FAIRY TAIL © 2006 Hiro Mashima. All Rights Reserved.
I’m Alive
Era una guerriera, non una
mercenaria. La sua lancia innalzava il canto di battaglia cambiando
volto e divorava le sue prede nei gelidi denti metallici.
Lacerava i cieli
cristallini del suo mondo volando sul magico Legion.
Lo sguardo era fiero e
penetrante come una lama acida.
I capelli scarlatti,
inebriati dalle brezze, non avevano la vanitosa femminilità:
quel mondo non lo permetteva, la sua indole non lo voleva e per i suoi
ideali non doveva.
Conosceva il rispetto e
il valore che gli umani vi attribuivano, quegli esseri subdoli.
‘La
cacciatrice di fate’, il suo titolo era forte come lei.
Le dolci parole di una
ragazzina bionda non avrebbero sciolto un animo di fuliggine come il
suo, così indomabile e fiero. Avrebbe sacrificato le guance
della giovane sospesa nel vuoto grigio pur di sentire l’odore
della paura, che inspirava a grandi boccate.
Lei era la
più forte e l’avrebbe dimostrato a tutte le fate
impaurite.
Non poteva cedere al
ricatto della sua gemella dall’armatura, non poteva perdere
contro la ragazza con i lisci capelli scarlatti, perché non
doveva essere superata da una preda.
Combatteva con ferocia
brandendo la sua Ten Commandaments, ruggiva mostrando i denti e lo
sguardo da leonessa che difendeva l’orgoglio.
Grigie nubi di cenere e
fiamme serpeggianti s’incantavano verso il cielo e
abbracciavano le due gemelle: cacciatrice e fata.
Lame argentee e placche
metalliche ardevano sotto i loro assalti e stridevano scontrandosi,
come i loro ideali.
Doveva abbatterla per
il suo orgoglio e per il suo regno.
Correvano e si
scontravano facendo risaltare la potenza che scorreva nei cuori di
entrambe.
Non era come la dolce
sorella di Earthland, lei era un’impavida guerriera di Edras.
Sconfitta e denudata di
vesti e orgoglio l’aveva cercata, l’aveva
affrontata in sussulti di rabbia e grida di furiosa vendetta e
l’aveva inseguita dopo aver rinunciato a ciò che
le rendeva simili. Un taglio netto con una lama battagliera e i capelli
scarlatti che le ricordavano la preda non urlavano più
‘Io sono una donna!’, ma sfoggiavano
l’ira rossa che fibrillava il suo cuore.
Avrebbe sacrificato i
traditori alla sua dea della vendetta, avrebbe abbattuto i nobili dalle
orecchie appuntite e avrebbe riscattato il suo onore con il sangue
della gemella.
Un nuovo scontro fece
intimidire le stelle del cielo, poiché a terra sfavillavano
due guerriere con le loro lucenti armature e le sacre armi.
Si sentiva aggressiva e
potente, ma la fata le teneva testa con bravura e agilità.
Giunse la stoccata
decisiva, dove si scontrarono gli ideali e non le armi, le quali si
frantumarono in un soffio metallico.
Non aveva
più energia magica, proprio come il suo mondo.
Sentiva ancora vita
nella sua carne e avrebbe difeso con le mani ciò che
riteneva giusto. Sfidò la sorella scarlatta con pugni
furenti e urla colme di speranze.
‘Siamo vive
anche senza energia magica!’. La dama dai capelli lunghi
l’affrontava stringendole i polsi con la forza di
un’amante.
Aprì la
mente e lasciò che quelle parole, dettate da una voce
dolcemente femminile, l’attraversassero.
Era tutto vero: loro
erano vive anche senza magia, lo sentiva.
Delle gocce le
sfiorarono le palpebre mentre precipitava con la regina delle fate.
Aveva combattuto fino a
lacerarsi le ossa per un falso ideale impostole dal re. Forse,
dopotutto, versava calde lacrime perché era stata una
mercenaria, forse perché aveva trovato la luce nella sua
avversaria o forse perché sapeva che dopo quello scontro
avrebbe iniziato a vivere solo come Elsa Nightwalker.
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Achamo & il suo inutile monologo…
Vi ringrazio per aver letto e molto di più se avete
recensito ^///^
Alla prossima!
PURA
FINZIONE SCARLATTA J.
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