Adesso che te ne sei andato
Ciao a ttt!
Siamo Alessia ed Alessandra alias Gollum e Smigol…
Abbiamo deciso di cimentarci con Fma
perché è in assoluto il nostro manga preferito, siamo due
appassionate e non ne abbiamo perso nemmeno una puntata!!!
Questa è una one-shot, parla
delle reazioni dei protagonisti appena ricevono la notizia che Mustang
è morto…nn diciamo altro! CI raccomandiamo una
cosa…commentate, commentate, commentate!!! BACIIIIIII!
Quel giorno Edward Elric, come al solito del resto, non aveva la minima
voglia di entrare nel Quartier Generale dell’Est; il solo
pensiero di dover sopportare tutte le battutine di quell’odioso
di un Colonnello lo deprimeva. Al camminava al suo fianco: ad ogni
passo, la pesante armatura emetteva cigolii che, al fratello maggiore,
sembravano più fastidiosi ed insistenti del solito. Ma, forse,
era solo il nervosismo che glielo faceva notare…
Appena arrivati davanti al cancello principale, il biondo tirò
un profondo respiro, tentando di infondersi calma. Con una lentezza
disumana, i due fratelli percorsero dapprima il cortile e poi i
corridoi luminosi, dove si separarono, e il maggiore degli Elric
raggiunse la porta dell’ufficio del Colonnello. “Ci siamo
Ed, adesso incomincia la tortura…” si ritrovò a
pensare il ragazzo, traendo un altro sospiro. Facendosi coraggio,
aprì la porta con gesto lento, preparandosi ad entrare ma, non
appena focalizzò la stanza, rimase sulla soglia interdetto. Si
aspettava di vedere il Colonnello seduto in poltrona, magari intento ad
esaminare qualche documento con aria annoiata, ed invece
nell’ufficio vi trovò tutta la sua squadra al completo,
radunata attorno ad una radio nera. Assorti nell’ascolto del
bollettino letto alla radio, nessuno si accorse della presenza
del ragazzo e, quando Ed salutò, si voltò solo il tenente
Hawkeye, con un barlume di preoccupazione negli occhi. “Si
può sapere cosa sta succedendo qui?” Il biondino,
sentendosi ignorato, alzò la voce ed, a quel punto, tutti si
girarono verso di lui. “Ah, Edward-kun…Sei
arrivato…” la voce roca del maggiore Armstrong fu
l’unica ad accoglierli mentre l’apparecchio veniva spenta
frettolosamente da un Havoc decisamente sconvolto. Il biondo si
guardò attorno e percepì un’atmosfera decisamente
lugubre: Falman e Breda guardavano il soffitto, con occhi vacui; Fury
piangeva, singhiozzando come un bambino; Havoc, stranamente, non aveva
in bocca la solita sigaretta in bocca e si guardava le scarpe, con aria
afflitta. Il tenente Hawkeye, invece, era rigidamente seduta sul
divano, con gli occhi coperti dai magnifici capelli biondi e le mani
strette a pugno. “Cosa è successo?” ripetè
Ed, mentre osservava confuso il maggiore Armstrong avvicinarsi.
“Forse è meglio se ti siedi” il ragazzo lo
fissò con sguardo interrogativo, ma non si mosse “Ripeto
la domanda…cos’è successo?” Armstrong
sospirò, addolorato “Una disgrazia
Edward-kun…” All’improvviso, Ed capì. In
quella sala, in quel momento, mancava una persona.
“Dov’è il colonnello Mustang?”. Sentendo quel
nome, la sala si rabbuiò ancora più di prima: Havoc
gemette mentre Fury emise un gridolino nel pianto. “E’
proprio di questo che devo parlarti Edward… il colonnello
Mustang…” si fermò scosso “il colonnello
Mustang… Ed, è morto…”.
PovRiza
Non so cosa stia succedendo dentro di
me, sto piangendo nonostante già sapessi la notizia…il
solo sentire quelle parole mi sconvolge: rende il tutto reale. Tu sei
morto… mi hai lasciato e non tornerai più. La tristezza e
la disperazione mi avvolgono completamente, mi sento sprofondare in un
baratro senza fine, sto cadendo e tu non puoi aiutarmi. Sono dieci
anni, Roy, dieci che sono al tuo fianco…che sciocca, parlo
ancora al presente… ERANO dieci anni che ERO al tuo fianco e
adesso tu non ci sei, te ne sei andato…La sfortuna. Che morte
indegna di te ti ha riservato il destino, Roy! Tu, un abile alchimista
di stato…tu, un valoroso soldato che è sopravvissuto ad
una terribile guerra… tu, l’uomo ambizioso che aspirava a
diventare Furer…morto in un incidente ferroviario. Sento a
malapena Armstrong, che lo sta raccontando al piccolo Edward. Lo guardo
con aria sconfitta e i suoi occhi d’oro sono puntati su di me,
cercando una conferma che io non posso dargli, perché nemmeno io
ci credo ancora. Se solo sapesse che sei salito su quel maledetto treno
per procurargli una nuova pista…non reggerebbe il colpo, si
colpevolizzerebbe ancora di più di quello che fa di
solito…Roy…Roy...Roy…mi dispiace non ce la faccio,
non riesco ad essere forte come tu amavi vedermi! Mi sta crollando il
mondo addosso… tu eri la mia unica certezza lo sai? Tu, con le
tue convinzioni ed il tuo coraggio, sei stato il mio mondo, eri il mio
capo, il mio miglior amico…ma cosa sto dicendo? Al diavolo!
Basta con le menzogne e le bugie! Tu non eri semplicemente il mio capo,
o un mio amico: io ti amavo, Roy, anzi io TI AMO. E adesso la mia vita
pare finisca qui…il rimpianto di averti taciuto i miei veri
sentimenti non sarà mai così grande da poter battere
quello di non vedere mai il tuo sogno realizzato. Adesso…adesso
che te ne sei andato, cosa ne sarà di noi? Cosa ne sarà
di me?
PovHavoc
Brutto stronzo! Come hai osato?
Questa non me la dovevi fare…te ne sei andato
veramente…siamo stati in tante occasioni sul punto di morire e,
una volta, mi hai giurato che non saresti mai morto prima di aver
realizzato il tuo sogno…”Punta in alto”…era
questo il tuo motto…ed io, da che mondo è mondo, ti ho
sempre seguito fedelmente, come fanno i cani, che tanto adori, con i
padroni… ti ho seguito, ti ho appoggiato, e tu…tu ci hai
fregato, Roy Mustang…sei morto, hai scritto troppo presto la
parola “fine” alla tua vita, al tuo sogno…il NOSTRO
sogno…Bastardo! Se ripenso a tutte le volte che mi hai fregato
la ragazza mi viene da ridere! Si, hai capito, mi viene da ridere
perché penso che, adesso, mi hai lasciato carta bianca, brutto
Colonnello manico idiota che non sei altro! Adesso perdonami, ma mi
viene da piangere…nonostante cerchi di essere forte, non riesco
a controllare le lacrime, che oramai mi bagnano le guance…te ne
sei andato…Sono debole, Colonnello, incredibilmente
debole, hai sempre avuto ragione…Adesso il dolore mi sconvolge e
non riesco a trattenerlo dentro di me, come facevi tu: mai una volta ti
ho visto vacillare, mai una volta ti ho visto piangere. Eri
forte… eri un modello, il mio modello e adesso non ci sei
più. Guardo i ragazzi: Fury è sconvolto…eri il suo
idolo lo sai? Breda e Fallman sono impassibili; si vede che, almeno
loro, hanno imparato a tacere il loro dolore…Riza sta piangendo
silenziosamente…che pena che mi fa…che pena che mi
faccio…Colonnello… Roy…adesso che te ne sei
andato, che ne sarà del tuo sogno?
PovEd
Cado a terra in ginocchio, la mia
gamba di metallo emette un rumore sordo. La mia mente è vuota,
nessun pensiero mi affolla la mente…la realtà mi sfugge.
La notizia mi ha colpito come uno schiaffo, non riesco a dire
niente…mi guardo attorno, con la speranza di notare un brillio
giocoso nello sguardo di qualcuno, ma ciò che vedo sono solo
occhi lucidi e facce scure… non è uno scherzo, non
è un sogno, è la realtà. Il dolore mi assale
all’improvviso. Urlo. Un urlo straziante, disperato e rabbioso
che mi lacera l’anima…mi sento impotente e l’unica
cosa che riesco a fare è battere il palmo della mano sana a
terra… avverto il dolore dell’urto nelle cinque dita, ma
è meno forte del dolore che provo dentro di me. Qualcosa si
è rotto. Qualcosa, in questo momento, si è
spezzato…ed è tutta colpa tua! Questa mia nuova
sofferenza, questo dolore lancinante che mi strazia la
carne…è tutta colpa tua!
Al diavolo! Al diavolo! Al diavolo!
Tu, brutto maniaco idiota e bastardo che non sei
altro…perché? Perché mi hai abbandonato? Eppure mi
ero illuso che tu per me e per Al ci saresti stato sempre…che
idiota che sono! Ci sono ricascato! Ogni volta che mi affeziono a
qualcuno, finisce sempre così…lo perdo, che sia per
abbandono o per morte…inizio a pensare di essere destinato alla
solitudine.
Sei morto. Due parole che la mia
mente si rifiuta di accettarle come vere…maledetto Colonnello!
Nella mente mi risuona soltanto la tua voce, che mi prende in giro, che
mi da ordini, che mi incoraggia a non mollare, ad andare
avanti…la tua voce che mi rimprovera quando mi comporto come un
bambino e, tutto sommato, hai ragione tu: non posso comportarmi come un
bambino, non più. Adesso questo sentimento, che mi opprime
dolorosamente il cuore, mi pesa ancora di più… mi sento
perso, bastardo di un Colonnello, senza di te. Sei stato un punto
fisso. Sei stato un comandante eccellente. Sei stato un amico. Sei
stato un PADRE. Forse è per questo che non riesco ad accettare
la tua scomparsa…Sei stato come un padre per me ed Al, sei stato
il padre che non abbiamo avuto; credi che non lo sapessi che ci
controllavi, anche se non lo davi a vedere, ogni volta che stavamo via
per una missione? Hughes me lo disse…mi disse che, ogni volta
che io e mio fratello ci cacciavamo nei guai, tu ci difendevi sempre e
che, ogni volta che arrivava la notizia che io ed Al eravamo in
pericolo, tu perdevi la tua leggendaria calma ed andavi in
escandescenza…prima non ci credevo, ma voglio iniziare a farlo
da adesso… voglio conservare il migliore dei ricordi che ho di
te. Maledetto Colonnello! Eppure mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in
più su di te…il perché del tuo atteggiamento
distaccato, il perché si tanta ostinazione nel voler cambiare il
mondo, il perché della tristezza che, ogni tanto, i tuoi occhi
scuri tradivano…adesso non potrò più sapere niente
di te e non posso far altro che rimpiangerlo. Adesso che non ci sei
più, mi sono reso conto di quanto tu sia importante per me,
Colonnello. Adesso che te ne sei andato, maledetto bastardo idiota, mi
manchi…
La stanza rimase a lungo in un religioso silenzio, ognuno troppo
impegnato a pensare per parlare, e solo il pesante incedere di Al
costrinse tutti a distogliere la propria attenzione dai pensieri
dolorosi e ad osservare il nuovo arrivato. Ed era ancora in ginocchio,
con le spalle tremanti ed il volto fisso per terra, ed il fratello
minore, ancora ignaro di tutto, gli si avvicinò preoccupato.
“Nii-san? Che cos’hai?” Il biondo si alzò e
cominciò a parlare con voce grave; le parole furono spesso
interrotte da rapide lacrime. Riza, incapace di sentire un’altra
volta le stesse parole, scattò in piedi ed uscì dalla
stanza, sbattendosi la porta alle spalle, ma nessuno dei presenti
sembrò farci troppa attenzione: la mente di tutti era proiettata
altrove, a Central City e a quel maledetto disastro ferroviario.
Improvvisamente, uno strillo acuto squarciò l’apparente
tranquillità della caserma e interruppe brutalmente il momento
di riflessione. “E’ la voce del Tenente Colonnello
Hayate!” esclamò Havoc, precipitandosi fuori alla stanza e
seguito da tutti gli altri. I ragazzi scesero rapidamente le scale,
fermandosi soltanto quando videro una Riza pallidissima, a terra, che
indicava con un dito tremolante un qualcosa di fronte a lei e che era
coperto a tutti gli altri a causa della tromba delle scale.
“Tenente? Cosa è succe…” la frase morì
in gola al biondo Sottotenente, non appena mise a fuoco il motivo di
tanto panico: un uomo affascinante dai capelli corvini e lucidi,
vestito con una divisa militare, osservava la scena con occhi curiosi
ma, nel frattempo annoiati. “Co…Colonnello Mustang?”
Havoc scese le scale barcollando, totalmente incredulo a ciò che
vedeva: il Colonnello era lì di fronte a lui, in tutta la sua
imperiosità. “Si può sapere cosa sta succedendo
qui? Perché non siete tutti a lavorare? Anche tu qui, Fullmetal?
Ma che cos’è? Il comitato di accoglienza?” Non
c’erano dubbi… era proprio lui! Lentamente, Ed gli si
avvicinò, fissando con gli occhi d’oro quelli
d’onice del suo superiore. “Colonnello, lei non
è…?” “Io non sono cosa?”
“Lei…lei è qui…lei non
è…MORTO?” Al solo sentire nominare la parola
‘morto’, Mustang sbiancò “Si può sapere
perché dovrei essere morto, Fullmetal?”
“Ma…lei era andato a Central, giusto? Il treno che doveva
arrivare qui, il treno delle cinque, il suo treno è praticamente
scoppiato…sono morti tutti, lei come fa…?”
“Il treno è scoppiato?”
“Già…” tutti presenti erano in attesa di una
spiegazione ed il Colonnello, dopo essersi passato una mano tra i folti
capelli, dichiarò “Io non ne sapevo nulla!” Ed e
Havoc si guardarono negli occhi per qualche istante, poi si fecero un
cenno d’intesa e si buttarono letteralmente sul loro superiore,
facendolo cadere per terra sorpreso. “Non sei il vero Colonnello
Mustang! Rivela la tua identità, mostro!”
l’alchimista gli pizzicò il volto, come a levargli una
maschera, mentre il Sottotenente cominciava praticamente a spogliarlo,
alla ricerca di chissà che strano simbolo. Il teatrino
andò avanti per poco perché Mustang si liberò
presto dagli assalitori e, con un rapido schiocco di dita, li arse
praticamente vivi. “ADESSO CALMATEVI! VE LO CHIEDO UN ULTIMA
VOLTA… COSA STA SUCCEDENDO?” Riza si alzò e,
riacquistando la sua proverbiale freddezza, si avvicinò al suo
superiore. “Andiamo nel suo ufficio. Li le spiegheremo
tutto.”
Dopo una mezz’ora buona di spiegazioni, la situazione finalmente
si chiarì. “Allora, se ho capito bene, il treno delle
cinque proveniente da Central è scoppiato, non ci sono stati
superstiti e voi pensavate che anche io fossi…” Roy
Mustang si mise una mano in faccia, quasi incredulo e divertito
dinnanzi a ciò che sentiva. “E’ NORMALE, BRUTTO
COLONNELLO PIROMANE! ARG! EPPURE DOVREI SAPERLO, LE CAROGNE NON MUOIONO
MAI!” “Dal tuo tono, Fullmetal, potrei pensare che ti sei
disperato molto…sono davvero spiacente… povero
PICCOLO” pronunciò l’ultima parola con voce
divertita e ciò non fece altro che infuriare ulteriormente il
ragazzo “CHI SAREBBE LO SCARAFAGGIO TALMENTE PICCOLO CHE ANCHE LE
FORMICHE POSSONO SCHIACCIARE?!?!?! BRUTTO…IO TI
AMMAZZO!!!” Ed, rosso in volto, si alzò in piedi, pronto a
saltare addosso a Roy, ma il suo tentativo di omicidio venne
prontamente bloccato da Al; intanto Riza, totalmente indifferente alle
grida furiose dell’alchimista, subentrò nella discussione,
prendendo la parola per la prima volta. “Ma, allora, non eravate
su quel treno?” “No! Se qualcuno la mattina leggesse la
posta, avrebbe saputo che sarei rientrato in città ieri sera e
che, stamattina, sarei andato con il Generale di Brigata ad ispezionare
dei magazzini, visto che è qui anche lui…” Tutti i
presenti rimasero a bocca aperta e Roy, notando lo stupore generale,
sorrise beffardo. “Ah…quindi pensavate fossi morto eh?
Oh…dai vostri volti penso che sia stata una notizia
dolorosa…ah lo sapevo di essere importante per voi…”
Pov Riza
Tipico…
Pov Havoc
Lo sapevo
Pov Ed
Adesso ti ammazzo io…
“COLONNELLO?” pronunciarono i tre, all’unisono.
“Che c’è?”. Non appena sentirono la risposta,
Havoc, Ed e Riza si fondarono sul loro superiore: il primo lo
immobilizzò con una presa alle spalle, il biondino sogghignò
con sguardo omicida, mentre trasmutava il suo auto-mail in una lama
affilata, e la ragazza si accingeva a caricare la sua pistola.
“Ragazzi, ma io scherzavo… Havoc…lasciami..no, no
Edward, Riza…non guardatemi così no…no…
AHHHHH!”
-owari-
|