Disclaimers: vedete
quei capelli a culo di papera? Se Naruto appertenesse a me li avrei
bruciati.
Avvisi o comunque li chiamate:
mi sono detta che per una volta potevo
scrivere qualcosa di più... dolce (rabbrividisce), ma come
al
solito mi sono ritrovata con un sacco di riflessioni astruse un po'
buttate a casaccio che vi faranno venire una gran voglia di cose salate
(consiglio le patatine alla cipolla). Non mi dispiace ma, uhn, le cose
melassose non sono il mio forte per cui metto le mani avanti. OOC,
lieve-lieve e solo per alcuni pensieri di Temari, credo, spero. Ed ho
ascoltato Time after time per tutto il tempo, quindi dovevo usarla,
anche perchè è una delle mie canzoni non-metal
preferite.
Quindi, Happy
birthday lazy pineapple! E tante belle cose a voi che leggerete.
Angela.
Lying
in my bed I hear the clock tick, and think of you
caught up in circles, confusion is nothing new.
Flashback, warm nights...
almost left behind suitcases of memories, time after...
Sometimes you picture me -- I'm walking too far ahead.
You're calling to me, I can't hear what you've said.
Then you say "Go slow, I
fall behind".
The second hand unwinds.
If you're lost you can look and you will find me,
time after time;
if you fall I will catch you, I'll be waiting
time after time.
Cindy Lauper
- Time after time
Temari
guardò per un attimo il giardino interno di casa Nara,
osservò il modo in cui il leggero vento increspava l'acqua
nel
laghetto artificiale e come le foglie cadute dagli alberi svolazzassero
senza un ordine preciso rasente il terreno. Era una vista che
trasmetteva tranquillità; si chiese se Shikamaru si fosse
mai
seduto o coricato lì in mezzo per guardare il cielo o per
sonnecchiare al solito suo, si chiese se si fosse allenato
lì da
bambino. Quante volte era caduto? Per quanto tempo aveva allenato il
suo corpo a controllare le ombre?, quante volte aveva fallito?
Appoggiò
il mento sul palmo, il libro aperto appoggiato per
metà alla scacchiera di shoji e per metà sul suo
avambraccio, ed arricciò le labbra quando pensò a
tutte
le cose che si era persa, ai giorni che non aveva visto; tutto
perchè la persona che Shikamaru era diventato era cresciuta
lontana dai suoi occhi, probabilmente facendole un grandissimo favore,
ma le sarebbe piaciuto esserci stata durante il processo e vedere con i
suoi occhi i come ed i perchè, i quando e tutte le piccole
cose
che avevano reso Shikamaru quello che era.
Abbassò lo
sguardo sulle sue gambe che stavano in posizione
rannicchiata da almeno quaranta minuti se non di più e sulla
testona che se ne stava comodamente appoggiata sulla sua coscia destra.
Trattenne il riso quando vide l'espressione di totale beatitudine che
solcava il volto del Nara, teneva addirittura entrambe le mani vicino
al viso come se non avesse nessun pensiero al mondo, ed era
così
genuinamente bambinesco il modo in cui dormiva che Temari non riusciva
a tenere insieme l'espressione seriosa e un po' corrucciata che metteva
su quando Shikamaru piombava addormentato come un narcolettico su
qualsiasi parte del suo corpo.
Il fatto che la sua
testa non le stesse
scavando un buco sullo stomaco era un progresso enorme a suo modesto
parere, un giorno di questi si sarebbe ritrovata con una conca a forma
di 'testa-di-Nara' sulla pancia, ne era sicura.
Yoshino le
passò davanti con la cesta dei panni da stendere tra
le braccia, scoccò uno sguardo esasperato al figlio
dormiente e
poi guardò il cuscino di suddetto figlio con occhi divertiti
-
Lo sai che dormirà per almeno tre ore, si?-
- Non ti
preoccupare,- replicò gettandole un'occhiata ironica - sono
forte io.-
Provava questo strano
senso di appartenenza ogni volta che qualcuno
sottolineava le cose che riguardavano lui, come quando una persona
crede di dirti un segreto ma in realtà per te non lo
è,
perchè già lo sai. Lei sapeva che Shikamaru
avrebbe
dormito per almeno tre ore, sapeva che subito dopo essersi svegliato
l'avrebbe guardata con quell'espressione di confusione totale e lo
sapeva perchè lui guardava tutti in quel modo appena
sveglio.
Sapeva che non si sarebbe scusato per averle addormentato la gamba o
per non averla considerata per tre ore intere; sapeva che l'avrebbe
invitata ad uscire con lui e la sua squadra quella sera, non per
cortesia o per non lasciarla sola, ma per buttarla di peso nel suo
mondo, nel suo vero mondo, perchè ci teneva,
perchè lo
voleva ed anche perchè in fondo, molto in fondo, nei geni
Nara
c'era una punta di egoismo.
Shikamaru voleva
quello che voleva, non ne aveva mai fatto mistero a
nessuno, non si era mai nascosto, non aveva mai cambiato programmi e
sicuramente non li avrebbe mai cambiati per nessuno. Ed ogni volta che
la guardava con quell'espressione confusa che lentamente andava
sostituendosi ad una di totale calma, quando vedeva i suoi occhi neri
schiarirsi e la sua bocca stirarsi in un sorriso soddisfatto e a tratti
pigro, Temari sentiva questo senso di appartenenza non verso Konoha,
non verso l'Hokage e neanche verso la sua famiglia, verso di lui e lui
solo -- come se tutto quello che lei era si proiettasse in un unico
punto, ed era la stessa sensazione che si provava durante una battaglia
quando ti rendi conto che il tuo avversario è mille volte
più forte di te e provi a capire come batterlo nonostante
questa
consapevolezza, ma in realtà non riesci a pensare a niente
perchè se pensi ti distrai e sei automaticamente spacciata.
Si chiese, spostando
di nuovo gli occhi verso il laghetto artificiale e
conseguentemente verso Yoshino che stendeva i panni, e non per la prima
volta come sarebbe stata la sua vita se suo padre non fosse morto, se
Konoha fosse stata distrutta. Probabilmente sarebbe sopravvissuta, era
forte lei, ma non avrebbe avuto la consapevolezza di sè che
aveva in quel momento; sarebbe stata una donna diversa, anche spietata
e intollerante forse, e magari non avrebbe creduto in niente ed avrebbe
messo la sua vita in mano ad un Kage che della sua vita se ne faceva
poco.
Si grattò
leggermente la punta del naso e riprese a leggere. Il
respiro di Shikamaru sulla sua gamba le provocava un leggero solletico
e cominciava a sentire il formicolio indistinto che si avverte poco
prima che il muscolo cominci ad addormentarsi, ma girò
pagina
comunque e si chiese, di nuovo non per la prima volta, se ci fosse un
limite oltre il quale i sentimenti non potevano andare.
Se fosse stata una
persona diversa probabilmente avrebbe spinto via la
testa di Shikamaru in malo modo per non provare quel fastidioso senso
di intorpidimento, lei l'aveva avvertito mille volte che un giorno
l'avrebbe fatto rotolare giu per la collina per puro piacere personale,
ma in
cuor suo sapeva che nel migliore dei casi si sarebbe limitata ad
ignorare il peso della sua testa per poi rinfacciargli tutti i dolori
che sentiva.
Non erano solo gambe
molli e calabroni nello stomaco con lui, non era
mai stato solo quello.
A volte era fastidio
vero e proprio, c'erano
giorni che avrebbe allegramente sbattuto la sua testa su tutti i muri
della città; era competizione, era rabbia perchè
lei era
una persona, come si suol dire, di panza e preferiva dire quello che
pensava in ogni momento della sua vita piuttosto che aspettare che
scoppiasse la bomba per poi dire che lei l'aveva sempre saputo cosa
sarebbe successo e lui invece ostentava questa calma pigra
perchè non c'è nessun motivo di fasciare una
testa che
non è ancora aperta a libro no?, quindi per quale motivo
inalberarsi, farsi diventare il sangue acqua e urlare a pieni polmoni
solo perchè l'istinto ti dice di farlo?
Era soddisfazione,
orgoglio, stima.
Non aveva mai provato
così tanti sentimenti per una persona
sola, ed ogni volta che cercava di capire da dove accidenti sbucassero
fuori finiva per realizzare che il suo cervello, molto semplicemente,
non era in grado di riassumere tutto ciò che sentiva per
Shikamaru Nara in un'unica, semplice e terribile, parola.
Che l'amore fosse un
mistero l'aveva sempre saputo.
Cercò di
muovere il busto per alleviare un po' della tensione
sulla sua schiena, Shikamaru mugugnò infastidito, lei
continuò a leggere.
Si sentiva la schiena
tutta intorpidita ed aveva i piedi gelati,
sbuffò un respiro e gli tornò indietro bollente,
arricciò il naso e si passò la lingua tra i denti
ignorando la bocca impastata dal sonno appena interrotto. Socchiuse gli
occhi e si trovò davanti una pelle che sicuramente non
apperteneva a lui dato che aveva il colore ambrato di chi si allena
sotto il sole cocente del deserto.
Realizzò
lentamente di
essersi svegliato e chiuse di nuovo gli occhi cercando di ricordarsi i
fatti fondamentali della sua vita, nella speranza di risvegliare i
muscoli della sua schiena si ribaltò su di essa e
cominciò a passarsi entrambe le mani sulla faccia anche se
si
stava beatamente crogiolando nel torpore post-risveglio. Una volta
distesi tutti i muscoli del suo volto aprì gli occhi e
buttò la testa indietro, guardandola come se fosse la prima
volta che la vedeva. Temari socchiuse il libro che stava leggendo ed
abbassò gli occhi su di lui, aveva un'espressione
tranquilla,
serena anzi, come se non fosse stata ferma in una posizione scomoda per
chissà quanto tempo, ma lui non sentì
l'impellente
bisogno di scusarsi per il disagio arrecato, a dirla tutta non credeva
di essersi mai scusato con lei per quel motivo in particolare.
Battè
ciglio e respirò profondamente dal naso, Temari
inarcò un sopracciglio come per dirgli 'bè?, non
mi
saluti?' ma lei sapeva benissimo che le sue facoltà
intellettive
e linguistiche non carburavano a dovere pochi minuti dopo il risveglio,
perciò si limitò ad emettere un suono basso e di
gola che
stava a significare 'non seccare donna, sono ancora nel mondo di Alice
nel paese delle meraviglie'.
- Quanto sei
simpatico appena ti svegli.- bofonchiò lei
riponendo il libro sulla scacchiera che le aveva fatto da appoggio per
quelle tre ore di lettura pazza e disperatissima, poi gli
infilò
una mano tra i capelli sconvolti e cominciò a massaggiargli
lo
scalpo - Ad ogni modo,- continuò arricciando le labbra in
quel
modo infantile che Shikamaru aveva imparato ad apprezzare - spostati.-
Lui grugnì
qualcosa di indefinito e non si mosse di un solo millimetro - 'giorno.-
- Buongiorno a te,
spostati, ho la gamba paralizzata.-
- Sopravviverai altri
cinque minuti.-
- Probabile,-
replicò tirandogli leggermente i capelli - ma ho
bisogno di riavere i miei arti inferiori quindi se non ti dispiace...-
che tradotto significava 'o ti sposti o ti sposto io'.
- Posso dissentire?-
venne guardato con la serietà di un kunai
puntato alle parti basse, sbuffò e si issò
lentamente e
controvoglia a sedere - Quanto ho dormito?-
- Tre ore e mezza,
hai fatto un nuovo record.- gli disse distendendo
finalmente le gambe e muovendo le dita dei piedi per non traumatizzare
ulteriormente i suoi poveri muscoli - Sembravi morto tra l'altro, se
non
avessi sentito il tuo respiro mi sarei premurata di chiamare il
becchino.-
- Quanto sei dolce e
premurosa seccatura.- borbottò passandosi e
ripassandosi le mani tra i capelli sciolti, cercò il suo
elastico in lungo e in largo sul tatami, ma lo trovò
inspiegabilmente sotto il suo sedere - Che leggi?- chiese con suddetto
elastico tra i denti, azione che Temari giudicò indecorosa
visto
il modo disgustato in cui lo stava guardando, ma lui non dava molta
importanza a certe cose, perciò la
guardò con le sopracciglia inarcate mentre cercava di dare
un
ordine all'ammasso di capelli annodati che si ritrovava.
- Un libro noioso
sull'economia della terra del fuoco.- replicò
masaggiandosi il collo - Che tra l'altro mi ha dato tuo padre.
Com'è che lui sembra sempre più intelligente di
te?-
Shikamaru
sbadigliò alla faccia sua - Perchè è
più intelligente di me seccatura.- poi si
massaggiò gli
occhi con due dita e subito dopo si guardò confuso in giro -
Cazzo se odio svegliarmi...- schioccò la lingua al palato e
sentì l'impellente bisogno di una sigaretta, ma erano nella
sua
stanza o da qualche parte in cucina e non aveva tutta questa voglia di
scomodarsi.
Gettò
un'occhiata veloce a Temari che in quel preciso momento si
stava massaggiando i polpacci con espressione mite e si disse che
probabilmente l'avrebbe mandato a quel paese qualora le avesse chiesto
di andargli a cercare il pacchetto; sicuramente gli avrebbe ricordato
che 'questa non è mica casa mia idiota! Non posso certo
vagabondare in giro solo perchè tu vuoi suicidarti!' e poi
probabilmente i suoi strilli avrebbero incuriosito sua madre che le
avrebbe dato man forte solo perchè erano donne e non
capivano
che la sua fase di risveglio era più lunga e seccante di
qualsiasi altra.
In mancanza della
nicotina cominciò a morsicarsi le labbra - Sai
che c'è?- le disse dopo due secondi - Vado in camera mia!-
- Le sigarette sono
lì.- replicò puntando la libreria
infinita che avrebbe reso felice chiunque avesse capito qualcosa di
malattie
rare, storia della terra del fuoco e politica della terra del fuoco.
Manco a dirlo gli
passarono tutti gli acciacchi, per poco non rese
omaggio ai Kami,
e Temari si sorprese, non per la prima volta, di quanto fosse facile
mettergli un'espressione di completà serenità in
faccia... sembrava che emozioni come la rabbia, l'astio,
l'inquietudine gli fossero completamente estranee.
Lei sapeva che ad un
certo punto della sua vita, dopo la morte del suo
sensei, dopo l'attacco di Pein e dopo la guerra, Shikamaru era evoluto
come avevano fatto tutti gli altri, lei stessa aveva imparato a dare
vera importanza a pochissime cose e ad ignorare quelle che potevano
solo farla sentire inadeguata o frustrata.
Shikamaru passava
molto
più tempo con i suoi amici, ad esempio, e da quando Konoha
aveva
capito che Naruto Uzumaki sarebbe diventato Hokage, perchè
lo
sarebbe diventato e di questo ne era sicura anche lei, Shikamaru si era
preso l'impegno di supportarlo anche a distanza, perchè era
ovvio che non condividessero gli stessi amici e che non frequentavano
gli stessi posti, ma avevano in comune la stessa, potente voglia di
proteggere quello che altri si erano presi la briga di distruggere. E
l'avrebbero protetta a costo della vita, anche.
Era responsabile
Shikamaru, era un bravo shinobi, un ottimo stratega,
un amico fedele e un compagno insostituibile; probabilmente lui neanche
si rendeva conto di quanto le sue spalle fossero care alle persone che
si teneva ed aveva voluto vicino, quasi non volesse avere tutta questa
importanza, come una persona che sa
ma ha la gentilezza e il pudore e
la profonda, profonda vergogna di fartelo capire.
Questo in
realtà
era un pensiero solo di Temari, Shikamaru non si sarebbe mai veramente
preso il disturbo di impacciare in tal modo un altro essere umano, al
limite avrebbe fatto di tutto per fare finta di non aver capito nulla
e, si, anche se avrebbe finto malissimo, avrebbe provato a lasciare che
il suo interlocutore capisse tutto da sè senza che lui
dovesse
per forza aprire la bocca. E non era neanche gentilezza la sua, era
proprio il suo modo di essere e di vedere le cose ed era come lui
impostava la sua vita, come cercava di essere d'appoggio senza imporsi,
senza farlo vedere, quasi se ne vergognasse profondamente.
E lei si chiese, non
per la prima volta, quanto ci fosse del bambino
nell'uomo. Era l'educazione che gli era stata impartita?, era altro? E
se si, cosa?
Si era mai
inginocchiato davanti un suo amico da bambino
per dirgli che sarebbe andato tutto bene e che gli altri, in
realtà e per quanto uno lo negasse e rinnegasse, contavano
più di quello che si diceva ad alta voce, ma che non
importava
essere uguali o condividere gli stessi loro pensieri per vivere nello
stesso mondo? L'aveva mai fatto?, e si era mai chiesto, crescendo,
quale sarebbe stato il suo posto e come sarebbe riuscito a
riconoscerlo?
Si era mai sentito
spaventato dal pensiero di non
trovarlo, questo posto?
La calma che
trasmetteva, non aveva neanche bisogno di guardarla per
far si che lei capisse quanto fossero inutili tutte le sue paturnie ed
i pensieri proiettati avanti, mai indietro, sempre avanti quando in
realtà quello che contava era guardare l'orologio e bearsi
del
fatto che ancora non fosse calata la sera.
Sentì
l'odore pungente del fumo solleticarle le narici,
trattenne la voglia di starnutire e lo guardò mentre
assaporava
il suo vizio ad occhi socchiusi - Fate qualcosa stasera?-
Shikamaru mosse
leggermente la spalla sinistra ed espirò il fumo
con uno sbuffo - Credo, bò.- si grattò un lato
del collo
- Suppongo di si?-
- Choji
proporrà il bagno nudi nel lago, lo sai vero?-
- Allora non
c'è bisogno di mettermi le mutande, ti pare?-
Lei
ridacchiò ed ammiccò nella sua direzione - A tua
discrezione.-
Shikamaru la
guardò con uno strano sorriso prima di riportarsi
la sigaretta alle labbra e tirare senza mai staccare gli occhi dalla
sua faccia - A dire il vero non mi va di uscire stasera.-
- Non fare il
piantagrane, è il tuo compleanno!-
- E non posso
passarlo a casa mia?- inarcò un sopracciglio - E' il mio
giorno, posso fare ciò che voglio.-
- Anche questo
è vero, ma non è tipo... una vostra cosa?-
e mimò le virgolette con le dita - Una specie di tradizione
da
alcolisti anonimi o qualcosa del genere?-
- Non so se
offendermi o essere lusingato dal tuo interesse.- spense la
sigaretta su un posacenere di legno posto strategicamente sul davanzale
della finestra dalla sempre previdente Yoshino - Comunque, vado a farmi
una doccia. Vieni?-
Lo guardò
impassibile - Non mi sembra proprio il caso con tua madre qui.-
Si scrollò
nuovamente nelle spalle - Come se non sapesse che non ci guardiamo
nelle palle degli occhi tutto il giorno...-
- Parlando di palle,
portale lontano da me.-
Si portò
una mano sul cuore e cominciò ad incamminarsi verso di lei -
Sono profondamente ferito.-
- Evita.-
- No, davvero, mi si
è spezzato il cuore a metà.- si
piegò sul busto e mise la mano sulla sua nuca - Non hai
sentito
il crack?-
- Ho sentito il tuo
culo che si allontanava da me.- arricciò il
naso sentendo la puzza immonda della sigaretta a due dita dalla sua
bocca e si allontanò un po' da lui, ma quel pirla
evidentemente
non aveva intenzione di spostarsi per farle respirare aria pura - Col
cavolo che ti bacio!-
Lui
sghignazzò - E chi ti ha chiesto niente?-
- Non sono neanche
passati due minuti da quando hai smesso di fumare! Io non ti bacio!-
L'assurdità
della loro relazione lo colpì ancora una
volta. Come facesse una donna così disinibita come Sabaku no
Temari a dare di matto per qualche sigaretta era un mistero.
- E non pensare di
riuscire a toccare qualsiasi parte del mio corpo con quella lingua
gialla!-
Shikamaru
sbuffò, roteò gli occhi al soffitto e le
tirò i riccioli sfuggiti ai codini - Non ho la lingua gialla
e
non ho intenzione di leccarti Temari.- disse con tono annoiato
ponderando di accendersi un'altra sigaretta solo per il gusto di
vederla impazzire.
Per qualche ignoto
motivo la frase 'non ho intenzione di leccarti' le
fece spalancare le fauci - Oh, lui non ha intenzione di leccarmi!, lui!
Figurati io!-
Il Nara-beota
ridacchiò piano sulla sua guancia, poi le
schioccò un bacio umido e puzzoso di tabacco sul collo e
continuò a sghignazzare - Mmmmmmh, peccato.-
Il 'vai a farti
fottere' era quasi d'obbligo a quel punto.
Usava un deodorante
che era anche più forte del suo profumo,
restava nell'aria, si disperdeva nell'ambiente circostante e in pratica
capivi che Shikamaru Nara stava per arrivarti alle spalle almeno cinque
minuti prima che ciò accadesse. Lei credeva fosse per questo
motivo che il beota si asteneva dall'usare quello specifico deodorante
per le missioni. Era proprio forte, si attaccava ai vestiti e ci
restava per giorni.
Non era poi una
brutta cosa a pensarci bene, in fondo poteva asserire
con molta semplicità che il suo ragazzo non puzzava di
cantina
ogni volta che uscivano per bere qualcosa. Certo l'effetto del
deodorante veniva completamente eclissato ogni volta che il Nara si
accendeva una sigaretta, il che non era affatto simpatico da un punto
di vista olfattivo, ma di nuovo... era un odore che non andava via, lo
sentiva anche adesso che aveva il ramen fumante sotto il naso -
Potevamo restare a casa tua...- bofonchiò dopo essersi
riempita
il bicchiere di acqua.
- Non ho voglia di
stare a sentire mia madre oggi.- replicò
portandosi alla bocca i noodles senza neanche soffiarci sopra - Se poi
tu vuoi sopportarla mentre bofonchia fatti tuoi.-
- Dico solo che
è il tuo compleanno e che magari le farebbe
piacere passarlo con te invece di stare in casa a pulire.- con le
bacchette afferò un po' di carne e ci soffiò
sopra prima di
mangiarlo - Non che ci sia niente di male eh...-
Shikamaru
continuò a mangiare per un po' senza dire niente,
ordinò del sake per due e si passò la lingua tra
i denti
prima di parlare di nuovo - Mia madre è una maniaca
dell'ordine
seccatura,- grugnì - pulirebbe anche me se non fossi
autosufficiente. E comunque,- fece una smorfia - non mi va di stare a
casa.-
- Questo l'ho
capito,- si versò il sake che il cameriere aveva
appena portato e ne versò un po' anche a lui - e non ti va
neanche ti uscire con i tuoi amichetti?-
Il Nara la
guardò oltre il bordo del bicchiere - No.-
- Quindi...-
sghignazzò sorseggiando il suo sake - vuoi stare tutto il
giorno con me?-
Lui sembrò
un attimino infastidito da qualcosa, Temari credette
addirittura di averlo offeso in qualche modo, ma alla fine la bocca di
Shikamaru si distese in un sorriso pigro - Già.-
- Già?,
che risposta è già?-
- E' una buona
risposta, semplice, corta e concisa.- rise della sua
espressione corrucciata - Rilassati seccatura. non ti
chiederò
di sposarmi qui davanti a tutti.-
Come se la cosa la
spaventasse, pensò lei affondando le fauci sul ramen.
- Che poi...- lei
s'irrigidì - mi sembra di avertelo già chiesto,
no?-
Ad un certo punto di
una relazione, qualsiasi tipo di relazione, si
iniziano a notare certe cose che probabilmente ad un occhio
superficiale sarebbero sfuggite.
Su alcune persone il
fastidio si
notava dalla faccia, dagli occhi che ti trapanavano il cervello, dalla
piega sottile e dura della bocca o dalle mani che stringevano le tue
braccia come a squoterti. Shikamaru Nara, lei aveva capito, non
mostrava il fastidio dalla faccia, ma da quello che ti diceva quando la
sua faccia restava serena e rilassata come se non stesse parlando di un
argomento difficile.
Ti parlava con calma,
con ironia sottile, come se non volesse farti
capire quanto in realtà gli pesasse una certe cosa.
Così,
in quel momento, Temari non sapeva se rispondere per le righe o
rifargli il discorso che avevano fatto tre mesi prima; che lei non
aveva nessuna intenzione di sposarsi, che odiava il solo pensiero e che
niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.
Lui aveva avuto una
famiglia, i suoi genitori erano sposati da
trent'anni e passa e litigavano ancora come se non fosse passato tutto
quel
tempo. Lei del matrimonio dei suoi genitori ricordava solo i silenzi e
l'opprimente sensazione di sporco addosso, come se l'amore si fosse
arrugginito e spezzato nel processo. Anche se sapeva quasi con certezza
che loro non avrebbero permesso che una cosa del genere accadesse
(più per amor proprio che per altro) non riusciva a
togliersi
dalla testa l'immagine dei suoi genitori che si voltavano
reciprocamente le spalle.
In definitiva,
pensò portandosi alla bocca altro ramen, lui
poteva infastidirsi quanto voleva e poteva incolparla di qualsiasi cosa
perchè lei non avrebbe cambiato idea e il discorso si
chiudeva
lì.
- Vuoi altro sake?-
gli chiese guardandolo negli occhi, facendogli
capire che non avrebbero parlato di quella cosa lì dove
chiunque
avrebbe potuto sentirli e che trovava inopportuno il modo in cui aveva
creduto di poterla indurre a parlarne, come se lei non avesse un
cervello perfettamente funzionante e in grado di decidere su cosa o su
chi discutere senza che lui le mettesse la carota sotto il naso.
Shikamaru sorrise
leggermente - No, mi si è chiuso lo stomaco.-
Lo trucidò
con lo sguardo - Peccato,- sibilò senza mai
staccare gli occhi dai suoi - dicono che lo stomaco pieno guarisce la
stupidità.-
Aspettò
davanti una vetrina che Shikamaru finisse di ciarlare
con il suo Team, spuntato dal nulla come un fungo, che prima si era
presa la briga di salutare sbrigativamente visto che non aveva nessuna
intenzione di stare a sentire l'oca starnazzante... starnazzare.
Si rese conto di
essersi fermata davanti alla vetrina di una gioielleria
troppo tardi, perchè quando Shikamaru la raggiunse non
riuscì a trattenere, lui, la risatina - Ti piace qualcosa?-
- Non la stavo
neanche guardando.- replicò con una smorfia che
la vetrina le rimandò indietro, Shikamaru stava sorridendo,
lei
sospirò - Che vuoi fare ora?-
- Cercare di capire
se è meglio riaccompagnarti a casa e farti sbollire o fare
finta di niente.-
Si girò ed
alzò il mento per guardarlo - Non so di cosa tu stia
parlando.-
- Seh,- spinse un
dito nello spazio in mezzo alle sue sopracciglia - e queste rughe qui
me le sto immaginando.-
- Io non ho le
rughe!- grugnì spingendogli via la mano - E stai
peggiorando le cose, tra parentesi.- lo sorpassò incrociando
le
mani al petto.
- Io credo...- disse
dopo averla affiancata - di non aver detto niente di male.-
- Non
è...- chiuse la bocca con forza ed arricciò il
naso, poi sospirò ancora - Non è grave.- lo
guardò
un attimo prima di riportare gli occhi sulla strada - Sono in grado di
parlare da me, non ho bisogno che tu mi ricordi cosa ti ho detto e cosa
continuerò a dirti, anche se non ti piace Shikamaru.-
Lui annuì
brevemente e si prese la libertà di schiaffarle
il braccio sulle spalle - Non ti ho mica detto di cambiare, cretina.-
- A me sembrava
più 'sei una stronza, come puoi farmi questo blablabla'.-
bofonchiò.
- Mhmh.-
Non fece neanche caso
al suo mugugno - E poi vaffanculo Nara!, eravamo
in un ristorante! E' così complicato capire che non mi piace
parlare di certe cose quando ci sono quaranta persone in una stanza?-
- Mhmh.-
- E non morirai se
non ci sposiamo, probabilmente vivrai anche di più a mio
modesto parere...-
Lui rise apertamente.
- E non ridere!,
idiota...-
- Mi
accontenterò della convivenza allora.-
- Si, bravo...-
corrugò la fronte in confusione - Quale
convivenza?, eh no Nara! Non puoi prendere e decidere dove io
vivrò senza informarmi!-
- Ti ricordi quella
cosa che ti ho fatto firmare una settimana fa?-
Lei
rovistò nella sua memoria per ricordarsi l'accaduto - ...
si, ma questo che c'entra?-
- Diciamo solo che
non era un documento dell'Hokage.-
- Non era un...-
spalancò gli occhi - Cosa
mi hai fatto firmare?!-
- Sei la persona
più irresponsabile, stupida, imbecille, ignorante e senza
cervello che io abbia mai, mai!, conosciuto!-
- Hai le tue cose per
caso?-
- No!-
- E' una casa
seccatura,- si accese una sigaretta in un moto di stizza
- non ti sto dicendo di entrarci e neanche di fartela piacere. Mi
è piaciuta, l'ho presa...-
Lei si
massaggiò lentamente gli occhi - E mi hai fatto firmare il
contratto.-
Sbuffò una
nuvoletta di fumo - Se ti avessi detto cos'era
veramente quel foglio me l'avresti sbattuto in faccia...- le
tappò la bocca pronta a ribattere con una mano - Si Tem, me
l'avresti sbattuto in faccia. Urlando anche.-
Temari
roteò gli occhi al soffitto della casa che il suo ragazzo
aveva 1) comprato senza dirle niente; 2) firmato un contratto che anche
lei aveva autografato senza che ne sapesse niente, e qui c'erano un
sacco di motivi per i quali Shikamaru si meritava di finire in
gattabuia senza cibo nè acqua nè gabinetto; 3)
arredato
come se ipotizzasse di viverci sul serio, il che per lei era
impensabile visto che, bè, lui aveva già una casa
tutta
sua, attaccata a quella dei suoi genitori, certo, ma era pur sempre una
casa!
Si staccò
la sua mano dalla bocca e lo guardò bellicosa -
Questo...- gesticolò con entrambe le braccia - colpo di
testa...-
- Chiamalo ancora
colpo di testa e ti prendo a calci.-
Sbuffò -
Non so come chiamarlo!- si guardò in giro come
se non riuscisse davvero a crederci - Tu lo sai che non posso
permettermi di...- chiuse ermeticamente la bocca e cambiò
tono
per non sembrare eccessivamente inebetita - Io sto a Konoha sei mesi
l'anno, lo sai tu come lo sanno tutti, e con tutte le cose che stanno
succedendo in questi giorni... non guardarmi così Nara.-
sbuffò incrociando le braccia al petto - Per te una crisi
finanziaria di paesi lontani miglia può anche non
significare
niente, ma io devo capire come fare per far si che Suna ne risenta il
minimo indispensabile e credi che lo possa fare da qui? Certo che non
posso farlo da qui! Dovrò fare avanti e indietro e non
sarò mai a casa e sarò di umore pessimo
perchè il
tuo Hokage ha il pallino delle riunioni notturne e quando
tornerò nel mio appartamento il mio unico pensiero non sarai
tu,
ma il letto!-
Il Nara
ciccò fuori dalla finestra e si passò una mano
sul collo - Dimmi che differenza c'è tra il letto del tuo
appartamento e il mio.-
- Non è
questo...-
- E' questo invece.
Seccatura...- gettò la sigaretta ed
appoggiò le reni al davanzale - Ti sopporto ogni giorno, il
tuo
carattere è quello che è e non m'importa. Non ti
sto
chiedendo di mollare Suna e trasferirti subito qui, anche se te lo
chiederò prima o poi Tem.- la puntò con uno
sguardo al
limite dell'umana sopportazione, perchè ogni Nara aveva una
punta di arroganza nascosta da qualche parte - Ma ti conosco e so che
ti piace questa cosa.-
- Per niente,
è irritante.-
- Non devi per forza
essere partecipe di tutte le decisioni della mia
vita. Se non vuoi vivere con me, ok, - alzò le mani in segno
di
resa - continueremo come prima, ma non dire di no solo
perchè
non hai avuto il preavviso.-
E lei
pensò a tutte le cose che si era persa, alle cadute che
non aveva visto, alle foto in cui lei non c'era e a tutte le delusioni
che l'avevano formato, ci pensò e si sentì
ribollire di
rabbia - Sappi che non ti ammazzo solo perchè è
il tuo
compleanno, ma domani come minimo ti riduco a voce bianca!-
A riprova del fatto
che gli uomini erano più simpatici quando stavano zitti,
Shikamaru le si avvicinò come se non avesse parlato e le
appoggiò entrambi gli avambracci sulle spalle per poi
piegarsi un po' in avanti - Ho comprato anche il letto.-
- Spero tu abbia
comprato anche un peluche per le notti solitarie che passerai.-
Guardandolo negli
occhi pensò, di nuovo non per la prima volta, a tutte le
cose che non aveva visto, alle parole che non aveva sentito e si chiese
quanto, in realtà, ci fosse dell'uomo nel bambino. Mentre lui
la baciava con quella sicurezza tutta maschile si chiese se loro
avessero potuto avere tutto questo
in un altro mondo, dove tutto era diverso e non c'erano guerre da
combattere o crisi di contenere, dove la distanza poteva essere
percorsa in tre ore piuttosto che tre giorni. Si chiese, assaporando
per la millesima volta il suo profumo quando gli si strinse addosso, in
che modo sarebbero riusciti loro
a vivere in un mondo dove le loro strade non si fossero potute
incontrare.
Lei sarebbe stata la
stessa, ne era sicura, sarebbe sopravvissuta anche alla fine del mondo
che conosceva forse. Lui... lui avrebbe ricominciato la sua vita da
capo, sarebbe cresciuto, sarebbe caduto, si sarebbe rialzato, e di
nuovo lei non l'avrebbe visto.
Non avrebbe visto il
processo lunghissimo che l'avrebbe fatto diventare uomo piano piano, di
nuovo il destino o il caso le avrebbero fatto un grandissimo favore
perchè non c'è nulla di più noioso che
lo stare a guardare.
E nel frattempo lui
la spingeva verso il pavimento, le mani dentro la sua maglietta e sotto
il suo reggiseno che la toccavano in un modo ormai familiare, ma mai
noioso.
Si chiese se avesse
potuto amarlo in quel modo se lui fosse stato un uomo diverso.
Le
strofinò il naso sul collo quando furono entrambi distesi
sul pavimento, le accarezzò la coscia ormai scoperta e
sorrise leggermente quando lei gli tirò forte i capelli -
Che poi...- soffiò sulla pelle accaldata del suo petto - ho
un peluche proprio sotto di me, pagato con tanta pazienza e neanche un
soldo.-
Lei rise della sua
incommentabile stupidità, perchè stupido lo era
sul serio, altro che genio!, ma di nuovo... avrebbe mai potuto, lei,
amare un altro uomo?
Due anni dopo, 22 Settembre
- Rompete quel vaso
ed io vi spacco la testa!-
Gli addetti al
trasloco si mossero ancora più lentamente dopo quell'urlo da
banshee esaurita e spostarono il vaso incriminato letteralmente con le
pinze.
Sabaku no Temari si
beò del potere che esercitava su tutte le persone che
incontrava e sperò vivamente che Shikamaru tornasse il
più tardi possibile.
- Quel quadro
è un regalo del Raikage!- ululò quando un tipetto
smilzo afferrò suddetto quadro come se si trattasse di un
sacco di patate - E vale molto più di te, vedi di trattarlo
con rispetto!-
- Ma signora, non
c'è modo di appendere un quadro con rispetto!-
Lei lo
trucidò con lo sguardo - Non discutere con me.- e quello
incassò la testa nelle spalle e si prodigò
nell'appendere il quadro con i guanti di seta.
Con occhio clinico
cominciò a svuotare gli scatoloni ricolmi di tutti i suoi
libri e, guardando la libreria che aveva appena fatto sistemare nella
zona giorno, si affaccendò per sistemarli nello stesso,
identico ordine che avevano quando riposavano nella sua libreria a
Suna.
Pensò con invidia alla libreria ospitata da casa Nara e si
chiese se Shikaku fosse disposto a cederle qualche volume per amor di
pace, anche se probabilmente si sarebbe fatto tagliare un piede
piuttosto che regalarle uno dei suoi preziosissimi libri.
Era un peccato che
Shikamaru non avesse preso dal padre in quel frangente, anche
perchè gli unici libri che il beota leggeva parlavano di
codici da decifrare, matematica incomprensibile e manuali avanzati di
shoji, il che era molto triste a suo modesto parere. Non per niente si
era prodigata nel nascondere suddetti libri nella sua stanza
perchè sarebbe stato troppo oltraggioso sistemarli nello
stesso posto in cui lei avrebbe riposto i suoi, di libri.
In un'ora aveva
cambiato pure le tende, perchè quelle che Shikamaru aveva
appeso erano di un colore giallo smorto orribile che non si capiva da
dove e da chi fossero state prodotte.
Lasciò
perdere i libri quando dalla finestra vide il suo coinquilino e
trattenne le risate quando il Nara osservò il casino che
c'era di fronte casa sua con espressione inebetita. Lei raggiunse la
porta e si fece vedere prima che l'imbecille decidesse di chiamare la
protezione animali e quando Shikamaru sollevò gli occhi su
di lei non riuscì a trattenere il sorriso - Ho pensato...-
gli disse quando fu abbastanza vicino per sentirla - che come regalo di
compleanno fosse appropriato darti una risposta definitiva.-
Il Nara
osservò gli addetti fare avanti e indietro con le
sopracciglia inarcate, si passò una mano sulla bocca che
sembrava indecisa tra il sorridere o fare una smorfia infastidita - Ed
hai deciso di... invadere una proprietà privata?-
- Tecnicamente questa
casa è anche mia. Insomma, ho firmato o no un contratto?-
Lui battè
ciglio - Temari... c'è un mezzo busto di tuo fratello in
giardino.-
- Si,
bè...- arricciò il naso - Avevo pensato di
metterlo in camera da letto, ma poi mi sono ricordata cosa facciamo in
camera da letto e... in tutte le altre zone dentro casa,
perciò il giardino è l'unico posto in cui mio
fratello può stare. Sempre se non vuoi che ti guardi mentre
ti spogli.-
- Assolutamente.-
annuì guardandola come se le fossero spuntante le antenne
sulle testa - Hai perfettamente ragione.-
- E,-
entrò in casa ormai sicura che lui non sarebbe scappato a
gambe levate - ho tolto le tende.-
- Mi piacevano...-
- Erano orribili.
Comunque ho portato anche le mie stoviglie visto che tu persisti ad
usare quelle che tua madre ti manda ogni tanto.- lui incassò
la testa nelle spalle - E siccome vivremo insieme d'ora in poi, puoi
astenerti dall'entrare in cucina.-
Il Nara si
passò entrambe le mani sulla faccia, lei aprì il
frigorifero e sghignazzò diabolicamente prima di afferrare
la torta, girarsi, e spiaccicargliela in faccia.
A riprova del fatto
che gli uomini sembravano più simpatici quando erano
ricoperti di panna, Shikamaru si leccò le labbra ed
aspettò che lei gli togliesse la panna dagli occhi prima
abbracciarla forte ed inzozzarla di dolce - Buon compleanno a me.-
Temari chiuse per un
attimo gli occhi e pensò a tutte le cose che avrebbe visto e
che avrebbe sentito; si crogiolò nel suo abbraccio
sfiorandogli la schiena e non potè non sorridere quando il
suo profumo l'avvolse per intero.
Sono grata che tu sia tu,
avrebbe voluto dirli, perchè
un altro uomo, io, non sarei capace di amarlo così come
voglio ed amo te. Ma certe cose, alcune donne, le tengono
ben nascoste. E va bene così.
N/A
Ok, alla fine mi
piace XD, Giù grazie per l'aiuto ieri (e per avermi
ricordato che la fic non
era per il 23 ma per oggi)!
Spero che vi sia
piaciuta, fate tanti auguri a Shika e pregate che i suoi libri non
vengano bruciati.
Un bacio!
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