Cap
5
Isabella
si sentiva un po' spaesata.
All'improvviso,
dopo non essersi fatto vedere per tutto il giorno, Phineas era
spuntato dal nulla e le aveva detto che sarebbero andati insieme da
qualche parte.
Non
glielo aveva chiesto, glielo aveva praticamente imposto.
S'era
sentita svenire. Un appuntamento?
Per
tutta l'estate avrebbe dato un braccio pur di sentirsi dire quelle
semplici parole, le aveva sognate la notte -e anche il giorno a occhi
aperti. Poi pensò che lei un braccio, in effetti, lo aveva
dato.
-Ti
vengo a prendere più tardi, hai capito? Ci tengo. Fatti
trovare pronta.- le aveva raccomandato con un tono adorabile. E lei
non aveva potuto rifiutare, nemmeno se l'avesse voluto. Ma lo voleva.
Era stato il suo “Ci tengo” a farglielo volere.
“Chissà
cos'hai in mente, Phineas Flynn.” pensò “Non mi
posso lasciar scappare questa occasione. Forse, stasera capirò
finalmente che cosa vuoi da me.”
Quando
era arrivato, a casa sua erano passate a trovarla le sue due amiche
Katie e Holly, le quali avevano trascorso con lei e con Ferb anche il
giorno prima. Quando i loro risolini si furono calmati, le dissero
che l'avrebbero aiutata a prepararsi. Per mezzo secondo aveva avuto
il sospetto che le sue amiche sapessero più di quanto
dicevano, ma poi l'emozione di uscire finalmente insieme a Phineas
glielo fece mettere in secondo piano.
Per
tutto il tempo, l'avevano coccolata. Le avevano pettinato e
acconciato i capelli, si erano divertite a truccarla e le avevano
fatto indossare un abito bellissimo con scarpette abbinate. Era
azzurro, sagomato e molto elegante, senza maniche, e aveva una
cintura bianca brillante intorno alla vita. Le stava alla perfezione,
non la faceva sembrare nemmeno tanto piccola, anche se le sarebbe
piaciuto avere un minimo di curve per riempirlo meglio, ma alla sua
età non poteva certo pretendere molto. Le avevano anche fatto
indossare un paio di orecchini di perle che donavano al tutto un
tocco di classe. La fascia che le teneva il braccio ingessato era
anche quella di un colore abbinato, ma se non ci fosse stata, lei
sarebbe stata perfetta. Purtroppo era necessaria.
Mancava
poco all'orario in cui aveva detto che sarebbe venuto a prenderla.
Guardandosi
allo specchio, si stava tormentando. Cosa era potuto succedere? Aveva
fatto di tutto per farsi notare ed era sempre stata ignorata... Ora
che l'Universo le aveva finalmente fatto perdere la speranza, ecco
che lui, fuori tempo massimo, si faceva vivo e l'invitava fuori.
Poteva
darsi che rompersi un braccio avesse fatto in modo di farla notare,
alla fine? Se era davvero così, doveva essere proprio crudele,
questo Universo!
Aveva
passato quelle ore a cercare di convincersi che doveva essere pronta
ad affrontare qualsiasi cosa la vita le avrebbe riservato.
Invece,
quando alla fine vide Phineas che la veniva a prendere, scoprì
di non essersi adeguatamente preparata per il suo arrivo.
Il
ragazzino aveva un aspetto diverso dal solito, aveva un'aria
stranamente adulta. Indossava una camicia bianca
semplicissima, una giacca nera elegante e perfino una cravatta, rossa
come i suoi capelli. Era un figurino. E aveva in mano un fiorellino
bianco. Non sembrava neanche che stesse aspettando lei, se non lo
avesse saputo per certo non ci avrebbe creduto.
Le
sembrava di trovarsi in uno dei suoi sogni. Andandogli incontro,
aveva l'impressione di galleggiare a due millimetri dal suolo.
Lui
fissò il fiore sui suoi capelli. Nel farlo, le sfiorò
un orecchio. Avrebbe voluto che non togliesse più quella mano
da lì, che le concedesse una carezza, ma temeva di chiedere
troppo.
-Phin-
disse usando il diminutivo che non usava mai, quel nome le era troppo
caro per non pronunciarlo per intero, ma in quel momento le sembrò
una cosa dolce -Grazie per avermi invitata. Dov'è che mi stai
portando?-
Lui
assunse un'aria misteriosa -Tra poco lo scoprirai.-
Nonostante
si fosse persa a contemplarlo, non poté fare a meno di
riconoscere la strada che stavano percorrendo.
-Phin-
disse di nuovo -Ma ci stiamo avvicinando alla sede delle Fireside
girls?-
-Può
darsi...- fece lui vago. Non sapeva cosa pensarne, ma il suo sorriso
era rassicurante. Magari stavano semplicemente passando di lì.
Poi,
improvvisamente, senza sapere né come né perché,
si ritrovò immersa nel buio più totale.
-Phineas...-
disse preoccupata. Lui non rispose, sembrava che non fosse più
lì con lei.
-Phineas,
dove sei?- chiamò più forte.
Un
faro si accese di fronte ai suoi occhi. Si guardò intorno e si
rese conto di essere al centro di una pista nera e lucida. Phineas
era lì davanti e le sorrideva.
-Isabella,
ho organizzato questa festa per te.- disse.
Come
se quella frase fosse stata un segnale, alle sue spalle comparvero
almeno un centinaio di persone che, tutte insieme e tutte nello
stesso momento, le si vennero ad accalcare attorno con grandi urla.
C'erano tutti i suoi amici e i suoi compagni di scuola, Ferb, tutto
il gruppo delle ragazze scout, comprese quelle furbastre di Katie e
Holly che le facevano l'occhiolino, Buford, Baljeet, Django, Irving,
Candace, Jéremy Jhonson, Stacy Hirano... e un sacco di altra
gente che non conosceva.
-Una
festa?- ripeté confusa -Ma perché?-
-Semplicemente
per dirti che ti vogliamo bene.- disse Phineas sorprendendola
completamente -Questa è la tua serata. Stasera si festeggia
Isabella Garcia-Shapiro.- aggiunse tendendole la mano. Isabella la
prese e si sentì investita dalle urla di tutti.
Non
era esattamente quello che si era aspettata, ma le sembrò che
quel momento fosse perfetto.
Aveva
detto che le voleva bene. Che gli importava di lei. Aveva organizzato
una festa a sorpresa per lei. Non avrebbe potuto desiderare niente di
più.
-Anche
io... ti voglio bene, Phin...- disse buttandogli il suo unico braccio
al collo.
Poi
sentì che iniziava una musica lenta e romantica. Phineas le
mise una mano sul fianco e la guidò, per ballare con lei.
Iniziarono a girare lentamente su se stessi, seguendo il tempo. Poi
lei si abbandonò appoggiando la testa sul suo petto. Non
guardava nient'altro. Si sentiva bene. Avrebbe voluto baciarlo. E lo
fece, anche se in una guancia.
Poi,
dalla sua spalla, vide Ferb e, per chissà quale motivo, le
tornò in mente quello che aveva visto nel futuro, che solo lei
poteva ricordare. I nipoti che avrebbero avuto, il gesto allusivo che
gli aveva fatto.
Immaginò
se stessa a trent'anni e non riuscì a vedersi in nessun altro
modo se non inseme a Phineas. Come aveva potuto anche solo pensare di
poter stare con qualcun altro che non fosse lui?
Per
qualche momento, prima della sua famosa caduta, aveva creduto che
fosse finito tutto, ma ora si rendeva conto che in realtà non
era nemmeno iniziata.
Non
avrebbe mai dovuto arrendersi con lui, era vicinissima a ottenere
quello che sognava da un tempo che sembrava una vita.
Si
strinse fortissimo a Phineas, per quello che poteva fare con un
braccio solo, e sentì che si commuoveva.
Il
ragazzo sentì le sue lacrime sulla sua spalla e si bloccò.
La
allontanò dolcemente da sé e, senza però
staccarsi completamente da lei, la guardò negli occhi.
-Tutto
a posto?- le chiese.
Isabella
fissò i suoi occhi di rimando e sentì che la sua
preoccupazione era autentica.
Le
si scaldò il cuore.
-Sì,
sì, tutto a posto.- disse cercando di sorridere. Si asciugò
le lacrime con il dorso della mano e vide che lui sorrideva,
intenerito da quel gesto. Trattenne la mano all'angolo delle labbra e
sorrise a sua volta.
Poi
sentì un tocco sulla spalla. Si voltò e si accorse che
era Baljeet, il quale, con un sorriso timido, ma con determinazione,
le chiedeva di ballare con lui.
Lei
guardò Phineas e lo vide che annuiva come a dire che le dava
il permesso di farlo. Non avrebbe voluto, a lei Baljeet non piaceva
proprio, però erano amici e le sembrò ineducato
rifiutare.
Quello
si incollò a lei e la fece girare come una trottola,
rischiando più di una volta di farla cadere.
Quando
riuscì finalmente a scrollarselo via, cercò con lo
sguardo Phineas, ma non lo vide più.
Si
girò intorno, aveva una voglia terribile di rimettersi a
ballare insieme a lui.
Tutti
erano lì che ballavano, ridevano, mangiavano, si divertivano.
Arrivò
sul fondo della pista, dove c'era un lungo tavolo, e si accorse che
c'era la sua amica Ginger che s'era messa un po' in disparte. Le
sembrò che la guardasse male. -Ehi, Ginger, hai visto
Phineas?- le chiese.
-No,
no non l'ho visto.- fece lei sbuffando -In compenso ho visto te.-
aggiunse.
Isabella
non capì a cosa si riferisse, ma non voleva chiederglielo.
Domandò
a qualcun altro se avessero visto Phineas, ma nessuno le seppe dire
nulla di preciso. Cominciò a preoccuparsi un po'.
Poi
incrociò Ferb o, meglio, si scontrò con lui.
-Ferb,
dov'è tuo fratello?- gli chiese senza poter fare a meno di far
risultare la sua voce leggermente angosciata.
Senza
rispondere, lui le prese la mano e la portò fuori dalla calca.
Con quel semplice gesto era riuscito a rassicurarla.
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Era
rimasta in disparte a guardare Phineas e Isabella che aprivano le
danze. Li aveva visti tenersi dolcemente abbracciati. Aveva visto che
Isabella era addirittura riuscita a baciarlo, una cosa che non le
aveva mai visto fare prima. Sembravano perfettamente in sintonia.
In
un certo senso, era stata lei a permettere tutto ciò. Avrebbe
dovuto sentirsene orgogliosa, la serata stava andando bene. Avrebbe
dovuto sentirsi felice per la sua amica.
Invece,
tutto quello che provava in quel momento era invidia.
Si
voltò verso Baljeet sperando che accadesse un miracolo e che
le chiedesse di ballare con lei.
Ma
il ragazzo non staccava gli occhi dalla coppia danzante nemmeno per
un attimo.
Era
a un passo da lei. Perché non la guardava? Perché
doveva guardare quell'altra?
Si
era agghindata tutta nella speranza di farsi notare da lui e si
sentiva invisibile.
Possibile
che non si accorgesse di niente? Oppure semplicemente non la voleva
notare?
Alla
fine della prima canzone, Baljeet si diresse verso Isabella con passo
deciso. Le sue intenzioni erano inequivocabili. Sorrideva con un'aria
piena di aspettative. E lei non poteva sopportarlo.
Lo
seguì quasi senza accorgersene.
Sperò
che Phineas si tenesse stretta Isabella, che non la concedesse a lui.
Ma,
evidentemente, l'inventore non doveva trovarci niente di male. Invece,
per lei era straziante vedere il ragazzo per il quale aveva una cotta
ballare con un'altra.
Quando
Phineas si allontanò dai due, gli bussò sulla spalla.
-Ginger!-
fece lui ridendo -Siamo stati bravi, la festa è un successo!-
Sì,
sì che lo era, peccato che si fosse preso lui tutto il merito.
Lo
prese in disparte e gli indicò i due che vorticavano come
pazzi.
-Li
vedi come sono carini insieme?- gli disse in tono falsamente
zuccheroso senza sapere perché lo stesse dicendo. Non era
vero, sembrava che a Isabella stesse venendo la nausea.
-Carini?-
ripeté Phineas spalancando gli occhi.
-Sei
stato galante a lasciare la tua dama a Baljeet- continuò
cercando di non fare trapelare la propria rabbia -Non pensi che siano
proprio fatti l'uno per l'altra?-
Phineas
aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito perché
era rimasto senza parole, probabilmente per la prima volta nella sua
vita. C'era qualcosa di strano nel suo sguardo, era come se stesse
prendendo coscienza soltanto in quel momento di quello che aveva
fatto.
Poi
si riscosse -No, no che non lo sono!- gridò -Stanno solo
ballando. Non vuol dire che...-
-Ma
non sai che a Baljeet lei piace?- lo interruppe Ginger.
Phineas
cadde dalle nuvole -Che cosa?- urlò.
-Oh,
sì, era così emozionato!- disse lei stupendosi di
quello che lei stessa diceva -Mi ha confessato che vuole chiederle di
mettersi con lui.- questa cosa non era vera, ma era quello che lei
aveva immaginato.
Forse
la sua vera intenzione era quella di scuoterlo. “Idiota, vai da
lei.” gli diceva mentalmente “Riprenditi la tua ragazza.
Fai vedere a Baljeet che non ha speranze con lei.” Aveva una
cosa così importante e non se ne rendeva conto!
E
così poi, lui sarebbe stato libero...
Phineas
sembrava attonito. -Mettersi?- ripeté stupidamente.
Ginger scoprì che la sua reazione le stava piacendo -Insieme?
Baljeet e Isabella?!- quasi gridò -Non ce li vedo, non
è possibile, non può essere...-
-Se
non fai qualcosa, potrà essere benissimo.- disse, stavolta
senza nascondere il fatto che fosse seccata.
Phineas
la guardò negli occhi come se non l'avesse mai vista prima, ma
in realtà non la vedeva, era perso in un pensiero più
grande di lui. Cominciò a respirare pesantemente. Poteva
sentire la sua agitazione, gliela si leggeva negli occhi.
“Ce
l'hai fatta, alla fine.” pensò Ginger “Se le cose
non te le dicono apertamente, potresti anche non vederle mai, anche
se ce le hai sotto al naso.”
Anche
Baljeet era come lui. Finalmente, Ginger capiva una cosa che le aveva
detto Stacy molte volte. Gli uomini erano tutti gli stessi. Tutti
irrimediabilmente stupidi.
Poi
Phineas corse via.
Ginger
si pentì di non avergli detto anche l'altra parte della
storia, e cioè che, anche se Baljeet era cotto di Isabella, a
lei non interessava. Forse avrebbe dovuto rivelargli anche che a
Isabella interessava lui, ma in quel momento non sapeva più
che cosa diceva, si sentiva in collera anche con lei, anche se non
aveva colpa.
Dopo
che Phineas se ne fu andato, Ginger si sentì frustrata.
Pensò
che avrebbe dovuto fare dei pensieri positivi, così tentò
di concentrarsi sull'idea dei distintivi che avrebbe guadagnato per
avere organizzato la festa. Si trattava di un'ossessione che tutte le
Fireside girls condividevano, e lei non era da meno.
Ma,
quella sera, la nippo-americana sapeva che tutti i distintivi del mondo non
sarebbero bastati per risollevarle il morale.
Senza
più guardare Baljeet, sconvolta dal fatto che, senza nessun
ritegno, si stesse stringendo sempre più a Isabella, si
avvicinò al tavolo delle vivande e si gettò sulle
ciotole delle caramelle e dei salatini. Si ficcò in bocca una
manciata di Puffi gommosi e di noci di Macadamia, tutti insieme,
anche se il contrasto tra dolce e salato le faceva venire la nausea.
Ma continuò a ingoiarseli, voleva tenersi occupata per
smettere finalmente di pensare.
La
festa le sembrava essere fantastica per tutti tranne che per lei che
l'aveva organizzata.
Poco
dopo, mentre ancora lei stava masticando, le si avvicinò
proprio Isabella, cercando Phineas.
Non
poté impedirsi di darle una risposta acida.
Quando
anche lei se ne fu andata, si rese conto che Baljeet era lì, a
due passi da lei. Teneva il broncio e aveva le braccia incrociate sul
petto. Nonostante avesse quell'espressione, pensò che era
dolce e bello ugualmente.
-Ehi,
Baljeet.- lo chiamò, dimenticandosi del suo proposito di non
curarsi più di lui -Che cos'hai?-
Lui
alzò lo sguardo e la fissò con i suoi penetranti occhi
neri.
-Mi
vuoi fare da dama?- le chiese senza cambiare minimamente faccia.
Ginger
rimase di stucco. Era molto probabile che glielo avesse chiesto
soltanto perché Isabella lo aveva scaricato, ma non poteva
permettersi quel dubbio.
-Certo
che sì.- disse.
Lui
la prese per mano senza dire nient'altro, senza sorridere, senza
mostrare che fosse contento che avesse accettato, e la condusse verso
la pista.
Ma
era comunque qualcosa che Ginger aveva sperato più di ogni
altra cosa che accadesse.
E
non riuscì più a pensare ad altro.
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Aveva
preso per mano Isabella e l'aveva condotta verso il punto dove aveva
visto Phineas allontanarsi.
Si
era accorto che il fratello aveva un'aria stravolta e, vedendo che
lei lo stava cercando, ebbe paura che fosse successo qualcosa.
-Non
è successo niente, l'ho solo perso di vista.- diceva Isabella
come se avesse capito a cosa pensava.
Non
riuscendo a trovare suo fratello, si fece venire in fretta un'idea.
Quando
cantava, la sua voce profonda assumeva un timbro da rapper e quel suo
dannato accento inglese non sembrava più molto marcato.
Suo padre gli diceva che, esercitandosi, avrebbe potuto avere
buonissime possibilità di diventare un tenore, ma lui
naturalmente non ci credeva e non era nemmeno interessato.
Non
gli succedeva spesso, di solito era Phineas a farlo, nonostante fosse
stonato, ma ogni volta faceva sempre piacere a tutti. Quando la folla
lo vide salire sul palco e avvicinarsi al microfono, non lo fece
nemmeno parlare che esplose in un caldo applauso, convinta che stesse
per iniziare a cantare per loro. Il frontman gli fece addirittura
capire che si sentiva seccato che fosse venuto a rubargli la scena.
Premurandosi
di non palesare la propria impazienza, Ferb tentò di imporre
il silenzio, ma dal pubblico già si levava una ola, e tutti
urlavano “Bravo” e lo esortavano a deliziarli con la sua
canzone.
Si
sentì un po' in imbarazzo perché in realtà non
aveva nessuna canzone pronta, era salito sul palco con l'unica
intenzione di usare il microfono per stanare Phineas.
Guardò
Isabella in cerca di aiuto. La ragazzina, che si teneva in disparte,
gli fece un gesto che voleva essere di sprono.
Si
schiarì la gola e avvicinò le labbra al microfono che
gli era stato 'gentilmente' ceduto dal cantante della band.
-Phineas,
puoi avvicinarti al palco? Isabella ti aspetta.- disse
sinteticamente.
Tutti
cominciarono a chiamare Phineas, che però ancora non si
trovava.
Si
voltò di nuovo verso Isabella e la vide aguzzare la vista e
alzarsi in punta di piedi per tentare di scorgerlo al di là
delle teste della gente nel pubblico.
-Forse
l'ho visto.- mormorò prima di scendere dal palco.
Avrebbe
voluto raggiungerla, ma non poté perché gli misero in
braccio una chitarra. In un secondo, tutti dimenticarono quello che
aveva appena detto e ripresero ad applaudire.
Fu
fatta partire la musica e Ferb non poté far altro che stare al
gioco, improvvisando una canzone. Il gruppo si unì al coro.
Chiunque
avesse detto che il rock 'n roll fosse stato inventato con lo scopo
di sfogarsi e di scaricare la tensione non avrebbe potuto avere più
ragione. Era sempre un'esperienza catartica.
Nonostante
avesse una voglia matta di sapere cosa stesse per accadere, capì
che qualunque cosa avesse fatto sarebbe stato di troppo, e così
si lasciò prendere completamente dalla musica, buttandosi
anima e corpo in una delle sue performance migliori.
mini angolo autrice: Imbarazzata? Sì, sì lo sono. Questo non è decisamente il capitolo migliore della storia, ma -ehi!- era necessario inserirlo. Il prossimo sarà l'ultimo!
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