Mi piacerebbe tornare a fare le cose che ho sempre fatto. E mentre passeggio per casa mia, mi rendo conto che non è più possibile. Piangerei, se avessi lacrime.
Ma ahimé, credo che qualcuno lassù abbia avuto la brillante idea di privarmene. Forse come misura precauzionale.
In ogni caso, sarebbe tutto più facile se fossi da sola. Spero troppo, evidentemente: ecco mia figlia. Che ci fai sveglia a quest'ora della notte, piccola?
Non mi sente. La cosa non mi sorprende: a mozzarmi il fiato, però, sono i suoi occhi rossi. Il che mi fa capire una cosa.
Piange ancora.
Magari di notte, quando nessuno può vederla.
Vorrei confortarla, ma la mia carezza fende il suo volto come fenderebbe il fumo.
Non è giusto, sapete.
Anche un fantasma può provare compassione.
Tuttavia i suoi guizzano veloci da una parte all'altra della stanza, percependo una presenza. La mia?
Forse sì, forse no.
- Piccola mia. - sussurro, nel silenzio della notte. Non può udire la mia voce, tuttavia a volte...
Qualcosa riesce a passare oltre il velo, sapete.
La bambina si gira e i suoi occhi...
Il suo sguardo...
Mi trapassa in pieno, come chi guarda il cielo cercando l'orizzonte.
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