Bianca x Cheren
Dicono spesso di preservare la felicità poiché
preziosa.
A volte, invece, dicono di viverla in tutta la sua interezza
poiché difficile da ottenere; cogliere quell'attimo fuggente
ed
assaporarlo come se fosse l'ultimo della tua vita. Viverlo, farlo tuo.
A poco a poco, raramente, le persone si accorgono che talvolta la
felicità diventa palpabile al tatto piuttosto che essere una
ricerca astratta che in pochi riescono a guadagnarsi. Si resta ciechi
dinnanzi ad una realtà evidente, dinnanzi a un sorriso
espresso
nel migliore dei modi, un sorriso dolce, puro, vivido.
Basta aprire gli occhi e smetterla di sognare.
" Cheren! ...Cheren! " uno squittio più acuto del pigolare
dei
Pidove innesca una reazione di sorpresa nel ragazzo che, intento ad
essere voltato verso la veduta di Alisopoli, si curva quel poco per
notare Bianca comparire oltre le scalinate in pietra.
Il basco verde un po' bislacco, l'immancabile giacca a vento color
carota e due ciocche bionde sbilenche che si azzuffano quasi con le
altre per trovare una sistemazione abbastanza corretta. Nulla di
diverso, si ritrova a pensare mentre le cede uno sguardo
interrogativo
sul perché si stesse affannando così tanto.
Stretto e composto come un figurino lui invece, con una cravatta rosso
fuoco annodata al collo, camicia bianca ed un paio di scarpe che
qualunque ragazzino avrebbe definito ' da adulto ' cerca di non
scomporsi più di tanto come sempre, impettito nella sua
divisa
da Capopalestra, gli occhi chiari e professionali si confrontano contro
delle iridi sicuramente più vivaci e spontanee delle sue.
Probabilmente, l'unica pecca di Cheren era forse quel rigore che
ostentava perennemente a mostrare dietro una facciata seria ed
imperturbabile, qualcosa di cui presto o tardi si sarebbe stancato egli
stesso.
" ...Cheren! " incalza Bianca con uno stridio appena più
fievole, un po' come a volerlo riprendere: " Perché non mi
rispondi mai quando ti chiamo? " si azzarda a gonfiare una guancia come
una bambina capricciosa che non ha ottenuto ciò che
desiderava.
Da quando aveva incalzato il ruolo di aiutante della Professoressa
Aralia, si era ripromessa di mostrarsi più matura,
rispettosa e
ligia nei suoi doveri; peccato che non sempre riuscisse a cordinare
pensieri ed azioni. Era più forte di lei.
Erano trascorsi quasi due anni da quando lei, Cheren e Hilda avevano
intrapreso il viaggio da allenatori pokémon in giro per
Unima;
ognuno aveva coltivato con cura interessi differenti, tanto
che i
loro sogni avevano abbozzato i primi frutti sino a diventare la
realtà attuale che affrontavano quotidianamente.
Cheren sospira affranto, cercando di non darlo troppo a vedere per non
demotivarla ulteriormente: " Scusami, non ti avevo sentito arrivare. "
cerca di cavarsela con una scusa, ritornando poi ad incrociare le
braccia sopra la fredda ringhiera in ferro della facciata
più
sporgente della città.
Per tutta risposta, Bianca scuote il capo come a marchiare il fatto che
ormai il suo comportamento lo conoscesse piuttosto bene, quindi non
c'era nulla di cui meravigliarsi: " ...Deve piacerti proprio questo
posto, ogni volta che devo trovarti, sono sicura al cento per cento che
tu sia qui! " esclama come se ci fosse qualcosa di cui sorprendersi, e
Cheren di certo non fa una piega nell'ascoltare quella frase. Un po'
come se gli avessero appena detto che i pokémon si evolvono.
Era
palese.
" Abbastanza... " la butta lì, accompagnando quella singola,
sforzata, parola dietro un mesto sguardo che va a puntare contro il
crepuscolo inoltrato, qualche mezz'oretta e sarebbe svanito dietro le
montagne innevate della regione.
Ed era così. Trovava quel posto rilassante, semplice e
tranquillo, e Cheren adorava la calma, desiderata quanto impensabile da
ottenere dato che Bianca era sempre pronta a travolgerlo con qualche
strana omissione dei reali fatti nelle stramberie più ignote.
Lei sorride dolcemente, assottigliando lo sguardo con un leggero velo
di malinconia mentre si sporgeva allo stesso modo oltre la veduta,
lasciandosi inebriare dal venticello e quel delizioso gioco di colori
del tramonto: " ...Chissà cosa c'è oltre quelle
montagne.
" si annuncia prima, semplicemente. " ...Sai, a volte rimpiango i miei
giorni da allenatrice. Andare in giro con un Pokédex,
incontrare
varie specie ancora sconosciute ed affermarsi come Campione alla Lega
Pokémon! " l'aria sognante nei suoi occhi era tangibile
persino
per Cheren, che neppure si era voltato a guardarla durante quel
discorso. " Ma di certo non rimpiango la mia scelta... è che
crescere non mi è mai piaciuto. Non credo faccia per me. "
Sagge parole,
pensa il ragazzo
con ironia, alzando gli occhi al cielo e guardandola sottecchi. Era
raro vederla in quei momenti di giusta riflessione, tuttavia di certo
non se
ne dispiaceva: " Io sono felice di essere diventato Capopalestra.
Insomma, ho raggiunto il mio sogno di diventare forte, anche se... "
riscontra un improvviso blocco nelle proprie parole. Certo, era stato
in grado di mettere a frutto i suoi desideri, ma adesso qual era
il prossimo sogno? Non ne aveva idea.
Bianca lo guarda con focalizzata attenzione, attendendosi un continuo
che però non ci fu, smorzato da una semplice scrollata di
spalle
da parte dell'amico. " Nulla. " dice a voce bassa, vergognandosene un
po'.
La sua vita era divenuta piatta, incolore ed informe. Allenatori su
allenatori da certificare, sfide, controlli ed ancora sfide. Era
stanco, stanco della piega miserevole che aveva preso la sua vita,
tanto che rimpiangeva persino lui i suoi giorni movimentati da
allenatore. Pensieri che non avrebbe mai ammesso davanti a Bianca.
" Vorrei vedere oltre quelle montagne, ma non credo di riuscirci. "
Bianca spezza un silenzio che non riesce a trattenere, vedendolo
incupirsi più del solito con noto dispiacere: " ...Non
è più il caso
ormai! " la prende a ridere, accompagnandosi con una risata chiara e
semplice che ricopre l'aria senza troppa irruenza.
Cheren resta perplesso a quella frase, abbastanza da far calare gli
occhiali in tinta con la cravatta sulla punta del naso: cosa intendeva
con ciò?
L'ingenuità, a volte, prendeva possesso di entrambe le
controparti, rendendoli quasi immuni ai loro reali pensieri: si
controbilanciavano con una semplicità disarmante. Disarmante
quanto nobile da vedere.
Sbatte le palpebre, delucida la mente e poi si sfila le
lenti con naturalezza, accurato nei movimenti nel calzarli
perfettamente sui lineamenti dolci e femminili di Bianca.
Un gesto che da una parte la ragazza non si sarebbe attesa, mentre
dall'altra la porta a scoppiare in un'altra delle sue risa cristalline;
evidentemente Cheren non aveva compreso chiaramente ilvero
significato della frase.
E' felice tuttavia di ricevere quel
'regalo', saggiandosi la montatura un po' spessa con i polpastrelli e
facendo ovviamente
finta di osservare una veduta migliore con quegli occhiali: " Wow! Ora
si che ci vedo...! Non credevo che i Tranquill volassero
così
lontano ed in alto! " si dimostra entusiasta, compiendo persino un
saltello per dare più veridicità alle proprie
perole,
smontarlo equivaleva a lasciarlo chiudere ancora di più in
sé stesso, non si credeva capace di tale
brutalità.
Le labbra rosee si incurvano verso alto, assumono una piega sfarzosa
mentre poi con una mezza piroetta si volta completamente in direzione
dell'amico
d'infanzia. Desiderava da una parte abbracciarlo e stringerlo, ma
sapeva che queste effusioni e dimostrazioni d'affetto non gli erano
molto gradite, o per lo meno non calzavano in bilancio al temperamento
freddo che possedeva.
Cheren dimentica. Dimentica tutto. Non pensa ai Tranquill, scorda
momentaneamente anche la frase che riguardava quella specie di
pokémon; guarda Bianca, la vede sorridere, nota le sue
fattezze
in quell'allegria coinvolgente che, bene o male, riesce a smuovere
anche quel cuore un po' duro che si ritrovava. E sorride, non
può fare a meno di abbozzare una sorta di mezzo sorriso che
riesce a stupefare anche la stessa ragazza.
Forse, la sua vita non era così piatta come credeva. Per
quanto
Hilda fosse lontana in quel momento, il pepe nella sua monotonia era
aggiunto da Bianca, capace di speziarla sotto ogni angolazione in modi
differenti.
Sospira di nuovo, passandosi le dita fra la frangia scura ed accusando
quel cambiamento con una piacevolezza indistinta: " ...Io non ho
bisogno di vedere oltre quelle montagne. " le maniche ribaltate della
camicia lasciano sfregare la pelle chiara contro il ruvido delle
inferriate. Sbatte le ciglia scura, ancora una volta, la vista un po'
annebbiata per l'assenza preziosa delle sue lenti che decide di
lasciare in balia delle mani di Bianca, si stringe nelle spalle e
schiude le labbra pallide per accentuare un'altra affermazione: " Io
non ho interesse a vedere oltre quelle montagne. " asserisce con
più decisione.
Certezza nelle proprie parole non era mai stata così ingente
come in quel momento.
" Mh? Che intendi? " ingenua, domanda Bianca senza scoraggiarsi nello
scrutare ancora il cielo attraverso quelle lenti rosso fuoco.
Cheren sorride. Ancora: " ...Perché cercare di vedere oltre
le montagne quando ciò di cui ho bisogno è qui? "
sussurra più a sé stesso, mentre la sua fugace
attenzione viene catturata da uno stormo rumoroso di Pidove intento a
migrare in direzione di zore più calorose ed accoglienti di
quella Unima ghiacciata.
Lui, così tiepido in quelle parole. Lei, così
frivola sia nelle gesta ch nei pensieri da non accorgersi neppure di
quello che aveva appena proferito l'amico: " ...Come? " sorridente,
inclina il capo verso di lui, aspettando un chiarimento dopo quella
furia di conoscenza che aveva dimostrato grazie a quelle lenti.
Dicono a volte che la felicità basti a rendere completa una
vita. Spesso, si introduce negli animi più cupi e tristi per
portare luce e armonia.
Ma tutto ciò, a Cheren non interessa. La sua
felicità è palpabile, è viva.
Perché desiderare l'astratto, quando il concreto diversifica
così piacevolmente la propria esistenza?
" ...Nulla, Bianca. Nulla... "
Ci avrebbe giurato quel giorno, Bianca, di avvertire una risata
coinvolgente sgusciare oltre le labbra di Cheren.
Era vivo.
Authoress's Corner:
Una coppia a mio parere fin troppo ignota a tutti, o almeno oscurata in
quanto parecchi considerano le altre superiori a questa. Ho voluto
cedere anche a questi splendori di Cheren e Bianca uno spazio tutto per
loro seppur discreto e un po' breve. Me ne scuso in anticipo.
Loro sono così, semplici, chiari e per nulla intricati come
coppia. Io li adoro, li amo, li akjsd--. -Ammira.-
E beh, ho spoilerato qualcosina ina ina su Bianco e Nero 2 ma l'ho
aggiunto fra gli avvertimenti, quindi non linciatemi gratuitamente.
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