E' lei mia madre?
E' lei mai madre
Quando
Luna vide la voglia a forma di cavallino imbizzarrito pensò ad un caso.
Il fatto che fosse nello stesso punto che nel suo corpo, l'avambraccio
sinistro, era solo un caso ulteriore. Almeno
lo pensò fino a che non ne parlò con il padre. Erano a Hogsmeade. Si
erano incontrati durante l'uscita del sabato dal castello. Luna era al
terzo anno ed era una delle prime volte che usciva. A Hogsmeade c'era
più vita che mai. Quello era l'anno de Torneo Tremaghi e c'erano
persone provenienti dai due paesi partecipanti, Francia e Germania. Lo vide
nervosissimo, non era tranquillo come al solito. "Papà
perché la professoressa Cooman ha una voglia come la mia? E'
forse una lontana parente?" chiese Luna con voce dolce ma ferma. "Sì,
è una parente..., molto stretta." disse padre. La voce di Xeno Lovegood
non era molto ferma. Doveva dire alla figlia una cosa che le aveva
nascosto per tanto tempo, ed era difficile. "Non ne ero informata.
Mi avrà preso per maleducata. Però è strano che anche lei non me ne
abbia fatto parola." disse la ragazza incredula. "E' una decisione presa insieme. Tu cosa ricordi di tua madre, Luna?" chiese all'improvviso Xeno. "Papà,
mi sto quasi preoccupando. E' morta che avevo nove anni, la ricordo
benissimo. Lo so che è stato molto difficile per
te allevarmi da solo. Poi allo stesso tempo dovevi gestire il giornale,
gli alzapicchi che ci rovinavano il giardino e tutto il resto, ma credo
che un periodo di riposo non ti farebbe male." disse Luna, seria. Ormai
era adulta, aveva quasi 14 anni e per la maggior parte dell'anno era ad
Hogwarts, non avrebbe fatto male al padre prendersi una vacanza da 'Il
Cavillo' per qualche settimana e stare a riposo. "Piccola,
la verità, che è ora che tu sappia che Euphralia, mia moglie, non era
tua madre." Il signor Loovegood vide gli occhi della figlia allargarsi
per lo stupore e per la tristezza, e cercò di recuperare "Ma ti amava
come se lo fosse. Anzi di più. Purtroppo a causa di incidente di
pozioni, non era mai stata una brava strega, non poteva avere figli . Quando ci
siamo conosciuti io ero appena stato lasciato da quella che pensavo che
sarebbe stata mia moglie. Ma lei non se la sentiva. Diceva che leggeva
nelle stelle che non era suo destino diventare moglie e madre. Perciò
alla mia proposta di matrimonio mi aveva abbandonato. Euphralia era
la dolcezza fatta persona, anche se un po' sbadata. Era peggio di quel
tipo che prendono sempre in giro a scuola, Paciock credo che si chiami.
Mi innamorai di lei come pensavo non avrei più amato. Anche lei però
non voleva sposarmi. Non potendo avere figli non voleva condannarmi
alla solitudine eterna. Ma io alla fine la convinsi che non era
importante un figlio se ci si amava. Perciò ci
sposammo." Lovegood prese un lungo respiro, ora arrivava il momento
importante. "Tu arrivasti un giorno, dopo pochi mesi di matrimonio.
Quando vidi Sibilla, che come credo avrai intuito è tua madre, entrare
in casa con quel fagotto biondo capii subito che eri mia figlia, e
temevo che Fraly si ingelosisse. In effetti all'inizio la guardava
malissimo. Ma non per molto. Senza giri di parole ci disse che non se
la sentiva di tenerti e ci chiedeva se ti potevamo allevare noi. Fraly
accettò senza remore, e alla fine anche io mi convinsi che era la cosa
migliore, visto che Sibilla era intenzionata a metterti in un
orfanotrofio, in caso di nostro rifiuto. E ti abbiamo allevato con
quanto amore potevamo. E credo che tua madre Fraly non avrebbe potuto
amarti di più, se fossi stata sangue del suo sangue." Alla conclusione
Luna stava piangendo come una fontana. Il fatto di essere stata amata
nonostante tutto da Eupralia le metteva addosso una miriade di
sensazione. Andavano dalla gioia, per l'amore che le aveva dato,
alla tristezza più nera, data la sua prematura scompasa. Poi c'era
una sensazione nuova che non ricordava di aver mai provato prima.
Rabbia. Aveva avuto tutto dalla vita, ma sapere di aver incontrato la
vera madre e che questa non avesse mai, per istinto o per qualsiasi
altro motivo, cercato di avvicinarla, le sembrava inspiegabile. Sarebbe
certo stata la madre peggiore di tutti i tempi se l'avesse tenuta con
se, ma non cercare alcun contatto con lei era incredibile. "Quindi Sibilla Cooman è mia madre. Ha cercato contatti con voi?" chiese al padre appena si fu calmata. "Pochi,
non voleva illuderti. Sapeva che prima o poi vi sareste incontrate a
faccia a faccia, visto che insegna ad Hogwarts. Voleva che tu avessi
una famiglia equilibrata. E noi da bravi egoisti siamo stati ben lieti
di averti tutta per noi." concluse il padre. "Si arrabbierà se le parlo?" chiese Luna, già più tranquilla. "No, non credo. Vuoi che le mandi un gufo per avvertirla?" le propose Xeno. "Si,
forse è meglio. Vorrei che qualcuno mi accompagnasse, ma non ho
molte amiche a scuola. Tutti mi trovano strana. Potrei chiedere a Harry
Potter, lui è sempre molto gentile con me. O a Neville, quel Paciock di
cui parlavi prima. Tu non ci crederai, ma credo che abbia una
cottarella per me." Vide lo sguardo assassino del padre "Non sarai mica
geloso, non è nel tuo stile." Xeno Lovegood sorrise infine. La sua Piccola stava crescendo. Sperava che non facesse confusione al ritorno a scuola.
Note dell'Autore: Allora,
quest'idea folle mi è venuta mentre stavo imbustando il pangrattato
nell'ipermercato dove lavoro. Vi chiederete cosa c'entra con la storia.
Nulla, se non far vedere che l'ispirazione non si spegne mai e arriva
nelle situazioni più strane. Mi sono chiesta se non ci fossero somiglianze fra Luna e la Cooman in fatto di stranezze ed è uscita questa. Ne dovrebbe uscire una minilong. Per
quanto riguarda il nome della moglie di Xeno, visto che nessuno lo sa,
me lo sono inventato. E' il collirio che compro per mio figlio. Non so se altri hanno avuto idee folli come questa, di certo è originale. Non so quando scriverò il seguito, di sicuro penserò a un incontro con la madre. Vi saluto.
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