A scary perspective
Se
c'era una cosa di cui Temari non poteva assolutamente lamentarsi era sua
suocera. Che poi tanto suocera non era, visto che sull'anulare della mano
sinistra non brillava alcun anello. Ma diciamo che, dopo tutti quegli anni, non
si poteva dire che Yoshino Nara non avesse acquistato quel titolo. C'era sempre
andata d'accordo anzi, delle volte, anche troppo. Infatti, per un breve
periodo, aveva creduto che Shikamaru stesse con lei perché assomigliava tanto a
sua madre.
Non
era di certo una cosa molto lusinghiera essere scelta perché si è la copia di
qualcun altro e per questo Temari aveva alzato un po' di volte la voce con il
suo uomo, ma dopo aver visto il modo canino
in cui Yoshino trattava il figlio, si era resa conto che c'era un non so che di
masochistico e tenero nell'attaccamento di Shikamaru a quel tipo di donne.
Il
suo tipo, che era decisamente, a detta sua, il migliore. Non teneri angeli del
focolari, ma capitani decisi sul campo e in casa che facevano valere la loro
opinione e il loro volere sui presunti “capofamiglia”. La tradizione voleva che
Shikaku fosse colui che poteva porre veto sulle questioni, la realtà era che
non aveva alcun potere decisionale se non, alle volte, quando concesso,
sull'educazione del figlio. Yoshino ripensava sempre con grande dispiacere al
momento in cui gli aveva accordato questa libertà perché non vi era alcun
mistero sul perché il ragazzo fosse cresciuto così male. Fortunatamente,
pensava la signora Nara, l'unico neurone non corrotto dall'influenza maligna,
aveva saputo trovare una ragazza d'oro come Temari che lo sapeva tenere a
freno.
Non
è che lei approvasse sotto ogni aspetto la condotta dell'ambasciatrice della
Sabbia che molto spesso dimostrava poco attaccamento alle cortesie e ai valori
della famiglia, ma diciamo che poteva essere scusata, visto che non aveva avuto
una vera famiglia e veniva da un posto così aspro come Suna. Aveva l'attitudine
al comando ed anche l'abitudine e nonostante cercasse di mascherarlo, si vedeva
chiaramente quando qualcosa non le andava bene. Ma questo era proprio cercare
il pelo nell'uovo, tutto sommato, era una ragazza deliziosa.
Così
era stata la situazione fino a quando l'incantevole signora Nara di Konoha, nel
Paese del Fuoco non era incorsa in quel periodo un po' confuso che è la
menopausa.
Come
ogni grande epidemia, non si era capita subito la gravità, ma invece era stata malauguratamente
sottovalutata. La stessa Yoshino l'aveva presa alla leggera, alzando le spalle
e rallegrandosi di non dover più preoccuparsi ogni mese di andare a comprare
gli assorbenti. Nessuno, proprio nessuno, aveva contato come gli squilibri di
ormoni avrebbero potuto avere effetto su una donna di per sé poco equilibrata.
I
due Nara cominciarono ad evitare di stare in casa troppo a lungo: uno fuggiva a
bere con gli amici, l'altro si rintanava in qualche posto sperduto a guardare
le nuvole. Se con questo metodo riuscivano ad evitare urla, rimproveri, cambi
repentini d'umore che facevano sì che
stare sul divano diventasse un delitto capitale, al loro ritorno si dovevano
sorbire lamentele sul fatto che fossero dei mariti/figli degeneri che la
lasciavano sempre da sola e la trattavano come una serva.
Alle
volte a quello più alticcio potevano scappare gorgogli strani che
assomigliavano ad un “ma se sei tu la schiavista” e lì, apriti cielo, la
catastrofe si abbatteva su tutti loro.
Di
solito al figlio veniva rimproverato di avere trent'anni, come se ne dipendesse
da lui, e di vivere ancora in casa, senza fare nulla, dormendo tutto il giorno
e mangiando gratis senza contribuire con il proprio salario. Queste discussioni
erano sempre state all'ordine del giorno, ma ora la signora Nara vi infondeva
un tale grado di drammaticità e emozione da renderlo insopportabile.
I
due uomini avevano cercato di raggiungere un accordo per il quale le davano
tutte vinte alla donna isterica, ma non sempre era possibile, perché vedere una
pazza che ti pulisce la camera alle sei della mattina, momento neanche
considerato nella vita di un Nara, non è una cosa che si possa sopportare di
buon grado.
Ma
la cosa più spaventosa che era successa a Shikamaru, ed era anche la cosa che
lo preoccupava di più, era sua madre che lo abbracciava senza alcun motivo e
che, alle volte, si metteva pure a piangere rivedendo sue vecchie foto. Non è
che non avesse mai ricevuto affetto dalla sua genitrice nel corso della sua
vita, ma, diciamo, non era mai stato così patetico, nel senso di eccesso di
emozione, ovviamente. Sua madre non era una che abbracciava, quella era la
signora Akimichi che con un bacio sulla guancia ti riempiva anche di cibo.
Erano
cose che lo imbarazzavano e lo terrorizzavano allo stesso tempo e molto spesso
si era chiesto se mai avrebbe riavuto sua madre. Quella vecchia racchia gli
cominciava seriamente a mancare. In quel momento non era lei, dov'era la sua
dignità? Un generale non doveva mai mostrare
i suoi punti deboli e lei invece stava perdendo su tutta la linea.
Questi
ormoni erano davvero una cosa terribile e lui e il padre cominciarono a passare
sempre più tempo negli archivi del loro clan per vedere se qualcuno avesse mai
inventato qualcosa per calmare questi
eccessi. Sfortunatamente non trovarono nulla di utile e il solo suggerire alla
pazza di andare a farsi qualche controllo scatenava nuove tragedie.
Nemmeno
il ritorno della Seccatura riuscì a risollevare l'animo del povero figlio
afflitto.
Temari
del resto, notò subito che qualcosa non andava: di solito Shikamaru le
riservava un'accoglienza ben più calorosa di quel semplice bacio sulla guancia.
Il ragazzo seguitò ad osservarla, quasi a studiarla per tutta la giornata del
suo arrivo fin quando, esasperata non gli chiese cosa cavolo avesse da
fissare come un ebete.
-Cos'ho
due corna? Un terzo occhio?-
-Tu
non andrai mai in menopausa vero?- gemette senza neanche fissarla negli occhi.
Dire
che la fidanzata rimase scandalizzata dalla domanda fu ben poco e dire che
Shikamaru se la cavò solo con la spiegazione delle sue pene è utopistico. A
detta sua, quello che aveva detto era estremamente offensivo verso il genere
femminile al completo: come potevano mai gli uomini essere così spregevoli, o
come aveva detto lei, idioti? Le donne dovevano sopportare dolori mensili per
permette all'intera specie, quindi anche la loro, di proseguire e poi dovevano
sputare l'anima per dare alla luce i loro cari eredi e loro le ripagavano così?
Lamentandosi
per qualche mesuccio in cui dovevano sopportare un po' di alterazioni del
carattere che non erano neanche coscienti d'avere?
-Mi
fai proprio schi-fo- aveva sillabato con disprezzo.
Purtroppo
per lei dovette ricredersi quando vide la nuova signora Nara all'opera la sera
seguente all'usuale cena a cui era invitata.
Yoshino
la trattò per quasi tutto il tempo in modo gelido come se la detestasse dal più
profondo dell'animo e quando se ne andò le lanciò una vera e proprio occhiata
di disgusto. Ora, Temari era davvero convinta che le fosse cresciuto qualcosa
di orribile in fronte come delle corna o simile, ma fu bloccata dallo stesso
Shikaku dall'andare chiedere spiegazioni.
-Crede
che tu sia venuta per portargli via il suo bambino- spiegò scusandosi per la
moglie.
-Ma
se lo può anche tenere!- rispose alterata.
-Grazie,
Tem- ribatté il bimbo in questione.
Il
signor Nara le posò una mano sulla spalla e la pregò, visto che faceva parte
della famiglia, di sopportare in silenzio e se possibile di passare un po' di
tempo con la moglie, tra donne, sai, si capivano meglio. Forse fu la pietà che
quel pover'uomo le aveva ispirato che la convinse ad accettare.
La
sera stessa nel suo appartamento, accoccolata a Shikamaru, gli sussurrò: -Io
non diventerò mai così vero?-
-Penso
anche peggio- fu la risposta di quest'ultimo senza ormai alcuna speranza nel
genere umano.
Temari
mantenne comunque la promessa che aveva fatto e capì quanto la vita fosse
insopportabile quando qualcuno continuava ad urlare perché evidentemente nulla
di quel che facevi era giusto. Si era messa ad aiutarla a pulire la cucina, ma
o lo faceva troppo velocemente o non lo faceva bene o spostava il riso appena
comprato dove invece c'era quello più vecchio.
La furia sudava copiosamente e avere le vampate di calore in piena
estate non doveva essere il massimo del comfort. Si sedeva distrutta al tavolo
e lì, la sua pseudo-nuora le faceva un tè.
-E'
davvero insopportabile stare così- le aveva confessato -Alle volte so di stare
esagerando, ma non riesco a bloccarmi, è come se qualcosa mi spingesse a
sfogarmi, ad attaccare-
“Come
una bestia rabbiosa” avrebbe voluto aggiungere la bionda, ma si limitò ad
annuire grave.
-Non
pensavo che mi avrebbe mai pesato il fatto di non aver più figli- continuò.
-Ma,
signora, penso che Shikamaru sia stato già abbastanza- tentò. Il fatto che la frase potesse essere
interpretata in due maniere differenti fu voluto precisamente da Temari che non
capiva come si dovesse comportare in quel momento: di solito il denigrare
apertamente il figlio era il loro argomento di conversazione preferito. Shikaku
o anche Shikamaru sembravano capire le giuste parole, visto che la maschera
della cortesia era stata gettata da Yoshino che la trattava come una di
famiglia, ma se n'erano andati a fare qualche falsa commissione sapendo di
lasciarle la belva con un bravo domatore.
Col
cavolo!
-Non
sono mai stata un tipo materno- oddio quella donna non si fermava e Temari cominciava ad andare in quello che
riconobbe come panico. Non era mai stata neanche lei una ragazza che pensava a
bambini, tutine e cucci-cucci e quello che aveva apprezzato in Yoshino era il
suo essere prima una donna e poi una madre. -Ma... non so cosa mi succede...-
Forse
non fu una soluzione molto originale, mai i suoi familiari portarono a casa un
cucciolo quella sera.
Tutti
e tre incrociarono le dita, ma Temari sentì ancora la donna rimproverare al
figlio di dormire fuori anche quella sera: -Ti sei trovato la ragazza solo per
non fare niente a casa!-
-Se
divento così anch'io, ti autorizzo a uccidermi-
-L'avrò
già fatto prima io-
Questa
nuova rivelazione sul mondo femminile l'aveva davvero spiazzata, certo sapeva
cosa significasse menopausa, termine ora tabù in casa Nara: l'aveva provato
sulla stessa pelle. Quel che non conosceva era la situazione da vicino. Sua
madre non c'era più e non aveva avuto altra figura femminile di riferimento
nella sua vita. Quando aveva avuto le mestruazioni, l'avevano mandata da un
medico per spiegarle il tutto e poi non se n'era più fatta menzione. Anche con
Shikamaru non era mai stata molto libera nel parlarne. In generale, come una
cosa di tutte, sì, ma di lei, in particolare, no. Si vergognava quasi di
nominarle quando c'era lui e molto spesso aggirava la parola. Con il passare
degli anni si era un po' abituata, ma continuava a vederlo come segno di
debolezza. La scoperta che sarebbe diventata un fascio di nervi davanti ai
propri familiari non era poi la cosa più bella del mondo.
-Forse
sarebbe meglio che mi rinchiudessi in un eremo, quando mi accadrà- soppesò
mettendosi sotto le lenzuola dove Shikamaru l'aveva giustamente preceduta.
-Così potrai ancora pensare di aver sposato un essere umano-
Mentre
diceva questo lui l'aveva presa per la vita e l'aveva attirata a sé, così da
averla contro la maglietta che usava come pigiama.
-Sai
cosa c'è che mi stupisce di te?- disse mentre allontanava i codini dalla bocca.
-Il
fatto che io sia ancora convinta di essere una donna, nonostante tu ti mostri
molto più femminile di me?-
La
solita frecciatina: la bionda non riusciva ancora a capacitarsi come
quell'uomo, parecchio maschio e prestante in certi ambiti, potesse mai avere
dei tali occhi dolci e melensi alla vista di un marmocchio. Sembravano
dire “Ne vorrei uno anch'io” al che lei distoglieva lo sguardo proprio per
rispondere “Ma sognatelo!”. Era anche questo il motivo per cui non erano mai
progrediti: lei voleva rimanere una donna e non diventare una madre. Molti le
avrebbero potuto chiedere: “E allora? Sposarsi non significa per forza avere
figli!”. Ma lei sapeva che Shikamaru li avrebbe pretesi da sua moglie: era nel
suo stesso essere. Gli aveva già detto di no parecchie volte per questo.
-No,
maledetta donna. Sai sempre essere un'enorme seccatura. Io stavo parlando
seriamente- sbuffò allontanandola da sé.
-Visto?
Sei permaloso quanto una donna- ribatté abbracciandolo da dietro -Dai, cry-baby
dimmi...-
Quello
grugnì, ma ormai la curiosità era stata catturata e fu costretto a sputare il
rospo.
-Mi
stupisce il fatto che, nonostante tu non mi voglia sposare, dai per scontato il
fatto di passare tutta la tua vita con me-
Questo non se l'era aspettato e
gli occhi spalancati lo testimoniavano.
-E
la cosa mi piace- Shikamaru si piegò per scoccarle un breve, umido, bacio. Si
leccò le labbra per trattenere il suo sapore ancora un po'.
-Quindi
dici che sto cedendo?-
-Pian
piano- Le diede un altro bacio.
-Anche
se diventassi come tua madre?- In qualche modo volevo farlo indietreggiare, le
aveva fatto capire che per lei era troppo tardi: l'aveva invischiata nella sua
tela e da lì non si sarebbe più liberata.
-Non
provarci Tem- l'avvertì -Ho sempre pensato di doverti prendere con tutto il
pacchetto-
Lei
non rispose, ma si appoggiò contro il suo petto.
Beh...
aveva ragione. Non si poteva mica mangiare ramen e scartare la cipolla perchè
non piaceva. Solo i bambini facevano così. E lei era un po' troppo grande per
fare i capricci.
Quindi
o tutto o niente?
Sbuffò
dell'ironia di tutta la situazione.
Ovvio
che avrebbe scelto tutto.
Quando
l'aveva ridotta in scacco matto?
-Tua
madre mi ammazzerà- commentò.
-Hmn?-
-Mi
sa che le porterò via seriamente il suo bambino-
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Buon Compleanno Shikamaru!
Un bel modo per festeggiare eh? Fare entrare in menopausa tua madre.
Si, lo so: non sono mai stata brava a far regali.. Prometto che
prossima volta Shikaku avrà la prostata infiammata, così
possiamo andare tutti in ospizio.
Se c'è gente che penserà che io abbia esagerato nella mia
descrizione, vi assicuro non è così -.-. Per il resto,
quando l'ho scritta, avevo in mente tutt'altro finale, ma Temari ha
deciso che voleva il ruolo di prima donna e come al solito, eccola
accontentata.
La fic appartiene di diritto alla Black Parade, visto che è stata creata per l'iniziativa -Happy Birthday Lazy Pineapple!-
Alla prossima!
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