Edward

di Fabiana95
(/viewuser.php?uid=221033)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Aveva solo 15 anni quando Edward decise di scappare di casa. Viveva in una bella casa con genitori fantastici,sempre presenti,ottimi amici che erano sempre molto carini e gentili con lui ed aveva un buon livello di studi,ma Edward era stanco. Stanco della perfezione della sua vita. Non conosceva l'amore,non conosceva il rischio,il coraggio,la sofferenza,il dolore. Si sentiva come un robot. Viveva senza assaporare la vita.
Era il 19 settembre del 1992 quando Edward uscì di casa per non rientrarvi mai più.
Edward ora ha 23 anni e non è più lo stesso di prima. Cammina per strada con i pantaloni bucati,senza scarpe e una barba lunga chilometri. Sul volto ha i segni della gioia,del dolore,dell'amore.
Oggi si trova al n 31 di margarette street ,in un paesino sperduto nel nulla. Domani chissà.
Era partito portando con sé tanti bei sogni e ora vaga solo con uno stomaco vuoto e con mille dolori,molti dei quali ne porta i segni sul volto.
Edward rovistando nella spazzatura trova un grande scatolone d'imballaggi . " per questa sera sono sistemato." Pensa fra sé. Edward vaga di città in città,senza soldi senza vestiti puliti, con sé ha solo qualche spicciolo ricavato dalla lemosina del giorno prima.
Stringe fra le mani una foto. Il suo unico tesoro. Chiude gli occhi ed ecco che immagina di essere a casa,dalla sua famiglia. Ricorda quei lunghi pomeriggi passati a guardare il mondo attraverso il vetro della finestra della sua camera.Ricorda quella strana sensazione di vuoto che provava ogni giorno . Ricorda l'euforia dei primi giorni di libertà,quando ancora pieno di speranze girava per il mondo.
E ora cos'è rimasto? Una misera foto mal ridotta. Un cuore infranto. Un ragazzo deluso.
Edward ride,ride di se stesso. Forse è diventato pazzo,forse è la solitudine. Lui continua a ridere incurante delle lacrime che gli bagnano il viso. Stringe la foto forte forte contro il suo petto. Accarezza dolcemente i visi ritratti in quel  piccolo pezzo di carta e lì accovacciato a terra chiude gli occhi per l'ultima volta.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1205453