Non ti ho mai detto

di ginevra92
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“Ciao ragazzi a presto.” Abbracciandoli, saluto così i miei amici, tutti un po’ goffi strani rozzi e come meglio si possono definire e le mie amiche, alcune piccoline alcune alte, altre magre, in carne con capelli tinti e molto lunghi come i miei biondi rossi neri e addirittura blu. Tutti pieni di piercing tatuaggi vestite in modo disordinato cupo troppo truccate e mi rispondo tutti in modo già malinconico: “non andartene, ci mancherai, pensaci bene sei ancora in tempo ecc..” tutti quasi con le lacrime agli occhi, vorrei piangere anch’io ma sinceramente non mi va, non lo so fare, sono troppo dura. Entro in macchina e già sento Ugo, il mio patrigno, lamentarsi perché ci ho messo troppo tempo e Carmela, la mia matrigna, che tenta di calmarlo. Dopo 5 minuti finalmente partiamo apro il finestrino e mi accendo una sigaretta. Ora che ci penso mi sembra di fumare da una vita anche se sono solamente 3 anni, ricordo ancora la mia prima sigaretta avevo appena compiuto 13 anni e da allora non ho più smesso. Ricordo tutte le pazzie che ho fatto in questo paese negli ultimi tre anni: i dolori dei piercing, e anche gli stazzi del tatuaggio che ho dietro la schiena, il mio taglio sfoltito ma molto lungo con solo alcune ciocche di colori sempre troppo forti ma ho sempre lasciato il mio biondo naturale per mantenere il ricordo di mia madre che non ho mai conosciuto e non ho mai usato lenti a contatto per modificare il colore dei miei occhi azzurro-verdi per ricordare mio padre anche lui mai conosciuto. Ho sempre con me la loro foto e penso spesso a come sarei oggi se loro non fossero morti in quello stupido e dannato incidente, non sarei mai stata trascurata e non sarei diventata così... così masochista, così stupida, egoista, impertinente, maligna ecc E ora mi ritrovo a pensare al motivo per cui mi trasferisco, fino a due mesi fa non sapevo di avere degli zii a Roma, una sorella di mia madre che non sapeva nemmeno della mia esistenza gli ho contattati e mi hanno chiesto di andare a vivere nella loro villa per stringere i nostri rapporti famigliari. All’inizio dissi no, ma due settimane fa in seguito a una delusione accettai la proposta. Mi addormento un po’, il viaggio è ancora lungo.




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