Titolo:
Amid Adversity
Traduttore: bacinaru
Autore: Daylight
Link originale: Qui
Personaggi: Sam, Castiel
Rating: Arancione
Avvertimenti: Oneshot
Disclaimer: I personaggi descritti non mi
appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Riassunto: La
coppia sanguinante si guardò l’un
l’altro e gridò all’unisono:
“Se lascio che ti accada qualcosa, Dean mi
ucciderà!”
Note:
L'autrice ha scritto questa fanfiction per
spiegare un po' come Sam e Castiel dalla 5x06 alla 5x13 siano passati
dall'urlarsi a vicenda a diventare amici. Quindi, fondamentalmente, la
storia tratta di come Sam e Castiel arrivano a conoscersi meglio e a
diventare amici. La
traduzione appartiene al
Sam sentì le
note iniziali di Why
Does It Always Rain On Me e cominciò a
imprecare.
Aveva dimenticato di impostare il suo telefono sulla vibrazione.
Cercando a tentoni per tirarlo fuori dalla tasca, armeggiò
con le dita e quasi lasciò cadere il telefono, ma lo
afferrò appena in tempo. Travis fu messo a tacere, come per
fortuna colpì il tasto di risposta.
“Pronto,” sussurrò con la testa che
oscillava avanti e indietro cercando nel vicolo buio per vedere se
qualcuno aveva sentito. Fortunatamente, fatta eccezione per la
spazzatura e i detriti, il vicolo era rimasto vuoto, ma Sam si nascose
dietro un vecchio cassonetto solo nel caso qualcuno, o qualcosa, avesse
deciso di mostrarsi.
“Trovato niente?” venne la voce di Dean dal suo
cellulare.
“Non ancora,” Sam brontolò il
più silenziosamente possibile. “Ma se ci sono
demoni qui intorno, Travis probabilmente li ha già tutti
informati su dove sono.”
“Non è colpa mia se hai scelto una musica
così di merda per la tua suoneria.”
Sam alzò gli occhi. Rischiò una rapida occhiata
attorno al cassonetto, ma era ancora tutto tranquillo. “E
tu?” chiese.
“Niente. Ho cercato dappertutto. Questo magazzino
è più morto di quel ghoul che abbiamo ucciso la
scorsa settimana.” Dean sbuffò. “ Se i
demoni stanno facendo questo rituale stasera, non lo stanno facendo
qui.”
“Il rituale deve essere fatto questa sera. Se non convocano
Berith prima dell’alba, non avranno un’altra
possibilità per due secoli.” Sam guardò
l’orologio. “E abbiamo solo tre ore per agire.
C’è ancora un altro edificio che devo
controllare.”
“Perché non mi aspetti? Poi possiamo entrare
insieme.”
Sam scosse la testa. “Dovresti controllare quella chiesa
sopra la Millerway. C’erano presagi che circondavano anche
lei. Non possiamo rischiare che finiscano questo rituale.
L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un altro
potente demone da combattere insieme a tutto il resto.”
Un sospiro esagerato venne dall’altra parte della linea.
“Va bene. Ma se abbiamo intenzione di rimanere divisi, ti
mando Cass.”
“Castiel? Quando si è fatto vedere?”
chiese Sam con la fronte corrugata in confusione.
“Oh, pochi minuti fa. Vuole essere aiutato con qualcosa o
altro.”
“Non dovrebbe stare con te?”
“No, immagino che tu hai più bisogno di
lui.”
Sam fece una smorfia. “Grazie”, rispose sarcastico.
Dean gemette. “Non intendevo quello. Ho solo pensato visto
che io ho l’Impala, ho già una strategia
d’uscita. Cass può portarti via subito se qualcosa
va storto.”
“Credo,” ammise Sam con riluttanza. “Ma
davvero, non ho bisogno…”
La sua obiezione fu interrotta dall’arrivo improvviso di una
figura con addosso un trench coat in mezzo al vicolo.
“Buona fortuna,” disse la voce di suo fratello dal
telefono prima del suono distinto di lui che riagganciava.
Sam tenne stretto il cellulare tra le dita e resistette alla tentazione
di gettarlo nel cassonetto.
“Sam,” disse l’angelo a modo di saluto.
Il giovane Winchester sospirò. “Cass”
Testa inclinata di lato, Castiel lo osservò con il suo
inquietante sguardo intenso. “Stai bene?”
“Sto bene,” Sam rispose seccamente.
“Non ti è accaduto nulla dal nostro ultimo
incontro che coinvolge l’anticristo?”
“Jesse,” Sam lo corresse. “Il suo nome
era Jesse. E puoi abbassare la voce. Se ci sono demoni nelle vicinanze,
preferisco prenderli di sorpresa.”
“Dean mi ha informato della situazione.”
“Fantastico. Allora solo… ehm…
seguimi.”
La coppia lasciò il vicolo e strisciò lungo la
parte posteriore del palazzo fino a trovare una porta. O almeno, Sam
strisciò. Castiel si mosse nello stesso modo rigido ma
elegante di sempre. Sam si morse la lingua e non disse nulla. Era grato
che l’angelo aveva avuto almeno il buon senso di tacere. In
realtà, anche ascoltando attentamente, non poteva sentire il
rumore dei passi di Castiel. Era come se non stesse nemmeno toccando il
suolo.
L’edificio era parte del complesso di una fattoria
abbandonata. Sam aveva già controllato la fabbrica accanto
alla porta e ora sperava di trovare i demoni che stavano progettando di
eseguire il rituale nell’edificio per uffici.
Scassinò in fretta la serratura della porta, sentendo lo
sguardo pesante di Castiel sulla schiena mentre lo faceva. Si aspettava
che l’angelo lo rimproverasse per questo, ma suppose che dopo
aver dato inizio all’apocalisse, fare irruzione non era degno
di nota. Aprì la porta con quanta cura potesse, ma i cardini
cigolarono comunque. Prendendo la torcia, la puntò
attraversò la porta, rivelando un vuoto corridoio dalla
vernice scrostata e i pavimenti macchiati. Fece per dare a Castiel il
segnale di via libera solo per fermarsi a metà quando
realizzò che l’angelo probabilmente non avrebbe
capito cosa volesse dire. Così gli fece solo segno di
seguirlo. Per fortuna, questo era un segnale che Castiel
sembrò capire.
Avevano fatto una dozzina di metri lungo il corridoio squallido e buio,
controllando due stanze al loro passaggio, quando improvvisamente Sam
realizzò che Castiel non lo stava più seguendo.
Si guardò alle spalle per vedere l’angelo in piedi
al centro della sala con gli occhi sfocati fissi in lontananza.
“Cosa c’è?” Sam
sussurrò una volta che aveva fatto marcia indietro per
raggiungere Castiel.
“C’è una presenza oscura in questo
edificio.”
“Demoni?”
“Forse,” rispose Castiel stringendo gli occhi nella
concentrazione. “Tuttavia, potrebbero essere solo i resti di
alcuni atti malvagi compiuti qui nel passato. I miei sensi non sono
così accurati come una volta. Dovrei essere in grado di
capirlo quando saremo più vicini.”
“Va bene, solo fammi sapere se la prossima porta che apro
capita essere quella dove si nascondono i demoni.”
Continuarono a controllare ogni stanza con la torcia e a liquidarle
mentre passavano, ma tutto quello che trovarono furono alcuni pezzi di
mobili in rovina, gli unici segni di vita erano l’occasionale
scarabocchio di graffiti o un cumulo di bottiglie rotte. Infine,
raggiunsero la fine del corridoio, il quale aveva un largo set di
doppie porte che Sam suppose fosse l’ingresso principale
all’edificio. Su ciascun lato di esso c’era una
scala, una a salire e una a scendere. Sam subito si diresse verso
quella a salire, ma fu fermato da una mano sulla spalla.
“Dobbiamo andare verso il basso,” spiegò
Castiel indicando l’altra scala.
Sam scosse la testa. “ Per questo rituale è
più probabile che i demoni vogliano stare su uno dei piani
superiori, probabilmente proprio in cima.”
Castiel aggrottò la fronte. “Ma i demoni
preferiscono stare nelle viscere della terra il più profondo
possibile.”
“Sì, ma questo rituale riguarda tutto
l’allineamento delle stelle. Vorranno stare in
alto.”
“Dubito che questo li faccia andare contro i loro istinti di
base.”
“Non sono d’accordo.”
I due si fissarono ostinatamente.
“Ho combattuto i demoni per innumerevoli secoli,”
sostenne Castiel con la voce roca in aumento, come si fece avanti.
“E credo che li troveremo di sotto. Dobbiamo andare verso il
basso.”
Ma Sam si rifiutò di fare marcia indietro. “Beh,
io ho solo monitorato i demoni per tutta la mia vita, ma penso che
siano al piano di sopra. E dal momento che si suppone che tu debba
aiutarmi, stiamo salendo!”
“Devi scusarmi se non trovo motivo di fidarmi del tuo
giudizio considerando tutto.”
Gli occhi di Sam divennero freddi.
“Se preferite ragazzi, potete sempre saltare le scale e
semplicemente unirvi a noi qui dentro.”
Allo stesso tempo, l’uomo e l’angelo si voltarono
verso la fonte della nuova voce. In piedi sulla soglia ora aperta
c’era un uomo alto e magro in un abito beige con lucenti
capelli grigi e occhi neri.
Sam si maledì. L’ampio set di porte che aveva
supposto portassero fuori in realtà portavano in una grande
stanza. Il demone tornò dentro facendo loro segno di
seguirlo. Mentre Sam e Castiel entravano esitanti, potevano vedere
grazie alla tremolante luce di candela che le pareti della stanza erano
completamente rivestite di sigilli demoniaci. Un tavolo di legno che
fungeva da altare era stato collocato nel centro del pavimento. Questo
era ricoperto con diverse candele accese, vari strumenti
dell’occulto e sangue.
“Ho solo pensato di lasciare voi ragazzi là fuori
a borbottare nel buio, ma davvero dove sarebbe il divertimento in
quello?” Il demone batté le mani e improvvisamente
le fiamme delle candele saltarono in aria passando ad una
tonalità vivace di rosso. “Comunque, io lavoro
sempre meglio con un pubblico.”
C’erano altre due persone, o più precisamente
demoni, nella stanza. Entrambi erano donne: una giovane asiatica in un
tailleur nero e una donna anziana con capelli ricci e rossi. Stavano ai
lati dell’altare, con gli occhi neri che fissavano malvagi la
coppia invadente.
“Spero davvero che vi piaccia lo show,” disse
l’uomo posseduto dal demone mentre voltava loro le spalle per
continuare il rituale. “Ho sentito che a Berith piace davvero
fare una certa entrata. Mi chiedo se lui avrà fame di
ritorno dal suo viaggio.”
Sam fece una rapida valutazione del trio sentendosi cautamente
ottimista. Non avrebbe dovuto essere troppo difficile prendersi cura di
tre demoni, non quando aveva il coltello di Ruby e un angelo al suo
fianco. Messa via la torcia, tirò fuori il coltello dalla
guaina sulle spalle e guardò Castiel per assicurarsi che
fosse pronto, ma l’angelo non lo stava guardando. Castiel
sembrava intento a guardare con apprensione a terra vicino ai piedi dei
demoni.
Poi Sam lo sentì, un profondo ringhio familiare
riecheggiante che gli inviò un brivido nauseante per tutto
il corpo.
Il demone si guardò alle spalle. “Oh, non
preoccupatevi degli Hellhound. Sono qui solo per farmi
compagnia.” Voltatosi di nuovo di fronte
all’altare, alzò le mani in aria e
iniziò a cantare in toni gutturali.
Sam sparò a Castiel uno sguardo disperato.
L’angelo incontrò il suo sguardo. La mascella era
serrata stretta, ma la sua espressione rimase vuota. Sam si morse il
labbro desiderando che Dean fosse lì con lui. Tutto
ciò che avrebbe voluto era un paio di sguardi tra loro per
arrivare ad un piano. Al contrario, trovava Castiel difficile da
leggere il più delle volte, ma doveva provare.
Agitò minuziosamente le mani nella direzione dove pensava ci
fossero gli Hellhound e alzò le sopracciglio verso Castiel.
Forse Castiel aveva imparato a leggere le espressioni umane o forse
poteva, come Dean aveva spesso sospettato, leggere nel pensiero, se era
vero che sembrava capire cosa Sam intendesse. Chiuse la mano in un
pugno e veloce la aprì una volta per mostrare tutte e cinque
le dita e poi di nuovo per mostrarne solo una, prima di tornare a
chiudere la mano in un pugno. Sei. Sei Hellhound. Questo non era buono.
Dovevano fare in fretta. Il demone stava cantando più forte
e Sam sentiva l’edificio cominciare a tremare sotto i suoi
piedi. Non avevano scelta. Avevano bisogno di fare qualcosa subito,
quindi avevano intenzione di fare qualcosa di disperato e probabilmente
davvero stupido. Qualcosa che Dean avrebbe sicuramente approvato.
Messo via il coltello e tirata fuori la pistola, Sam
incrociò di nuovo lo sguardo con Castiel e attento a non
sollevare i sospetti dei demoni che stavano a guardare,
indicò sottilmente con la pistola da se stesso alla testa
del demone. Poi indicò con la testa e gli occhi da Castiel
all’altare. Deglutendo, aspettò qualche secondo
infinitamente lungo prima di vedere Castiel dare un piccolo cenno del
capo.
Con quel segnale, Sam fece un respiro profondo e sparò alle
spalle del demone. Una pistola normale, naturalmente, non avrebbe fatto
del male a un demone, ma avrebbe suscitato una reazione. Il demone
smise di cantare e si voltò verso di lui, il suo volto in
shock mentre guardava in basso al foro rosso che attraversava il suo
corpo, poi la sua espressione si trasformò in una di rabbia
completa.
“Il mio vestito!”
Quello era il segnale di Castiel. L’angelo scomparve
all’improvviso per apparire a lato dell’altare e
rovesciarlo rapidamente sul pavimento. Le candele rovesciate
incendiarono subito l’altare e il suo contenuto.
I demoni stavano strillando e urlando, ma Sam non stava prestando loro
attenzione. Era impegnato ad ascoltare il ringhiare dei cani e a
cercare di determinare la loro posizione. Sparato un colpo di pistola,
sentì un guaito e vide quella che sembrava una spruzzata di
sangue scuro. Ben presto prese la mira e sparò di nuovo, ma
questa volta tutto quello che colpì fu il pavimento. Il
ringhio degli Hellhound si fece più forte e Sam poteva
giurare di sentire l’odore sulfureo del loro respiro.
Cominciò lentamente a indietreggiare.
Improvvisamente sentì un flusso d’aria come
qualcosa saltò verso di lui, ma non appena si rese conto di
quello che stava succedendo, ci fu un lampo d’argento giusto
davanti al suo volto seguito da un fiotto di sangue scuro e un ululato
gorgogliante. Gettando uno sguardo alla sua sinistra, Sam
trovò Castiel in piedi accanto a lui con una spada
insanguinata in mano.
“Mi prenderò cura io degli Hellhound. Tu prenditi
cura dei demoni,” disse prima di tagliare rapidamente con la
spada ancora una volta.
“Giusto.”
Scambiando la sua pistola con il coltello di Ruby, Sam si
guardò attorno per il demone più vicino, ma non
dovette andare lontano come la donna dai capelli rossi lo
attaccò all’improvviso. Fece un tentativo di
esorcismo, ma riuscì solo a dire qualche parola in latino,
gli attacchi della donna rendevano impossibile concentrarsi. Schivando
i colpi, le tagliò la gola con la lama, avendo giusto il
tempo per solo un tremolio di rimpianto prima di sentire una presa
d’acciaio sul suo braccio.
Il demone capo aveva una presa su di lui e subito usò la sua
forza demoniaca per gettare duramente Sam contro il muro. Sam
sentì l’impatto paralizzante contro la testa e la
schiena, la sua visione andò in nero per un momento.
All’improvviso, una forza mentale familiare lo
afferrò e lo trascinò da terra fino a quando non
fu in piedi schiacciato contro il muro. Alla luce del fuoco di quello
che un tempo era stato un altare, Sam vide il demone in piedi davanti a
lui, mano tesa.
“So che nostro padre non vuole che noi distruggiamo il suo
prezioso vaso,” il demone sogghignò. “Ma
sono sicuro che non gli dispiacerà se ci divertiamo un
po’ prima di presentarti a lui.”
Sam sentì la sua visione scurirsi ancora una volta come
l’aria fu spinta fuori dai suoi polmoni, ma prima di svenire
la forza lo lasciò andare all’improvviso. Si
accasciò contro il muro respirando pesantemente. Quando fu
in grado di focalizzare, vide la testa del demone ora
dall’altra parte della stanza e con un altro segno rosso sul
suo prezioso abito. Il demone guardò Castiel che stava di
fronte a Sam, la spada alzata.
“Fastidioso pennuto,” sputò il demone.
All’improvviso, Castiel si lasciò sfuggire un
breve urlo cadendo in ginocchio mentre il sangue iniziò a
fuoriuscire dalla sua gamba sinistra.
“Cass!” gridò Sam. Lottando per far
sì che il suo corpo ferito e pigro rispondesse, si diresse
verso l’angelo, ma prima di raggiungerlo, gli occhi di
Castiel si spalancarono e lui si lasciò sfuggire un grido
più forte, un urlo che riecheggiando con un ronzio acuto
scosse l’intero edificio.
Facendo una smorfia e lottando per non essere sopraffatto dal rumore,
Sam prese la pistola ancora una volta e sparò
indiscriminatamente più vicino a Castiel di quanto avrebbe
osato. Dopo un paio di colpi, fu premiato con un guaito soddisfacente e
per fortuna le urla di Castiel si fermarono.
Afferrando il coltello di Ruby dal pavimento dove l’aveva
lasciato cadere e sguainandolo in fretta, Sam corse al fianco di
Castiel e si fermò sopra di lui protettivo.
L’angelo inginocchiato si arricciò su se stesso
con una mano che stringeva saldamente la spalla sinistra. Sam lo
guardò brevemente, ma non riusciva a vedere nessuna ferita a
parte quella alla gamba.
“Cass, penso sia tempo che tu ci tira fuori di
qui,” disse con gli occhi guizzanti ovunque, cercando di
tenere d’occhio i demoni rimasti e un orecchio aperto per gli
Hellhound invisibili.
“Non posso,” Castiel digrignò tra i
denti stretti.
“Ma…”
Dall’altra parte della stanza, Sam vide il demone capo
chinarsi e accarezzare con affetto qualcosa sulle ginocchia.
“Bravo ragazzo,” canticchiò il demone
prima di allungare la mano e afferrare qualcosa di invisibile. Non
appena lo fece, quel qualcosa di invisibile divenne visibile. Sam
spalancò gli occhi quando vide che la cosa che il demone
stava tenendo era in realtà un largo gruppo di scintillanti
piume grigie coperte di sangue rosso vivo.
“Gli Hellhound hanno sempre avuto un debole per le ali
d’angelo,” spiegò il demone con un
sorriso malvagio.
Stringendo i pugni, Sam combatté la voglia di sparare al
sorriso del demone giusto fuori dal suo volto. Alle sue spalle,
sentì Castiel alzarsi in piedi incerto. Una rapida occhiata
indietro gli mostrò l’angelo pallido e tremante in
piedi sulla gamba sana, la spada ancora saldamente tenuta in mano.
“Sam, fuori di qui.”
“Cosa? No!”
“Non possiamo permettere che ti portino da Lucifero. Vai! Io
li tengo a bada.”
“Non ti lascio qui.”
“Tu… Sam, alla tua sinistra!”
Sam sparò velocemente dove l’angelo stava puntando
e udì l’urlo gorgogliante di un Hellhound.
Purtroppo, con questo arrivò la realizzazione che aveva
usato il suo ultimo proiettile. Gettando quella vuota, fece per
prendere in fretta la clip di ricambio dal suo cappotto, ma prima che
potesse raggiungerla, sentì Castiel gridare il suo nome
ancora una volta. Aveva appena avuto il tempo di mettere il braccio
davanti al viso. I suoi sforzi furono premiati dal dolore di molti
artigli invisibili che gli affettarono la pelle. Abbassò il
braccio quando avvertì il pesante peso lasciarlo e
udì un tonfo, come il cane colpì il muro.
“Mi dispiace. A volte tendono a diventare un po’
entusiasti,” disse il demone come lui e la sua coorte
restante si avvicinarono a loro. “Ma cercherò di
fare in modo che non ti uccidano. L’angelo, però,
dovrà essere curato.”
Sam sentì una mano sulla spalla.
“Ho un’idea,” Castiel gli
sussurrò in un orecchio. “Chiudi gli
occhi.”
“Cosa?” esclamò Sam muovendo un passo
indietro dai demoni che si avvicinavano.
“Fidati di me, Sam. Chiudi gli occhi.”
Con una preghiera a chi stava ascoltando, Sam obbedì e
chiuse gli occhi. Realizzò solo quando avvertì la
luce intensa apparire a lato delle palpebre. Strinse gli occhi chiusi
ancora più forte, come sentì l’urlo dei
demoni e l’ululato degli Hellhound. Dopo un lungo minuto, la
luce sbiadì e Sam aprì gli occhi.
I due demoni si stavano contorcendo sul pavimento, vuoti, inzuppati del
sangue delle orbite dove una volta c’erano i loro occhi. Sam
fece un lungo respiro e si rivolse a Castiel con un sorriso di
sollievo, ma si accigliò quando lo vide. L’angelo
si appoggiò contro Sam respirando pesantemente, un rivolo di
sangue che fuoriusciva dal naso.
“Stai bene?” chiese Sam.
“Sto bene,” rispose l’angelo tra i
rantoli.
Sam aprì la bocca per protestare, ma fu pieno di terrore
quando ancora una volta sentì un ringhio familiare.
“Per favore, dimmi che ti sei preso cura anche degli occhi
degli Hellhound.”
“Gli Hellhound non hanno bisogno di occhi.”
Senza attendere la conferma di quanto aveva appena detto Castiel, Sam
trascinò l’angelo fuori dalla stanza sbattendo la
porta chiusa. Afferrato il sempre pronto contenitore di sale,
creò una linea di sale lungo la parte inferiore della porta.
Ben presto sentì gli Hellhound ringhiare come si scontrarono
contro la barriera invisibile.
“Non li fermerà,” disse Castiel mentre
si appoggiava al muro. “Troveranno un modo per
aggirarla.”
“Allora sarà meglio muoversi.” Sam
tirò Castiel indietro per il corridoio cercando di ignorare
le smorfie che l’angelo faceva, zoppicando sulla gamba
infortunata. Sam non poté evitare di fare una smorfia lui
stesso come vide nella penombra il sentiero oscuro di sangue che
l’angelo stava lasciando dietro di loro. “Puoi
guarirla?” chiese, indicando la gamba.
“Alla fine. I morsi degli Hellhound tendono a prendere un
po’ di tempo.”
“E la tua… ehm… ala?”
domandò Sam titubante.
La faccia dell’angelo era truce, nascondendo linee ancora
più profonde di dolore.
“Questo richiederà più tempo.”
Sam si rese conto che non poteva più sentire gli Hellhound
grattare le porte dietro di loro e cercò di muoversi
più velocemente.
“Che cosa hai fatto laggiù?”
“Ho momentaneamente liberato la mia vera forma,”
rispose Castiel. Stava posando la maggior parte del suo peso su Sam
mentre camminavano e ancora respirava a fatica.
Sam aggrottò la fronte. “Così tipo sei
saltato fuori dal corpo di Jimmy per un minuto?”
“In sostanza sì.”
“Questo è utile”
“Non proprio. Mi rende molto debole. E se non fossi stato
abbastanza veloce per catturare i demoni
impreparati…”
Sam annuì.
Sono riusciti ad arrivare alla fine del corridoio. Sam stava per aprire
la porta quando sentì abbaiare dall’altra parte.
“Accidenti!”
Si tuffarono nella stanza più vicina. Una volta dietro la
porta, Sam in fretta versò un’altra linea
tratteggiata di sale e poi si diresse verso le finestre e mise linee
anche lì, scuotendo gli ultimi granelli di sale dal
contenitore come ha finito.
“Ora siamo intrappolati,” dichiarò
l’angelo.
Sam gli lanciò uno sguardo esasperato, ma saltò
quando iniziarono seriamente a ringhiare e a sbattere fuori dalla
stanza. “Quando pensi che terranno le linee?”
chiese, prendendosi finalmente il tempo di mettere una nuova clip nella
sua pistola. Il movimento tirò sulle sue ferite,
ricordandogli i tagli sul suo braccio dalle grinfie degli Hellhound.
Non che fosse facile da dimenticare. L’intera manica della
giacca era coperta di sangue.
“Venti minuti, se siamo fortunati, ma più
probabilmente solo dieci.”
Mordendosi il labbro, Sam resisté alla tentazione di
chiedere sei il pessimismo era una cosa normale per gli angeli. Invece,
Sam si tolse la giacca e la camicia, lasciandosi addosso solo una
T-shirt. Fissò la camicia tra le mani prima di utilizzare il
coltello per strapparla in due. Avvolse strettamente una
metà attorno al proprio braccio ferito prima di rimettere il
cappotto. Prendendo l’altra metà, si
avvicinò a Castiel.
“Qui, vorrei dare un’occhiata a quella
gamba,” disse mettendosi in ginocchio. Tirò su il
lembo dei pantaloni e fece una smorfia ai segni insanguinati lasciati
dai denti del cane. Castiel lo guardò incuriosito e
fissò le sue stesse ferite solo con un lieve distacco. Sam
suppose che poteva permettersi di essere distaccato considerando che
era solo un corpo in prestito. Utilizzando la camicia strappata, Sam
creò un’altra fasciatura di fortuna e
tirò giù i pantaloni su di essa.
“Ecco, sperando, quella dovrebbe tenere fino a quando potrai
guarire.”
Castiel annuì.
Sam voleva chiedergli se sarebbe stato in grado di combattere, ma un
rapido sguardo all’angelo gli disse che era più
pronto a cadere. I suoi lineamenti erano di un grigio pallido e si
appoggiava pesantemente contro una scrivania abbandonata. Una
sensazione di disagio impedì a Sam di chiedere
dell’ala ferita, così, invece, disse,
“Ci sono ancora sei Hellhound?”
“No. Sono riuscito ad uccidere due di loro. E gli altri hanno
riportato ferite in modo che non saranno al completo.”
“Questo è almeno qualcosa.”
“Molto probabilmente sono anche più propensi ad
ucciderci ora che non ci sono demoni a trattenerli.”
“Grande.” Un’ondata improvvisa di
curiosità passeggera fece chiedere a Sam qualcosa che non
aveva mai osato chiedere a suo fratello. “Che aspetto
hanno?”
“Non lo vuoi sapere,” fu la risposta di Castiel.
Sam annuì. Probabilmente aveva ragione.
I cardini della porta cominciarono a scricchiolare e a piegarsi come la
porta fu scossa e il ringhio si fece più forte.
“Anche se tutto considerato, sono più propensi a
prendere me per primo,” Castiel lasciò uscire un
lungo sospiro. “Gli Hellhound generalmente preferiscono gli
angeli.”
“Vuoi dire che trovano gli angeli particolarmente
gustosi?”
Castiel inclinò la testa di lato come diede a Sam uno
sguardo stanco di esasperazione che di solito riservava a Dean.
“Se vuoi vederla in questo modo. Si tratta di un istinto
allevato in loro nei più profondi abissi
dell’inferno. Odiano tutto quello che è toccato
dalla luce del cielo.”
“Huh,” Sam rispose distrattamente, guardando fuori
da una delle finestre. Un piano si stava formando nella sua mente.
“Nessuno degli Hellhound sono fuori?”
domandò, esaminando la lastra di vetro. Non c’era
nessuna serratura per aprirla.
“No. Sono tutti attualmente all’interno
dell’edificio.”
Sam raccolse le restanti tre gambe di una sedia di metallo e
gettò questa contro la finestra.
Il movimento improvviso e il forte rumore del vetro in frantumazione
fecero saltare su Castiel. “Che cosa stai facendo? Gli
Hellhound potrebbero non essere là fuori, ma se usciamo,
saranno su di noi in un attimo.”
“E’ per questo che tu resti qui,” disse
Sam, controllando due volte la linea di sale per assicurarsi che non
era stata infranta. Alzando lo sguardo, non poteva dire se
l’espressione sul volto di Castiel era una di amarezza o una
di rassegnazione. “Non ti sto lasciando indietro,”
insisté. “Come hai detto tu, gli Hellhound
preferiscono gli angeli. Una volta che sono uscito dalla finestra,
dammi dieci secondi e poi rompi la linea di sale davanti alla porta.
Una volta che li hai attirati nella stanza, torno indietro, aggiusto la
linea e li distraggo mentre tu scappi.”
Castiel aggrottò la fronte. “Questa stanza non li
terrà a lungo.”
Sam sospirò. “Ma dovrebbe darci il tempo di
allontanarci. Devi fidarti di me.”
Ci fu una pausa carica di tensione, come si guardarono l’un
l’altro.
Infine, il volto una maschera di solennità, Castiel
dichiarò: “Io mi fido di te, Sam
Winchester.”
“Bene.” Sam annuì. “Sarai in
grado di uscire con quella gamba?”
Un improvviso scoppio più forte contro la porta fece saltare
entrambi e tremare l’intera stanza.
“Ce la farò,” gridò Castiel
sull’ululato in aumento. “Vai!”
Facendo attenzione a non cadere sul vetro rotto o a rompere la linea di
sale, Sam saltò dalla finestra. Subito iniziò il
conto alla rovescia mentre correva lungo il lato del palazzo verso il
retro. Solo quando giunse a zero ebbe il coraggio di aprire la porta
sul retro e guardare nella sala. Fu molto sollevato di non incontrare
Hellhound assetati di sangue quando lo fece, ma poteva ancora sentirli
e suonavano ancora più feroci di prima. Si
precipitò verso la stanza dove aveva lasciato Castiel,
trovando la porta ormai spalancata e la linea di sale spezzata come
previsto. Impugnata la sua pistola, la puntò nella stanza.
Castiel stava adesso indietreggiando verso la finestra. Aveva preso
ancora una volta la spada insanguinata da dove l’aveva
nascosta e stava sorvegliando attentamente il centro della stanza con
gli occhi lucidi dalla paura.
“Ehi!” urlò Sam, seguendo la linea degli
occhi di Castiel, e sparò al centro della stanza. Un tonfo
solido e un urlo gli dissero che ne aveva colpito uno. Si prese un
momento per inginocchiarsi rapidamente e rimettere il sale al suo
posto. Ma quando si rialzò, trovò Castiel ancora
intrappolato mentre guardava nervosamente i cani invisibili.
“Accidenti. Ehi! Qui giù stupidi cani!”
Sam sparò di nuovo, due volte, ma un solo colpo
andò a segno. Purtroppo, gli Hellhound sembravano molto
più interessanti all’angelo. Castiel
tagliò attraverso l’aria con la sua spada e un
arco di sangue si diffuse sul pavimento, ma la mossa lasciò
l’angelo fuori equilibrio e dovette barcollare
all’indietro, urtando contro il telaio della finestra e
lasciando se stesso vulnerabile.
Non avendo scelta, Sam scavalcò la linea di sale entrando
ancora una volta nella stanza e correndo un rischio, tirò
fuori una bottiglia di acqua santa che sparse sul pavimento. Per
fortuna, gli Hellhound non sembravano apprezzare l’acqua
santa più di quanto facevano i demoni. Sam poteva dirlo dai
suoni frizzanti e dai ringhi più forti ora diretti a lui.
Aspettò solo abbastanza a lungo da dare tempo a Castiel di
voltarsi e uscire dalla finestra aperta prima di saltare oltre la linea
di sale e chiudere la porta dietro di sé per buona misura.
Sam non aspettò di riprendere fiato prima di correre fuori e
tornare alla finestra. Trovò Castiel proprio sotto questa
tra il vetro sparso sul marciapiede.
“Tutto bene?” chiese Sam come con attenzione
aiutò l’angelo a rimettersi in piedi.
“Sto bene,” disse Castiel, ma si appoggiava ancora
pesantemente contro Sam. “Credo che ci siamo riusciti. Gli
Hellhound sono intrappolati.”
Sam si voltò verso la finestra e il continuo ringhiare
spazientito. Era ben consapevole che solo una sottile linea di sale li
stava attualmente tenendo al sicuro. “Andiamo.” Con
un braccio uno sulle spalle dell’altro, Sam sostenne il peso
di Castiel come condusse l’angelo zoppicante lungo il
parcheggio vuoto dell’edificio.
Fu come Sam notò il vuoto del lotto che iniziò a
preoccuparsi e dubitare davvero della seconda parte del suo piano. Dal
momento che il complesso era abbandonato, in giro non c’era
nessuna comoda auto per loro da rubare e utilizzare come fuga. Capitava
anche che distavano circa un’ora a piedi dalla
città, dove c’era l’auto più
vicina, motivo per cui Dean lo aveva accompagnato prima di andare a
controllare le altre posizioni. Dean aveva avuto ragione quando aveva
detto che Sam avrebbe potuto aver bisogno di una rapida uscita.
Purtroppo, non aveva previsto che Castiel venisse ferito e non era in
grado di fornirne una. Quanto tempo Castiel aveva detto che le linee di
sale avrebbero tenuto? Dieci minuti?
Mentre continuavano il loro lento cammino lontano dagli edifici e lungo
la strada che conduceva in città, Sam cercò il
cellulare nel suo cappotto, ma il telefono non c’era.
Imprecò come scavò nelle varie tasche. Il
telefono maledetto doveva essergli caduto quando era stato gettato
contro il muro.
“Posso usare il tuo cellulare?” chiese a Castiel.
“Sì,” rispose l’angelo.
“Ma dubito che sarà di grande
utilità.”
Sam aggrottò la fronte. “Perché
no?”
“Ho finito i minuti.”
“Cosa?”
“E’ per questo che sono venuto a parlare con
Dean.” Castiel appariva leggermente imbarazzato.
“Speravo potesse procurarmene un po’”
Il rumore che venne dalla gola di Sam era per metà una
risata e per metà un gemito. “Ricordami di darti
una scheda con minuti illimitati quando usciamo da questo.”
Emise un respiro profondo. “Okay. Quindi abbiamo quattro
Hellhound feriti e arrabbiati che presto saranno sulle nostre tracce,
nessun modo di allontanarci abbastanza in fretta e non
c’è modo di chiamare aiuto. Grande.”
“Dovresti lasciarmi e andare avanti,”
dichiarò Castiel con il volto cupo.
Sam scosse la testa. “Non abbiamo già discusso di
questo? Non ti sto lasciano indietro.”
“Ti sto rallentando,” insisté
l’angelo. “Inoltre, gli Hellhound sono in grado di
trovare me molto più facilmente di te. Sono stati addestrati
a rintracciare gli angeli.”
“A scuola d’obbedienza
dell’inferno?” Sam non poté fare a meno
di commentare.
Castiel sospirò. “Per loro, io sono come un faro.
Li sto guidando da noi.”
“Quindi dovrei lasciarti morire?”
“Moriremo entrambi se resti. Basta andare.”
“No!” gridò Sam, fermando la loro lenta
marcia mentre lo faceva. “Non ho intenzione di abbandonarti
in modo che tu venga sbranato a morte.”
Castiel si voltò barcollante verso di lui. “Sei
stupido. Se vuoi sopravvivere, è necessario andartene
adesso. Io non voglio che tu muoia.”
“Be’, nemmeno io voglio che tu muoia!”
La coppia sanguinante si guardò l’un
l’altro e gridò all’unisono:
“Se lascio che ti accada qualcosa, Dean mi
ucciderà!”
Rimasero lì sorpresi per un attimo, prima che Sam avvolse un
braccio attorno a Castiel e cominciò a trascinarlo lungo la
strada ancora una volta.
“Andiamo.”
“Sam…”
“Non si discute più su questo. Non stai per farmi
cambiare idea,” disse Sam con gli occhi concentrati sulla
strada. “Inoltre, la morte non è la nostra unica
opzione. Se siamo fortunati, una macchina potrebbe passare di qua e
possiamo chiedere un passaggio.” Fece una smorfia mentre
guardava la strada silenziosa e decisamente vuota. “O forse,
se li affrontiamo insieme, potremmo sconfiggerli.”
“Questo è molto improbabile.”
“Hai davvero bisogno di imparare un po’ di
ottimismo.”
Qualunque sarebbe stata la risposta di Castiel, fu interrotta quando
all’improvviso l’angelo perse
l’equilibrio e cominciò a cadere verso il suolo.
Per fortuna, Sam lo colse prima che colpisse terra.
“Wow. Ti ho preso.” Sam disse, aiutando Castiel a
rimettersi di nuovo in piedi.
“Grazie,” rispose l’angelo, il respiro
affannoso. “Non sono abituato a sentire questo corpo
così ingombrante.”
Presero una breve pausa. Era difficile vedere alla fioca luce della
luna, ma Sam poteva dire che la pelle di Castiel era rimasta pallida e
il suo volto era segnato dal dolore.
“Come stai?” chiese. “Voglio dire, non ne
so molto della salute degli angeli, ma sembra che hai perso una buona
quantità di sangue laggiù.”
“Le ferite alla gamba non stanno più sanguinando e
credo che sarò in grado di camminare per conto mio a
breve…. Ma mi sento pesante e debole, e forse ho
freddo?” Castiel aggrottò la fronte.
“Non hai detto come sta l’ala,”
sottolineò Sam.
“Va bene,” rispose Castiel con la voce stretta.
“E non mi dire che va bene.” Sam alzò
gli occhi. “Stai diventando come Dean.”
“Fa male,” alla fine Castiel ammise con un sospiro.
“Le ali di un angelo sono particolarmente sensibili e gli
Hellhound sono una delle poche creature che possono effettivamente
danneggiarle.”
“Ma l’ala starà bene, giusto? Sarai in
grado di… ah… volare di nuovo?”
“Sì, ho solo bisogno di tempo per
guarire.”
“C’è qualcosa che posso fare per
aiutarti?” La faccia di Sam era annodata dalla
preoccupazione, ma Castiel evitò il suo sguardo.
“Temo di no.”
Allora continuarono ad andare avanti, i prossimi minuti trascorsi in
silenzio, come si sono concentrati sul loro lento arrancare lungo la
strada deserta. C’erano campi vuoti su entrambi i lati ed era
troppo buio per vedere qualcosa al di là di essi, ma la
notte almeno era chiara e le stelle splendevano su di loro. Non
c’erano suoni a parte lo stridore dei loro passi sulla ghiaia
scheggiata.
Dopo un certo tempo, Sam sentì gli occhi di Castiel su di
lui. “Che c’è?”
“Sento che dovrei ringraziarti,”
dichiarò l’angelo.
“Per che cosa?”
“Per avermi aiutato quando sono stato ferito.”
Sam diede una scrollata di spalle, che risultò scomoda con
il braccio di Castiel ancora sulle spalle. “Ti sei fatto male
solo perché hai cercato di aiutarmi.”
“Ma credo di essere stato ingiusto nei tuoi confronti di
recente. Non avrei dovuto addossare la colpa per l’apocalisse
interamente sulle tue spalle.”
Castiel aggrottò la fronte in riflessione e
all’improvviso aggiunse, “Credo che la rabbia abbia
avuto la meglio su di me.”
“Questo è comprensibile. Fidati di me. So una cosa
o due riguardo la rabbia.” Sam sospirò.
“E non è che io non la meriti.”
“Ma tu non meriti tutta la colpa. Anche le mie scelte ci
hanno portato a dove siamo ora. Ho paura di non essere abituato ad
assumermi una tale responsabilità delle mie
azioni.”
“Sei solo abituato a seguire gli ordini.”
“Credevo che tutte le mie azioni fossero giuste,
perché fidavo che gli ordini lo fossero dal momento che
venivano dal cielo. Ora le cose non sono più così
semplici. Mi preoccupo per le conseguenze e per i piccoli dettagli. Ero
solito giustificare qualsiasi cosa fintantoché era per il
bene superiore.”
“Come uccidere un ragazzino,” osservò
Sam con amarezza.
Il corpo di Castiel divenne teso e la sua voce si riscaldò.
“Era una minaccia per le schiere celesti. Non potevo
rischiare che lui uccidesse…” la sua voce si
spense e lui distolse lo sguardo.
“La tua famiglia.” Sam prese un respiro con
l’improvvisa realizzazione. “Eri preoccupato per la
tua famiglia.”
Castiel annuì.
“Anche dopo tutto quello che hanno fatto. Dopo che ti hanno
ucciso?”
“Sono sempre la mia famiglia. Non volti le spalle alla
famiglia. Questa è una cosa che ho imparato da
Dean.” Testa inclinata di lato, Castiel si voltò a
guardare Sam. “Lui non ti vuole bene anche dopo tutto quello
che hai fatto?”
Sam abbassò la testa. “Non sono così
sicuro di questo.”
“Io sì,” dichiarò Castiel con
voce profonda e convinta.
Chiudendo gli occhi con forza, Sam si prese un momento per liberare un
respiro lungo e traballante. “Be’…
ah… non prendere tutto quello che impari da Dean troppo sul
serio. Non è sempre il modello migliore da prendere in
esempio.”
“Sì. Credo di aver imparato questo quando mi ha
portato al covo di iniquità.”
“Covo di iniquità?”
“Un bordello.”
Sam inciampò sui suoi piedi quasi facendo cadere entrambi a
terra. “Un bordello?” balbettò.
L’angelo aprì la bocca per elaborare, ma Sam lo
fermò. “No. Davvero. Non ho bisogno di sapere
altro.”
“Dean è molto più come la
personificazione dell’indulgenza e della passione umana.
Probabilmente è meglio non seguire il suo esempio troppo da
vicino.”
“Sì, ma mi riferivo più alla sua
tendenza a tenere tutto dentro, ad essere ridicolamente ostinato, a
insistere di stare perfettamente bene anche se sta morendo.”
Castiel arricciò il naso come lo guardò
incuriosito. “Allora devo cercare di emulare te da ora in
poi?”
“Dio, no.” Sam scosse la testa. “Fallo e
diventerai davvero incasinato. Basta provare a non prendere anche molte
delle nostre cattive abitudini.”
“Farò del mio meglio,”
esclamò Castiel. Poi fece una cosa che stupì
completamente Sam.
Sorrise.
Era un sorriso piccolo, con solo un piccolo movimento delle labbra
prese in prestito dall’angelo, ma sembrava illuminargli tutto
il viso. Sam era così sorpreso di vedere sorridere
l’angelo sempre serio che gli ci è voluto un
momento per reagire, poi non poteva fare a meno di sorridergli
ampiamente in risposta.
Ma il sorriso non durò a lungo. Sbiadì come
Castiel si fermò e si voltò a guardare da dove
era venuto, ora con un’espressione di paura e rassegnazione.
“Stanno arrivando.”
Sam non vedeva niente mentre guardava giù per la strada
buia, ma si fidava dell’istinto dell’angelo.
Tirò fuori la pistola con i pochi proiettili rimasti e la
puntò giù per la strada. Accanto a lui, Castiel
estrasse la spada. In piedi fianco a fianco, si fecero cenno a vicenda
per poi voltarsi verso il loro destino.
Poterono presto sentire un rombo, ma il rombo veniva dalla direzione
sbagliata. Il suono profondo si stava rapidamente avvicinando ed era
dolorosamente familiare. Sam e Castiel si voltarono per vedere le luci
dell’impala che sfrecciava verso di loro. I pneumatici
strillarono come Dean accostò e abbassò il
finestrino.
“Dove diavolo sei stato?!” gridò.
La coppia precedentemente in trappola sprecò un prezioso
secondo per guardarlo con stupore, prima di precipitarsi alle porte
della vettura.
“Vai!” urlò Sam. “Torna da
dove sei venuto. Ora!”
Dean non si preoccupò di discutere con il tono frenetico di
suo fratello. Nel momento in cui i due erano all’interno
dell’auto, Dean girò le ruote e con un altro
stridio dei pneumatici, l’Impala girò e corse
giù per la strada. Sopra il rumore del motore, poterono
udire l’urlo e il ringhiare degli Hellhound, poi scomparvero.
“Ti prego, dimmi che non era quello che sembrava,”
domandò Dean con gli occhi timorosi, mentre manteneva una
pressione costante sul pedale del gas.
Sam non poté che dargli uno sguardo torvo.
“Siamo al sicuro?”
Fu Castiel a rispondere. “Gli Hellhound sono feriti e non
saranno in grado di tenere il passo. All’alba saranno
costretti a ritirarsi nella fossa.”
“Bene,” dichiarò Dean.
“L’ultima cosa di cui ho bisogno è di
averli di nuovo sulle mie tracce. Voi due state bene?”
Guardò acutamente il braccio insanguinato di Sam.
“Staremo bene,” lo rassicurò Sam.
“Abbiamo solo bisogno di un po’ di TLC.”
“Be’, non aspettarti niente da me. Sono troppo
occupato ad essere incazzato con voi in questo momento. Che diavolo,
perché non hai afferrato Sam e volato fuori di
lì, Cass?”
“Ehi. Dagli una pausa,” Sam rimproverò
Dean con rabbia. “Le sue ali sono state ferite mentre era
impegnato a proteggermi.”
“Va bene. Mi dispiace.” Gli occhi di Dean si
spostarono avanti e indietro tra suo fratello e l’angelo.
“Mi sono perso qualcosa?”
“No. Non proprio,” Sam rispose con
un’alzata di spalle.
Castiel aggrottò la fronte. “Fatta eccezione per i
demoni.”
“Giusto.” Sam annuì. “I demoni
e il rituale.”
“E i sei Hellhounds.”
“Siamo stati quasi sbranati a morte.”
“Siamo stati intrappolati.”
“Quasi sbranati a morte ancora una volta.”
“La nostra lenta fuga.”
“E siamo scampati per un pelo da un ultimo sbranamento
finale,” Sam concluse sorridendo a suo fratello.
L’espressione di Castiel rimase completamente vuota, ma
c’era qualcosa che brillava nei suoi occhi.
Impugnando saldamente il volante, Dean dichiarò:
“Questo è tutto. Non vi lascerò mai
più da soli voi due.”
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