Sakura apre gli occhi, li stropiccia con il dorso della mano, fissa il
soffitto per un attimo. Trova una ragnatela che la disturba molto,
così, afferrata la scopa che tiene dietro l'armadio, la
elimina. Mentre ripone la sua arma contro lo sporco cerca una risposta
alle consuete domande mattutine che da tempo è solita porsi:
"chi sono? dove mi trovo? qual è il mio scopo nella vita?".
Bene, conosce le risposte.
Molto bene. E' Sakura Haruno, si trova nella camera della sua casa
universitaria e il suo scopo è laurearsi alla
facoltà di medicina. Vorrebbe fare la scrittrice, ma rimane
con i piedi per terra.
In ginocchio sul letto si guarda intorno. Decide di aprire la finestra
per far cambiare aria, è terrorizzata dall'idea che la
concentrazione naturale di radon nella stanza aumenti troppo facendole
beccare un tumore. Davvero molto professionale, dottoressa. Ride di
sè considerando che è solo al secondo anno.
Spalancate le imposte nota con disappunto che la parte dinistra del
letto è vuota. Ciò che di solito la occupa
probabilmente è in cucina.
In effetti Ino sta preparando la colazione:
"Ehi, fronte spaziosa, quando mi sono svegliata ti ho chiamato ma
sembravi un cadavere. Ho pensato di lasciar perdere. Ti ho preparato il
caffè latte, va bene? Vuoi i cereali? Ci sono quelli nuovi
da provare!"
Voltandosi, Ino resta per un attimo ad osservare Sakura con un sorriso
divertito: calze di lana grigia lunghe fin sopra il ginocchio,
maglietta bianca informe taglia XL, capelli raccolti in una coda alta,
ciuffetti infami costantemente davanti agli occhi neutralizzati grazie
al nastro rosso che le aveva regalato quando erano bambine. Passo
ciondolante, occhi verdi semi-chiusi, occhiaie.
La risposta di Sakura è un misto tra un grugnito e un
mugolio.
Ino ridacchia porgendole la tazza: "Credo che ti ci voglia dell'altro
caffè, ne vuoi?". Si avvicina al piano cottura e spegne il
gas. Sakura la guarda allungandole il contenitore di porcellana azzurra
che tiene fra le mani con due occhi che urlano "DAMMI IL CAFFE'". Ino
inclina la moka fumante. Il risultato è una bevanda che non
è più nè un latte macchiato
nè un caffè latte: pare più un
caffè allungato in tazza grande.
Sakura non vuole i cereali. Ino prende una fetta biscottata: "Saku, ne
vuoi una? Mia madre mi ha spedito la marmellata fatta con le albicocche
del mio giardino, è davvero buo.." "Albicocche? oh mamma,
Ino, questa notte ho fatto un sogno assurdo, posso raccontartelo?"
"Veramente non mi interessa molto, ma se proprio devi" "Oh, andiamo! io
ascolto sempre le tue considerazioni deliranti quando hai qualcosa da
commentare!" "Vero, te lo concedo. Sentiamo"
Ino si siede accanto a Sakura, le stampa un bacio su una guancia,
comincia a mangiare la sua fetta biscottata spalmata di marmellata
all'albicocca. E' buona!
"Non ricordo bene il contesto, ero in una cucina, credo, ma tanto non
ha importanza. Insomma, incontro un gatto, un gatto grigio, tigrato mi
pare, come quelli che piacciono tanto a te. Il gatto mi parla, e dice
di essere per metà maschio e per metà femmina, ma
mica con un criterio logico! Uno pensa ad un ermafrodito, esistono, ma
no, specifica che la testa e le zampe anteriori sono da maschio, mentre
la coda e le zampe posteriori sono da femmina".
Ino guarda Sakura, le sorride allegramente, prende i cereali nuovi,
vuole proprio assaggiarli. Scopre che non le dispiacciono.
"Il peggio deve ancora venire: il gatto è fatto di
marmellata. Marmellata di albicocche, da grigio e peloso diventa
arancione e molliccio, come una gelatina ballonzolante. Ad un certo
punto si taglia a metà, come fosse la cosa più
normale del mondo, la parte maschile in equilibrio sulle zampe
anteriori, quella femminile sostenuta dalla coda. Folle, giuro. Ma mica
quel gattaccio si ferma lì: chiama a raccolta un esercito di
gatti petulanti e miagolanti che tra parentesi rovinano con le loro
unghiette il parquet della cucina in cui ci troviamo nel sogno. In
realtà tutti quei gatti non hanno un ruolo preciso, stanno
lì e basta poveri,. Erano anche dei bei gatti."
Ino continua a mangiare i suoi cereali. Guardandosi intorno si accorge
che sono finite le mele: deve ricordarsi di segnarle sulla lista della
spesa, Sakura adora le mele.
"Insomma, il gatto mi chiede di fargli vedere il mio tatuaggio, ma io
non ho un tatuaggio. Lui dice che dovrei farmene uno, e il sogno
finisce. Credo di essere pazza."
Ino finisce il suo caffè latte, mentre Sakura comincia a
sorseggiare il suo.
"Io ho un tatuaggio!" Sakura la guarda un po' stranita. "Sì,
sulla piega dell'inguine. L'ho fatto in modo che sia nascosto dalle
mutande. E' una cosmea. Come puoi non averla mai notata?" "Non ci ho
fatto caso, che ne so?" "Se ti spicci a finire la tua colazione e vieni
in camera te la faccio vedere".
Ino sogghigna maliziosa, Sakura abbassa lo sguardo e arrossisce un po'.
Dalla camera Ino urla: "Dovremmo prenderci un gatto! Un gatto grigio,
tigrato."
Sakura mentre lava le tazze della colazione pensa che le piacerebbe
avere un gatto.
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