It isn't a love story.

di Davide95
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Eccoci, sono Davide e questo è il prologo della mia storia. Spero veramente che vi piaccia.
Alcune nozioni tecniche: so di essere piuttosto lento ad aggiornare, per la scuola, sport ed impegni vari, non odiatemi. I primi capitoli saranno più veloci, poi andrò un po' a rilento.
È scontato vero dire che mi piacerebbe moltissimo ricevere delle recensioni?
Spero non ci siano errori di ortografia. (Il prologo è un po' breve, i successivi capitoli saranno più lunghi, promesso.) Inoltre la scelta dei nomi non è da attribuire a me; ho dato alla mia piccola (non poi così tanto) sorellina, la possibilità di sceglierli, sembrava così esaltata.
Vi lascio al capitolo, un bacio.


Cassie

 


Mamma.

Mi ha accompagnato dalla psicologa ogni giovedì alle 16, ed ogni giovedì alle 18 era fuori ad aspettarmi con un fiore in mano; era snervante mamma per quanto mi facesse stare bene. Sarebbe stato ore ed ore a guardarmi mentre ciondolavo a letto, o mentre dormivo, te lo dico perchè un pomeriggio mi sono addormentata mentre stava venendo a casa nostra e poi è stato per non so quanto fermo a guardarmi e a scattarmi foto fino a quando non mi sono svegliata.

Era questo che intendevi mamma? Era questo che intendevi quando dicevi che mi meritavo il meglio? Perchè non so se me lo merito, ho lasciato una scia di cuori spezzati dietro di me e non mi sono mai curata di sanarli. Ed ora, mentre guardo, o credo di vedere, Zayn piangere, mi accorgo che ho appena spezzato anche il suo. Ho distrutto tutto, capisci?

Nessuno mi porterà più un fiore giovedì. Nessuno mi porterà dal divano al letto in braccio per la mia pigrizia. Nessuno mi sussurrerà all'orecchio che sono la più fantastica. Ti starai chiedendo, mamma, come ci sono finita a parlare di lui se stavo parlando di Parigi, no? Mamma, da quando c'è lui, tutto riguarda lui. Tutto vortica attorno a lui. C'è sempre, anche quando sembra non ci sia.

Si arrabbiava quando non mangiavo, lo sai? Certe volte, rivedevo te. Mi vuole bene mamma, mi ama ma mi vuole bene. Credo sia una cosa spettacolare. Ma io, ecco io ho distrutto tutto, ancora.

Ricaddi all'improvviso nel mio solito incubo. I piedi mi pizzicavano, stavo congelando dal freddo ma continuavo imperterrita a camminare nel buio. Il tunnel si stringeva e si allargava, ed io mi sentivo soffocare. Dentro di me pregavo che si accendessero le luci blu come gli occhi di Niall alla fine del tunnel, come ormai succedeva sempre, ma più camminavo più il tunnel sembrava diventare nero. Nessuna luce.

Ero sola, di nuovo. E non ci sarebbe stato nessuno a salvarmi quella volta.





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