All'Ombra Dei Petali Del Ciliegio.

di Phride93
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«Petali? » si domandò Mitsuki dimenandosi «Questo posto...ha un qualcosa di familiare». Nostalgia? No, era qualcosa di più forte, qualcosa che neanche lei sapeva descrivere. «Ancora la solita sinfonia...questa notte però è più triste».
«Mitsuki» la chiamò una voce. La ragazza si girò «Tu? Perchè? Perchè continui ad apparire nei miei sogni?»
«Dimmi splendida Luna, pensi che questo sia un sogno?» chiese mentre la ragazza lo fissava senza la minima intenzione di rispondere. Certo, lo avrebbe fatto a patto che lui prima rispondesse alle sue domande. «L'essere umano tende a chiamare sogno o fantasia tutto ciò che non può spiegare o che pensa di non poter raggiungere. In questo momento, però, riesci a sentire il profumo dei ciliegi e a percepire il loro calore». Il ragazzo le si avvicinò e le sfiorò il viso. Mitsuki chiuse gli occhi e si lasciò cadere su quell'immensa distesa verde mentre la mano che la stava accarezzando iniziava lentamente a dissolversi. «Hai sentito il mio tocco? Pensi ancora che sia un sogno?». Una miriade di petali lo circondò scomparendo anche loro insieme a lui. «Aspetta!» urlò la ragazza. Inutile, era troppo tardi.


Mitsuki si svegliò di colpò, il suo viso era tutto sudato e respirava affannosamente. «E' successo ancora. E' solo un sogno Mitsuki, calma!» cercò di autoconvincersi «Quando richiuderò gli occhi dimenticherò tutto e mi riaddormenterò» disse coprendosi con le coperte che aveva lanciato in giro per la stanza quando si era svegliata.



 

Il vento pungente che si era lasciato alle spalle la stagione invernale non aveva ancora abbandonato la città di Tokyo nonostante il sole primaverile avesse già iniziato a riscaldare le strade della città. Era un giorno d'Aprile ma non uno qualsiasi, quello era speciale. I fiori di ogni giardino e di ogni viale splendevano messi in risalto dal sole che con i suoi raggi, seppur pallidi, ne risaltava la bellezza e i colori. Ma i veri protagonisti di quella giornata erano i Sakura.
Come ogni anno i fiori dei ciliegi erano sbocciati e avevano intriso le strade di Tokyo del loro profumo mentre i parchi e l'aria si riempivano dei canti allegri dei bambini che correvano sui prati verdi, chi con un aquilone, chi invece per rincorrere un pallone.
Tomiko prese in braccio una palla di pelo nera. «Ryu-chan vai a svegliare Mitsuki, da bravo».
Saltando giù su quattro zampre il cucciolo di gatto iniziò a trotterellare su per i gradini di legno che a lui sembravano infiniti e sempre con quella dolce goffaggine entrò nella stanza della ragazza.
«Ryu-chan lasciami dormire ancora un pò» borbottò Mitsuki coprendosi fino alla testa con le coperte senza ottenere alcun risultato. Ryu si arrampicò lungo le lenzuola per arrivare alla schiena della sua padroncina fino a quando un'unghia si andò ad infilzare dentro la carne della ragazza che lanciò istintivamente un urlo. Il piccolo felino si avvicinò a quel pallido viso che iniziò a leccare con la sua lingua ruvida. «Ho capito, ho capito. Non ho molta scelta vero?» disse arrendendosi alla tenerezza di quel piccolo fagotto nero. Intanto una voce proveniente dalla cucina raggiunse la stanza della ragazza «Mitsuki sei sveglia? Sbrigati o faremo tardi».
«Arrivo Sasaki-san!» rispose sedendosi sul futon e liberandosi dalle coperte. Un sonoro sbadiglio uscì dalla sua bocca accompagnato da un leggero mormorio. Ripose quel che era il suo letto nell'armadio e si affacciò alla piccola finestra della sua camera. «E' una magnifica giornata Ryu-chan, non trovi anche tu?» il suo sguardo si andò a posare su un nido incastrato tra i rami dell'albero di ciliegio che si innalzava in tutto il suo splendore nel pezzo di giardino in cui si affacciava la sua stanza.
Dandosi delle leggere pacche sulle sue guance rosate si diresse verso una valigia piena di abiti che sparse in giro per il pavimento.
«Cosa potrei indossare?» si chiese scrutando ogni capo che Tomiko le aveva regalato. «Mitsuki sbrigati o la colazione si raffredderà» urlò una voce che proveniva dal piano di sotto. La ragazza si alzò e si diresse verso le scale in pigiama, si sarebbe vestita dopo aver messo qualcosa sotto i denti. 
«Buongiorno Sasaki-san.»

«Buongiorno Mitsuki, dormito bene?»
 

 


 





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