Salve a tutti!
Son tornata con una nuova long fic. L'idea mi è venuta in un
istante, quindi non so come verrà fuori, ma mi sembrava
accattivante. Si parte con una specie di anticipazione, infatti la
prima parte è incentrata soprattutto su ciò che
avverrà alla fine del loro anno scolastico, mentre la
seconda sul primo giorno di scuola, caratterizzato dai primi incontri e
scontri che accompagneranno i protagonisti per tutto il loro
lunghissimo anno, fino ad arrivare al triste prologo che vi ho
presentato.
Spero che sia stato accattivante e che siate interessati a sapere come
si svolgerà, perchè son felice di scrivere, ma ho
bisogno di consigli e di vostre opinioni per farlo ^^
Ad ogni modo, grazie sin da ora per il vostro appoggio e al prossimo
capitolo (se ne varrà la pena ;) )
Ginnever
Preludio
"Nooooooo!"
Un urlo terrificante, dilaniante, squarciò la notte fino a
quel momento silenziosa e buia.
Ron Weasley, che stava dormendo abbracciato a Pansy Parkinson nel
Dormitorio dei Serpeverde, si svegliò di soprassalto.
"Cosa... che cosa succede?", chiese Pansy, scombussolata e confusa
quanto il suo fidanzato, che si alzò in piedi ciondolando e
si avvicinò alla finestra per cercare di vedere da dove
provenisse l'urlo terribile che avevano appena udito.
"Io non vedo nessu... un momento...", fece ancora un passo, ormai il
naso era incollato al vetro freddo della finestra: una luce bianca si
accese, rivelando un viso conosciuto sconvolto dal terrore "... quella
è..."
"Granger!", esclamò Pansy affiancandosi a Ron "quella
è la Granger! Ma che cavolo sta facendo tutta sola?"
A non molti metri da loro, videro Hermione far luce sulla terra davanti
a sè e avanzare a passi lenti e calibrati: tremava a vista
d'occhio.
Sia Pansy che Ron dal castello intuirono che qualcosa non andava
perchè Hermione stava chiaramente cercando qualcosa, anche
se più probabilmente era qualcuno.
All'improvviso scorsero qualcosa ad almeno un metro dalla ragazza,
sembrava una sfera bianca illuminata dalla sua bacchetta. Dopo qualche
secondo di sillenzio, Pansy trattenne il fiato e Ron sbarrò
gli occhi.
"Hermione... non è sola.", disse Pansy in un sussurro.
Senza aspettare un minuto di più, uscì di corsa
dalla Sala Comune, il cuore che le batteva all'impazzata.
"Pansy! Aspetta, Pansy!"
Ma la giovane Serpeverde non sentiva più nulla,
perchè lei sapeva cos'era successo, sapeva chi ne era stato
il responsabile, sapeva il motivo per cui Hermione aveva urlato e stava
tremando, sapeva perchè era accaduto quella notte,
lì, a pochi metri da lei. Pansy sapeva che avrebbe dovuto
esserci anche lei lì per terra, insieme a lui.
Corse, corse finchè ebbe fiato, ma non appena giunse
all'ingresso, fu costretta a fermarsi. Tre sagome nere, incappucciate,
le davano le spalle, ignare di essere a pochi metri da lei e di averla
in pugno.
Pansy non riuscì a muoversi, a nascondersi, a fare nulla.
Rimase lì, in attesa che loro si voltassero e la vedessero:
in attesa di morire.
Poi, successe tutto in una frazione di secondo: due voci che riconobbe
subito gridarono all'unisono "Experlliarmus!"
e "Stupeficium!"
e mentre lampi di luce dorata e rossa
illuminavano l'ingresso, qualcuno le afferrò il braccio
buttandola a terra. Sentì il naso scricchiolare e un dolore
lancinante alla testa, ma non poteva vedere nè fare niente.
"Stai giù, Pansy, se no sarà tutto inutile."
"Blaise?!",
pensò, ma non riuscì a dirlo perchè
aveva la bocca impastata del suo stesso sangue. Ron... e Ron dove
cavolo era finito?
Ma ben presto sentì anche la sua voce gridare un incantesimo
dopo l'altro e si accorse che stava combattendo, proprio come Potter,
la Weasley e altri Grifondoro di cui ignorava il nome. Doveva fare
qualcosa, non poteva star lì e aspettare che uccidessero
qualcuno che non fosse lei, doveva alzarsi e combattere, doveva
difendere le persone che aveva imparato a conoscere, ad amare, ad
ammirare per il loro coraggio, per la loro bontà...
"Baise... lasiami...", sussurrò, ma Zabini non si
schiodò, anzi. La fece alzare e la sbattè contro
il muro.
"Devi nasconderti, Pansy, o ti troveranno. Dobbiamo cercare di uscire
da qui così potremo..."
"No! No, non lo lasio... Sabini vattene,vogliono me... lui è
già morto, mi ussideranno..."
"No, se resti con me. Non ti toccheranno."
Pansy notò che aveva gli occhi lucidi e le guance arrossate.
Non gli avrebbe permesso di sacrificarsi per lei.
"No, Sabini, io devo andae..."
"Pansy, sta' zitta, ok?", ora Blaise si era voltato del tutto, dando le
spalle al combattimento, "Ho promesso a Ron che ti avrei protetto a
qualunque costo, quindi ti proteggerò. E tu farai quello che
ti dico, d'accordo?"
"IO non..."
"D'accordo?!"
"Baise...!"
"Dimmi che hai capito Pansy o lo faccio lo stes..."
"...shtai atento!"
Un lampo di luce accecante e Blaise cadde a terra, sotto gli occhi di
un'ombra nera con la bacchetta levata e un ghigno malvagio stampato sul
volto illuminato ad intermittenza dai bagliori delle bacchette.
Pansy guardò prima Blaise privo di sensi ai suoi piedi, poi
il Mangiamorte di fronte a lei. Non poteva fare più niente?
"Finalmente sole, Pansy Parkinson."
Solo in quel momento la riconobbe: era sua madre.
*
Ottobre, inizio anno
scolastico, 8 mesi prima.
"Ron, ti prego, smettila di
sbiascicare."
Ginny sorrise al tono perentorio di Hemione e Ron si stizzì.
"Allora, come siete messi a orario quest'anno, Ginny? Potremo studiare
più spesso insieme?"
La rossa guardò Harry alla sua destra, sicura che avrebbe
capito che non aveva ancora letto il nuovo orario.
"Ehm..."
Per fortuna, però, qualcuno entrò dal
portone della Sala Grande, dandole qualcosa per cui distrarsi. Harry
seguì il suo sguardo rapito e alzò gli occi al
cielo.
"Zabini? Andiamo, Ginny. E' troppo assurdo!"
"Fatti i fatti tuoi, Harry."
Hermione sbuffò.
"Avrai ben altro a cui pensare quest'anno che alle scappatelle amorose.
Ci sono gli esami, devi sceglierti una specializzazione."
"Hermione, sembri mia madre, falla finita. E comunque tra tutti una
barcata di fatti vostri?"
Afferrò la cartella con i libri, una brioche e
uscì infervorata dalla Sala Grande.
"Bel primo giorno, Grazie Hermione."
"Che faccia un po' ciò che vuole, non è affar mio
di come vuole rovinarsi la carriera."
Harry alzò un sopracciglio.
"Stai parlando sul serio?"
La riccia ingoiò il suo boccone e sospirò.
"No, Harry, certo che no. Ora, se permetti", si alzò,
prendendo anche lei le sue cose "devo andare a organizzarmi la
giornata. Ci vediamo!"
Rimasero
lui e Ron a guardarsi negli occhi per tutta la durata della colazione,
poi si alzarono insieme e sconsolati andarono a lezione. MEntre
camminavano, però, il pensiero di Harry ricadde nuovamente
su Ginny e Zabini, cosa che gli fece venir mal di stomaco. Dai, come
sarebbe potuto mai accadere? Follia, pura follia...
"Ehi, sta' attento!"
Harry si riprese, mentre una Pansy Parkinson infuriata raccoglieva i
libri che lui, evidentemente, aveva fatto cadere per terra.
"Cavolo, scusa, io.."
"Fatti un giro, Potter. E magari portati la testa."
La guardò rimettere tutto nella borsa e sparire tra la folla
di studenti.
"Tutto ok, amico?", chiese Ron, dandogli una pacca sulla spalla. "Tra
tutte quelle con cui ti potevi scontrare..."
"Io... sì, sì tutto ok."
E senza dire più una parola, si avviarono verso la loro Sala
Comune per organizzarsi la giornata e farsi l'orario delle lezioni: tra
i vari incontri e scontri, si preannunciava un anno pieno di insidie e
problemi che avrebbero dovuto, ancora una volta, superare insieme.
|