Prologo
Parigi, Agosto dell’Anno del Signore 1572.
In tanti erano
accorsi in città per assistere alle nozze dei
sovrani, entusiasti all’idea che forse da una tale unione
potesse scaturire la pace tra le due religioni contrapposte.
Una moltitudine di
persone si riversava lungo le strade in direzione della cattedrale ove
si sarebbe ufficiato il sacro rito.
I colori sgargianti
degli abiti dei cattolici si scontravano con quelli più
austeri e scuri degli ugonotti e, dalle occhiate di disprezzo che si
scambiavano, sembrava realmente lontana quella pace tanto agognata.
Una bambina dai
corti boccoli biondi trattenuti da sottili
nastri di seta sul capo, trotterellava tenendo strette le mani dei suoi
genitori, felice all’idea di partecipare a un evento di cui,
però, non ne comprendeva l’importanza.
Incrociò
lo sguardo di un’altra bambina della sua età,
abbigliata elegantemente di un rosa pallido, alla quale sorrise
dolcemente. L’altra stava ricambiando, quando sua madre,
notando l’indirizzo del suo sguardo, la fece procedere
più celermente, voltandosi con aria sdegnata.
La piccola dai
boccoli d’oro smise per alcuni istanti di trotterellare,
guardando confusa i suoi genitori. Dove era il problema?
« Stai
tranquilla figlia mia. Un giorno tutto questo
avrà fine e potrai giocare con quella bambina senza occhiate
malevoli e in tranquillità. »
Suo padre era un uomo
molto ottimista; forse era uno dei pochi che realmente credeva che le
guerre di religione si sarebbero concluse molto presto: e quel
matrimonio ne era il principio.
*
Qualche notte
più tardi la bambina era seduta nel suo letto,
senza riuscire a prendere sonno poiché si sentiva euforica
per l’esperienza vissuta: non riusciva a dimenticare tutto
ciò che aveva visto. Al matrimonio, infatti, seguirono
diversi giorni di festeggiamenti che coinvolsero tutta la popolazione
parigina. Aveva riso, ballato, mangiato leccornie che non aveva mai
assaggiato prima, e si era sentita veramente felice.
Sospirò
per poi sollevare lo sguardo verso la finestra
dell’abitazione nella quale risiedevano, rivolgendolo verso
la porzione di cielo che riusciva a intravedere. Aveva imparato a non
temere la notte, anzi, con il tempo ne era rimasta incantata. Adorava
trascorrere le ore a guardare quei piccoli puntini luminosi sparsi
nel cielo scuro e quella pallida luna che spesso riusciva ad illuminare
i luoghi meglio di una semplice lanterna.
Era una notte limpida
e silenziosa. Miriadi di stelle osservavano immote la terra
sottostante, ma la loro luce era fievole e fioca se paragonata
all’astro argenteo che mostrava il suo volto più
completo.
Gli abitanti della
capitale francese sembravano dormire tranquilli nonostante la forte
calura estiva che bagnava le loro vesti di sudore.
La piccola
spostò lo sguardo verso i genitori che dormivano abbracciati
in un letto poco distante dal suo, in quella stessa stanza della casa,
e sorrise.
Da quella sera tutto
sarebbe cambiato in meglio.
Ma…
Bastò
il suono di una campana a frantumare i loro sogni.
Non ci fu molto tempo
per scappare. Urla di dolore, lamenti e terrore si diffusero
rapidamente, quando armigeri senza scrupoli fecero violentemente
irruzione nelle case degli ugonotti.
La piccola corse
rapida tra le braccia della mamma, la quale, seppur terrorizzata, la
strinse a sé con fare protettivo, ma i suoi occhi guizzarono
verso il marito alla ricerca di un aiuto.
Dopo un primo momento
di disorientamento suo padre le disse di nascondere la loro figlia. Non
c’erano molti nascondigli nella casa, ma la loro bambina
aveva le giuste dimensioni per entrare in una botola nel pavimento dove
erano soliti nascondere le cose più preziose che possedevano.
Dopotutto
lei valeva più di ogni altra cosa. Era realmente la cosa
più preziosa da difendere e preservare.
«
Desirée, ora ascoltami. Devi rimanere
qui e stare zitta. Qualunque cosa succeda non uscire, non urlare, non
farti vedere finché non sentirai il più assoluto
silenzio. Allora scappa più veloce che puoi, e recati a
Sivelle e chiedi di Madame Angélique Le Marchand. Lei ti
aiuterà » le disse sua madre.
«
Ma… »
Desirée,
tuttavia,
non comprendeva. Perché i suoi genitori nascondevano solo
lei? Perché non trovavano anche loro un modo per salvarsi?
Che cosa stava succedendo?
Prima che potesse
aggiungere altro, però, fu suo padre a prendere parola.
« Niente
ma, bambina mia. Non c’è
più molto tempo, fa come ti dice tua madre. Presto.
»
Seppur
sconvolta, non
riuscì ulteriormente a obiettare. Scese nella botola ma,
prima che fosse richiusa sopra di sé, scrutò per
l’ultima volta i volti amati dei suoi genitori. Loro si
sforzarono di sorriderle per rassicurarla, poi sua madre richiuse la
botola e si strinse al marito, consapevoli di ciò cui
sarebbero andati incontro.
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Ebbene
ci siamo! Finalmente ho completato una delle long che ho in mente e
alla quale ho dedicato tutto il mio cuore. E' stato un lungo percorso,
ma devo dire di esserne soddisfatta. Ammetto che pubblicarla qui mi
mette un poco di paura, perché è una storia a cui
tengo tantissimo, ci ho messo più di un anno a scriverla e
tante volte volevo rinunciare e cancellare tutto. E' una storia che mi
ha fatto gioire e piangere, una storia che sento profondamente legata
al mio animo, una storia importante. Ricevere troppi commenti negativi,
sarebbe una delusione per me, ma sono pronta ad accettare commenti
costruttivi che mi aiutino a capire dove sbaglio (soprattutto errori
grammaticali che mi sfuggono sempre, nonostante io legga e rilegga). Vi
chiedo solo questo, rispettate le mie scelte stilistiche, lì
non transigo proprio, perché sono cose personali (ad esempio
ci saranno parole in francese, essendo ambientata in francia, ed
è una mia scelta, quindi non la cambierò).
Anche se ho
inserito un periodo storico ben preciso, non appartiene totalmente al
genere storico, perché riconosco la mia ignoranza
sull'epoca. Non so tutto e ho cercato di informarmi il più
possibile, ma ammetto di avere i miei limiti, pertanto molte cose
saranno anche di mia fantasia; inoltre ha elementi molto
soprannaturali, quindi è anche logico introdurre fantasia
oltre che realtà.
Anticipo
anche che tratterà di religione, almeno in parte. Non
è mia intenzione offendere nessun credo, perché
io sono aperta a tutto; molte cose sono mie riflessioni, o anche
concetti che ho letto in libri e che ho fatto miei, perché
ci credo profondamente.
Ho parlato
anche fin troppo. Benvenuti nel mondo de "Il Lupo e la Rosa", spero che
vi piacerà!
Note.
- Pur non
menzionandolo esattamente, il periodo preso in riferimento per l'inizio
della storia è relativo alla Notte di San Bartolomeo.
La
notte di San Bartolomeo è il nome con il quale è
passata alla storia la strage compiuta nella notte tra il 23 ed il 24
agosto 1572 dalla fazione cattolica ai danni degli ugonotti a Parigi.
Il massacro ebbe luogo a partire dall'ordine di Carlo IX di uccidere
sistematicamente i leader protestanti, fra i quali il capo militare e
politico degli ugonotti, l'ammiraglio Gaspard de Coligny, che sei
giorni prima si erano radunati a Parigi, una città
fortemente cattolica, in occasione delle nozze fra la sorella del re,
Margherita di Valois e il protestante Enrico III di Borbone, re di
Navarra e futuro re di Francia. (cit.
Wikipedia)
- "Ma…Bastò
il
suono di una campana a frantumare i loro sogni." La
motivazione di questo mio scritto è la seguente:
Sembra
che il segnale d'inizio della strage fosse fissato dallo scoccare di
un'ora imprecisata della notte delle campane della chiesa di
Saint-Germain-l'Auxerrois, vicina al Louvre, dove molti dei nobili
protestanti abitavano. (cit. Wikipedia)
- Sivelle
è una città inventata da me.
ps. Non
avrò dei periodi prestabiliti di aggiornamento. La storia
è completa, ma la devo revisionare attentamente, quindi pian
piano avrà luce ;)
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