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Fandom: Saint Seiya
Rating: Per tutti
Personaggi/Pairing: Jabu, Ichi, Nachi, Geki, Ban, Kiki
Tipologia: OneShot
Genere: Sentimentale, Fluff
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama
ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di
proprietà di Masami Kurumada, che ne detiene tutti i diritti.
Note: Ispirata a quest'immagine →
http://geekotakunerd.tumblr.com/post/31454294126
ALLA FINE DELLA BATTAGLIA
§§§
Nella confusione
che seguiva l'entusiasmo generale per il ritorno del Sole, che ormai stava
tramontando dopo la lunga e particolarmente dura giornata, crogiolato nel tepore
dei suoi ultimi raggi e disteso a terra col viso pieno di graffi, stava Ichi,
con gli occhi chiusi e le orecchie piene delle grida gioiose delle persone che
lo circondavano.
Udiva la risata
cristallina incrinata dal pianto di Seika, poteva quasi vederla ancora
inginocchiata a terra, a pregare per il ritorno di coloro che ancora si
trovavano da qualche parte al di fuori del loro mondo, gli strilli dei soldati
semplici che festeggiavano e, al contempo, cercavano di mettere in sicurezza le
rovine dei templi...
Era buffo pensare
di poter sorridere come stava facendo in quel momento dopo tutto il dolore che
il suo corpo aveva sopportato, dopo le ferite che lui e gli altri avevano
riportato.
Non che non fosse
felice, non che non fosse orgoglioso, per la prima volta nella propria vita, di
aver compiuto un'azione del genere, di essersi avvicinato almeno di un passo
alle schiene irraggiungibili di Seiya e degli altri, di aver avuto, per un
attimo soltanto, l'illusione di averli raggiunti e sfiorati come il vento.
Era semplicemente
buffo e bello risentire il Sole sul viso, e al diavolo il dolore a ogni singolo
muscolo e centimetro di pelle!
Era il dolore che
gli permetteva di capire che era ancora vivo ed era un dolore più che benvenuto.
Anche se, per colpa
sua, non riusciva granchè a muoversi e neppure a far presente a qualcuno che non
era proprio un fiore nelle sue attuali condizioni: dannazione, voleva
festeggiare anche lui, voleva essere presente e sveglio nel momento in cui gli
altri sarebbero tornati...
Così avrebbe
pestato per bene qualcuno di loro prima di riderci assieme.
Forse la sua scelta
sarebbe ricaduta su Shun o Seiya, o Shiryu, e di certo non su Ikki, ma li
avrebbe strapazzati a dovere per le ferite che quasi sicuramente avrebbero
portato a casa.
“Ehi,
Ichi, tutto bene?”
Il filo dei suoi
pensieri venne interrotto da una voce, familiare e un poco preoccupata, e da una
sagoma che gli faceva ombra.
“Nachi,
mi stai coprendo il Sole.” gli fece notare lui con voce arrochita, che a stento
riconosceva come la propria, prima di sollevare appena una palpebra: “Volevo
abbronzarmi un po', direi che me lo merito.” scherzò.
“E
hai intenzione di prendere il Sole qui in mezzo alla sabbia e allo sporco?” rise
Jabu, comparso nello spazio visivo del coetaneo e seduto al suo fianco.
“Sai
com'è, non è che riesca proprio a muovermi...” tossicchiò imbarazzato Ichi,
cercando di rotolarsi su di un fianco per mettersi più comodo.
“Ti
resteranno le cicatrici, anzi... ci resteranno le cicatrici.” annunciò Geki, che
portava Kiki sulla spalla mentre esaminava le gambe mezze martoriate del ragazzo
più giovane e le ferite sparse degli altri compagni: “Non è importante, no?
Insomma...” azzardò Ban, l'ultimo a raggiungere il gruppetto conciato
discretamente male, “Con le cicatrici si può tranquillamente convivere. Siamo
sopravvissuti e tanto basta.”
“Ottima
deduzione, genio.” lo sfottè Jabu, cercando di pulirsi il viso dal sangue e
dalla cenere con quello che restava di un fazzoletto che una guardia gli aveva
dato mentre Nachi cercava di fare lo stesso per la maschera rossa e grigiastra
che copriva le guance e gli occhi di Ichi.
Rimasero in
silenzio per parecchio tempo, consapevoli dello sguardo che tutti gli
rivolgevano mentre passavano, con gli occhi di quando in quando rivolti verso il
cielo, quel cielo ormai terso e limpido, su cui cominciavano ad affacciarsi le
stelle, che speravano restituisse presto le importanti persone che stavano
aspettando con tutta la trepidazione di cui il loro cuore era capace.
“Pensate
un po',” saltò su all'improvviso Lupo, guardandosi attorno con un sorrisino
stanco: “Saori-san e gli altri tornano e ci trovano qui col cadavere vivente.
Quale potrebbe essere la loro reazione?” chiese, guadagnandosi un'occhiataccia
dal cadavere stesso.
“Sai
benissimo qual'è la risposta...” borbottò Ban, osservando Hydra con
preoccupazione: “Dobbiamo darci una risistemata prima del loro ritorno!” esclamò
Kiki, arrampicandosi nuovamente sulla spalla di Geki, che annuì: “Sono
d'accordo. Vieni, ti porto io.” si offrì, inginocchiandosi accanto a Ichi.
Ma subito Wolf
scosse la testa: “E io cosa sono, senza un braccio?” scherzò, chinandosi a
prendere delicatamente quello sano dell'albino per passarselo dietro il collo
prima di sollevarlo in piedi e sorreggerlo, “Tu pensa al piccoletto, al
serpentello ci penso io.”
Esausto, suddetto
serpentello non ebbe neppure la forza di rispondere, limitandosi unicamente a
poggiare la testa contro la spalla di Nachi e a socchiudere gli occhi, gemendo
di tanto in tanto quando un movimento troppo azzardato gli infliggeva più dolore
di quanto fosse pronto a sopportare in quelle condizioni.
Dietro, la mano di
Ban stava poggiata sulla sua schiena, come a volerlo sorreggere mentre Jabu, che
camminava accanto a Geki, sorrideva e faceva il tifo assieme a un Kiki
iperattivo più del solito, malgrado neanche lui fosse nelle condizioni ideali.
Mentre si
allontanavano, il Sole stava tramontando e gli sguardi malinconici di tre
giovani donne li seguivano sulla strada polverosa che i guerrieri malconci stavano percorrendo, tutte e tre consapevoli,
nel loro piccolo, che presto tutto sarebbe tornato come prima, che avrebbero
ricostruito e che quella giornata di distruzione, morte e rovina sarebbe stata
solamente un ricordo.
E che quei ragazzi
avrebbero avuto nuovamente la loro famiglia.
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