Bussò

di AriaNR
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1.Sfuggevole

-Donar!-un urlo nella notte, sempre la stessa voce a richiamarlo nel buio.
Poi il dolore lancinante al braccio bionico, l’improvviso risveglio, il fiato corto, il sudore ad imperlare la fronte…
L’uomo sollevò l’arto meccanico per osservare la mano di metallo che lentamente si apriva e si richiudeva facendolo gemere per il dolore.
Non era un buon segno, non lo era affatto.
Si diresse alla doccia, ne aprì il getto e vi si buttò sotto, nonostante la bassissima temperatura dell’acqua.
Il solo pensiero che aveva in testa era lei.

 
Mykage l’aveva portata via da così tanto tempo che, no, non poteva credere che lei…
Gemette sconsolato, tirando un pugno contro la parete di metallo.
Era morta. Per una sua distrazione. Il suo amore l’aveva uccisa.  A quel tempo non era ancora proibito l’amore, ma mai e poi mai Donar avrebbe pensato che potesse accadere una cosa del genere. Era sconsiderato, impulsivo, superbo, ma soprattutto era follemente innamorato di lei.
 
Lei era bella, la più bella di tutte. Forse non agli occhi del mondo, ma per quelli di Donar non esisteva nessun’altra. Ricordava ancora come i capelli a caschetto gli solleticavano il collo quando la stringeva e come le sue dita accarezzavano delicatamente il suo petto, nella notte.
 
I suoi occhi erano meravigliosi, vispi, attenti e luminosi, ma soprattutto ricolmi di dolcezza, dedicata solo a Donar.
Era raro, però, incrociarli durante la giornata.
Donar faceva parte della prima squadra e già compiva numerose azioni per proteggere il proprio mondo. Si allenava duramente per giornate intere e l’unico momento in cui riusciva a vederli era quando lei percorreva il corridoio che dava sul campo.
La vedeva fermarsi ad una finestra e lanciargli sorrisi e accenni di saluti.
-Dantes!-Urlava una voce da metà campo. –Se non muovi quel culo ti prometto 100 giri del campetto prima di pranzo. Sei più pigro di un’element in gonnella!- Sbraitava come ogni giorno.
-Arrivo capitano- Il tempo di voltarsi per dirlo al capitano e quando tornava a fissare la finestra lei non c’era più.
Sfuggevole, scappava ogni volta, o meglio scompariva nella sede, in chissà quale stanza.






Note dell'Autore:  Vorrei sottolineare che il personaggio di Donar Dantes è dovuto riferito a come era prima della scomparsa di Nao. Mi è piaciuto immaginarlo così, con un sorriso da ebete che mai e poi mai potrebbe avere ora. Non è un vero e proprio OOC, è un’analisi di come potrebbe essere stato in passato e come quell’evento lo abbia segnato. Ho voluto rappresentare la sofferenza di colui che nella lotta ha perso davvero la persona a cui più teneva, senza avere più speranze di rincontrarla, neanche dopo 12mila anni.
Long fic composta di tre capitoli.




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