A boy like you.

di ShimizuBookman_
(/viewuser.php?uid=145832)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


'Nee San?'

'Amane?'

- Sono le tre del mattino. Hai idea di quanta sonno io abbia?
La piccola bambina scosse la ragazza dormiente sul letto di piume soffici, disturbando il suo sonno tranquillo. 
- Mamma sembra strana, continua a bere in cucina, ho paura che mi picchi. 
-Vieni qui.
Non era la prima volta che la loro madre, dopo la morte del loro padre, riversava la sua delusione e sconforto della perdita del marito sull'alcool. Non era la prima volta che minacciava di picchiarle, se solo si fossero offerte di aiutarla. Ormai era diventata una donna con una mente instabile ed azioni altrettanto confuse, passava il mattino a cercare lavoro, ma veniva subito licenziata il giorno dopo, prima ancora di ricevere la busta paga. Vivevano in una casetta che un tempo poteva apparire modesta e di buona famiglia, ma che dopo
quel fatto triste era stata lasciata marcire, ed ora gli assi della cucina scricchiolavano sotto i piedi di Yushina.
- Mamma? Perchè sei in piedi a quest'ora?
- Tappati la bocca, Yashina. Faccio quello che voglio.
E gettò la bottiglia che andò in pezzi sul pavimento, vuota. 
- Calmati mamma, pensa a riposare..
Yashina osservò l'ombra della madre, no, qualcos'altro, mutare sotto la luce lunare.
- Dormire, dici?
Si girò, allargando un sorriso tetro e incrinando il capo di lato, posò entrambe le mani ai lati della bocca e spaccò la mascella, aprendosi in due. Da essa uscì uno spirito, seppur con difficoltà definirlo così, gorgogliante dal suo corpo insanguinato. Sfondò il tetto e uscì da esso, guardandola dall'alto.
- Ma-mamma?
Sgranò gli occhi e guardò quella creatura che creava delle sfumature sul cielo terso della notte, indietreggiando ed afferrando la Katana che le era stata regalata per il suo sedicesimo compleanno, argentata e nera. Aveva un speciale legame con quell'arma, quasi fosse fusa con le sue mani. Non permetteva a nessuno di toccarla.
- Nee san? Che succe-
Proprio in quel momento Amane corse in cucina e si fermò sulla soglia, lanciando un urlo che spezzò il silenzio del boschetto.
- Amane, ferma!
Il demone si girò verso di lei e puntò una serie di armi contro di lei, illuminandole.
- NO!
Si buttò sulla sorellina mentre alcune assi del soffitto cedettero e le colpirono la schiena, strappandole la maglietta. Aveva ancora in pugno la katana, solo che ora, stava brillando e ad essa era collegata un'altra più grande, con una catena. 
Yashina osservò stranita quell'arma prima di lanciarsi all'inseguimento di quello che era stata, forse, la loro madre fino ad allora.
Amane la seguì, correndo per il boschetto, fino ad arrivare ad una radura, dove ce n'erano molti altri.
- Cosa.. sono?
Per poco non le cadette l'arma dalle mani, la tenne stretta dall'impugnatura e osservò i demoni avvicinarsi a loro due. 
Chiuse gli occhi, aspettando l'attacco con quelle armi che non sembravano di questo mondo, ed era quasi pronta a pararlo, quando un ragazzo le si parò davanti, incrociando la spada, no, un'arma collegata al suo braccio, con quella dell'Akuma.
- Stai bene?
Le domandò, facendolo esplodere per poi dirigersi verso gli altri, affettandoli tutti in breve tempo.
- S-sugoi.. è così forte..
Si avvicinò nuovamente a lei e le porse la mano destra, facendola alzare in piedi. Non si era nemmeno accorta di essere caduta in ginocchio, a coprire la sua sorellina. 
- Io sono Allen, Allen Walker. 
- Y-yashina, Yashina Hatsugai.
- Piacere mio Yashi, ma quella è.. innocence?
- Innocence?
- Non la conosci? La tua anima, la tua forza forgiata in quest'arma, per combattere gli akuma..
- Io.. ho solo difeso mia sorella da quei mostri e si è trasformata da sola..
- Muta con il cambiamento di chi la possiede. In pratica, lo stato d'animo. 
Notò che quella che sembrava la sua arma attaccata al braccio era davvero, il suo braccio. Una specie di guanto, con delle lunghe lame a coltello. Indossava un uniforme che riconobbe come quella di Exorcista e un mantello bianco con una maschera bianca sulla schiena.
- Oh, ma perchè?
- La tua innocence è compatibile con te, in poche parole, sei compatibile con quest'arma. Sei destinata a diventare un exorcista.
- Exorcista? watashi wa? 
- Certo.. e poi penseremmo tutto a noi. 
- E la mia sorellina?
- Crescerà con la squadra ad oriente, vedremo se anche lei ha dell'innocence. 
- Ma.. potrò davvero diventare un exorcista, Walker kun?
- Ti prego, chiamami Allen kun. 
Le porse la mano che prese e se la caricò sulle spalle.
- Ho visto che sei ferita sulla schiena, ci penso io.
- Ma non preoccuparti! 
- Sei leggera. Sicura di avere qualcosa qua sotto?
Le sorrise, causandole un rossore imminente, nascose le guance nel pelo del suo mantello, sorridendogli.
- Grazie, Allen Kun.
Le sorrise e continuò a camminare verso il quartier generale degli Exorcisti.
- Chissà come saranno contenti Lavi kun e gli altri, di avere un'altra amica.
E rivolse un'occhiata felice alla ragazza che dormiva pacificamente sulle sue spalle.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1248873