Parole mute
L'amore ha parole mute, più
trasparenti del fiume.
ISABEL ALLENDE, L'isola
sotto il mare
È un bel giorno di primavera. Il sole
è
caldo, ma non opprimente, il cielo è terso e luminoso, un
vento
gradevole soffia di tanto in tanto, l'aria mite e carica di profumi
annuncia l'avvicinarsi dell'estate.
Harriet e Robert Martin passeggiano sottobraccio
nel ricco frutteto di Abbey Mill Farm.
Lui discute animatamente di tecniche di
coltivazione,
frutta, l'arrivo delle fragole, la potatura degli alberi, lo stato dei
terreni, guardandosi intorno con l'apprensione e la cura di chi ha
lavorato amorevolmente giorno dopo giorno per ottenere quello che
possiede; ma quando posa lo sguardo su Harriet, mentre
stringe la
mano sul suo braccio per aiutarla a mantenere l'equilibrio sul terreno
irregolare, sembra che non abbia più occhi per nient'altro.
A dispetto di ogni possibile previsione, non
è
ancora diventato un rozzo contadino interessato solo ad accumulare
denaro, e
continua ad amare la sua giovane moglie più di ogni altra
cosa¹.
Lei ascolta in silenzio, piena di ammirazione e
considerazione per ogni sua parola e le sue conoscenze. Se fino a qualche mese fa credeva di essere troppo
saggia
per curarsi di Robert Martin, ora è troppo saggia per
pensare di
essergli
superiore in qualcosa²; eppure, da quando sono marito e
moglie, averlo
semplicemente al suo fianco la fa sentire migliore.
Forse
non possiede una grande eloquenza, ma quando volta appena il capo per
osservarlo di nascosto, mentre il suo sposo le mostra da lontano le
piante di fragole che presto daranno il loro frutto, la sua espressione
timida e devota svela più di quanto alcuna complessa
sciarada
potrà mai rivelare.
****
Jane suona al pianoforte.
Le sue dita danzano sulla tastiera leggere e veloci come le
ali
di una farfalla, e le note che trae dallo strumento sembrano crearle
intorno un incantesimo. Probabilmente anche l'anziano signor
Churchill³, non amante
della musica, se ne sta zitto e immobile in qualche stanza della casa,
le orecchie tese e la bocca spalancata, preda dell'incantesimo.
Ma la bella suonatrice ha già ammaliato
colui che
il suo cuore desiderava, e ore sorride, felice, abbandonandosi ai dolci
ricordi del passato; ormai non le fanno più paura.
Frank ascolta rapito, in piedi accanto al
pianoforte.
Questo l'ha colpito più di ogni altra cosa, la prima volta
che
l'ha vista: sentirla suonare. E quando poi le si è
avvicinato
per complimentarsi, e ha scoperto di non riuscire a tirar fuori neanche
una parola allegra e scherzosa come al solito, ma di essere
completamente ammutolito davanti a tanta bellezza, ha capito di amarla.
A un tratto la musica cambia, agilmente e senza
interruzioni, tramutandosi in una melodia che più e
più
volte ha unito le voci e i cuori di entrambi, a Weymouth⁴. I loro
sguardi si incontrano, si abbassano, si incrociano di nuovo, ridenti e
innamorati, come in un muto dialogo. È la musica che parla al loro posto, e
non occorre altro.
****
Nell'ampio ed elegante salotto di Hartfield
è
riunita una vivace compagnia per un piccolo ricevimento. Il tiepido
sole
primaverile invade la stanza, invitando ad uscire, e solo gli
irragionevoli timori del signor Woodhouse costringono tutti a stare al
chiuso.
Emma siede sul divano, impegnata con i consueti
obblighi
di padrona di casa, e a tratti riflette sul proprio singolare
destino. Da qualche tempo ha scoperto di non essere
perfetta. Seppur bella, intelligente e ricca⁵,
non è perfetta. Ora sa di dover apprendere ancora molte
cose, e
sa che i propri giudizi sono tutt'altro che infallibili. Eppure, il
signor Knightley ha scelto lei. Proprio lei, così
imperfetta,
fra tutte.
Una cosa, però, l'ha già
imparata: che
bisogna lasciar fare al destino, perchè a volte sa essere
meravigliosamente abile. Istintivamente Emma lo cerca con lo
sguardo.
George Knightley siede in poltrona discutendo con suo
fratello e
il signor Weston. Ogni tanto il piccolo John cerca di arrampicarglisi
addosso e Isabella deve accorrere per trascinarlo via,
finchè il
piccolo monello non riesce a spuntarla e lo zio, rassegnato, lo solleva
per metterselo sulle ginocchia. Poi il suo sguardo incrocia quello della moglie, e
all'improvviso le insulse chiacchiere del signor Woodhouse, le
esclamazioni del signor Weston, le strilla dei bambini, tutto tace,
scompare, si dissolve. Esiste soltanto lei.
A volte si chiede se Emma si renda conto della
splendida
donna che sta diventando, lontana miglia e miglia da ciò che
era
un anno fa. Vorrebbe riuscire a spiegarglielo, affinchè lei
veda
ciò che lui vede in quel momento. Non è mai stato bravo con le parole, ma
Emma lo sa.
Ed entrambi sanno che a volte le parole non servono affatto.
Note.
1. È Emma a prevedere in questi termini il futuro di Robert
Martin, quando lei ed Harriet si sono appena conosciute, nel tentativo
di sminuirlo ai suoi occhi.
2. Quando Harriet crede che il signor Knightley intenda sposarla, nel
capitolo 47, dichiara di essere ormai
troppo saggia per curarsi del signor Martin.
3. Lo zio di Frank Churchill.
4. La località termale dove Jane Fairfax e Frank Churchill
si
sono conosciuti. Quando il loro fidanzamento è ancora tenuto
segreto, una volta, durante un ricevimento in casa Bates, Jane suona al
pianoforte una certa musica e Frank la riconosce, osservando che è stata danzata a
Weymouth;
è chiaro che nel romanzo Jane sta pensando al loro
fidanzamento.
Nella one-shot Jane suona nuovamente quella stessa musica, e intende
alludere non soltanto al periodo di Weymouth, ma anche a quel momento
di intesa tra lei e il suo innamorato. Ciò spiega il misto
di
imbarazzo e divertimento che li coglie subito dopo.
5. I tre aggettivi con cui Emma viene indicata costituiscono il
celebre incipit del romanzo.
Spazio autrice.
Questa one-shot è ambientata pochi mesi dopo la celebrazione
delle nozze delle tre coppie, nella primavera successiva.
La mia intenzione era di mostrare come tali coppie, che io amo molto,
riuscissero a comunicare silenziosamente, o comunque non per mezzo
delle parole, il sentimento che li unisce. Non a caso nel romanzo,
incentrato sul fraintendimento in amore, molto spesso le parole mentono
o traggono in inganno chi le ascolta, facendo intuire una
realtà
differente da quella effettiva; basta pensare alle prese in giro e alle
frecciatine di Frank Churchill verso Jane, o alle parole di Harriet
quando confessa ad Emma di avere un nuovo amore e le fa credere che si
tratti di Frank. Ma quando c'è di mezzo il vero amore, anche
solo un gesto, una musica o uno sguardo sono eloquenti a
sufficienza.
Sono stata a lungo incerta sulla pubblicazione, perchè per
quanto la rivedessi e la correggessi, mi sembrava sempre troppo lontana
e imperfetta rispetto all'originale. Emma
è uno dei miei romanzi preferiti, e spero con questa breve
storia di essere riuscita a rendergli umilmente onore. Grazie.
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