01
Sei Il Mio Nemico
Capitolo
1
Nuove vite
La
silenziosa campagna londinese fu guastata all'improvviso dal suono acuto e
intenso di una sirena, che richiamava all'ordine gli Auror dell'Ordine della
Fenice. Nella base di addestramento, nascosta tra la brughiera, l'agitazione
prese il sopravvento. Decine di Auror, intenti in quel momento, chi ad
allenarsi, chi a fare una pausa, si precipitarono non appena sentirono il
fischio della sirena, verso il cortile esterno della base, dove li attendeva il
loro Comandante per istruirli e guidarli nelle loro operazioni.
"Muovetevi!"
li esortava l'uomo autoritario, ma dall'aspetto bonario. "I Mangiamorte non
aspettano che voi vi facciate belli! Se non ci sbrighiamo combineranno una
strage!"
Tre
Auror, che si trovavano nella saletta relax dell'edificio, intenti a sorseggiare
una tazza di caffè bollente, scattarono in piedi non appena avvertirono il
rumore della sirena, ma si attardarono rispetto agli altri che avevano già
raggiunto il cortile. "Dove
accidenti è Ginny?" chiese l'Auror più alto, indossando un cappuccio
sulla tuta grigia scura, che gli celò la capigliatura rossa come il fuoco. "Non
lo so... mi pare che dovesse fare un sopralluogo a Trafalgar Square... ma era
una faccenda di lavoro top-secret!" spiegò l'unica ragazza del trio,
mentre anche lei nascondeva una folta capigliatura castana sotto un cappuccio
grigio. "Allora,
non disturbiamola... forza, ragazzi, andiamo prima che il comandante ci urli
contro!" concluse il terzo, correndo verso il corridoio che conduceva al
cortile. "Aspettaci
Harry!!!" Arrivarono
che il Comandante già aveva iniziato a spiegare ai suoi sottoposti la
situazione, piuttosto frettolosamente.
"Ascoltatemi
bene, tutti! Stanno attaccando un centro Babbano, si tratta di Trafalgar Square!
Ora, state attenti, perché hanno preso in ostaggio diversi Babbani, e
potrebbero ucciderli da un momento all'altro! Siate prudenti, ragazzi, e mi
raccomando, fate un buon lavoro!!" concluse, mentre veniva accompagnato dai
consensi urlati degli Auror, che sparirono all'istante Smaterializzati.
"Accidenti!"
imprecò l'Auror dai capelli rossi, mentre spariva assieme ai suoi compagni.
*
* *
L'Auror
Ginny Weasley passeggiava con calma tra la folla che imperversava nella grande
piazza di Londra. Era stata mandata in ricognizione, per quel caso che le era
stato affidato e fu una fortuna che si trovasse lì, proprio quando un gruppo
piuttosto folto di Mangiamorte, aveva attaccato il posto.
Immediatamente
aveva dato l'allarme con la sua bacchetta e aveva indossato il cappuccio sopra
la divisa per non farsi riconoscere. Quella era stata un'idea di Hermione.
Indossare anch'essi dei cappucci come i Mangiamorte, per confonderli e per
evitare che gli attacchi di quegli assassini si concentrassero spesso e
volentieri su Harry Potter, che militava tra le file dell'Ordine assieme a loro.
Il loro comandante si era rivelato molto interessato all'idea, tanto che negli
ultimi attacchi avevano adottato quella tecnica con ottimi risultati. Pensò
bene di attendere i suoi compagni, dato il numero dei nemici, e di nascondersi
assieme ad un gruppo di Babbani che si trovava vicino a lei. Ma
qualcosa andò storto. Aveva appena raggiunto la folla di persone nascosta
dietro il separé di una pasticceria della piazza che nascondeva i tavolini
posti fuori, che un grande boato nelle sue orecchie e una luce intensa, unite ad
una folata di vento incandescente la catapultarono all'indietro, provocandole
una rovinosa caduta per terra. Un'esplosione. Nonostante
fosse dolorante si alzò in piedi con molta fatica e cercò di mettere a fuoco
l'immagine che aveva davanti a sé. Le fiamme lambivano quella che fino ad un
minuto prima era stata una delle più famose pasticcerie di Londra e bruciavano
tutto quello che avevano trovato sul loro cammino. Con
orrore vide i corpi bruciati di alcune vittime e quelle che ancora correvano
terrorizzate, mentre il fuoco le uccideva. Corse immediatamente in loro aiuto, e
solo in quel momento si accorse che finalmente i suoi compagni l'avevano
raggiunta e non avevano perso tempo a darle una mano. Scagliò
un incantesimo alle fiamme cercando di fermarle, ma queste dovevano essere state
incantate con una magia, perciò fu impossibile impedire che l'edificio
soccombesse sotto il potere del fuoco. Per fortuna, però, i Babbani colpiti
furono portati in salvo, prima che finissero bruciati. E
quando i Mangiamorte notarono l'arrivo degli Auror, si scatenò l'inferno. Come
sempre. Ginny
si impegnò a soccorrere le vittime, ma poco dopo, dovette rendersi conto che
diversi nemici l'avevano accerchiata, pronti a colpirla. "Dove
pensi di andare?" sentì una voce sarcastica da sotto il cappuccio. "Al
tuo funerale!" ribatté schietta lei, impugnando saldamente la bacchetta e
preparandosi a combattere. Nello
stesso istante in cui i tre Mangiamorte attaccarono, lei corse verso uno di loro
e con una semplice mossa di autodifesa, fermò il braccio che impugnava la
bacchetta di quello dietro la spalla, e usò il suo corpo come scudo. Liberatosi
del primo, lanciò in pochi secondi uno Schiantesimo e una Pastoia Total-body,
fermando così gli altri due, che rimasero spiazzati da tanta velocità. Ginny,
infatti, data la sua magrezza e la sua statura non molto alta si muoveva con
rapidità e precisione, quasi fosse una gazzella. Non
appena ebbe sconfitto i suoi tre nemici, si fece largo a suon di Schiantesimi
per raggiungere il punto in cui due Babbani chiedevano disperatamente aiuto,
circondati da una decina di Mangiamorte, pronti a divertirsi con loro. "Maledetti
bastardi, me la pagherete!" sibilò furiosa, notando che le vittime erano
una madre con il suo bambino. "Che
vogliono fare quei cani!" ruggì una voce familiare al suo fianco. Ginny si
distrasse un attimo e si voltò verso l'Auror che l'accompagnava e nonostante
avesse anch'egli il cappuccio grigio, lo riconobbe immediatamente. "Harry!"
esclamò più sollevata. Il
ragazzo puntò lo sguardo verso di lei, e Ginny poté notate i suoi occhi verdi
dai buchi del cappuccio. "Ginny,
sei tu? Meno male, stai bene..." sospirò per un secondo. "Avanti,
diamo una lezione a quegli animali!" la esortò poi, caricando contro il
gruppo nemico e distogliendo così la loro attenzione dai due Babbani verso di
loro. Ingaggiarono
un duro combattimento, aiutati poi da altri tre colleghi che li avevano notati
in difficoltà. I Mangiamorte sembravano molto più forti della volta
precedente, e non fu facile batterli tutti. Ginny
schivò più volte solo per un pelo le numerose maledizioni che scagliarono
contro di loro, ma alla fine riuscì a prendere il bambino prima che un
Mangiamorte gli sferrasse un'Avada Kedavra. "Veditela
con me! Crucio!" esclamò, causando un dolore inimmaginabile nel corpo del
nemico, tanto che ebbe diverse difficoltà a rialzarsi in piedi. Ginny
non perse tempo e approfittando di un momento di distrazione di tutti quanti,
decise di portare in salvo il bambino. Ricordava l'esistenza di un vicolo
nascosto nelle vicinanze, e lì avrebbe potuto nasconderlo, per poi tornare a
combattere. Corse
con quanto fiato aveva in gola, cercando di tranquillizzare il piccolo, che non
poteva avere più di cinque anni, che piangeva disperato chiamando sua madre. Ma
sua madre non poteva sentire, perché la Babbana che lo aveva difeso con tanto
coraggio, era caduta sotto i colpi dei loro nemici... Cercò
di ricacciare nella mente quel pensiero e di evitare una Cruciatus vacante che
per poco non l'avrebbe presa in pieno. Quello che invece non le riuscì di scansare
fu un potente incantesimo di Espello, che la colpì alle spalle, senza che lei
potesse fare nulla. Capitombolò
per terra, ma preferì battere la sua testa piuttosto che permettere al bambino
che aveva in braccio di farsi del male. Era stata davvero rovinosa la caduta,
tanto che per un attimo credette di non potersi più alzare in piedi. Ma non
poteva farlo, aveva una missione da svolgere e quel bambino non meritava di
morire a causa di quello scempio. Si
mise in piedi traballando e iniziò a camminare sperando che le gambe la
reggessero. Solo allora, si rese conto di non avere più in mano la bacchetta.
L'aveva persa durante la caduta, quando aveva mantenuto con la mano la testa del
piccolo. Non
c'era tempo, però, per pensare anche alla sua arma. Ricordò di avere anche una
spada che le pendeva da un fianco. La sguainò velocemente e si fece spazio
sperando ardentemente di non venir attaccata da qualche incantesimo. In caso
contrario per lei sarebbe stata la fine. Per
fortuna riuscì a raggiungere il vicolo nascosto. Ignorò il cappuccio che le si
era sfilato e ora la infastidiva strozzandole il collo con il suo peso. Se
l'avessero vista, allora avrebbe potuto spaventarli anche con il suo sguardo. E
così accadde forse, quando all'improvviso, la figura ammantata di un
Mangiamorte riempì l'entrata del vicolo. Ginny notò la sua ombra riflessa
davanti a lei e si voltò di scatto rabbiosa. Sapeva
che non avrebbe potuto sostenere un combattimento senza la sua bacchetta, per
questo aveva anche deciso di non tornare sul campo di battaglia, ma impugnò
comunque la spada in modo ancora più saldo e la puntò contro il nemico, che la
fissava in silenzio. "Avanti,
che stai aspettando!!!" urlò furiosa la ragazza, incurante dei capelli
rossi incollati al viso per il sudore e l'aria stravolta che le deformava la
faccia. "Sappi che non mi tiro indietro!!!" Il
Mangiamorte, però, dopo le sue parole, preferì risparmiarla e andare via,
lasciandola lì, ancora con la spada rivolta all'entrata del vicolo. Possibile
che avesse fatto così paura? Emise
un lungo e profondo respiro, e si accasciò senza forze per terra, quando si
rese conto di essere ancora viva. Il bambino, che fino a quel momento si era
accoccolato piangente dietro un bidone dell'immondizia, si avvicinò a lei. "Dov'è
la mia mamma?" chiese con gli occhi lucidi e arrossati. Ginny
lo abbracciò dolcemente e gli sorrise. "La mamma è andata in un bel posto
piccolo... ora stai un po' con me..." *
* * La
battaglia così com'era iniziata era anche finita. Il risultato fu quasi di
parità, visto che furono quasi nulle le perdite di entrambi gli schieramenti.
Questo perché negli ultimi tempi entrambe le fazioni erano diventate molto più
forti. Era
quella l'idea squallida che demoralizzava tutti quanti, il fatto che non si
giungesse mai ad un punto di approdo, e che nonostante ci fossero diversi
combattimenti, la situazione non cambiasse mai. Erano anni che continuavano
così, cinque per la precisione, cioé da quando era iniziata la Seconda Guerra. Gli
unici che ci rimettevano erano i Babbani che venivano coinvolti nelle loro
battaglie e i pochi maghi che si trovavano in giro quando accadeva. Questo
perché Voldemort aveva deciso che bisognasse eliminare tutti i Babbani,
dato che ormai trovava noioso uccidere i maghi. Preferiva giocare con le vite di
ignari esseri umani che mai fino a quel momento avevano conosciuto quel male
così orribile e terrificante che loro combattevano da così tanto tempo. Ginny
non aveva esitato a scegliere cosa diventare, quando durante il suo quarto anno
aveva combattuto contro alcuni Mangiamorte assieme ai suoi compagni al Ministero
della Magia... quando Sirius... Da
allora, anche contro i timori della sua famiglia e di suo fratello, si era
prefissa la sua meta e il quinto anno ne aveva parlato alla professoressa
McGranitt e aveva scelto i corsi che le avrebbero permesso di diventare
un'Auror. Si
trovava nell'Infermeria della base, quando si era messa a pensare al suo
passato. La stanza bianca e asettica pullulava di colleghi che venivano medicati
per le numerose ferite della battaglia. Pochi erano quelli gravi, e tra loro a
lei era stato ordinato di restare a letto, a causa del forte colpo preso per
quell'incantesimo che l'aveva beccata dietro le spalle. "Ehi,
Ginny, come ti senti?" le aveva chiesto Harry, avvicinandosi e dandole una
leggera pacca sulla spalla. Lui era stato ferito ad un braccio, che gli era
stato medicato con una strana lozione maleodorante e di un colore che ricordava
una palude. "Prima
che ti avvicinassi, molto meglio..." si lamentò lei, tappandosi il naso
con due dita per quell'odore insopportabile. Harry,
la guardò imbarazzato. "Ops... scusa... era per questo che tutti mi
evitavano..." constatò, deluso, guardandosi poi la ferita. "Lascia
stare, cercherò di resistere!" lo esortò lei, sorridendogli. Harry Potter
era un buon amico. Ricordava ancora con un sorriso nostalgico la cotta che aveva
avuto per lui nei primi anni in cui aveva frequentato Hogwarts. Ma adesso lo
considerava proprio come un fratello maggiore. E lui non era da meno. "Appena
ti senti un po' meglio, dobbiamo stilare il rapporto sull'attacco. Mi hanno
detto che sei stata tu a lanciare l'avviso..." iniziò lui, sedendosi sulla
sedia che costeggiava il letto di Ginny. La
ragazza annuì. "Se vuoi possiamo farlo anche adesso. Sono solo stanca, ma
qui a letto posso sempre parlare!" propose lei, sorridente. Harry
ricambiò il sorriso. "Perfetto, Ginny..." ma il loro lavoro non
iniziò mai, perché una furia mora, molto poco femminile, interruppe il
discorso e si tuffò sul letto in cui era distesa la rossa. "Ginny,
Ginny, come stai!!!" urlò la voce della della ragazza che li aveva
interrotti. "Mi hanno detto che hai perso la bacchetta, sei tutta
intera!?!?!?" continuò parlando tutto d'un fiato con un tono di voce
esagitato. La
rossa le posò una mano sulla spalla tentando di calmarla. "Tranquilla Zoe,
va tutto bene! Sono solo un po' acciaccata..." La
ragazza si portò una mano sul petto e sospirò molto più sollevata. "Meno
male, ho temuto per te... se lo avessi saputo in quel momento mi sarei liberata
prima di quei cinque Mangiamorte e ti avrei aiutato..." si lamentò con
aria delusa. Sembrò
però, che solo in quel momento si fosse resa conto che al suo fianco qualcuno
stava ridendo. Si voltò di scatto e per poco non fece un balzo sul letto che
seguiva quello di Ginny, quando si accorse di avere Harry a pochi centimetri di
distanza. "Oddio!!!"
esclamò arrossendo all'improvviso e scendendo dal letto. "C-credo che
andrò a vedere come stanno gli altri..." farfugliò, allontanandosi con
passo spedito e incespicando in un carrello che si rovesciò causando un gran
rumore e un accorrere di infermiere per rimettere a posto. Ginny
si portò una mano alla bocca per nascondere una risata argentina, mentre Harry
osservava interdetto la ragazza che si allontanava. "Ma...
cosa le prende, ogni volta?" chiese confuso il ragazzo, mentre Ginny lo
guardava sorpresa. "Non
è possibile, non so chi dei due sia più simile ad un Troll, tra te e mio
fratello!" esclamò stupefatta. Harry
non comprese le sue parole, perciò Ginny preferì lasciar perdere. La
sua amica Zoe Del Vecchio, era italiana, aveva la sua stessa età, ed era
entrata nel corpo degli Auror assieme a Ginny. Erano diventate subito delle
grandi amiche, soprattutto grazie alla vitalità e alla vivacità della ragazza,
che riusciva ad infondere allegria a chiunque. Era anche molto coraggiosa e
decisamente mascolina. Insomma una piccola furia dalla capigliatura castana e
dagli occhi di un azzurro così intenso che davano l'idea di un cielo limpido e
sereno. L'unico
segno di femminilità che Ginny aveva visto in quella ragazza, era stato quando
lei si era innamorata persa di Harry, cioè da quando lo aveva visto per la
prima volta. Il fatto era che Zoe ogni volta che si trovava davanti il ragazzo,
perdeva completamente tutte le facoltà mentali di cui disponeva, e finiva col
combinare disastri come quella volta e scappare via. Harry
ancora non aveva compreso il comportamento della ragazza, nonostante i suoi
amici tentassero di farglielo capire... persino Ron se ne era accorto! Ma il
moretto, nonostante la trovasse molto carina e simpatica non aveva mai dato
segno di un vero interesse nei suoi confronti, tanto più che la conosceva poco,
visto che Zoe scappava via ogni volta che capitava l'occasione. Harry
si alzò all'improvviso, notando l'arrivo del comandante. Questi, impose il suo
silenzio nell'intera Infermeria, non appena mise piede in essa. Tutti gli Auror
presenti, infatti, volevano sapere cosa fosse successo e se c'erano delle
novità. "Avete
fatto proprio un buon lavoro, ragazzi!" esordì l'uomo sorridendo. "Ma
purtroppo nemmeno questa volta siamo riusciti ad avere un buon risultato... come
noi, anche loro sono diventati molto più potenti, perciò non è stato semplice
sconfiggerli questa volta! Mi voglio però congratularmi con voi per il lavoro
che avete svolto, infatti è grazie a voi se la maggior parte dei Babbani ora
sono ancora in vita!" Nella
sala riecheggiò un applauso unanime, a cui si unì lo stesso comandante. Questi
iniziò a percorrere le corsie soffermandosi ad ogni letto. Era
un'usanza ormai, che si protraeva da quando era stata fondata quella base. Il
Comandante Robert Gladstone, questo era il suo nome, aveva la fama di essere un
grande combattente, nonostante per l'età si fosse ritirato da alcuni anni.
Aveva però, deciso di guidare le forze degli Auror dell'Ordine della Fenice,
perché era ancora un uomo particolarmente scaltro e sapeva bene quello che
voleva dalle sue truppe. Sapeva inventare strategie imbattibili a tempo di
record e queste spesso si erano rivelate affidabili e avevano avuto sempre un
gran successo. Eppure
dall'aspetto non si riusciva ad immaginarlo un intrepido combattente della Prima
Guerra. Aveva degli occhi azzurri e una barba grigia che gli davano l'aria di un
Babbo Natale, non ancora troppo in là con gli anni. Aveva molto a cuore i suoi
giovani Auror e non smetteva mai di dimostrarlo. E quella visita dopo la
battaglia era un modo di questi. "Ho
capito..." sospirò Harry rassegnato. "Lo compileremo dopo il
rapporto..." Fece
per alzarsi, ma all'improvviso a Ginny venne in mente il piccolo Babbano che
aveva portato in salvo. "Aspetta Harry!" lo richiamò. "Come sta
quel bambino che ho salvato?" chiese fiduciosa. Harry
sorrise. "Sta bene... se solo non avesse perso la madre..." concluse
amaramente. "E' stato Lucius Malfoy ad ucciderla, Jason e Margaret lo hanno
visto mentre si toglieva il cappuccio prima di ucciderla..." Ginny
rimase in silenzio e attese che Harry la salutasse e si allontanasse dal suo
letto. Avvertì
una rabbia amara salirle in corpo, e strinse con furia il lenzuolo che aveva tra
le mani. Era furente, non aveva mai provato tanto odio per quell'uomo come in
quel momento... o forse no... Come
sempre negli ultimi cinque anni, si trovò ad associare quell'uomo a suo
figlio... era vero, anche allora lo aveva odiato, quando aveva rovinato la vita
al suo erede. E
allora ripensava a quando la sua vita era stata sconvolta completamente... Continua…?
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Allora,
per chi è arrivato alla fine di questo capitolo, vorrei che sapesse alcune cose
importanti: 1) questa storia mi è
venuta in mente all'improvviso, e siccome se non scrivo quanto prima quello
immagino, rischio di impazzire, spero che i lettori (e mi rivolgo in particolare
a quelli che già conoscono l'altra mia storia su Harry Potter) non se la
prendano a male. 2) Avevo pensato di farne una One-shot, ma dato che mi
sono venute in mente delle altre idee, ho pensato di continuarla. Nel prossimo
capitolo, potremmo scoprire cosa si cela nel passato di Ginny e sapere delle
cose molto importanti. 3) (e questa è la parte più importante),perciò
se volete sapere come continua fatemelo sapere, magari con qualche bella
recensione (non siate tirchi!^^). Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensiate e
se vi piace oppure no. Io aspetto i vostri commenti impaziente, mentre curo gli
ultimi dettagli del secondo capitolo (che ho già finito... eh eh^^).
MI
RACCOMANDO, COMMENTATE, GENTE, COMMENTATE!!!
Un bacio a tutti, Ryta Holmes Titolo del prossimo capitolo "Ripensando
a te..." (sempre se vi va...^^)
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