Dear...

di Gens
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Spazio autrice
Parto chiedendo umilmente scusa per la mia assenza.
Questa è la mia seconda fanfiction e insomma, non è che ne vada fiera.
L’avevo pronta da un po’, ma ogni volta che decidevo che fosse arrivata l’ora di pubblicarla, c’era qualcosa che mi fermava.
Sono successe molte cose dalla prima stesura della ff fino ad adesso, e solo dopo una cosa successa oggi stesso, ho saputo aggiungere cosa mancava e finalmente pubblicarla. Spero piaccia. Questa è diversa dall’altra; è più piccola e non fa piangere, anche se a me un po’ a tirato le lacrime quando l’ho scritta, ma io ho un motivo, voi no.
Finnick non viene nominato, spero succeda solo in questa.
Se leggete la storia, lasciate una recensione… serve per migliorare me, e io ve ne sarei grata. :)
P.S. Sam non mi sembra adatto per il ruolo di Finnick e questa cosa che sia stato scelto mi crucia profondamente.
Buona lettura!

 
Stronzata, ecco tutto.
La vita è una stronzata, punto.
Un attimo tutto è qui, tutto va bene, ti senti finalmente felice dopo tanto tempo, l’attimo dopo tutto è volato via. Fregatura.
Sembra che qualcuno al di sopra della vecchia Capitol ci controlli, ci dica quando soffrire o essere felice, ci dica quando una persona deve morire o continuare a vivere.
Ma noi non possiamo essere controllati da nessuno!
Non possiamo, non dobbiamo.
Perché non possiamo essere padroni di noi stessi? Infondo è l’unica cosa che possiamo controllare.
Non scegliamo chi amare, non controlliamo il nostro destino.
Cosa costa poter controllare noi stessi? Niente.
E allora, per quale diavolo di motivo non possiamo farlo?
Non basta che noi e le nostre vite siano state a lungo controllate da quei bastardi di Capitol City.
Adesso dobbiamo accettare che sia qualcuno di più potente ancora a controllarci.
La differenza? A questo non possiamo ribellarci.
                       
                                                                                                                                         Johanna                                                                                                                                                            
P.s. non vale la pena affezionarti a qualcuno o qualcosa, se poi te la portano via.
 




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