Come un fulmine che colpisce
l'albero più alto del bosco
All'improvviso un musetto fece capolino tra l'erba dell'immenso prato.
"Buon
giorno", disse il piccolo principe.
"Buon
giorno", rispose l'animaletto dal curioso muso.
"Tu chi
sei? Conosci la volpe che ho incontrato prima?", domandò il
piccolo principe.
"Sono una
mangusta", disse la mangusta, "e non conosco la volpe che hai
incontrato prima."
"L'ho
addomesticata", fece il piccolo principe, "tu sai cosa vuol dire
'addomesticare'?"
La
mangusta rimase zitta per un momento, osservando attentamente il
piccolo principe.
"So cosa
vuol dire... Vuoi farlo anche con me?", disse.
"Sì,"
ammise il piccolo principe, "la volpe è diventata mia amica
ed è diventata speciale. È diventata unica.
È diventata la mia volpe".
"Ma io
non voglio diventare tuo amico", disse la mangusta.
"E
perché no?", chiese il piccolo principe, "hai paura? Non
è una cosa che fa male, lei mi ha detto così".
"Perché
io non voglio diventare amico di nessuno", disse la mangusta.
"Perché?",
domandò il piccolo principe.
"Perché
io voglio essere amato", rispose la mangusta.
Il
piccolo principe guardò confuso la mangusta; la parola gli
giungeva nuova.
"Che cosa
vuol dire 'amare'?", chiese il piccolo principe.
"Non lo
so", disse la mangusta, "speravo che tu lo sapessi".
"Pensi
che sia qualcosa che riguardi l'addomesticare? Prima addomestichi e poi
ami?"
"Può
essere", disse la mangusta, "ma forse potrebbe essere qualcosa che
accade subito, all'improvviso. Come
un fulmine che colpisce l'albero più alto del bosco".
"Ma una
volta che l'albero è bruciato non rimane nient'altro che
cenere", disse il piccolo principe.
"C'è
sempre un modo per tener vivo il fuoco", disse la mangusta. "Basta
aggiungere altra legna".
"Quindi
l'amore è eterno?", domandò il piccolo principe.
"Credo di
sì. Però ancora non sappiamo come inizia",
rispose la mangusta.
Il
piccolo principe e la mangusta tacquero continuando a guardarsi negli
occhi.
"Sai",
disse il piccolo principe, "io ho lasciato il pianeta della volpe
perché volevo ancora vedere tante cose e conoscere tanti
nuovi amici. Ma sono curioso di sapere cosa vuol dire 'amare'
e sono convinto che insieme possiamo scoprirlo".
"Quanto
tempo hai impiegato per addomesticare la volpe?", chiese la mangusta.
"Quello
che è stato necessario", rispose il piccolo principe.
Alla
mangusta brillarono gli occhi verde smeraldo e il piccolo principe
sorrise incantato.
"Non sono
mai stato addomesticato", disse la mangusta. "Non sono mai stato amato.
I visitatori che ogni tanto arrivavano su questo pianeta mi guardavano,
mi lusingavano e mi promettevano che sarebbero tornati a trovarmi. Non
l'hanno mai fatto."
"Tu li
aspettavi?", domandò il piccolo principe.
"Le prime
volte sì, poi ci ho rinunciato", rispose la mangusta.
"Hai mai
rinunciato all'amore?", chiese il piccolo principe.
"No",
rispose la mangusta, "prima devo scoprire cos'è".
Il
piccolo principe si trovò d'accordo con il pensiero della
mangusta. Si sedette accanto a lui a gambe incrociate senza distogliere
lo sguardo.
"Credi
che l'amore sia visibile come il fulmine?", disse la mangusta.
"Non
penso, altrimenti sarebbe facile da capire", disse il piccolo principe,
"però credo che abbia gli stessi effetti. Ti sconvolge, ti
preoccupa, ti lascia in trepida attesa, ti possiede..."
"...e poi
brucia all'infinito", terminò la mangusta.
"E poi
brucia all'infinito", ripetè il piccolo principe.
La
mangusta si acciambellò sul grembo del piccolo principe e
chiuse lentamente gli occhi quando sentì la sua mano
accarezzargli con dolcezza il capo.
"Forse
l'amore non ha bisogno di tante parole", disse la mangusta, "forse non
ha bisogno di descrizioni, di spiegazioni, di motivi. Forse
è una cosa che accade e basta".
"E come
sai quando arriva?", domandò il piccolo principe.
"Non lo
so", rispose la mangusta, "tu lo sai?"
"No",
disse il piccolo principe, "ma credo che arrivi come io sono arrivato
qui."
Il
piccolo principe e la mangusta capirono in quell'esatto momento cosa
fosse l'amore.
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Questa
è l'OS di cui sono più orgogliosa. È
la mia bimba e ho cercato di curarla nei minimi dettagli, di non farle
mancare nulla.
Lo stile
non appartiene a me, ho provato a renderlo il più simile
possibile a quello di Antoine de Saint-Exupéry che, tra
l'altro, spero non se la prenda troppo per questo piccolo omaggio al
suo bellissimo "Il Piccolo Principe".
E,
niente, la smetto qui. Non mi va di diventare ridondante o, peggio,
patetica. Grazie per essere arrivati fin qui, davvero. <3
-violetsugarplum
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