Cara Granger, ti scrivo.

di Draclaire
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Granger,
l’hai fatta grossa. Ho appena fregato del ghiaccio dall’infermeria e ho chiesto alla Parkinson di nascondereil livido sulla mascella con un po’ di quella cremina che usate voi donne per coprire i brufoli. Cosa letteralmente inutile perché tanto si vedono comunque.
Bè, con questo non dico che tu abbia bisogno di quella roba. Devo ammettere che, nonostante tutto, hai una bella pelle, Granger.
Perché ti scrivo questa lettera che, di certo, non ti consegnerò mai? Non lo so e non fare troppe domande come tuo solito. 
Nonostante tu sia una Grifondoro e una … mezzosangue (mi viene il ribrezzo solo a pensarci), devo ammettere che sei come minimo quattro volte meglio rispetto a quei due babbei con cui vai in giro.
Insomma, guardali! Potter il perdente con quella sua “bella” cicatrice a forma di fulmine e Weasley, troppo povero anche per permettersi una bacchetta nuova.
Tu… sei diversa da loro, capisci? Tu hai qualcosa di grande dentro di te. Se solo fossi finita a Serpeverde!
Ma no.. devi fare per forza la sotuttoio, la ragazza coraggiosa, la luce degli occhi della McGrannit. Ma per favore! Odio quando fai così. Però oggi… oggi mi hai aperto gli occhi, con quel pugno.
Insomma, parliamone! Nemmeno Goyle avrebbe saputo sganciarmi un destro così ben piazzato.
Tu sei sprecata là dentro Granger. Non devi stare tra quei palloni gonfiati dei Grifondoro. Se solo tu sapessi quanto diventeresti conosciuta e stimata, frequentando la mia Casa.
Altro che quei poveri babbei di Grifondoro. Altro che Silente, altro che la McGrannit.
E poi ci sarei io.
 
Devo andare a bruciare questa lettera adesso.
Ciao, Granger, in fondo, un po’.. ti stimo.                                       
 
 
                                                                                                                      Draco
P.S.
I capelli non ti stanno più tanto male, sai? Soprattutto da dietro, sembrano quasi… carini.
Adesso non montarti la testa. Ciao.




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