avesse molta forza. Vederlo disteso in quella branda e sentendolo mormorare frasi sconnesse non la aiutava di certo a tirarsi su di morale. Anzi, più giù di così non poteva essere.
Dopo che lo aveva trovato nel Labirinto, solo e confuso, Clarisse non aveva potuto fare a meno di sentirsi attratta da lui. E non era stata la sua bellezza a catturarla, ma più che altro quello sguardo sperduto e il modo in cui le si era fiondato addosso, supplicandola di non lasciarlo lì. Quando aveva fatto per allontanarsi, lui si era gettato  ai suoi piedi, li avevi abbracciati e aveva pianto lacrime che l’avevano messa terribilmente in imbarazzo.
E a quel punto non aveva potuto evitarlo. Si era abbassata e lo aveva abbracciato a sua volta, stringendolo con tutta la forza che aveva per fargli capire che ora era al sicuro. Lo avrebbe riportato al Campo e si sarebbe presa cura di lui. Perché ne aveva bisogno. Aveva bisogno di sentirsi importante e lui si aggrappato a lei come se fosse la sua ancora di salvezza. E Clarisse voleva esserlo. Mai aveva desiderato qualcosa così intensamente.
Una mano la scosse gentilmente e Clarisse si svegliò di colpo. Si tirò su e si stropicciò gli occhi, cercando di capire chi fosse entrato in infermeria. Si guardò intorno e scorse una figura che la osservava con un piccolo sorriso ad incurvarle le labbra.
-Silena … cosa ci fai qui?-
La figlia di Afrodite le si inginocchiò accanto e le sfiorò una guancia con un dito. –E’ ora di cena. Vieni a mangiare- le disse –Ne hai bisogno-
Clarisse sospirò. –Non ho fame. Voglio stare qui- le rispose, triste.
Silena inarcò un sopracciglio perfetto. –Non puoi stare qui per sempre, Clarisse. Hai bisogno … -
Clarisse scattò. –Non ho bisogno di niente. Voglio solo che Chris stia bene. Lo capisci?- sibilò, quasi con voce velenosa.
Silena non insistette. La sua migliore amica le ricordava tanto se stessa e i suoi sentimenti per Charles. Già, Charles. Chissà se il suo Charlie stava bene. Prima o poi lo avrebbe raggiunto e avrebbe potuto stare con lui per l’eternità. Chris Rodriguez era per Clarisse ciò che Charles Beckendorf era stato per lei.
E Silena poteva capire cosa la figlia di Ares stesse provando in quel momento. Si voltò e uscì dall’infermeria senza aggiungere altro.




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