Never been loved
Forbidden
La
mia prima fanfic su FMA, che sta pian piano diventando uno dei miei
anime/manga preferiti. Immagino il pairing sia un po' strano, ma ho
voluto comunque provarci... ho un debole per i rapporti senza sfondo ^^
Fate pure qualunque commento, sia una critica oppure no. Ogni consiglio
su come migliorare è ben accetto!
...
Era successo la
prima volta che lo aveva incontrato.
Non era stato per il suo aspetto esteriore, ma per quello che aveva
potuto leggergli nell'anima. I suoi occhi dorati come i suoi capelli le
avevano raccontato ogni particolare della sua triste esistenza, segnata
da più tragedie di quante ne poteva avere subite un adulto.
In quello sguardo aveva scorto anche un po' di se stessa, come se, in
fondo, tra di loro non ci fossero poi così tante differenze.
Entrambi avevano vissuto una vita ricca più di dolore che di
gioia ed erano afflitti ogni santo giorno dal peso del loro passato.
Spesso pensava a come erano stati i pochi attimi felici che aveva
vissuto e si domandava per quale motivo le fossero stati portati via da
una morte prematura e imprevista. Aveva lasciato l'uomo di cui si era
innamorata e con cui avrebbe potuto avere la vita tranquilla che aveva
sempre sognato. Nel suo futuro, da viva, vedeva matrimonio, amore e
magari tanti bambini ad allietare le sue giornate.
E invece cosa aveva ottenuto?
Morte. Disincanto. Perdita. E una rinascita come Homunculus.
Le avevano portato via ogni brandello di quel che era stata contro la
sua stessa volontà e le avevano affibbiato una vita
irrisoria
che nemmeno sentiva come sua.
A volte si trovava ad implorare la morte di portarla via come aveva
fatto tanti anni prima e di mettere fine alla sofferenza che stare al
mondo le provocava. Ma era tutto inutile.
Lei non poteva morire. Lei aveva dei poteri, era pressoché
onnipotente. Il suo corpo era l'incarnazione del peccato più
piacevole su questa Terra.
Lei era Lust, la lussuria.
In ogni suo combattimento era stata consapevole degli sguardi lascivi
che le sue prede le lanciavano, quasi inconsapevoli che sarebbe stata
la loro carnefice. Persino nel giovane Acciaio, in quello sguardo che
per lei era come un libro aperto, aveva scorto un'ombra di cedimento la
prima volta che si erano incontrati. Ricordava ancora tutto alla
perfezione: il suo respiro che si faceva di colpo più
frammentato e ansante, la volontà che sembrava svanire
rimpiazzata da quel dolce torpore che Lust conosceva bene.
Non appena aveva scorto in lui un cambiamento, aveva capito che in quel
momento avrebbe potuto fargli tutto ciò che voleva e lui non
avrebbe reagito, che il suo intento fosse stato di ucciderlo o di
irretirlo.
Ma non gli aveva fatto nulla, troppo colpita dalle rassomiglianze che
aveva compreso esistere tra di loro. Si era limitata ad intimorirlo un
po' con le parole e se ne era andata velocemente, ripromettendosi
però di cercare di scoprire qualcosa su quel ragazzo
chiamato
Edward Elric.
Ovviamente, si erano reincontrati. E Lust si era sorpresa nello
scoprire che l'Alchimista d'Acciaio iniziava ad avere su di lei lo
stesso effetto che, la prima volta, lei stessa aveva avuto su di lui.
Lentamente, incontro dopo incontro, aveva osservato Edward Elric, un
ragazzo costretto a gettarsi in un colpo alle spalle la sua spensierata
esistenza, crescere e maturare ulteriormente, fino a diventare
pressoché un adulto. Anche fisicamente era cambiato: si era
irrobustito e, cosa ancora più importante, era diventato
parecchio più alto. L'Alchimista d'Acciaio non si poteva
più chiamare 'bambino', decisamente no; a parte l'aspetto,
non
si poteva definire tale quando si osservava attentamente il suo
atteggiamento e la sicurezza che animava ogni suo gesto.
Eppure, Lust era convinta che tutto questo fosse solo una copertura,
che il vero Edward si nascondesse sotto la maschera di freddezza che si
era creato. Aveva più volte desiderato di poterlo spiare nel
privato, quando si ritirava nella sua stanza per dormire o magari
quando si recava a Resembool a farsi risitemare gli automail. Era
sicura che avrebbe mostrato un'altra faccia di sé, magari
più libera e infantile. In fin dei conti, aveva solo sedici
anni: sarebbe stato normale che gli piacesse andare dietro alle ragazze
e giocare coi videogame.
Ma la figura 'umanizzata' di Edward Elric che si era costruita svaniva
non appena pensava a quello che aveva passato nella sua breve vita. La
morte di sua madre, l'abbandono del padre, il dover affrontare una
convivenza solitaria con suo fratello minore.
Improvvisamente provava ammirazione sconfinata per quel giovane
alchimista che era riuscito con le proprie forze a guadagnarsi un
titolo che anche i più esperti faticavano ad ottenere, e
pensava che sarebbe stato davvero un grande onore farsi ammazzare da
lui.
Già... ammazzare. Perché non poteva sperare in
niente di meglio.
Nonostante sapesse da tempo che quel che provava per Edward Elric era
ben più di rispetto per l'avversario e ammirazione, aveva
riposto l'idea di riuscire a diventare un punto saliente nella sua vita
come lui lo era divenuto nella propria. Come poteva soltanto pensare
che un giorno avrebbe visto con occhi diversi lei, un Homunculus? Non
era ancora così pazza da illudersi.
Eppure, in un oscuro recesso del suo cuore, avrebbe sperato fino
all'ultimo che ciò accadesse. Perché prima di
essere un Homunculus, Lust era una donna umana che aveva dei
sogni quasi sempre irrealizzabili.
Forse, se Edward avesse perso anche soltanto un briciolo del suo
autocontrollo come la prima volta, avrebbe saputo cogliere l'occasione
per rivelargli chi era veramente per lei.
E in caso contrario, avrebbe cercato di comunicarglielo tramite lo
sguardo prima di ricevere il colpo di grazia.
*Owari*
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