Di spintoni, figuracce, pianti e orribili vendette. di Beatriz Aldaya (/viewuser.php?uid=98143)
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DI
SPINTONI, FIGURACCE, PIANTI E ORRIBILI VENDETTE.
1.
Solo una spintarella fra le scapole, poi il molo gli mancò
sotto i piedi: prima che Neville realizzasse l'accaduto, l'acqua salata
del mare gli riempì la bocca, cancellando il sapore del
gelato alla fragola e provocandogli un conato di vomito.
Sentiva il freddo inchiodargli crudelmente il cervello, gli occhi
bruciare; si agitò per tornare in superficie e vide zio
Algie sorridergli, urlando qualcosa che somigliava a 'magia'
e
'salvati'.
Cercò di gridare, ma tutto si risolse in una sbuffata di
bolle e una sorsata d'acqua gelida.
Prima di svenire, rimpianse il gelato e il non poter essere una persona
migliore.
2.
Neville pianse disperatamente, rifletté sull'ipotesi di fare
le valigie e scappare da Hogwarts, frenò i singhiozzi
pensando che la mattina dopo i suoi occhi sarebbero sembrati quelli di
Oscar, decise che non gliene importava niente e scoppiò in
lacrime ancor più violentemente, cercando di soffocarsi nel
cuscino.
Neville fece tanti castelli in aria, immaginò tanti 'e
se...', in quella notte di rimpianto.
Ma, nonostante le sue preghiere, la mattina dopo il sole sorse e il
castello era ancora in piedi, mentre tutti i Grifondoro si fermavano,
inorriditi, davanti le clessidre segnapunti.
Da quel giorno, nessuno gli rivolse più la parola.
3.
Quando un barbagianni infreddolito planò sul tavolo
arruffando le penne, Neville notò, ben stretta fra i suoi
artigli, una minacciosa lettera scarlatta.
Allarmato infilò in tasca la busta e, ingoiando sconsolato
l'ultima cucchiaiata di porridge, scappò dalla Sala.
Uscì nel prato preoccupato, allontanandosi da occhi
indiscreti, ma presto se ne pentì: la lettera tremante
esplose schioccando nella tasca e schizzò fuori arrabbiata,
cercando di azzannargli il naso.
Alla fine, la violenta Strillettera lo inseguì per i
corridoi tutto il giorno, sbraitando il messaggio all'infinito.
Sciorinava il proprio testo rauca, con un'aggiunta beffarda alla fine:
'...e la prossima volta, aprimi subito!'
4.
Neville camminava rasente al muro, la faccia pallida e le ginocchia
tremanti.
Con lo sguardo d'un uccellino in trappola entrò nel
sotterraneo facendosi piccolo piccolo, sperando ardentemente di
dissolversi nel nulla: come per miracolo riuscì a
raggiungere uno dei banconi inosservato e, sedutosi, affondò
il naso nel libro di Pozioni, tirando un momentaneo sospiro di sollievo.
Improvvisamente, un'ombra nerissima oscurò la pagina.
« Paciock, oggi prepariamo veleni. Come sta tua
nonna?
»
Neville borbottò qualcosa, sentendosi morire: la storia del
Molliccio era arrivata alle orecchie di Piton, e il ragazzo rimpianse
il momento in cui l'oscura creatura non l'aveva divorato.
5.
Neville osservava amorevolmente il piccolo cactus a un soffio dal suo
naso, nella vana speranza di muoverlo a compassione. Sospirando,
agitò la bacchetta senza convinzione e sussurrò
la parola magica, colto da un orribile dubbio di pronuncia proprio a
metà dell'incantesimo.
Improvvisamente, provò una fitta lancinante alle orecchie:
si raggomitolò a terra urlando, ma il dolore... rimase
su.
Stranito, sbirciò il cactus un po' floscio, sul quale erano
spuntate due orecchie che assomigliavano terribilmente alle sue.
Quando la McGranitt lo portò, sbraitando, in infermeria, lui
non poté sentire nemmeno un suo rimprovero, eppure non
rimpianse per niente la grave perdita.
_______
Ed ecco qua una carrellata di situazioni in cui Neville Paciock ha
provato rimpianto, desiderato di essere diverso, non sentendosi
accettato o semplicemente troppo... imbranato.
Ogni drabble tratta un periodo diverso della sua vita: la prima
è ambientata durante l'infanzia, quando lo zio lo metteva in
pericoli mortali per veder manifestarsi qualche segno di magia in lui;
la seconda al primo anno ad Hogwarts, quando, per aver fatto perdere
troppi punti alla propria casa, nessuno gli rivolge più la
parola; la terza drabble è scaturita da un consiglio che
dà a Ron al secondo anno, quando l'amico riceve una
strillettera e Neville ricorda un episodio passato, che decide di non
raccontare; la quarta invece riflette il terrore puro che prova per
Piton, che raggiunge picchi massimi dopo la prima lezione col professor
Lupin; la quinta, infine, racconta le difficoltà provate con
gli incantesimi.
In definitiva, tutte ambientate prima dell'exploit del quinto anno,
durante il quale si lascia indietro il bambino e fa vedere, finalmente,
di che pasta è fatto.
Le drabble, teoricamente, sono tutte incatenate dal prompt 'rimpianto'.
...Un commentino se vi è piaciuta? O per dirmi di andare a
zappare i campi?
Bea
:3
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