-beh.. in breve.. tu mi piaci,
Ginny-.
Ginevra Molly Weasley sgranò gli
occhi, chiuse ripetutamente le palpebre, si tirò di nascosto un pizzicotto, e
tutte queste operazioni la convinsero che quello che stava vivendo non era un
sogno. Harry Potter, il ragazzo che amava “segretamente” da cinque anni, aveva
proferito le parole che aveva sognato sentirgli dire più di una notte. E l’aveva
fatto il 13 Febbraio, ciò significava che avrebbero passato S. Valentino
insieme..
Gli occhi verdi di lui si
incastrarono in quelli azzurri di lei. Stranamente la rossa non sentiva
nulla.
“probabilmente lo shock mi ha
sconvolta… non posso crederci..”. prese un respiro, poi un altro ancora, poi si
decise a parlare:
-credo tu sappia che mi piaci da
un po’ di tempo…-.
Lui la guardò sorpreso, poi
rispose:
-e perché non me l’hai detto
prima?-
-perché sapevo di non essere
ricambiata…-
-oh… quindi…?-.
Ginny fissò negli occhi quello
che tra breve sarebbe stato il suo ragazzo e chiese:
-cosa succede ora?-
-stiamo.. insieme..-.
I due ragazzi si guardarono l’un
l’altro poi si sorrisero. Rimasero così per parecchio tempo, ciascuno intento a
riflettere su quanto appena successo, poi Harry Potter ruppe il silenzio:
-d’accordo allora.. io devo
andare a lezione, ma ci vediamo presto, ok?-.
Lei annuì mentre lui si
avvicinava. Chissà perché ma iniziò a temere il momento del saluto. Avrebbe
voluto schioccargli uno dei suoi soliti baci sulla guancia, ma non si addiceva a
quello che era appena divenuto il suo ragazzo. Tuttavia, provò comunque a
puntare sulla gota del Grifondoro.
“tentativo fallito” pensò quando
si accorse che Harry aveva effettuato una torsione del collo talmente complicata
da sembrare impossibile. Le loro labbra si incontrarono per qualche istante e la
rossa aspettò la “scarica elettrica” che avrebbe dovuto attraversarla a quel
contatto. Niente. Un po’ sorpresa, si staccò dal moro e lo guardò con un sorriso
scettico.
-beh allora.. ciao!-
-ciao..-
I due si voltarono le spalle e si
avviarono in direzioni opposte, uno con un sorrisone stampato sul viso, l’altra
con una serie di dubbi che le vorticavano in testa.
Ginny arrivò senza fiato in Sala
Comune, dribblò tutte le sue compagne curiose e si chiuse in camera sua. Rimase
per più di un’ora seduta di fronte allo specchio, aspettando di essere invasa
dalla felicitò che tanto attendeva. Si scrutò in viso, cercando traccia di
quello splendore tanto potente che solo gli innamorati avevano, ma non lo trovò.
Il viso riflesso nello specchio era quello di una ragazza sconvolta, con gli
occhi socchiusi per la preoccupazione. E piano piano cominciò a farsi strada in
lei un’ipotesi… Harry non le piaceva. Non avrebbe dovuto sentirsi così male,
dopo che il ragazzo che amava si era dichiarato, o no?
Si infilò sotto le coperte,
tentando di addormentarsi, ma non ci riuscì. Sentiva un peso sullo stomaco,
qualcosa che la opprimeva, ed una vocina nella sua testa continuava a dire “hai
fatto un’ idiozia..”.
Si tirò su a sedere proprio nel
momento in cui la porta del dormitorio si spalancò con violenza ed una ragazza
dai capelli ricci irruppe all’interno.
-GINNY! Oh, Ginny! Harry me l’ha appena detto!
Sono così contenta per voi! E lui è così felice.. credo che volesse
dirtelo da molto tempo…- le urla di Hermione si interruppero alla vista
dell’espressione di Ginny.
-ma cosa c’è, Gin?-
-e se non mi piacesse, Hermione?
Se avessi commesso solo un enorme sbaglio?-. La mora fissò l’amica negli occhi,
e vi lesse la più sincera e profonda preoccupazione.
-ascoltami, Gin.. è normale avere
dei dubbi, è un’esperienza nuova.. ma sei stai male, allora no.. dimmi la
verità, ti andrebbe di vederlo ora?-
Ginny scosse la testa.
-di sentirlo?-
Ancora un cenno negativo.
-di uscire con lui?-
Stessa risposta.
-tu sai quello che senti, Gin..
non prenderlo in giro, parlagli subito. Potrà sembrarti una cosa da niente, ma
queste paure non vanno trascurate. Io so che non vuoi stare con lui..- Hermione
pronunciò lentamente l’ultima frase, come a volerla imprimere nella mente
dell’amica. Gli occhi di Ginny si fecero improvvisamente lucidi, ed una lacrima
solitaria le rotolò sulla guancia.
-ma io… non voglio perderlo come
amico.. io gli voglio bene…-
-ma non lo ami. Essere una vera
amica significa essere sinceri sempre, anche se questo può causare dolore!-.
Ginny si asciugò le lacrime,
guardò la sua amica ed annuì.
-vado a schiarirmi le idee..
grazie Herm..-.
Uscì lentamente dalla Sala Comune
ed attraversò tutto il Castello. Erano le 11.30 e Gazza stava probabilmente
pattugliando i corridoi, ma non le importava. Sapeva di aver commesso un enorme
sbaglio ed ora doveva pagare le conseguenze delle sue azioni.
-che diavolo ci fai in giro a
quest’ora, Weasley?- una voce sorpresa giunse alle sue spalle.
-non ho tempo di discutere
Malfoy, tornerò in Sala Comune tra un po’…-
-sai che potrei toglierti dei
punti Weasley?- Ginny avvertì una sorta di piacere sadico nella voce di Malfoy
che non sopportava. Si voltò di scatto verso di lui e gli disse:
-toglimi pure tutti i punti che
vuoi non mi interessa, chiaro?-.
Il Serpeverde stava per ribattere
quando la luce della sua bacchetta colpì Ginny in pieno viso. La ragazza si
scostò subito dal raggio di luce, ma non fu abbastanza veloce.
-ma tu stai piangendo, Weasley-.
Questa volta la voce del Prefetto era diversa, quasi dispiaciuta. La rossa non
rispose, non voleva dargli soddisfazione, aveva pur sempre un orgoglio.
-e dimmi, perché piangi?- il suo
tono di voce era tornato strafottente –forse perché ti sei accorta che anche
questo S.Valentino lo passerai senza il tuo amato Potter? Andiamo, Weasley, ti
facevo più forte! Non mi sarei mai aspettato che tu piangessi per questi motivi
tanto futili…-
Ginny, le mani strette a pugno,
le braccia e le gambe che tremavano di rabbia, rispose a denti stretti:
-hai finito?-.
Il biondo, sorpreso da quel tono
di voce, rimase per un po’ sbalordito e la Grifondoro ne approfittò per
sfogarsi:
-Non sto piangendo per quel
motivo, ok? La verità è che Harry Potter mi ha appena detto che gli
piaccio!-
Malfoy abbassò lo sguardo, mentre
l’ombra di una tristezza innaturale per lui gli scuriva gli occhi.
-ed io ho accettato di stare con
lui!-
-beh, congratulazioni, Weasley.
In fondo era quello che volevi, no?- intervenne Malfoy in un tono stranamente
acido.
-quello che volevo, dici? Pensavo di volerlo! Ed
invece mi sono accorta che non è così! E tutto quello a cui riesco a pensare,
adesso, non è a lui, a come posso rimediare.. riesco a pensare solo al fatto che
ho sbagliato, capisci? So di aver sbagliato e non so cosa fare!- la voce
di Ginny era cresciuta sempre più insieme alle sue lacrime. Non sapeva perché
era esplosa proprio di fronte a lui, al Serpeverde che tanto odiava e che
probabilmente avrebbe raccontato la storia a tutti i suoi amici…
Il biondino in questione aprì la
bocca per rispondere, ma un rumore di passi alle sue spalle lo fece zittire.
-Gazza..- mormorò piano, ma Ginny
non sembrava preoccuparsene. Sembrava troppo occupata ad asciugarsi le lacrime
con sguardo assente, pensando all’indomani, quando tutta la scuola avrebbe
saputo come Ginny Weasley fosse scoppiata a piangere di fronte a Draco
Malfoy.
Quest’ultimo la fissò esasperato,
poi la afferrò per un braccio e la trascinò lungo un corridoio sulla destra.
-ehy.. ma cosa..?- la ragazza
provò a ribattere ma Malfoy la zittì con un’occhiata di fuoco. Dopo alcuni
minuti, il ragazzo si fermò e spinse Ginny in una stanza buia.
-Malfoy! Che diavolo stai..?-
-cerco di impedire che Gazza ti
trovi, stupida!- rispose lui irritato.
-oh..-.
La voce di Malfoy era vicina,
molto vicina. All’improvviso Ginny si accorse di avere il corpo di Malfoy
premuto addosso, probabilmente erano finiti in un ripostiglio. Iniziò ad
arrossire violentemente, senza saperne neanche il motivo.
-ascolta, Weasley..-
-si, Malfoy, lo so che sono una
stupida e il mio sfogo di poco fa ne è una conferma.. non avrei dovuto piangere
in quel modo, e per di più di fronte a colui che mi odia..-
-vuoi stare zitta un secondo?- la
interruppe lui esasperato. La rossa annuì. –volevo solo dirti che mi.. mi.. mi
dispiace per quello che stai passando-.
Ginny spalancò la bocca. Era
davvero Draco Malfoy quello?
-voglio dire.. è normale che tu
sia così confusa e.. non lo so…-
La ragazza continuava ad
arrossire e ringraziava il fatto che fossero al buio, così lui non poteva vedere
il suo viso.
-non so, Weasley, sarà l’orario,
sarà l’aria di S. Valentino, ma mi sono accorto che per la prima volta sono
davvero preoccupato per una persona-.
-Malfoy, io..- la mano di Malfoy
si spostò sul suo viso ancora arrossato. Ed improvvisamente, inaspettatamente
arrivò. La scarica elettrica, quella che aspettava con ansia solo poco prima, le
attraversò il corpo, creandole brividi freddi lungo tutta la schiena. Era
bastato quel gesto a farla reagire in quel modo.
-credo di essermi preso una cotta
per te, Ginny..-
La ragazza tremò sentendo
pronunciare il suo nome da una voce che sempre l’aveva disprezzata.
-o, probabilmente, mi sei sempre
piaciuta, non lo so.. so solo che ho voglia di baciarti-.
Ginevra Molly Weasley sgranò gli
occhi, chiuse ripetutamente le palpebre, si tirò di nascosto un pizzicotto, e
tutte queste operazioni la convinsero che quello che stava vivendo non era un
sogno. Si era innamorata. Della persona sbagliata, forse, ma le piaceva quel
calore che la stava invadendo.
-credo di essermi presa anch’io
una cotta per te…- rispose lei a fior di labbra, poi il viso di MAlfoy si
avvicinò e le sue labbra furono chiuse da un bacio. Era strano pensare che solo
poche ore prima aveva desiderato provare quelle sensazioni con la persona che
credeva di amare.
Le labbra di Malfoy erano diverse
da quelle che immaginava: calde, sicure, forti come le braccia che le cingevano
i fianchi. Una, due, tre, infinite scariche elettriche le percorsero la schiena
e la felicità che tanto agognava arrivò in un colpo solo. Si erano appena
staccati quando la porta si spalancò all’improvviso e Gazza disse
soddisfatto:
-siete nei guai…-.
Malfoy, con le braccia sempre
avvolte sul corpo di Ginny guardò scocciato il custode e disse:
-ti spiacerebbe passare più
tardi? Ho appena scoperto qualcosa che non conoscevo-.
-cosa?- chiese la ragazza
curiosa.
-l’amore-. Rispose semplicemente
lui. Poi chiuse la porta con un calcio e tornarono a baciarsi come se da quello
dipendesse la loro stessa vita.
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