ATTENZIONE: la storia contiene riferimenti sessuali espliciti,
tuttavia non è AFFATTO grafica, quindi ho DECISO che non è una NC17, altrimenti
sarebbe una NC17 quasi tutto e dovremmo creare un altro rating apposta per le
NC17 vere ;_; Sappiate comunque che la storia che state per leggere
descrive, non dettagliatamente (veramente traducendola a volte faticavo a capire
cosa succedesse XD), un momento "intimo".
Nota dell’autrice: beh, finalmente è finita. Ho passato tutto il giorno a
tradurre e riscrivere questa storia dalla sua versione originale in spagnolo.
Questo è il mio primo tentativo di uppare qualcosa in inglese, quindi se beccate
qualche grosso errore per favore fatemeli notare [l’autrice ovviamente si
riferisce ai lettori americani .N.d.T.]
Disclaimer: Kingdom Hearts non mi appartiene, ma non posso dire che non
mi piacerebbe. Per favore lasciatemi una recensione, anche solo per dire "cosa
cazzo non va in te?". Vi amo tutti, bye xD
CONTROL
By
YamiNoOu
Tradotto da CaskaLangley
Immaginava che entrambi avrebbero tratto qualcosa di buono da quella
situazione.
Il loro era un semplice accordo: farlo, andare fino infondo, e una volta
finito comportarsi come se niente fosse successo.
Entrambi volevano che fosse così. Sarebbe stato strano lasciare che altre
persone sapessero dei loro piccoli momenti insieme. Sarebbe stato strano in
qualsiasi contesto, tranne che in quello.
Lui schiuse le labbra per dare accesso alla lingua dell’altro, combattendo
contro il bisogno di prendere il controllo di quel bacio. Era sempre così con
Riku, aveva dei problemi a lasciar cadere le difese, ma col tempo Sora aveva
capito che faceva parte del gioco: imparare che cosa mostrare e che cosa fare,
per riuscire a passare oltre quelle mura.
Si stavano sedendo sul letto, adesso, in modo che il più basso dei due
sembrasse il più alto. Era un’altra di quelle piccole cose che Sora aveva
imparato, durante quegli incontri in cui doveva mantenere la superiorità fisica.
Si alzò un po’ per cambiare l’angolazione del bacio, costringendo l’altro a
sollevare la testa per mantenere il contatto.
All’inizio era stato un po’ strano per entrambi. Era cominciato per caso e
adesso era quasi un piccolo rituale, quasi normale…
Molte volte era Riku quello che andava a cercare Sora, ma non sarebbe stato
davvero necessario.
Entrambi sapevano esattamente quando era il momento.
Gli occhi verdi si aprirono al rumore della zip e dei bottoni, diventati così
famigliari. Lentamente i vestiti cominciavano ad essere scartati, e quello era
il momento in cui Riku cominciava a pentirsi.
Sora aveva smesso da tempo di preoccuparsene. Riku si opponeva ogni volta, ma
alla fine si arrendeva sempre. E anche quando provava ad opporsi non lo faceva
mai sul serio. Smisero di baciarsi per permettere al brunetto di togliere i veli
di vestiti che si mettevano tra lui ed il suo obiettivo, e lentamente scese a
posare un piccolo bacio sul petto dell’altro.
In quei momenti si capivano perfettamente senza parole, forse addirittura
meglio di quando erano semplicemente amici e non amanti. Dovevano
conoscersi l’un l’altro più di chiunque altro, perché dovevano raggiungere
desideri segreti che nessun altro avrebbe mai scoperto.
Riku gli mise le braccia intorno al collo, baciandolo soffice dietro un
orecchio e lasciando scorrere le labbra prima di percorrere con la lingua la
stessa via. Non poté fermare un brivido quando sentì la mano di Sora viaggiare
verso il basso, e ricompensò le sue attenzioni con un morbido lamento.
Quello era il momento in cui Sora cominciava a sentirsi confuso. Quando
l’altro smetteva di lottare e si lasciava andare, sentiva sempre il bisogno di
trattarlo con tenerezza. Voleva baciarlo dolcemente e accarezzarlo con
attenzione, voleva prenderlo con amore, curandosi di ogni più piccolo bisogno
del suo compagno dai capelli argentei invece che dei propri.
Ma sapeva che quello che lui desiderava non era quello che Riku voleva,
quello di cui aveva bisogno. Sperava che un giorno avrebbero potuto farlo in
quel modo, ma adesso…quella non era una questione di amore o desiderio.
Era una questione di controllo.
Sora fece scivolare le mani lungo le cosce dell’altro, che incrociarono la
via famigliare sul davanti, e lentamente gli slacciò i pantaloni. Avvertì i baci
sul suo collo farsi più intensi, e sorrise brevemente. Riku gemette leggermente
quando sentì andarsene l’ultimo dei suoi vestiti, seguito dalla pressione della
mano destra dell’altro che toccava ogni centimetro di pelle come se volesse
impossessarsene.
Sora se lo allontanò per spogliarsi, e abbandonò i vestiti sul pavimento
senza curarsene. Notò che come di consueto Riku aveva abbassato la testa,
rifiutando il contatto visivo. Disfattosi dei vestiti, gli prese il mento e gli
sollevò il viso. Per un attimo rimasero in silenzio a guardarsi, finché Sora con
un sorriso malizioso puntò verso il basso.
Da quel momento, Riku smetteva di pensare a come farla finita e lasciava al
suo compagno il completo controllo della situazione, senza nessun dubbio. Era la
prova con cui si assicurarono che fosse il momento giusto, per essere certi che
nessuno dei due lo avrebbe rimpianto. Dopo quello, non c’erano ripensamenti.
Si era abituato al leggero rossore delle sue guance, col tempo. Con un
sorriso Sora rilassò le ginocchia, mentre Riku scendeva in un tragitto di baci.
Preparandosi per quello che sapeva sarebbe successo, il più giovane strinse
piano tra le dita i setosi capelli argentati dell’altro, accarezzando assente il
suo collo.
Riku poté solo sorridere quando si sentì tirare. Continuò, leccandolo
attentamente e baciandolo, attento ad ogni singola reazione e ad ogni singolo
movimento, seguendo ogni ordine che il corpo di Sora istintivamente gli dava.
Sapeva quanto aspettare prima di andare avanti, quali segnali seguire e ogni
altro piccolo dettaglio.
Sora voleva essere delicato, ma guardare giù e vedere Riku inginocchiato
prendersi cura di lui non mancava mai di fargli dimenticare il suo intento.
Chiuse gli occhi, sentendo la bocca calda dell’altro avvolgerlo, e un gemito
soddisfatto gli uscì dalle labbra.
Sora ricordava molto chiaramente il giorno in cui era iniziata. Il modo in
cui Riku gli aveva spiegato la sua situazione, quello che voleva
raggiungere…Poteva ripetere ciascuna parola nella sua mente, una per una.
Quando ti abitui a qualcosa, è difficile dimenticartene.
Ed è ancora più difficile lasciare un bisogno insoddisfatto, quando è tutto
il tuo essere a chiedertelo.
Un’altra stretta ai capelli lo fece gemere di dolore. Continuò a rivolgergli
le sue attenzioni, accettando con gioia il delicato dolore che Sora gli dava.
Riku sapeva che era il suo modo per dimostrargli che era ancora lì, che aveva
ancora il controllo su tutto.
Spesso Sora si meravigliava di con quanta semplicità Riku riuscisse a
portarlo all’orgasmo. Ogni volta sembrava conoscere sempre meglio ogni più
piccolo punto sensibile, e nuovi modi per dargli piacere.
Sorridendo impresse più forza nelle sue carezze, per incoraggiarlo a
continuare, e chiuse gli occhi per godersi le sensazioni.
Più potere hai nelle tue mani, più hai bisogno di saperlo controllare.
E quando è quel potere a controllare te, o quanto ti spinge al limite ogni
volta, hai bisogno di qualcosa che lo trattenga.
Hai bisogno di più controllo. Qualcosa che possieda ogni fibra del tuo
essere.
Tutti i suoi muscoli andavano rilassandosi, e per un momento Sora dimenticò
tutto quello che stava succedendo. Aprì gli occhi e vide Riku leccarlo
attentamente per pulirlo, e ancora una volta il suo corpo vibrò di bisogno.
Senza pensarci due volte, approfittò del vantaggio di stare stringendo i capelli
dell’altro per trascinarlo a se e baciarlo di nuovo.
Riku sentì male quando venne tirato, ma se ne dimenticò non appena sentì le
labbra di Sora sulle sue. Lasciò all’altro il controllo del bacio senza dubitare
un attimo, dandogli pieno accesso per esplorare la sua bocca, e cercò il
supporto del letto con una mano, deliziato dal leggero e ormai famigliare dolore
che le sue mani gli davano.
Hai bisogno di qualcuno che abbia il controllo su di te, che ti prenda, che
ti faccia sentire e sapere che non è il potere a controllarti, ma quella
persona.
E che loro non lasceranno che nessun altro ti possieda, perché sei loro
proprietà.
Un semplice sguardo fu abbastanza perché Riku capisse che cosa fare. Si alzò
dalla sua posizione in ginocchio e si sdraiò sul letto, su un fianco come
sempre, e chiuse gli occhi, aspettando.
Sora sorrise leggermente. Ogni movimento, ogni azione era un modo diverso per
mostrare sottomissione. Conosceva la maggior parte di quei dettagli, ormai,
aveva avuto molto tempo per osservarli, e capire quello che l’altro voleva e
quello di cui aveva bisogno era semplice.
Riku sentì un peso aggiungersi al letto e sorrise leggermente. Poi la
pressione di mani famigliari lo fece stendere sullo stomaco e un ginocchio lo
forzò ad aprire le gambe. Sentiva il suo corpo rabbrividire nell’attesa, quando
quelle mani cominciarono ad accarezzare la sua schiena scendendo lentamente
dalle spalle, le unghie corte gli graffiavano piano la pelle.
Il dolore è parte del controllo, gli aveva detto Riku una volta, e il dolore
può essere una punizione o una ricompensa.
Può anche essere entrambe le cose. E’ per questo che la maggior parte delle
volte in cui vuoi il controllo, vuoi anche il dolore.
Si sedette sulla schiena del più alto, dandogli un leggerlo morso sul collo,
che Riku accettò sentendo un po’ di dolore. All’inizio Sora era intimidito dal
fare le cose in quel modo, ma diversi incontri più tardi ci si era abituato, ed
era arrivato al punto in cui gli veniva completamente naturale. Un altro morso,
questa volta sulla spalla destra, fu l’unico avviso che diede a Riku prima di
entrare dentro di lui con un singolo movimento.
Lui chiuse gli occhi e un gemito gli sfuggì dalle labbra. Un leggero sorriso
soddisfatto si dipinse sul suo viso quando sentì Sora cominciare a muoversi poco
dopo, senza dargli un attimo di più per abituarsi all’invasione. Quel dolore e
quei gesti erano tutto quello che voleva, il controllo che andava
insistentemente cercando.
Se hai davvero intenzione di farlo, gli aveva detto Riku, se dici che lo
farai, non potrai smettere. Devi essere pronto a dare controllo e dolore insieme
come se fossero la stessa cosa.
E soprattutto, devi capire che anche se non sembra, il dolore che darai sarà
probabilmente la cosa più importante di tutte.
I loro movimenti erano quasi brutali, gli istinti prendevano il sopravvento
sulle loro menti mentre si lasciavano trascinare nella più antica delle danze.
Era impossibile dividere un gemito dall’altro, i loro ritmi erano sincronizzati,
il respiro diventava ansimi irregolari, i suoni del loro amplesso erano gli
unici rumori nella stanza.
Un altro morso sulla spalla e due dita sulle labbra riportarono Riku alla
realtà. Obbediente accolse le intruse nella sua bocca, baciandole e
massaggiandole con la lingua, mentre il ritmo del corpo di Sora poco a poco
chiedeva sempre di più, lo costringeva a muoversi più velocemente per
continuare.
Sto dicendo questa a te e solamente a te. Nessuno oltre a noi dovrà mai
saperlo - erano state le sue parole, con la più seria delle voci.
Non voglio questo da nessun altro.
L’orgasmo di Riku giunse con un gemito soffocato, e Sora venne poco dopo,
rumorosamente.
Rimasero immobili per qualche secondo che sembrò un’eternità, mentre Sora
riempiva ancora il corpo di Riku. La stanza silenziosa era l’unica testimone di
quello che era appena successo.
Con molta attenzione il brunetto si alzò e si sdraiò accanto a Riku. Fissò il
suo amico, il suo amante, rimanendo in silenzio per un po’, prima che un sorriso
soddisfatto si affacciasse sul suo viso. Riconosceva perfettamente quell’espressione
sul volto di Riku. Riconosceva il sorriso pacifico sulle sue labbra, un sorriso
che gli era dato di vedere solo in quelle occasioni. Era per quegli istanti di
tranquillità che aveva continuato a farlo.
…Beh, forse all’inizio era per quello. Sora avrebbe mentito, dicendo che
adesso non godeva anche lui di quei momenti. Il tempo gli aveva insegnato a
ricevere piacere da quegli incontri esattamente quanto Riku.
Rise piano. Riku odiava che qualcuno lo guardasse dormire, ma si era
addormentato, adesso. Con molta attenzione posò un bacio tra i suoi capelli,
prima di alzarsi.
E’ di questo che è fatto il controllo, gli aveva spiegato. Pensi di poterlo
fare? Continuerai a vivere normalmente, dopo averlo fatto? Sei pronto a
dimenticare chi sei, a cercare tutti i desideri che si nascondono nella tua
oscurità privata…?
E contro qualsiasi previsione di Riku, Sora aveva risposto di sì.
***
Note di traduzione
Aw <3 Mi sono imbattuta in questa storia su questo archivio di fanfics
esclusivamente su Kingdom Hearts. Essendo il fandom straniero su questo gioco
molto più variegato del nostro, mi ci sono buttata a pesce <3 e sto lentamente
scovando qualche piccola perla, come per esempio la storia che avete appena
letto <3 Non so per quale ragione mi sia piaciuta tanto >_< In parte è
sicuramente per il concetto che esprime, e attorno a cui il rapporto descritto
(con pochi accenni) ruota. E’ bello come nonostante la sua posizione di
sottomissione fisica, Riku risulti comunque l’elemento dominate della coppia
(Sora infatti è un tatino <3).
Nonostante sia scritta in un ottimo inglese, la storia è una traduzione della
stessa autrice della versione originale in spagnolo. Questo ha reso molto
semplice la traduzione in italiano, e ho apportato davvero pochi e lievissimi
cambiamenti, perlopiù nella sfumatura di alcuni aggettivi. Come al solito,
invece, mi sono trattenuta dal modificare completamente frasi che non mi
suonavano X°D (ecco perché scrivere fanfics e tradurne è un conflitto
d’interessi)
Ora torno ad un’altra traduzione, dalla quale mi sono presa una pausa per
fare questa che è più breve XD Voi naturalmente vi chiederete se non sia pazza a
mettermi pure a tradurre, oltre che ad imbrattar fogli già di mio. Beh, che
dire, è una crociata personale all’istigazione di massa del fandom italiano di
KH u_u Scrivete, gente è_é!
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