Il nulla non ha voce.

di CaptainJollyRoger
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Vorrebbe urlare al cielo la sua disperazione.
Vuoto.
Così si sente, vuoto.
Anzi, forse no: per essere vuoti, deve esistere un qualcosa da riempire.
È diventato semplicemente nulla.
Niente.
Come se non fosse mai esistito.
Perché Sirius lo sa, lui non cerca di ignorare la realtà: senza di loro, lui non è più nulla.
Morto Ramoso, Felpato non può più esserci.
Senza l’amicizia di Lunastorta, il cane torna solo un randagio.
È stato Peter.
Vorrebbe urlarlo, ferirsi la gola.
Vorrebbe urlare al cielo la sua disperazione.
Ma il nulla non ha voce.

Vorrebbe essere morto lui.
Perché lo sa.
James avrebbe sofferto come lui soffriva in quel momento. Ma avrebbe avuto Lily, a consolarlo.
E Remus. Remus sarebbe morto di dolore, ma avrebbe trovato la forza di andare avanti.
Come sempre.
Lui non ne era capace, di andare avanti; dopotutto, il nulla non può andare avanti.
L’apparenza inganna: lui era sempre apparso più forte dell’amico, ma non era così.
Lui era soltanto un ragazzo solo. Da sempre. Ed era tornato ad esserlo.
L’apparenza inganna. Peter. Non se lo sarebbe mai aspettato.
Aveva condannato lui i Potter.
Li aveva affidati al topo.
Ma, cazzo, l’apparenza inganna!

Vuole urlare, ma non ce la fa.
Non ha più una voce.
In effetti, non è nemmeno sicuro di avere ancora un’anima. O un corpo.
Come può avere ancora un’anima, dopo aver condannato a morte il suo migliore amico?
È morto anche lui, ne è sicuro.
Piange. Come non faceva da tanto, troppo tempo.
A dirotto.
Disperatamente.
Ma non sente le lacrime solcargli il viso, copiose.
Perché non ce l’ha più un viso. È nulla, ora.

Sirius non è nessuno.
Lui era Felpato, il Malandrino.
Senza di loro, non è più niente.
James. Morto. Finito.
NO!
E di colpo la voce torna, ma non per urlare.
Ride. Ride fino a ferirsi la gola.
Lo sa, non è pazzo. Non può esserlo.
Il nulla non può impazzire.




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