Prologo
Dal diario di Cosmanna Giuliano
Sub-Palermo, 12 febbraio 2022 dC/ 23 draculeo 9 aV
Caro Diario,
questa è la prima volta che tengo un diario vero
e proprio, avevo provato nell'infanzia e nell'adolescenza ma con
scarsi risultati. Allora tu dirai perché hai deciso di
iniziare a tenerne uno proprio adesso il giorno del tuo
trentanovesimo compleanno? Sai me lo sto chiedendo anch'io, sarà
forse perché mio figlio di sette anni mi ha regalato questo
quadernetto logoro con la copertina nera sul quale sto scrivendo
questo mio giornale, così ho deciso di raccontare la mia
storia di ribelle, per poterla conservare a futura memoria. Come
ho detto oggi è il giorno del mio trentanovesimo compleanno,
ma guardandomi allo specchio vedo una donna che sembra avere
cinquant'anni; i lunghi capelli un tempo castani, ora sono per
lo più argentei, ho il viso percorso dalle prime rughe dovute
alla stanchezza psicofisica che mi ha seguito per questi ultimi dieci
anni, gli occhi verdi hanno perso parte della luce che avevano, il
fisico una volta burroso adesso non è altro che l'ombra
di un tempo, per colpa del fatto che da molto che non faccio un pasto
decente, non ricordo neanche più il sapore del gelato alla
nocciola. La mia vita scorreva abbastanza tranquilla fino al 21
dicembre 2012, o 1 nosfero 0 aV come viene chiamato adesso, io
all'epoca ero scettica sul fatto che potesse finire il mondo, ma mi
sono dovuta ricredere. Quello che avvenne quel giorno fu
un'apocalisse, sia nel senso originario che in quello che ha assunto
in seguito, il mondo intero ricevette una rivelazione sconvolgente e
la ricevette nel modo più violento possibile. Approfittando
delle condizioni astronomiche favorevoli, i vampiri si
rivelarono al mondo ed iniziarono una rivoluzione conquistando
il mondo nel giro di una settimana. Quel giorno venne ricordato come
B-Day per gli umani, cioé Bloody-Day, giorno sanguinoso; e
V-Day per i vampiri, cioè Vampire-Day, giorno dei vampiri. Al
mondo i posti di potere come avrai capito sono appannaggio dei
vampiri, mentre l'umanità si ritrova divisa di fatto in
quattro categorie: i servi umani, i quali se la passano meglio perché
vivono all'ombra, per così dire visto che i vampiri non ne
hanno, dei loro padroni; i normali, quelli cioè che
vivono tranquilli le loro vite; i ribelli, quelli che sono contrari
all'egemonia vampirica, che per scampare ai vampiri si sono dovuti
rintanare clandestinamente nei vecchi tunnel che si trovano
sotto le città, per questo chiamati dai succhiasangue in senso
dispregiativo talpe; e le bestie, quegli sfortunati ribelli che
scovati dalle autorità, ricevono come condanna quella di
essere ridotti ad uno stato vegetativo per poi poter estrarre il
sangue alla bisogna, così da garantirsene una riserva
potenzialmente illimitata; io faccio parte della terza categoria e
vivo nei sotterranei della città di Palermo. Qui ci siamo
arrangiati alla meglio ed abbiamo organizzato una vera e propria
città sotterranea, che chiamiamo Sub-Palermo. La situazione
può sembrare paradossale visto che noi dovremmo vivere
all'esterno, mentre le sanguisughe vivere al sicuro sotto i tunnel
lontani dalla luce del sole, ma gli avvenimenti del B-Day hanno
sovvertito l'ordine naturale delle cose. Grazie all'allineamento
favorevole dei pianeti i vampiri hanno giovato per un anno di una
certa immunità alla luce del sole ciò gli diede la
possibilità di trovare un rimedio per quella loro debolezza;
la cura, sviluppata da una famosa industria farmaceutica la
BioMedica, consisteva in una specie di tonico che chiamarono Eclipse,
il tonico doveva essere assunto almeno cinque minuti prima dell'alba,
ciò lo sono venuta a scoprire trovandomi per caso il
bugiardino del farmaco. Ciò li liberò dalla schiavitù
dell'oscurità, condannando invece noi alla clandestina vita in
questi oscuri tunnel, costretti a portare degli spessi occhiali da
sole, qualora avessimo la necessità di salire in superficie,
disabituati come siamo alla sua luce, alcuni di noi hanno fatto anche
bambini, molti dei quali non sanno neanche cosa sia la luce del sole.
Come dicevo prima, la mia vita scorreva tranquilla fino
al B-Day, ero una normale ragazza di ventinove anni, per cui
l'unica preoccupazione era quella di trovare un lavoro decente
per potermi staccare finalmente dalla gonnella di mamma, avevo
incontrato un uomo anche se all'epoca non stavamo ancora assieme,
eravamo solo degli ottimi amici anche se alle volte litigavamo
animosamente anche per delle minchiate, tipo se le Sailor-senshi si
scontrassero con i Cavalieri dello Zodiaco chi vincerebbe, io
naturalmente ero fazione Sailor-senshi, girl power per sempre.
Ah, quanta tenerezza a pensarci adesso, allora non ci saremmo mai
immaginati di trovarci noi a combattere per difendere il genere umano
da delle creature malvagie che volevano assoggettarlo. Arrivato il
B-Day io, Marco, così si chiamava l'uomo più
importante della mia vita, ed i nostri amici ci siamo ritrovati
catapultati in una guerra lampo, così veloce che anche se
provo a mettere ordine agli eventi di quel periodo non riesco a
focalizzarli per bene, ricordo solo sangue, morte e distruzione
tutto intorno a me. Da quel giorno io e i miei abbiamo cercato di
organizzarci meglio che abbiamo potuto, il nostro primo rifugio
furono le catacombe dei Cappuccini, dove trovammo dei dissidenti come
noi. Fummo tranquilli per un po', anche se non restammo con le mani
nelle mani, incominciammo a scavare per immetterci nella rete
fognaria. Ci riuscimmo prima che il convento che si trovava in
superficie fosse distrutto da un attacco voluto dagli zannuti in
cerca di eventuali ricettacoli di ribelli. Nelle fogne cercammo
di creare dei rifugi ricavandoli dalle nicchie che si trovavano lì,
in un certo senso vivevamo come le Tartarughe Ninja, senza la pizza
però, alcuni scavarono delle gallerie per ampliare la
nostra sub-poli, alcune di esse ci portarono ai vecchi tunnel
usati dai Beati Paoli, altre invece dritte nei rifugi bunker dei
vecchi boss di Cosa Nostra. In quel periodo il mio rapporto col mio
migliore amico si trasformò come si era trasformato anch'egli:
prima del B-Day Marco aveva paura di tutto, dagli aghi agli insetti,
era anche claustrofobico e non sopportava neanche i germi, alle
volte pensavo che avesse paura della sua stessa ombra; ma dopo il
B-Day lo vidi cambiare totalmente, il suo inaspettato coraggio
fu di ispirazione a me come a chi avesse avuto la fortuna di
conoscerlo ed ai posteri, ancora le gallerie di Sub-Palermo
riecheggiano delle parole pronunciate durante una rivolta consumatasi
proprio nella sub-poli, molti erano stanchi e sfiduciati da come
si protraevano le cose ed avevano deciso di arrendersi alle autorità
vampiriche per poter vivere di nuovo in superficie e rivedere la luce
del sole, per quell'occasione si riunì un'assemblea per
cercare di dissuadere i rivoltosi, in quell'occasione l'uomo che
nel frattempo era diventato il mio compagno, si erse su una vecchia
scrivania bello come il sole con i capelli biondo cenere che
risplendevano nelle poche luci che eravamo riusciti ad installare
rubando energia elettrica agli abitanti della superficie, gli occhi
di un blu così profondo da annegarci dentro, emanavano un
carisma non indifferente, ricordo ancora cosa indossava in
quell'occasione, portava dei vecchi e logori pantaloni svasati color
kaki, una maglia verde militare e delle vecchie Converse All Star
nere. Come dicevo egli prese parola e fece il discorso più
bello ed ispirato che avessi mai sentito pronunciare: «So che
avete paura e che siete stanchi e dubbiosi, ma dovete sapere che non
siete soli tutti noi abbiamo paura, solo che alcuni sono più
bravi di altri a dissimularla. Vi racconterò la storia di un
ragazzo come voi, egli era un fifone di prima categoria, aveva paura
praticamente di tutto, l'idea di farsi delle iniezioni o gli esami
del sangue lo terrorizzavano a tal punto che appena vedeva una
siringa iniziava ad avere veri e propri attacchi isterici, alla
tenera età di ventinove anni dormiva ancora con la
luce accesa, per non parlare degli insetti, la sola idea che una
mosca si posasse sulla sua pelle gli faceva arrizzare i carni.
Sai bene di chi sto parlando vero Cox?» disse rivolgendosi a
me, mentre l'attenzione prima focalizzata verso di lui si andò
a concentrarsi su di me e sul mio viso che arrossì
imbarazzato. «Quel ragazzo ce l'avete di fronte. Ero io il
pisciasotto, non fatevi ingannare dalla mia aria sicura, dentro di me
ho un sacco di paura, una volta lessi una frase che mi colpì
tanto e che mi fece riflettere: “Il coraggio non sta nel non
avere paura, ma nel non far capire agli altri di averne.”;
sappiate che la paura è necessaria per la nostra
sopravvivenza, senza di essa la nostra specie non si sarebbe
conservata fino ad ora, l'unica cosa da fare è di non farci
dominare da essa ma utilizzarla a nostro vantaggio. Quindi se avete
intenzione di arrendervi fatelo pure ma sappiate che in quel caso
hanno vinto loro e tutte le fatiche affrontate fin'ora non saranno
servite ad un cazzo!», alla fine del discorso ci fu un silenzio
tombale il quale durò pochi attimi, interrotto da timidi
applausi che divennero in pochi secondi un vero fiume di mani che
battevano fino a consumarsi, ebbi quasi paura che la gente in
superficie potesse sentirci e scoprire dove eravamo. Dopo una prima
esitazione mi avvicinai a lui con le lacrime agli occhi e ci
scambiammo quello che per me fu il bacio più bello tra
quelli che ci eravamo mai scambiati, la nostra proverbiale
riservatezza se ne andò a farsi fottere in quel momento
esistevamo solo noi due, del resto non ci importava proprio niente.
L'anno seguente avemmo quella che in tempi di pace avremmo
considerato la notizia più bella del mondo, e che in tempi
come questi invece si carica di preoccupazioni e dubbi maggiori,
aspettavo un figlio. In un primo momento pensai persino di abortire,
ma non prendermi per egoista ne tanto meno per assassina, mettiti nei
miei panni, avevo paura di far crescere mio figlio in una situazione
così precaria come quella in cui stavamo vivendo, per lui
avrei voluto un mondo migliore, la libertà di correre sui
prati, bearsi della luce del sole, non una vita da topo di fogna
costretto a nascondersi come se fosse un criminale fin dalla più
tenera età. Solo l'amore del mio compagno mi fece desistere
dall'intento di interrompere la gravidanza. Il giorno del parto
giunse inaspettato visto che ero fuori tempo già di cinque
giorni, avevo avuto delle contrazioni giorni addietro, ma risultarono
dei falsi allarmi. In quel giorno era programmato un attacco ad una
delle fabbriche di sangue, così per poter dare una degna fine
a quei poveri derelitti, ridotti a distributori automatici di linfa
vitale. A capo del gruppo che avrebbe eseguito la missione era Marco.
la nostra compagine venne intercettata dalle autorità
vampiresche, le quali condannarono i nostri seduta stante al massimo
della pena, finire la loro esistenza come bestie. Alcuni di essi
cercarono di suicidarsi avvelenandosi ma il pronto intervento dei
medici assoldati dai succhiasangue rese vano il tentativo, dato che
ai vampiri non serviva che funzionasse il cervello, ma che
l'organismo potesse produrre sangue, e quello si può produrre
anche quando il cervello segna il definitivo "game over".
Dicevo che quel giorno mi ritrovai ad affrontare il parto da sola,
mentre la notizia della cattura di Marco la venni a sapere solo tre
giorni dopo, dato che i miei amici non volevano rovinarmi il lieto
evento, mi ritrovai così da sola con un bambino, Luca il
donatore del quaderno, da crescere ed una guerra da combattere.
Fin qui ecco la mia vita.
Che il sole in futuro torni ad illuminare il nostro
cammino
Tua Cox
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