Lo so. Lo so, lo so, lo so. Mi sembra
già di sentirvi "Ma non devi mandare avanti la long?".
Sì è vero. Ma questa è un'occasione
speciale. Per chi mi segue nella pagina di FB, già avevo
detto che prima o poi avrei postato questa raccolta. Ho voluto farlo
ora, per un motivo. Voglio dedicare questa prima di sette one shot ad AcidQuinn, che
domani mi partirà per tipo venti giorni, e io come faccio
senza di lei? c.c Quindi, moglie questa è tutta per te. Con
te ho visto il film, e con te ho ideato la trama di questa storia.
Quindi, è tutta tua.
Spero che vi piaccia e che mi facciate sapere la vostra opinione. Man
mano che finirò le altre, le posterò ed appena
metterò la seconda creerò la serie,
così che qualora siate interessate possiate trovarle tutte
li ;) Buona lettura.
PS: Non è betata. Se l'avessi mandata alla beta, addio
sorpresa xD in caso, se dovessero esserci orrori,
modificherò poi il testo con quello corretto.
Quaine
Week
I:
Movie AU – Hunger Games
Let the
Games Begin
Blaine
corse. Corse veloce, più veloce di quanto avesse mai corso
in vita
sua. Lo zaino che aveva miracolosamente raccolto all'inizio dei
giochi gli sbatteva dolorosamente contro la schiena. Evitò
alberi e
saltò radici, sentendo comunque i suoi inseguitori troppo
vicini. Si
voltò, cercando di individuare le loro figure dietro le sue
spalle.
Grandissimo errore. Inciampò contro un masso, rovinando a
terra come
un sacco pieno di patate. Gemette per il dolore, la gamba destra
pulsava e, toccandola, senti l'appiccicume del sangue. Si
voltò
sulla schiena, sentendo gli arbusti e piccoli rami pungerlo.
Cercò
febbrilmente il coltello che teneva legato alla cintura, mentre
vedeva due figure avvicinarsi a lui di corsa. Imprecò a voce
alta,
ormai sarebbe stato inutile cercare di nascondersi.
-Ti
abbiamo preso!- sentì dire ai suoi inseguitori, mentre
ancora
cercava di armarsi almeno per provare a difendersi. Non posso
morire. Non può finire così. Pensò,
strattonando la cintura finché questa non si ruppe.
Riuscì a
sguainare la lama giusto in tempo, conficcandola nel petto del
ragazzo del distretto due, mentre questo si era abbassato per
colpirlo a sua volta. Il pugnale dell'altro lo ferì ad una
spalla,
inviando scariche di dolore a tutto il suo corpo. Sì tolse
il corpo
dell'altro da dosso, e sfilò il coltello con forza,
tenendolo
comunque vicino a sé. Se fosse mai sopravvissuto, un'arma in
più
gli avrebbe fatto comodo. Se fosse sopravvissuto... non era finita.
C'era qualcun altro insieme al ragazzo del due. Aprì gli
occhi
velati di lacrime di dolore, guardandosi intorno per quanto potesse.
Una ragazza dai lunghi capelli castani era stesa a terra ad occhi
spalancati, una freccia conficcata nella giugulare. La ragazza del
distretto due. Blaine si guardò intorno confuso. Chi poteva
aver mai
tirato quella freccia? Alzò gli occhi al cielo, verso le
fronde più
alte degli alberi sopra di lui. E la vide. Quinn, la ragazza del
distretto otto, il suo distretto. Sedeva a cavalcioni di un ramo,
l'arco ancora stretto fra le mani. Aveva il viso sporco, come il suo
d'altronde, di terra e polvere. Un leggero taglio le deturpava la
guancia, e da dove si trovava il ragazzo notò una
rudimentale
fasciatura ad un polso. Per il resto, sembrava stare bene.
-Che aspetti...- gemette Blaine, abbandonando la testa contro la
terra dura sotto di lui. Si portò la mano destra alla
ferita,
cercando di tamponarla. -Finiscimi...- mormorò, la voce
strozzata.
Quinn rimase a guardarlo per qualche minuto, prima di incominciare a
scendere dal ramo.
-Non parlare.- gli disse, avvicinandosi una volta che fu a terra.
-Risparmia il fiato.- si inginocchiò al suo fianco,
cominciando a
trafficare con il suo zaino. -Ieri la ragazza del sei mi ha colpito
alla mano.- continuò, frugando nella borsa. Questo spiegava
la
fasciatura. -E mi è stata mandata questa.- tirò
fuori un piccolo
barattolino d'argento. Lo svitò velocemente, infilandoci poi
dentro
due dita. Poggiò il contenitore sul mio stomaco, scostandomi
la mano
dalla ferita ed allargando il lembi della maglia strappata.
-Cosa...- riuscì a sussurrare Blaine, prima di cacciare un
urlo di
dolore quando la ragazza cominciò a spalmare il liquido
denso che
aveva raccolto dal barattolo.
-Zitto idiota!- lo ammonì lei, mettendogli la mano libera
sulla
bocca. Bruciava, oh se bruciava. Sembrava come se gli avessero
attaccato una spranga di ferro rovente alla spalla. -Resisti.-
sussurrò ancora Quinn, continuando a spalmare quello che
doveva
essere un rimedio. Una volta finito si pulì la mano contro
la stoffa
sporca dei pantaloni che indossava, richiudendo il barattolo e
riponendolo subito dopo nella borsa. Blaine chiuse gli occhi,
respirando a tutti polmoni cercando di calmarsi. Pian piano il dolore
cominciò ad affievolirsi, così come il bruciore
che aveva provato
poco prima. Il moro riaprii gli occhi color nocciola, guardando prima
Quinn, poi la ferita. Non sanguinava più.
-Wow...- mormorò sorpreso, cercando di tirarsi a sedere. La
bionda
lo aiutò nel movimento, avvolgendogli le spalle con un
braccio. Lo
aiutò anche a mettersi in piedi, controllando che potesse
stare in
piedi da solo. Blaine si portò una mano alla ferita. Stava
guarendo
già, ma faceva comunque male.
-Vieni, ho trovato un posto buono per stare al sicuro...-
sussurrò
Quinn, porgendogli la mano destra. Blaine la guardò un
attimo, prima
di afferrarla con la sua sinistra, quella della spalla ferita. La
ragazza lo guidò fra gli alberi, mentre gli zaini battevano
mollemente sulle schiene stanche di entrambi. Blaine si dovette
fermare un paio di volte, e rilassare i muscoli delle braccia. -Manca
poco.- lo rassicurò lei, quando camminavano da quelle che
sembravano
ore. Ma il sole non era calato completamente, probabilmente
camminavano da qualche minuto.
-Quanti... in quanti siamo rimasti?- chiese Blaine, per rompere il
silenzio. Quinn si voltò per guardarlo un attimo, prima di
riprendere a camminare.
-In cinque. I due dell'uno, noi e il ragazzo dell'undici. Da quanto
ho capito, il ragazzo dell'uno ha ucciso i due asiatici, la ragazza
del quattro, e il ragazzo del sei. E io che credevo che fossero dello
stesso distretto.- cominciò ad elencare lei. -Il... il
ragazzo
dell'uno ha preso di sorpresa la ragazza dell'undici mentre era da
sola...- Blaine si ricordava la ragazza dell'undici. Aveva lunghi
capelli neri, lucidi, li teneva sempre sciolti, anche mentre si
allenavano. - Il ragazzo del tre, la ragazza del dodici e il ragazzo
del nove... Ma questo già lo sai no?- chiese, e lui annuii,
abbassando lo sguardo. Il ragazzo del nove, Kurt, era morto davanti
ai suoi occhi. Se ne era rimasto nascosto dietro un masso mentre
succedeva, spaventato per sé stesso. Avevano deciso di
dividere
l'accampamento, lui, Kurt, Mercedes, la ragazza del dodici, e Finn,
il ragazzo del tre. La seconda sera, Blaine si era avventurato da
solo per cercare un po' d'acqua, Mercedes e Finn dormivano. Kurt lo
aveva rassicurato, dicendogli che si sarebbe saputo difendere. Era
tornato poco dopo, in tempo per vedere il ragazzo dell'uno aggredire
Kurt, uccidendolo senza pensarci un secondo di più. Non
sapeva
nemmeno con quale forza sconosciuta, Blaine si era nascosto dietro un
masso, stringendo al petto il coltello che aveva recuperato
all'inizio dei giochi. Li aveva sentiti andare via poco dopo, ridendo
come matti. Non si era voltato a vedere la strage che avevano
lasciato dietro le loro spalle, aveva corso dalla parte opposta.
Corso finché le gambe lo avevano retto. Quella notte si era
rintanato su un albero, a cavalcioni di un ramo abbastanza forte.
Puntuali come orologi, appena il sole calò le foto dei
caduti di
quel giorno apparirono nel cielo. Prima Finn, poi Kurt... e fu allora
che Blaine versò le sue lacrime silenziose, sperando che
nessuno lo
sentisse singhiozzare.
*
Blaine
si passò una mano fra i capelli sudati, mirando il centro
del
bersaglio con l'arco. Mancò del tutto il centro.
-Sbagli
a prendere la mira.- disse una voce sottile dietro di lui. Il moro si
voltò, notando la figura alle sue spalle. Un ragazzo castano
gli
sorrideva, le mani congiunte dietro la schiena. Blaine
riuscì a
scorgere il numero appuntato sulla sua maglia. Nove.
-Ah
sì?- chiesi, ricambiando il sorriso. -Sono negato...-
-Io
sono Kurt.- disse, avvicinandosi di nuovo. Si posizionò alle
sue
spalle, prendendo le mani del moro nelle sue, mettendole in
posizione.
-Blaine...-
rispose l'altro, prendendo la mira, aiutato dell'altro. -Il mio
nome... è Blaine. Non negato.- disse, mentre la freccia
veniva
scoccata e si conficcava nel centro del bersaglio.
-Piacere
di conoscerti Blaine non negato.-
*
-Blaine?- Quinn lo riportò alla realtà,
strattonandogli leggermente
la mano. Lui si riscosse, riprendendo a camminare con fatica dietro
di lei. -Mi dispiace.- gli disse, continuando a camminare. -Per il
ragazzo del nove. Avevate fatto amicizia, nonostante non fosse
permesso.- Blaine annuii semplicemente, senza sapere cosa
risponderle. La ragazza rimase in silenzio, mordicchiandosi nervosa
un labbro mentre raggiungevano il “posto sicuro”.
Era una grotta,
nascosta un po' dalla vegetazione alta che cresceva incontrollata.
Quinn lo aiutò ad entrare, visto che anche la gamba aveva
cominciato
a risentire dello sforzo di quella lunga camminata. Blaine si
sdraiò
a terra, toccandosi poi la fronte poco dopo. Una goccia d'acqua era
caduta dal soffitto roccioso, segno dell'umidità del luogo.
Si
spostò di qualche metro, mentre la sua compagna di avventure
gli si
sedeva di fianco.
-Perché non mi hai ucciso prima?- gli chiese il moro a
bruciapelo.
-Potevi benissimo farmi fuori e avere una possibilità in
più per
vincere.-
-Hai sentito il messaggio di ieri?- gli chiese subito lei, abbassando
lo sguardo sul terreno dove si era accomodata. Blaine negò
con la
testa. Il giorno prima era stato troppo impegnato a nascondersi dagli
altri e a compiangere se stesso come un idiota. -Se... se due ragazzi
dello stesso distretto sopravvivono ed arrivano alla fine insieme..
vincono entrambi.-gli spiegò, guardandolo di nuovo in viso.
Il
ragazzo inspirò dal naso, annuendo.
-Ora capisco. Mi hai aiutato solo per vincere.-
-Io voglio tornare a casa Blaine.- Quinn si sporse in avanti, posando
una mano sulla gamba dell'altro. -Voglio tornare a casa da mia madre
e da mia sorella. Voglio tornare a casa da Beth.- a sentire quel
nome, Blaine capì che l'avrebbe aiutata a tornare a casa.
Quando
Quinn Fabray era rimasta incinta, tutto il distretto otto aveva il
suo nome sulla bocca. Si ricordava bene le occhiate che le lanciavano
quando il pancione aveva cominciato a crescere, e si ricordava quelle
che lanciavano alla piccola Beth.
-Lo sai che è un colpo basso usare tua figlia per
convincermi vero?-
Quinn sorrise debolmente, annuendo.
-In caso di bisogno si provano tutte...- Blaine ricambiò il
sorriso, sporgendo un braccio verso di lei, permettendole di
sdraiarsi sul suo petto, stando attenta a non premere sulla ferita.
Nel momento in cui i due ragazzi chiusero gli occhi, il cielo si
inscurì, dando iniziò alla notte.
***
-Blaine! Blaine alzati!- Quinn scuoteva il corpo ancora addormentato
con entrambe le mani, cercando di farlo tornare cosciente. Il ragazzo
sbatté le palpebre ripetutamente, cercando di far abituare
gli occhi
alla luce improvvisa del giorno.
-Che succede?- chiese con voce impastata dal sonno, mentre l'altra lo
tira su in piedi quasi di peso.
-Colpo di cannone. E hanno fatto un annuncio. Dobbiamo muoverci ad
andare allo spiazzo dove ci hanno portato la prima volta, ti
ricordi?- disse, prendendo in spalla il suo zaino. Blaine
annuì, e
cominciò ad affrettarsi a sua volta, rendendosi conto a
malapena
l'assenza di dolore alla spalla ferita. Seguì Quinn fuori
dal loro
riparo, correndo dietro di lei verso la piazza. Si nascosero dietro
un cumulo di cespugli,accucciati a terra.
-Possibile che gli altri due non siano arrivati...-
-Probabilmente si sono nascosti per tenerci una trappola...- la frase
di Quinn venne interrotta da una metallica voce fuori campo.
“Benvenuti tributi. Siete rimasti solamente in
quattro ormai.
Questa, per voi, potrebbe essere l'ultima sfida prima della
gloria.”
I cespugli dietro i quali Quinn e Blaine si erano accucciati
scomparvero, così come gli alberi che erano serviti da
nascondiglio
ai ragazzi del distretto uno. “Buon divertimento.”
I
ragazzi del distretto uno, Matt e Juliet scoprirono dopo, si
guardarono in viso seri. Si guardavano con tanta intensità
che
Blaine pensò potessero comunicare telepaticamente. Entrambi
i
ragazzi afferrarono le loro armi, facendo qualche passo avanti. Quinn
strinse la presa sull'arco, facendo scricchiolare il legno di cui
era composto. Blaine, invece, afferrò il pugnale con dita
tremanti,
sentendo l'impugnatura scivolare contro la pelle sudata del palmo.
Come se una sirena suonasse all'unisono nelle loro teste, si
avventarono l'uno contro l'altro. Quinn caricò l'arco in
tutta
fretta, mancando il bersaglio di qualche centimetro. La ragazza
dell'uno si abbassò, lanciandole contro il pugnale. Blaine
si
abbassò a sua volta per evitare il colpo del ragazzo che si
stava avventando su di lui, puntando il coltello che aveva recuperato
poco
prima di scgliarlo verso la ragazza dell'uno, che si
accasciò con un
gemito strozzato. Il suo compagno spalancò gli occhi,
gridando il
suo nome. Quinn ne approfittò per incoccare una freccia,
tirandola
contro il ragazzo che, a ripensarci, non fece poi molto ne per
difendersi ne per scappare. Blaine gemette, tirandosi su a fatica. La
ferita sulla sua spalla si era riaperta, e la maglietta si stava pian
piano macchiando di nuovo di rosso. Quinn gli si avvicinò di
corsa,
facendolo appoggiare a sé. “Complimenti
tributi” disse
nuovamente, la voce metallica. “Le regole dei giochi
sono
cambiate, di nuovo. Solo uno di voi potrà essere il
vincitore dei
settantaquattresimi Hunger Games. Buon divertimento.”
Blaine e
Quinn si guardarono in viso seri, poi il ragazzo aprì le
braccia.
-Fallo. Uccidimi.- mormorò con voce affannata, il petto che
si
alzava e abbassava velocemente.
-Io non voglio ucciderti.- disse lei, lasciando cadere l'arco a
terra.
-Ma tu devi tornare da Beth.- Blaine riprese il coltello. -O lo fai
tu, o lo faccio io per te.- il ragazzo si puntò il coltello
al
petto, guardando la ragazza in viso. Lei gli afferrò il
polso,
facendogli cadere l'arma a terra.
-Ho un'idea.- sussurrò lei, togliendosi lo zaino e
cominciando a
frugarci dentro. Ne tirò fuori delle bacche molto simili a
more,
dello stesso colore e dall'aspetto invitante. -Queste sono bacche
velenose... la ragazza del nove è morta mangiandole. Io ne
ho
raccolte un po', pensando potessero servirmi.- spiegò,
prendendo la
mano di Blaine nella sua, versandoci dentro la metà delle
bacche.
-Insieme...- mormorò poi, e lui annuì. Entrambi
presero una bacca,
e di comune accordo la portarono alle labbra dell'altro. Blaine
sentì
la consistenza liscia della buccia di quel frutto letale contro le
labbra e le schiuse un poco, toccandola con la punta della lingua.
Socchiuse gli occhi vedendo Quinn fare lo stesso, e aprì un
poco di
più la bocca, aspettando che la bacca gli fosse posata sulla
lingua.
Quando entrambi lasciarono entrare i frutti nelle rispettive bocche,
la voce metallica parlò ancora, e una leggera musica
riempì l'aria
circostante.
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