Titolo: Paradise Kiss
Serie:
FullMetal Alchemist
Rating: Pg
Pairing:
RoyxEd (Ohooo, che sorpresa XD)
Note: Come
da tradizione (Ma quando mai O.O?) ho scritto a mia fic per
S.Valentino. Questa votla il fandom prescelto è stato FMA
X3! Inizialmente più che su S.Valentino volevo fare una fic
sul Single Day*_* (infatti l'ho scritta il 15 febbr^^) ma poi
è uscita così. Direi che è meglio
perchè inzialmente volevo fare una cosa super
depressissima... saic he novità eh XD?
Le frasi al centro sono i pensieri
di Ed, quelle a destra sono i pensieri
di Roy. Sì lo so che era chiaro, ma non si sa
mai>.>!
°§°Paradise Kiss°§°
Allargò le
braccia abbracciando il vuoto avanti a sè.
Voglio volar via e non guardarmi più indietro.
Gli occhi chiusi e la brezza gentile del
tardo pomeriggio che carezzava la pelle lattea.
Soffia vento.
Spazzami via.
Si alzò
sulla punta dei piedi.
Un rumore metallico
accompagnò il gesto.
Esistenza di metallo.
Sogni di cristallo.
Prima o poi si romperanno anch'essi...
vero...?
Gli ultimi fievoli
raggi del sole sfioravano il suo volto, posandosi
sugli zigomi e ridisegnando timidamente il suo volto ancora
adolescente. Piano, indugiando su quei tratti non ancora marcati
dall'età, deliziandosi quando incontravano filami gemelli
del colore
del granturco, più luminosi del sole stesso che,
scompigliati dal
vento, si posavano sulla fronte.
Dov'è il Paradiso?
E' morto anche l'ultimo angelo?
Dov'è il *mio* Paradiso...?
Aprì gli occhi.
Uno scatto felino e aveva ripoggiato la pianta del piede completamente
a terra. Gli stivaletti quasi incollati al pavimento, lo sguardo che si
abbassava smettendo di puntare un cielo troppo distante per miseri
esseri umani.
E si voltò con un mezzo sorriso, raddolcito una volta che
incontrò bianchissime luminescenze prigioniere della latta.
Alphonse.
"Nii-chan." chiamò lui.
La vocina sempre la stessa di quando erano bambini, soltanto un
pò più
metallizzata, forse segno della disfatta di parte della sua
umanità.
Infondo ora non era altro che un'armatura di ferro, cava per di
più.
Vuota.
Edward corrucciò la fronte.
"Nii-chan." chiamò ancora Al allungando una delle sue
possenti braccia
verso il fratello che non riuscì a non fissare quell'arto
così grande,
quelle dita così grandi...
Ti chiamavo fratellino un tempo.
Adesso sei tu quello grande?
Siamo cresciuti troppo in fretta.
"E' tutto a posto Al."
Non mentì.
Ma non fu nemmeno tutta la verità.
Effettivamente non sapeva dire se ci fosse qualcosa ce lo turbava. Era
possibile. C'era sempre qualcosa che incupiva lo sguardo del piccolo
FullMetal che troppo presto aveva abbandonato la sua infanzia, ma da
cosa derivasse era troppo difficile capirlo. Un insieme di cose forse.
Un ammassarsi di tristi pensieri. Sogni mai realizzati. Desideri
infranti.
Insomma, un insieme di cose.
"Mhm." mugugnò Al.
Se avesse avuto uno sguardo umano in quel momento la nebbia della
preoccupazione lo avrebbe offuscato, se avesse avuto un viso umano la
sua espressione avrebbe rattristato ancora di più suo
fratello.
"Va bene."
Ma Alphonse Elric non era umano. Non del tutto almeno.
"Uff." sospirò Edward stiracchiandosi stanco.
"E' già il quindici di febbraio. Alla fine non abbiamo
combinato nulla nemmeno oggi." affermò pensieroso.
"A te non sembra strano che il Colonnello non ci abbia rifilato una
delle sue dannate missioni?"
Al fece spallucce. O almeno così sembrò,
è difficile dire quando un'armatura fa spallucce...
"Forse ha deciso di darti un pò di tregua visto che i tuoi
ultimi lavori sono stati molto impegnativi."
Il bionso si concentrò in una smorfia di pure dissenso.
"Macchè, figurati se a quello gliene frega qualcosa!
Sicuramente vorrà
illuderci di poterci riposare un pò per poi affibiarci
l'incarico più
difficile di tutta la nostra vita!"
Scaglie di irritazione attraversarono lo sguardo dorato.
L'adrenalina iniziava a circolare la temperatura corporea si alzava con
furia.
"Sì, si, è sicuramente così! Dannato
colonnello senza pietà!"
Alphonse ebbe persino l'impressione che il ragazzo andasse a fuoco
tanto si stava infervorando.
"Infondo lui lo fa
anche per aiutarci."
Grande sbaglio
Alphonse Elric!
Non avresti dovuto
dirlo ragazzo mio, no, no!
Gli occhietti di
Edward si puntarono nelle sue cavità e fulmini e saette
partirono in sua direzione.
"Che cosa?!? Quel
maniaco maledetto ci starebbe aiutando?!? Ma
figurati! Lui pensa solo a sè stesso, noi gli facciamo
comodo è per
questo che puoi avere la sensazione che ci aiuti, ma in
realtà lo fa
solo per il proprio tornaconto!!! E' un bastardo egoista, capriccioso,
lunatico, pedofilo..."
Nel suo sproloquio non
si accorse nemmeno dei segnali che suo fratello aveva iniziato a fare
per metterlo in guardia.
"Infame, insensibile,
stupido, narcisista, maniaco..."
Macchè.
"Ti sei dimenticato di
dire che sono anche bello, divertente, sexy, importante e intelligente,
FullMetal."
Prima che Alphonse
riuscisse a farlo tacere una voce adulta si era già inserita
nel discorso.
E soltanto allora
Edward si zittì accorgendosi della presenza di Roy
Mustang proprio dietro le sue spalle che, divertito, sorrideva sornione
e malizioso come sempre, affilando lo sguardo scuro che
penetrò nelle
iridi del più piccolo.
Non guardarmi.
Non leggere i miei pensieri.
Sono miei soltanto.
"E' un piacere sapere che il
sottoscritto è sempre
nei tuoi pensieri. Persino nel tuo tempo libero." Roy avanzò
di un
passo portandosi al fianco di Edward che si trovò a fissare
il vuoto,
il punto dove prima si trovava il colonnello.
Si abbassò verso l'orecchio del più piccolo
sussurrando in modo che solo lui sentisse: "Non puoi fare a meno di me,
vero?"
"Fottiti!" fu la pronta risposta che nascose con inaspettata maestria
il rossore sulle guance dell'alchimista di metallo, camuffandolo da
attacco d'ira.
Roy si imbronciò.
Che espressione infantile.
A volte riusciva a mettersi sullo stesso piano di quello che lui
definiva moccioso.
"Fottiti? Da quando hai preso tanta confidenza con il *tuo* Colonnello,
FullMetal?"
Non fu la frase di per sè che lo colpì.
Non fu nemmeno lo sguardo di nera pece che sembrava volerlo avvolgere
di desiderio e lo attraeva in un modo che quasi lo stordiva, lo
soffocava e lo paralizzava.
Fu invece colpa del pronome che Roy utilizzò, pronunciandolo
con voce provocante, roca, e dal tono sensuale che prese.
Rimase senza parole.
Lì. In piedi. Come uno stupido a fissare immobile il *suo*
Colonnello
che, a sua volta, lo fissava in attesa di una qualche sua reazione.
Molto probabilmente violenta conoscendolo.
Temo i tuoi occhi.
Riflettono un'immagine di me che non mi piace.
Sembra così piccola.
Sembra così fragile.
Perchè anche il mio cuore non può essere fatto
d'acciaio?
Quello non sono io.
Non lo accetterò mai!
Una mano grande si posò sul
suo capo, poggiando col
palmo sulla fronte ed affondando con lunghe dita guantate di bianco tra
i morbidi capelli biondi.
Sbattè le palpebre.
Stupito quando scorse un braccio attaccato a quella mano, una divisa
blu. Un uomo.
"Ho fatto bene a darti un pò di tregua." iniziò
Roy cambiando discorso,
un sorriso piuttosto dolce sulle labbra che, comunque, non avevano mai
abbandonato la loro malizia libertina.
"In questi giorni sei troppo distratto."
Lo aveva notato da tempo.
"Dovresti riposare."
Strano vero? Che proprio quel maniaco, dannato, bastardo, egoista,
etcetera-etcetera si fosse accorto dei sottili cambiamenti dell'umore
di un bimbetto che ancora aveva l'alito che puzzava di latte.
Mah.
Probabilmente invece non era poi così tanto strano.
Era normale.
Soltanto normale.
"Non..." Edward ritrovò finalmente la parola e con essa la
sua solita
impudenza con cui scacciò la mano del colonnello da
sè e borbottò in
risposta un rantolato "Non ho bisogno che me lo dica un colonnello
maniaco! E' proprio quello che volevo fare!"
"Bene, allora finalmente siamo d'accordo su qualcosa,
Alchemist-no-chibi." (1)
Ci fu una pausa.
Lunga.
Ma venne interrotta dall'aura di Edward che cresceva e si iscuriva a
dismisura, truce ed oscura.
"COME MI HA CHIAMATO?!? Io non sono un cricietino che non arriva
nemmeno alla porticina della propria gabbietta!!!"
Ecco, come al solito quando si trattava di parlare della sua bassezza,
Edward Elric faceva tutto da solo.
"Cricietino?" ridacchiò Roy al pensiero di Ed in tale
versione "Umpf!!!
Ahahahah! Divertente, davvero divertente! Scommetto che saresti kawai,
Eddie-chan!"
"Che cosa?! Come si permette di chiamarmi Eddie-chan! Al, digli
qualcosa!"
"Ehm... ma io..."
"Dannato colonnello, mi chiedo come cavolo abbiano potuto farla
avanzare di grado vista la sua chiara incompetenza!!! Al, su, digli
anche tu qualcosa!"
"Sì, però..."
"E la smetta di shignazzare come una volpe! Allora, Al,
perchè stai zitto?!"
"Ma se mi facessi parlare..."
"Argh! Le ho detto di smetterla di ridere!!!"
Dialogo tipico, non c'erano dubbi.
Il FullMetal Alchemist sbraitava furioso ed infantile contro Roy
Mustang. Il Flame Alchemist rispondeva alle sue calunnie con grasse
risate divertite e beffarde. Ed il povero Alphonse Elric cercava di
calmare inutilmente un fratello maggiore che non lo faceva nemmeno
parlare.
"Adesso però basta."
Roy terminò così quei particolari scambi di
battute.
Improvvisamente.
Accompagnando le proprie parole con un movimento del braccio, come a
scacciare le parole.
"E' stato divertente giocare con te FullMetal, ma i grandi ora devono
andare a lavorare."
Si divertiva a stuzzicare quel piccoletto.
Era la sua passione.
E ci riusciva come nessun altro.
Meglio di chiunque altro.
Proprio per questo lo faceva.
Perchè in quei momenti, volente o nolente, l'attenzione di
Edward era
tutta solo per lui, così come i suoi sentimenti, qualsiasi
essi fossero
stati: ira per di più, forse a volte anche disprezzo. Ma
questi poteva
sopportarli, era pur sempre qualcosa.
[Meglio l'odio che l'indifferenza.]
Gli scoccò un occhiolino e
sorridente proseguì sulla
via del corridoio illuminato dalle ampie finestre che, dal pavimento,
si ergevano quasi sino al soffitto e riempivano gran parte della parete
di sinistra.
Stupido colonnello.
Ti odio.
Ti amo.
Non lo so neppure io.
So solo che sei uno stupido e basta!
Edward infilò una mano nel
tascone della giacca prendendo una grossa boccata d'ossigeno.
"Nii-chan!" chiamò Alphonse quando vide scattare il fratello
all'inseguimento di Roy.
"Torno subito!"
"Ma... non vorrai mica...?"
"Tranquillo Al, voglio solo dargli quello che si merita!"
urlò ormai
raggiunto il fondo del corridoio che girava verso destra e spariva alla
vista dell'ingombrante armatura di ferro.
"Cosa? Nii-chan..." fu l'ultima cosa che mugugnò Alphonse
preoccupato per le sorti del Colonnello.
"Poveretto..."
Non guardarmi mentre mi privi delle mie barriere.
Non voltarti privandomi dei tuoi occhi oscuri e incantatori che mi
hanno fatto prigioniero.
Non sorridere mentre mi lasci indietro.
Stupido colonnello.
Stupidi tutti e due.
Ma tu cento volte di più!
Gli parve di correre in un corridoio che
non aveva
mai fine e venir sommerso dai propri pensieri che, tutti in una volta,
si erano ammassati violentemente nella sua testolina bionda.
"Accidenti!" esclamò con voce nasale quando
sbattè contro l'ampia
schiena di un uomo dai capelli corvini e la divisa militare blu.
Roy.
Chi altri?
L'uomo si voltò, il sopracciglio inarcato, le mani ai
fianchi e lo sguardo indagatore.
Dì qualcosa.
"Bè?"
...Magari qualcos'altro...
"Hai ancora bisogno di me FullMetal?"
...Ecco...
...Ok... magari qualcos'altro ancora... (*)
"Tsk, certo che no."
"Capisco."
Roy fece per andarsene.
"Cos...? Ehy, aspetti!"
Si fermò.
"Mi sembrava di aver capito che non avessi più bisogno di
me."
"Infatti!"
"Come sarebbe infatti?"
"Infatti è così"
"Allora posso andare?"
"Ho detto di no!"
"Ma ti decidi, ragazzino! Mi sembri una donnetta isterica!"
[Non tirare troppo la corda, moccioso. A te non è concesso.
Non giocare con gli adulti ad un gioco di cui conosci a malapena le
regole.
Non tentarmi...
Perchè una volta iniziato io...
Non mi fermerò.]
Edward pestò un piede a terra.
Cosa che ebbe, in qualche modo, il potere di svuotare la testa di Roy
di ogni suo pensiero per concentrarsi sulla sua figura.
L'immagine del FullMetal.
Che perfino in sogno ritrovava.
Il biondo strinse più forte l'oggetto che aveva afferrato e
nascondeva nel tascone della giacca.
Serrò la mascella in una smorfia che apparì buffa
agli occhi di Roy.
Ed infine le parole fluirono dalla sua bocca come un fiume in piena,
troppo veloci, troppo travolgenti.
"Ierihodimenticatodidartiquestopercuitelodooggimaguaiateseridiosemiprendiingiro."
Comprese soltanto l'ultima frase.
"Se lo fai ti uccido."
E non gli piacque molto.
Eppure dopo notò qualcosa tra le mani di Edward che aveva
teso verso di lui.
Un pacchetto.
O almeno così sembrava. Effettivamente più che
impacchettato era stato appallottolato con carte di giornale.
Se ne stava lì a far bella mostra di sè -per
carità, non che fosse proprio sta bellezza!- tra i palmi
dell'alchimista biondo.
Roy aggrottò la fronte a quella visione.
Lentamente il suo cervello elaborò le informazioni ricevute
a raffica
nemmeno qualche secondo prima e come un fulmine a ciel sereno la frase
di Edward ebbe un senso.
"Ieri ho dimenticato di darti questo, per cui te lo do oggi ma guai a
te se ridi o se mi prendi in giro."
Esitò.
Anzi, non si disturbò nemmeno a prendere ciò che
il ragazzino gli donava.
Se ne stava lì impalato con gli occhi fissi alle sue mani.
Una di pelle rosa e morbida.
L'altra di freddo metallo.
[Che fai Roy? Esiti davanti ad un pacchetto?!
Da quando sei diventato così vigliacco!
Da quando...
...hai paura dei regali di un marmocchio...?]
Prendilo.
Prendilo.
Prendilo o giuro che me ne vado.
Prendilo!
Lo prese.
Finalmente.
Le dita di Roy sfiorarono per un attimo quelle di Edward, in un tocco
troppo fugace come un sogno svanito al mattino, e l'uomo
osservò il
pacchetto più da vicino.
"Che cos'è?" domandò fingendosi sospettoso.
"Aprilo." borbottò l'altro.
Da quando aveva iniziato ad altalenarsi tra i "tu" e i "lei"?
Tra il Rispetto e la Confidenza?
Tra l'iOdio e l'Amore.
Imparare ad amare vuol dire anche crescere?
"Se è uno scherzo..."
iniziò Roy stranamente irritato da quella
possibilità.
"Macchè scherzo, non sono mica come te *io*!"
L'uomo gli concesse una breve occhiata poi con una scrollata di spalle
decise di infilare il pacchetto -o qualsiasi cosa sarebbe dovuta
essere- nella tasca dei pantaloni della divisa.
"Meglio così." commentò anche, ma Edward non si
mostrò soddisfatto.
"Che c'è?"
Lo guardava con una vena ballerina sulla tempia, simbolo del fatto che
ancora una volta era rimasto interdetto davanti alla sua
stupidità.
Ma perchè cavolo quel dannato colonnello si metteva il suo
*regalo* in
tasca invece di aprirlo?!? Era già in ritardo di un giorno e
con il
cervello che si ritrovava figurati se avrebbe capito il significato di
*tanto impegno*!!!
Ma Roy sorrideva.
La sensualità in quel sorriso.
La seduzione fatta persona.
"Perchè non me lo dici e basta, Edward Elric?"
Si era inginocchiato per parlargli.
Fu la prima volta che Edward dovette abbassare lo sguardo per guardare
il colonnello.
L'uomo tese la mano verso il suo volto.
Gli sfiorò le labbra con il pollice, poi scorse alla guancia
ma non si
fermò, proseguì fino a stringergli la nuca e
costringerlo ad abbassarsi.
Gli occhi negli occhi.
Così vicino che poteva vedere le sue stesse pupille
rispecchiarsi nelle iridi corvine del Flame Alchemist.
"Voglio sentirtelo dire... Edward..."
Edward deglutì a quella voce.
Dolce e suadente al tempo stesso.
Calda ed avvolgente, tanto che gli tremavano le gambe.
"Dimmelo."
Mi sta prendendo in giro.
[Non potrei mai.]
Bugiardo.
[Fidati di me per una volta nella tua vita.]
No...
Ho paura.
Non guardarmi.
Non leggere i miei pensieri più nascosti.
[Non posso.
Voglio sapere tutto di te.
Voglio avere tutto di te.
Voglio...
Te!]
E' come se la tua voce entrasse nella mia testa.
E' come se i miei pensieri si mesciassero ai tuoi.
"Hn. Ti amo."
Fu secco.
Impacciato.
Burbero.
Tenero.
Il "ti amo" di un bambino.
Ma l'amore di un adulto.
Dopotutto fu piacevole.
Roy sorrise tirando ancora un pò il volto di Edward verso il
suo in modo che le labbra combaciassero.
Non si perse nulla di quel bacio: il suo sapore, l'imbarazzo con cui la
linguetta di Edward rispondeva agli stimoli della sua, le mani del
ragazzo che si stringevano alle sue spalle per mantenere l'equilibrio
affidandosi finalmente a lui, regalandogli per un pò la sua
fiducia, il
respiro divenuto un leggero ansimare quando piano scivolò
lontano dalla
bocca, ma mai troppo.
Sorrise ancora.
Leccando le proprie labbra per trattenere ancora per qualche secondo il
sapore delle labbra di Edward.
Lo raggiunse un altro bacio.
Più timido del primo e persino più spontaneo,
cosa che riuscì a
stupirlo e, ad occhi aperti, fissò di nuovo il viso del
biondo
alchemista che tornava sul suo e la sua bocca che premeva contro la sua
mentre teneva gli occhi dorati ben serrati, per non doversi scontrare
con la sua espressione rischiando di bloccarsi a causa dell'imbarazzo.
Terminò anche questo.
Peccato.
Roy gli sfiorò una ciocca di biondi capelli spostandola
dietro l'orecchio.
Si alzò in piedi, portando il peso sulle gambe e facendo
leva con le mani poggiate alle ginocchia.
E parlò con aria spavanda.
"Certo che mi ami FullMetal, non poteva essere altrimenti!"
Che figlio di...
Edward fu mentalmente prontissimo a rispondergli, magari con un pugno,
ma gli ordini del cervello non raggiunsero mai in tempo il resto del
corpo.
Roy parlò ancora.
"Ma invece della cioccolata di San Valentino preferisco divorare te."
affondò con le labbra al collo sottile di Edward,
mordicchiandolo e
succhiandolo finchè non rimase il segno rossastro del suo
passaggio.
Allora si ritrasse soddisfatto mentre il biondino vedeva riflesso nei
vetri delle finestre il marchio che gli era rimasto e sbiancava di
colpo all'idea che qualcun altro potesse vedere tale *orrore*.
"Argh!!! Maledetto colonello, ma io ti distruggo! Lo hai fatto apposta!
Sei un maniaco! Maniaco e pedofilo!"
Roy roteò gli occhi al soffitto.
"Quante storie per un succhiotto."
"Un che? A chi hai dato del ciucciotto tanto piccolo che si perde
persino nella bocca di un neonato?!"
Oh, no, il piccoletto era ripartito per la tangenziale delle sue
sciocchezze!
Doveva fermarlo prima che fosse stato troppo tardi!
E quale miglior modo di tappargli la bocca... con la propria?
Già.
L'ennesimo bacio.
Ma con giusta causa questa volta, sacrosanta!
Sono morto vero?
Perchè altrimenti non c'è spiegazione per tutto
questo.
Perchè soltanto da morto potrei riuscire ad ottenere un
pezzo di Paradiso anche per me.
Il Paradiso tra le Labbra.
+++
Soltanto qualche ora dopo Roy ed Edward
si separarono.
Il più piccolo corse via, veloce come il vento, ricordandosi
di aver
lasciato il fratello ad aspettarlo in corridoio con l'insana
convinzione che avrebbe ucciso il suo superiore.
L'uomo invece raggiunse tranquillamente il suo ufficio.
Si sedette alla scrivania incrociando le lunghe gambe sulla superficie
legnosa e poggiando completamente contro lo schienale della poltrona.
Qualcosa lo pungolò all'altezza della coscia e si
ricordò del regalo di Edward.
Lo prese tra le mani.
Il pacchetto lasciava decisamente a desiderare e gli venne da ridere al
pensiero del FullMetal che si metteva a fare pacchettini come una
ragazzina innamorata, e magari pure a cucinargli tanti biscotti a forma
di cuoricino.
Bè, ora forse la sua mente stava cavalcando troppo.
Con un sospiro si decise finalmente a liberare il suo regalo dalla
carta e rimase a lungo a fissarlo.
"..."
Stranito.
"..."
Instupidito perfino.
"..."
Sicuramente perplesso.
"Ma... che... diamine...?"
Effettivamente non era proprio quello che si aspettava.
Niente cioccolatini.
Niente biscotti a forma di cuore.
Niente dolci insomma.
E nemmeno salati.
Con cautela, dettata più che altro dall'incomprensione,
poggiò l'
"affare" sulla scrivania e una testa ballerina e tonda-tonda di dura
plastica iniziò a molleggiarsi avanti e indietro mostrando
uno sguardo
indispettito che avrebbe riconosciuto tra mille. Perfino un ciuffetto
giallo limone spuntava come la foglilina di un seme di fagiolo dalla
nuca. (**)
Rise sbattacchiando di qua e di là la testolina molleggiata
di un
FullMetal in miniatura, facendo cadere distrattamente in terra un
foglietto anonimo. (***)
"Sia chiaro, non significa che io sia
piccolo! E' solo che più grande diventava troppo pesante da
portare!
Tsk!
Ora anche io controllerò te come fai tu con me...
*mwahahahah*
p.s. Ah già. Buon coso, quella roba lì...
insomma... buon san valentino, oh!"
La sua risata si levò alta
mentre, con le mani
poggiate ai bordi della scrivania, si abbassava per posare un bacio sul
buffo Chibi-Chibi (che decise di chiamar così
perchè era addirittura
più chibi dell'alchemist no chibi!) che si spostò
indietro e tornò
velocemente avanti in un movimento altalenato. (2)
°§° THE END°§°
-Frasario-
(1)Alchemist
no chibi = Piccolo alchimista
(Uhm… in realtà io lo vedrei anche
come “Cucciolo di alchimista”, mah
ò.o… però sarebbe un soprannome carino
XD!).
Nell’anime viene chiamato così da Envy e visto che
mi piaceva ho deciso che
anche Roy poteva fare questo sforzo*.*v
(2)Chibi =
Piccolo (Chibi-chibi quindi diventa una cosa tipo: Due volte piccolo
>XD!!!)
-Note
a margine-
(*)
Uhm… ste frasi “Dì qualcosa/Magari
qualcos’altro” devo
già averle usate in un’altra mia fic ma non
ricordo quale ò_o… In ogni caso voi
fingete che la cosa non sia poco originale, eh XD!
(**) Non
per nulla Eddie-chan viene “affettuosamente”
soprannominato Mame (fagiolo)
>XD!
(***)
Non so se sono riuscita a spiegare bene di che cavolo si trattava.
Avete
in mente le bamboline hawaiane che spesso nei telefilm si vedono sul
cruscotto
dei camion e ad ogni movimento sballonzolano fianchi e braccia in
un’haloa?
Ecco, è una del genere*_*, solo che Chibi-Chibi sballonzola
la testolina XD!
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