Allegria

di Saphira96
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Agosto 2018


< Jaz hai bisogno d’aiuto? > domandò Alelì alla donna stesa sul letto dell’attico che anni prima occupava Cielo.  < No, grazie Alelì. Vai da Luz ha più bisogno lei di me … > Jazmin si era sistemata alla Casa Magica ormai da due settimane e tra qualche giorno era prevista la scadenza della gravidanza. Tutte le ragazze avevano adottato quel sistema durante la gravidanza, soprattutto per insistenza di Nicolas e dei rispettivi mariti; e Jazmin si ritrovava ad essere l’ennesima madre ad aver ceduto alle ansie del futuro padre.

Udite quelle parole Alelì le rivolse un dolce sorriso e, facendo svolazzare i suoi lunghi capelli al vento le voltò le spalle e uscì per dirigersi a consolare la sua migliore amica. Poco prima, infatti, avevano sentito Cris lamentarsi sull’abbigliamento di Luz. La ragazza era solita indossare fin da bambina, per quello che ricordava Jazmin, gonne o vestitini e quell’abitudine non era sparita. < Luz il fatto è che prima eri una bambina, adesso sei una donna > aveva sentito confessare da Cris < …e sei una donna alquanto desiderabile > aggiunse concludendo. Poi non avevano sentito più nulla, e sentendo quel silenzio Alelì era sempre più in agitazione per non poter andare ad accertarsi che i suoi amici stessero bene emotivamente.

La donna ormai rimasta sola, era in procinto di alzarsi per sgranchirsi un po’ le gambe. In qualche rivista, aveva giurato di aver letto, che per le donne in gravidanza il movimento fa bene. Ma nessuno voleva darle retta da ormai nove mesi, soprattutto dopo i suoi frequenti svenimenti. Stava ormai per mettere un piede per terra che la porta si spalancò e vide l’entrata di Malvina < Hope! Jazmin hai visto Hope? > chiese. Jazmin era rimasta paralizzata nella sua posizione con il timore che Malvina la facesse rimettere a letto, ma quella non ricevendo nessuna risposta fece spallucce e uscì dalla stanza. L’avevano sempre detto che Malvina era un po’ tonta, pensò sorridendo e alzandosi finalmente da quel tanto odiato e noioso letto. Fece solo alcuni passi che una sensazione di bagnato la pervase, si guardò e si rese conto che non era una sensazione: le si erano rotte le acque.
Agitata si recò alla porta e aprendola urlò: < Si sono rotte le acque, ci siamo! > . Ma non ricevette nessuna risposta. Perché quando si ha bisogno di aiuto la Casa Magica è deserta?

< Ci siamo, sta per nascere! > provò nuovamente a urlare. Ma nessuno le rispose. Si diresse a fatica nel letto era la prima volta, dopo mesi, che provava sollievo nello sdraiarsi. Prese il telefono che le lasciavano sempre a portata di mano e cercò in rubrica il numero di Tacho; non lo fece parlare quando rispose alla chiamata, ma disse solo un confuso ‘ci siamo’. Nel giro di qualche minuto l’attico si riempì di tutti gli abitanti della Casa Magica e Cielo si fece avanti a fatica. Tutti attendevano impazienti fuori dalla porta, quando Tacho fece irruzione nella stanza e corse a stringere la mano della moglie. Questa volta avrebbe lasciato al sapere di Cielo il compito di far nascere sua figlia.

Nel corridoio grandi e bambini attendevano impazienti l’arrivo di Alai, c’era chi l’avrebbe riabbracciata (seppur in versione minuscola) e chi l’avrebbe conosciuta. Ad un tratto tutta la Casa Magica si ammutolì ad un unico urlo.

Alai vide la luce e urlava, cercando di imitare un pianto, agitando le manine.

Perché tutti sorridono se io piango?

Alai aveva portato allegria.
 

Autrice ~ Saphira96





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